Artrosi deformante: sintomi, cure, rimedi naturali e prevenzione
L'artrosi deformante è una patologia che conduce con il tempo alla deformazione delle ossa modificandone il profilo, ed alla nascita di neo formazioni che ne pregiudicano fortemente la mobilità ed acuiscono a dismisura la sintomatologia dolorosa. E’ possibile prevenire questa patologia? Quali sono le cure farmacologiche ed i rimedi naturali per non incorrere nell’intervento chirurgico?
Che cosa è l’artrosi deformante?
L’artrosi deformante è uno dei possibili stadi evolutivi a cui conduce la malattia delle articolazioni che è appunto l’artrosi.
Artrosi e sue tipologie |
L’artrosi o anche osteoartrosi o ancora, utilizzando la notazione in uso nei paesi anglosassoni, osteoartrite è una malattia cronica (è di lunga durata o permanente) e degenerativa (peggiora col trascorrere del tempo) che colpisce le articolazioni. Più precisamente l’artrosi agisce sulle cartilagini che ricoprono i capi ossei che concorrono nell’articolazione che si irrigidiscono, si assottigliano e si fessurano, venendo così meno al compito a cui sono deputate ossia: ammortizzare, mantenere i corretti rapporti articolari, favorire lo scorrimento dei capi ossei durante i movimenti riducendo l’attrito. Il deterioramento della cartilagine col tempo induce danni all’intera articolazione e precisamente:
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Per effetto di tutto questo e principalmente per la formazione delle escrescenze ossee l’asse dell’articolazione (che passa per i 2 capi ossei) può deviare dalla sua naturale posizione ed allora si parla di artrosi deformante.
Se invece l’artrosi si evolve creando, a livello articolare, cavità nel tessuto osseo si parla di artrosi erosiva. Esiste anche una forma erosiva-deformante che evolve in maniera molto rapida e che mette insieme le caratteristiche delle due precedenti. Essa risulta in assoluto la forma più invalidante in quanto riduce drasticamente i movimenti articolari.
E’ possibile classificare l’artrosi deformante in:
- Primaria. Se aggredisce una articolazione sana senza che sia possibile individuarne alcuna causa che non sia una supposta ereditarietà genetica (ne soffrono o ne hanno sofferto parenti stretti come: genitori, fratelli, etc.).
- Secondaria. Se insorge in seguito a: infezioni o infiammazioni, traumi, malformazioni anatomiche che inducono l’articolazione a lavorare in condizioni anomale, eccessivo funzionamento dell’articolazione (pratiche sportive o lavori usuranti), malattie endocrine come ad esempio il diabete.
- Localizzata. Se interessa un solo tipo di articolazioni ad esempio ginocchia o anche oppure mani.
- Generalizzata. Se interessa contemporaneamente più tipi di articolazioni.
Sintomi e segni clinici.
I sintomi dell’artrosi deformante sono facili da riconoscere e possono riassumersi in:
- Dolore. Avvertito come acuto e simile al bruciore. Nella fase iniziale della malattia il dolore si avverte essenzialmente col movimento e solitamente sparisce col riposo. Col trascorrere del tempo può divenire fisso. Il dolore può estendersi anche ai muscoli ed ai tendini che insistono sull’articolazione. Molti soggetti riferiscono che il dolore aumenta o compare in relazione ad avverse condizioni atmosferiche: bassa pressione, freddo, elevato tasso di umidità ma gli studi epidemiologici realizzati in merito hanno fornito dati contrastanti per cui non è possibile affermare nulla con certezza.
- Sensibilità. Una pressione, anche leggera, esercitata nella regione anatomica dell’articolazione interessata può provocare una sensazione dolorosa.
- Rigidità dell’articolazione. Viene avvertita durante i movimenti principalmente al mattino dopo il riposo notturno e successivamente a periodi non brevi di inattività.
- Scricchiolii e schiocchi (crepitio) durante i movimenti. Possono in alcune occasioni divenire tanto intensi da essere percepiti anche da persone vicine al paziente.
- Limitazione del movimento articolare. Col tempo l’artrosi induce una perdita di flessibilità dell’articolazione limitando l’ampiezza del normale movimento.
I segni clinici, insieme delle alterazioni causate dalla malattia che il medico riscontra all’esame obiettivo del paziente e/o ai test di indagine, sono:
- Deviazione dell’asse dell’articolazione dalla sua naturale posizione passante per i giunti ossei.
- Riduzione della rima articolare. Dovuta all'’assottigliamento/distruzione della cartilagine e visibile nettamente all’esame radiografico.
- Modifica del profilo dei capi ossei subito al di sotto della cartilagine. Visibile sempre all’esame radiografico.
- Formazione di speroni ossei sui capi dei giunti articolari. Sono nettamente percepibili alla palpazione come noccioli duri.
Puai approfondire cosa sono gli speroni plantari.
Cause dell’artrosi deformante.
La malattia è provocata dalla progressiva degenerazione e distruzione della cartilagine articolare. Degenerazione che ha una genesi multifattoriale, ossia occorrerà la contemporanea presenza di più fattori di rischio per innescare il processo che porterà alla progressiva lisi cartilaginea.
Ovviamente, al contrario, la presenza di un singolo fattore non sarà sufficiente ad innescare la patologia. Detti fattori di rischio sono:
- Età avanzata. La cartilagine è un organismo vivo e continuamente parte delle cellule che lo costituiscono muoiono ma vengono rimpiazzate da nuove. Col procedere degli anni detto processo rigenerativo continuo rallenta e le nuove cellule non riescono a rimpiazzare totalmente quelle morte.
- Ereditarietà. Per cause genetiche alcuni individui ereditano una maggiore probabilità di sviluppare il male.
- Sesso. Le donne in menopausa hanno più probabilità di incorrere nella malattia. Le cause non sono note, si ipotizza che siano correlate agli scompensi ormonali.
- Traumi dell’articolazione o dei capi ossei.
- Obesità. L’obesità predispone non solo all’artrosi deformante di articolazioni portanti (ginocchia, a causa dello stress meccanico indotto da sovrappeso), ma anche quelle non portanti come le mani. Alcuni studi hanno infatti rilevato che esiste un collegamento tra eccesso di grasso corporeo ed artrosi al di la del fatto ponderale.
- Eccessivo affaticamento dell’articolazione. Come può essere quello correlato a lavori usurati ripetitivi o attività sportive impegnative che presuppongono continui e ripetuti movimenti della stessa articolazione.
- Deformazioni congenite dei capi ossei che concorrono nell’articolazione.
- Malattie reumatiche o metaboliche. Come ad esempio l’artrite reumatoide ed il diabete.
Come viene diagnosticata questa forma di artrosi?
Lo specialista che è l’ortopedico formula una ipotesi di diagnosi basandosi su:
- Analisi anamnestica. Raccolta, interrogando il paziente, di tutte le informazioni utili alla diagnosi. Come ad esempio: storia clinica del paziente e dei suoi stretti familiari, stile di vita, come è insorta la malattia, etc.
- Analisi di sintomi e segni.
- Esame obiettivo.
L’ipotesi di diagnosi formulata sarà poi convalidata dai risultati delle seguenti indagini cliniche:
- Radiografia dell’articolazione. Ovviamente in detta radiografia la cartilagine, che è un tessuto molle, non è visibile. Ma risulteranno chiaramente visibili i profili dei capi ossei e l‘ampiezza della rima tra loro che forniranno chiara indicazione dello stato della cartilagine.
- Risonanza magnetica nucleare. Fornisce una visione dei tessuti molli e perciò può servire a visualizzare lo stato delle cartilagini, capsula articolare, membrana sinoviale, etc.
- Analisi del sangue. Serve ad escludere altre malattie reumatiche come: gotta, artrite reumatoide.
Trattamento dell’artrosi deformante.
Non esiste alcuna cura risolutiva per l’artrosi deformante. Esistono invece una serie di trattamenti in grado di mantenere sotto controllo i sintomi.
Trattamento farmacologico.
Serve a contenere il dolore ed eventualmente a modulare l’infiammazione. Si utilizzano solitamente:
- Paracetamolo. E’ noto anche come acetaminofene (commercialmente come Tachipirina o Tylenol) ed è un antidolorifico. Non ha eccessive controindicazioni ma è di scarsa efficacia se il dolore è severo.
- FANS. Riducono l’infiammazione e tengono sotto controllo il dolore. Hanno però diversi effetti collaterali: creano problemi allo stomaco, problemi di coagulazione sanguigna e problemi cardiovascolari. Sono perciò consigliabili le preparazioni topiche (pomate) che sono abbastanza efficaci e danno meno controindicazioni.
- Infiltrazioni di cortisone. Si inietta il cortisone direttamente nella capsula articolare. Il cortisone combatte l’infiammazione e conseguentemente lenisce il dolore. Il cortisone va comunque usato con attenzione e in quantità contenute in quanto può accentuare il danno alla articolazione.
- Infiltrazioni di acido ialuronico. L’acido ialuronico ha una composizione che è molto vicina a quella del liquido sinoviale pertanto aumenta la lubrificazione dell’articolazione e funge da ammortizzatore lenendo il dolore. Una infiltrazione ha effetto per 4 o 5 mesi e poi dovrà essere ripetuta.
Stile di vita.
Un radicale cambiamento dello stile di vita può portare concreti benefici ad un malto di artrosi deformante. Di seguito elenchiamo alcuni di detti cambiamenti.
- Mantenere un peso corporeo sano. Come già accennato sembra esserci una stretta relazione tra grasso corporeo ed artrosi anche quando questa interessa articolazioni non direttamente sollecitate dal peso corporeo. Pertanto se si è obesi bisogna praticare una dieta per rientrare nei giusti parametri. Se si è normopeso bisogna comunque seguire una dieta leggermente ipocalorica ben bilanciata tra i nutrienti fondamentali per non ingrassare.
- Praticare una attività fisica costante che solleciti in maniera dolce le articolazioni interessate dall’artrosi. La loro inattività ne favorisce la rigidità ed aumenta il dolore.
Uso di dispositivi medici di assistenza.
Per alcune forme di artrosi deformanti l’utilizzo di dispositivi appositamente studiati e calibrati sulle caratteristiche fisiche del paziente possono ridurre il dolore durante le attività ed il lavoro quotidiano e facilitarne i movimenti.
- Esempi di tali dispositivi sono i plantari e bastoni per l’artrosi del ginocchio, tutori per la rizoartrosi, etc.
- La fisioterapia si avvale anziché di farmaci di mezzi fisici (calore, elettricità, etc.) e meccanici (massaggi, esercizio fisico. Nello specifico dell’artrosi deformante lo specialista che è il fisioterapista (professionista della sanità con laurea specifica) elabora in accordo col paziente un programma di esercizi studiato sulle caratteristiche fisiche di questi teso a rinforzare e ridare tono alla muscolatura che insiste sulla articolazione compromessa. Condizione che conduce ad una riduzione del dolore ed ad un aumento della flessibilità articolare. La stimolazione elettrica e la terapia fisica del calore ottenuta in vari modi non sempre raggiunge lo scopo di fornire reali benefici ed anzi alcuni studi, che comunque dovranno essere sottoposti a verifica, attribuiscono ad esse un efficacia che è pari a quella del placebo.
- Terapia comportamentale. Fornisce al paziente suggerimenti di comportamento nell’interazione con l’ambiente, che per la sua patologia, può divenire nemico e fonte di problemi. Un esempio può essere fornito dal suggerimento, ad un paziente con artrosi deformante delle dita della mano, di utilizzare uno spazzolino col manico più spesso del normale. Si evita in tal maniera l’inutile dolore causato dallo svolgimento di una banale azione quotidiana o l’uso di un bastone che bilancia il peso corporeo nella camminata ad un malato di artrosi deformante delle ginocchia.
Terapia chirurgica.
Nei casi più gravi si ricorre all'intervento chirurgico.
Gli interventi chirurgici atti a trattare l’artrosi deformante sono essenzialmente due e precisamente:
- Osteotomia o riallineamento osseo. Il chirurgo interviene sui capi ossei che concorrono nell’articolazione e con una serie di tagli ne corregge l’allineamento. Il riallineamento solitamente induce una riduzione del dolore.
- Artroplastica. L’articolazione viene rimpiazzata da una protesi in metallo biocompatibile e plastica. L’artroplastica in diversi casi potrebbe essere una soluzione definitiva e ridare al paziente la perduta funzionalità articolare ma le protesi vanno incontro a deterioramento.
Medicina alternativa.
- l’agopuntura. Si rifà all’antica medicina tradizionale cinese ed utilizza aghi che vengono introdotti sottocute in precise posizioni del corpo attraversate dai cosi detti meridiani energetici. In alcuni individui e per particolari tipi di artrosi deformante sembra che abbia la capacità di lenire il dolore. Non esistono però precise notazione scientifiche in merito.
- Medicina naturale: utilizza principalmente una miscela delle frazioni insaponificabili di avocado 2/3 e soia 1/3. Questa miscela che, al di la del nome complicato, è una miscela di oli viene presa quotidianamente per os (bocca) in dosi comprese tra 0,3 e 0,6 grammi. Il trattamento per via orale per essere più efficace va integrato con uno topico di gel di Arnica al 10%. Sia la miscela di avocado e soia che l’arnica hanno proprietà anti-infiammatorie. Infatti la miscela Avocado soia sembra inibire la interleuchina 1, responsabile dell’infiammazione della sinoviale, e nello stesso tempo stimola la sintesi del collagene che il componente essenziale delle cartilagini.
- Integratori. Alcuni pazienti affermano di aver avuto benefici dall’utilizzo di integratori a base di glucosamina. Questa è una amino polisaccaride presente nel guscio dei crostacei. Essa è un componente essenziale per la produzione dei glicosaminoglicani che sono essenziali per la formazione delle cartilagini. Col trascorrere degli anni la sintesi dell’organismo della tende a diminuire pertanto sembra ragionevole somministrarne agli ammalati di artrosi. Alcuni soggetti riscontrano benefici altri poco più di un placebo.
Prevenzione.
La prevenzione di una qualsivoglia patologia si effettua eliminando o riducendo quando possibile i fattori di rischio. Perciò nel caso dell’artrosi deformante occorrerà:
- Mantenere il peso ed il grasso corporeo entro i livelli standard.
- Evitare di affaticare eccessivamente le articolazioni.
- Correggere il prima possibile eventuali malformazioni ossee.
- Curare e tenere sotto controllo patologie metaboliche e reumatiche.