Cistite emorragica

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Cistite emorragica

La cistite emorragica è un processo infiammatorio acuto, con origine generalmente infettiva, delle basse vie urinarie e della vescica. Essa interessa sia la mucosa della parete interna della vescica che la sottomucosa ed i capillari che la irrorano. Per tale motivo è caratterizzata da presenza più o meno rilevante di sangue nelle urine (ematuria).

Epidemiologia.

La cistite emorragica è una patologia alquanto frequente e quasi esclusivamente del genere femminile a causa della conformazione anatomica femminile. Si stima che almeno 1 cistite su 3 sia del tipo emorragico e che almeno il 20% delle donne adulte contrae in un anno una o più infezioni di cistite. Negli uomini, come nei bambini (maschi e femmine) al di sotto dei 15 anni è alquanto rara e si presenta solo in determinate condizioni che analizzeremo nei dettagli nel seguito. Nelle donne colpisce con buona frequenza tra i 15 e gli 80 anni con tre picchi centrati intorno ai 25, 45, 65 anni. Negli uomini generalmente la cistite emorragica è susseguente ad un precedente problema alla prostata: una ipertrofia ossia un anomalo ingrossamento della ghiandola che impedisce il libero deflusso delle urine o una sua infezione che poi risale nella vescica.

L’ infiammazione della prostata può essere causata da vari fattori, ed è problema che colpisce la popolazione maschile con frequenza elevata.

Agenti patogeni e cause della cistite emorragica.

La causa principale della malattia è una infezione. Infezione che nella stragrande maggioranza dei casi è provocata da infezione di batteri che risalgono l’uretra e si moltiplicano all’interno della vescica, ma che può essere provocata anche, in rari casi, da virus o funghi patogeni.

Batteri, virus e funghi più comuni che causano cistite.

Batteri:

Virus:

Notiamo in maniera esplicita che le cistiti emorragiche virali sono molto rare e interessano generalmente pazienti (uomini e donne) con compromissione del sistema immunitario o con sistema immunitario non ancora formato (bambine).

Cause meno frequenti della cistite emorragica sono:

Patogenesi.

La patogenesi della cistite emorragica è assolutamente simile a quella della cistite comune. L’infezione è quindi, quasi sempre, ascendente nel senso che penetra nell’apparato urinario e nella vescica, che normalmente è sterile, risalendo attraverso il meato urinario e l’uretra. Tutto ciò spiega anche il perché la cistite preferisce le donne. Il dotto uretrale femminile è estremamente breve, 3 cm contro i 16cm circa degli uomini, per cui la flora batterica intestinale risale facilmente nella vescica provocando infezioni. Inoltre la vicinanza del meato urinario femminile alla vagina ed all’ano rendono ancora più probabile l’infezione. Nella cistite emorragica questa comune patogenesi è amplificata da alcuni fattori che conferiscono alla malattia una maggior virulenza consentendo ai patogeni di penetrare profondamente nella mucosa e di raggiungere la rete di capillari sottostante e di provocare lesioni più vaste, profonde e numerose. I fattori che determinano questa superiore virulenza sono:

Sintomi della cistite emorragica.

La sintomatologia della malattia assomiglia a quella della cistite semplice con l’aggiunta dell’ematuria. Comunque nel seguito riassumiamo i sintomi principali che sono:

Come viene diagnostica la patologia?

Per una corretta diagnosi della malattia è necessaria una coltura urinaria per stabilire il batterio responsabile dell’infezione ed un antibiogramma per poter scegliere l’antibiotico più efficace.

La diagnosi si effettua con l’analisi dei sintomi e segni ed avvalendosi dei risultati delle analisi delle urine.

Qual’è la giusta terapia per curare la cistite emorragica?

La cura della cistite prevede somministrazione di antibiotici, antisettici urinari accompagnati da una dieta appropriata e somministrazione abbondante di liquidi che contrastano l’eccessiva concentrazione delle urine e inibisce la proliferazione dei batteri nel colon.

Trattamento farmacologico.

Trattandosi di una infezione batterica ed anche seria la terapia d’elezione è quella antibiotica. L’antibiotico più opportuno viene di norma stabilito dall’antibiogramma. Trattandosi di una infiammazione più severa di quella di una comune cistite la cura dovrà per forza di cose essere dosata in maniera da risultare di maggior impatto ed inoltre dovrà essere somministrata per un tempo maggiore. Il motivo di ciò è anche dovuto alla considerazione che finché le lesioni non guariscono la mucosa della vescica non riesce a produrre la glicoproteina-I che è essenziale per la coagulazione del sangue ed in queste condizioni i batteri non completamente eradicati possono provocare una reinfezione. Pertanto una terapia della cistite prevede un trattamento antibiotico per almeno 7-10 giorni. Se la cistite è accompagnata da febbre al trattamento per os si preferiscono le iniezioni che devono essere continuate per almeno 5 giorni. La terapia antibiotica viene di norma accompagnata da riposo, una opportuna dieta e un disinfettante urinario generalmente in bustine da sciogliere in acqua o compresse.

Dieta appropriata e rimedi alimentari.

La dieta si propone un duplice scopo: diluire le urine concentrate, in maniera da lenire dolore e bruciore causato dal contatto con le lesioni della mucosa, eliminare quanti più batteri è possibile dall’interno della vescica. Per tali motivi la dieta deve prevedere un elevata assunzione di liquidi. Questi infatti non solo diluiscono le urine ma con i continui svuotamenti della vescica assicurano anche una costante eliminazione di batteri.

Per aumentare tale processo di eliminazione occorre poi scegliere gli alimenti in maniera tale che aumenti il residuo acido delle urine e ne diminuisca quello alcalino. L’aumento dell’acidità delle urine infatti inibisce l’adesione dei batteri alle mucose e ne favorisce così l’eliminazione. La dieta inoltre deve essere particolarmente ricca di fibre perchè deve combatte la stitichezza che è causa di abnorme proliferazioni di batteri fecali nel colon.

Alimenti che aumentano il residuo acido nelle urine. (consigliati) Alimenti che aumentano il residuo alcalino delle urine. (da evitare)
Carni rosse e bianche. Latte.
Pesci e molluschi. Derivati del latte che non siano formaggi.
Uova. Lipidi.
Formaggio di ogni tipo. Frutta secca: mandorle, noci
Pane, pasta, riso e cereali di ogni tipo. Verdura di ogni tipo
Lenticchie. Frutta di ogni tipo esclusa quella riportata nella tabella a fianco.
Noci ed arachidi.
Mirtilli, prugne, ananas.

Riportiamo esplicitamente che non solo occorre introdurre i cibi a residuo acido ma occorre ridurre a minimo, per quanto possibile, quelli a residuo alcalino altrimenti si raggiunge l’effetto di neutralizzare l’acidità delle urine.

Spesso allo scopo di aumentare i benefici effetti della dieta si associano degli integratori che sono un mix di varie sostanze naturali. Le più utilizzate sono :

Cistite emorragica e gravidanza.

La gravidanza aumenta enormemente la probabilità di contrarre infezioni di cistiti emorragiche; i fattori che incrementano tale rischio sono: l’aumento di glucosio nelle urine che spesso la gravidanza determina e le modificazioni anatomiche che l’aumento delle dimensioni dell’utero provocano. Modificazioni che possono provocare ristagno di urine per compressione dell’utero su vescica o uretra. Ristagno che favorisce il proliferare dei batteri. Analoga azione induce un aumento della concentrazione di glucosio: aumenta il nutrimento per le colonie di microorganismi che comunque colonizzano la vescica. In caso di cistite in gravidanza e durante l’allattamento è buona norma concordare la terapia con ginecologo e pediatra per evitare problemi che i farmaci possano eventualmente indurre al feto ed al neonato. Non si conoscono correlazioni tra cistite emorragica e pillola anticoncezionale.

Approfondisci le cause ed i rimedi della cistite durante la gravidanza quando i fattori che portano all’infezione si accrescono notevolmente.

Cistite emorragica e menopausa.

La menopausa ha come conseguenza una drastica riduzione degli estrogeni. Carenza che determina una diminuzione di glicogeno in vagina. Qui il glicogeno ad opera dei batteri di Döderlein viene trasformato in acido lattico e mantiene basso il PH dell’ambiente. La carenza di glicogeno si traduce perciò in un innalzamento di PH che favorisce il proliferare dei batteri che possono poi colonizzare la vescica. Le infezioni di cistiti in questa stagione della vita femminile sono ancor più accentuate dai frequenti ristagni di urina causati dai prolassi vescicali, conseguenza di perdita di tonicità del tessuto pelvico e dei parti. Anche la fase premestruale presenta in proporzioni ovviamente ridotte un meccanismo simile. Circa 48 ore prima dell’inizio del ciclo la concentrazioni di estrogeni cala drasticamente ed in questa fase può svilupparsi un infezione di cistite emorragica.

Conseguenze della cistite emorragica.

La conseguenza di una cistite emorragica mal curata può essere la sua cronicizzazione. Cronicizzazione che può risultare una causa che predispone ad un tumore alla vescica. Tumore che riduce pesantemente le aspettative di vita. Si stima che attualmente costituisca la quarta causa di mortalità nel mondo.

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