Clonazione terapeutica
In cosa consiste la clonazione terapeutica? Scopriamo in che modo le cellule staminali vengono utilizzate e quali malattie possono curare.
La clonazione terapeutica è uno dei tanti metodi utilizzati al fine di ottenere cellule staminali per la ricerca scientifica e si spera, in un futuro non lontano, per la cura di malattie degenerative come diabete, Parkinson, Alzheimer etc. Intendiamo per clonazione di un organismo il processo che ci consente di realizzare la creazione di un nuovo soggetto con patrimonio genetico identico ad uno di partenza. Il primo mammifero clonato è la famosa pecora Dolly che nasce nel 1996 ad opera dello scienziato inglese Ian Wilmut.
La tecnica utilizzata per la clonazione è la inserzione in una cellula somatica denucleata del nucleo e quindi del patrimonio genetico di un’altra cellula. Possiamo avere due diversi tipi di clonazione, la riproduttiva e la terapeutica:
- Si ha clonazione riproduttiva se, una volta effettuato l’impianto del nucleo, con stimolazioni elettriche si induce l’accrescimento della cellula e non appena questo raggiunge un livello accettabile si impianta l’embrione nell’utero di un mammifero della stessa specie e si attende lo sviluppo del feto.
- Si ha clonazione terapeutica se dopo l’impianto del nucleo si stimola semplicemente la riproduzione in vitro della cellula per estrarne (con la distruzione) cellule staminali embrionali utilizzabili per la ricerca e la cura di patologie degenerative (da cui l’aggettivo terapeutico).
Le cellule staminali sono cellule che si possono evolvere vari tipi di cellule e tessuti e sono fondamentalmente di due tipi:
- quelle embrionali che sono in grado di sviluppare in toto un individuo e pertanto sono dette totipotenti,
- quelle adulte che sono presenti nei tessuti di un adulto (sangue, tessuto osseo etc.).
Entrambe i tipi di staminali: embrionali ed adulte, se opportunamente manipolate, possono evolversi in cellule di tessuti diversi. Le embrionali però si accrescono in vitro con maggiore facilità e possono essere più semplicemente orientate.
L’utilizzo in medicina delle staminali è universalmente accettato e benvisto in quanto non suscita particolari problemi etici. Dove invece i pareri divengono nettamente discordanti è sulla provenienza delle staminali utilizzabili. L’embrione infatti (specialmente nei paesi a confessione cattolica) è considerato una persona a tutti gli effetti e quindi la sua distruzione per ottenerne le staminali è considerata un omicidio. Pertanto l’utilizzo di staminali embrionali derivanti dall’incontro di un uovo con uno spermatozoo è fortemente controverso. Egualmente controverso è l’utilizzo di staminali provenienti da embrioni ottenuti con clonazione terapeutica (è consentita ad oggi solamente in Gran Bretagna, USA, Svezia e Belgio). Il motivo è che la chiesa cattolica per voce dell’allora Papa Giovanni Paolo II e del Cardinale Ratzinger ha bollato come aberrante e indegna dell’uomo la clonazione sia essa terapeutica che riproduttiva.