Ernia iatale operazione: quando farla? Rischi e tecniche di intervento
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L'operazione chirurgica per il trattamento dell'ernia iatale è riservata a quel 10 - 20% di pazienti che non rispondono alle cure farmacologiche o che presentano complicanze. Vediamo quali sono le tecniche e quali i rischi dell'intervento.
l’intervento: cura definitiva per trattare l'ernia iatale.
L'intervento chirurgico come trattamento dell'ernia iatale rappresenta l'ultima e definitiva opzione terapeutica.
Viene consigliato soltanto in casi particolari e solitamente non è particolarmente invasivo. Anche la degenza non dura tantissimo ed il paziente è in grado di tornare presto alle attività quotidiane.
L'intervento si pratica sin dagli anni 50, quando veniva eseguito aprendo l'addome del paziente (laparotomia).
Di recente invece si procede all'operazione per via laparoscopica, dopo aver sottoposto il paziente ad alcune indagini diagnostiche, quali la gastroscopia, per avere una visione della situazione prima di intervenire.
Cos’è l’ernia iatale?
L'ernia iatale è una patologia che provoca la salita dello stomaco dalla cavità addominale a livello toracico attraverso lo iato diaframmatico, il foro che si trova al centro del diaframma e che consente il passaggio dell'esofago verso lo stomaco. È molto frequente nelle persone obese ed in coloro che soffrono di patologie broncopolmonari croniche con tosse frequente, e si manifesta solitamente con reflusso gastroesofageo ed eruttazioni dopo i pasti. Viene solitamente trattata con farmaci anti - reflusso e con un'alimentazione adeguata, ma in alcuni casi è necessario intervenire chirurgicamente.
Approfondisci come si manifesta l'ernia iatale.
Quando fare l’operazione?
L'operazione chirurgica per l'ernia iatale viene consigliata dal gastroenterologo soltanto nel 10 - 20% dei pazienti affetti da ernia iatale e reflusso gastroesofageo.
Si procede, infatti, con il trattamento chirurgico in casi ben selezionati come ad esempio:
- Quando si ha una totale assenza di risposta alla terapia farmacologica con scarsa o inesistente attenuazione dei sintomi.
- Nel caso in cui la terapia farmacologica funzioni ma comporti l'insorgenza di effetti collaterali gravi o non tollerabili dal soggetto.
- Nel caso in cui sia presente una sintomatologia che si estende al di fuori dell'apparato gastroenterico e che si manifesti con crisi asmatiche e pseudo - anginose (che simulano cioè un attacco di angina pectoris).
- Nel caso in cui sia presente una patologia, nota come esofago di Barrett, in cui si ha la trasformazione graduale della mucosa esofagea in mucosa gastrica, a causa del reflusso gastroesofageo causato dall'ernia iatale.
Approfondisci le caratteristiche dell'esofago di Barrett.
- Presenza di stenosi esofagea, cioè di un restringimento del canale dell'esofago causato dalla presenza dell'ernia.
L'intervento in laparascopia.
L'intervento chirurgico per il trattamento dell'ernia iatale prende il nome di fundoplicatio laparoscopica. È un intervento che si esegue in laparoscopia, attraverso cioè 3 - 5 fori (di circa 1 cm) praticati a livello dell'addome attraverso cui si inseriscono gli strumenti chirurgici,
Consta di diverse fasi:
- Insufflazione di anidride carbonica per gonfiare l'addome e consentire una visione ottimale della cavità addominale.
- Riposizionamento della porzione di stomaco fuoriuscita nella sua sede fisiologica (ernia da scivolamento, lo stomaco "scivola" dalla cavità addominale a quella toracica).
- Riparazione dello iato diaframmatico, ovvero si restringe il foro che si trova al centro del diaframma (e che anatomicamente serve a far passare l'esofago) che era stato allargato a causa della presenza dell'ernia.
- Creazione di una valvola antireflusso attraverso l'avvolgimento, permanente, della parte superiore dello stomaco intorno alla porzione inferiore dell'esofago. Questo avvolgimento può essere completo (a 360°, funduplicatio secondo Nissen) che rappresenta l'approccio di elezione in termini di riuscita e sicurezza, o parziale, con un avvolgimento di 270° (fundoplicatio secondo Toupet) o un avvolgimento di 90° (funduplicatio secondo Lotart - Jacob).
Post operatorio: i tempi di recupero.
L'intervento per l'ernia iatale si esegue in laparoscopia.
Questo consente di ridurre sia i tempi di degenza ospedaliera che i tempi di recupero una volta dimesso il paziente, ed inoltre riduce la formazione delle cicatrici.
Una volta dimesso il paziente dovrà :
- Seguire una dieta con alimenti di consistenza morbida (simile allo yogurt) per almeno un mese.
- Passati i 30 giorni di dieta con cibi morbidi dovrà gradualmente reinserire gli alimenti, poco a poco, nei 60 giorni successivi.
- Dopo 90 giorni dall'intervento il paziente può riprendere la normale alimentazione.
- Inoltre per almeno 8 - 14 giorni dall'intervento il paziente va monitorato attentamente per vedere se si manifestano complicanze post - intervento.
L'intervento si esegue in anestesia generale, ha una durata di circa 60 - 80 minuti ed il paziente necessita di un ricovero ospedaliero di circa 2 - 3 giorni.
Prognosi.
L'intervento chirurgico ha una possibilità di riuscita del 97% a 10 anni, ovvero riduce quasi del tutto la possibilità di una recidiva nei 10 anni successivi all'operazione.
Complicanze e rischi dell’operazione per ernia iatale.
Sebbene l’intervento di funduplicatio laparoscopica sia abbastanza sicuro grazie anche all'utilizzo della tecnica della laparoscopia, vi sono comunque dei rischi e delle complicanze possibili. Ad esempio:
- possono manifestarsi complicanze legate allo smaltimento dell’anestesia come letargia, senso di nausea e vomito.
- Si può avere infezione della ferita chirurgica. Tale rischio è stato minimizzato dalla laparoscopia ma in alcuni pazienti, in cui risulta necessaria la laparotomia (apertura dell’addome) è abbastanza frequente come complicanza.
- Si può manifestare una leggera o intensa disfagia, cioè una difficoltà di deglutizione con sensazione di corpo estraneo in gola.
- Si può manifestare la sindrome da dumping, caratterizzata da un insieme di sintomi quali nausea, vomito e dolori crampiformi.