Frattura malleolo peroneale: tipi, cause, terapia e riabilitazione

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La frattura del malleolo peroneale è un trauma della caviglia che comporta la rottura della epifisi distale o malleolo esterno, destro e sinistro, molto frequente tra gli sportivi, legato al sovraccarico ed ad errate tecniche di allenamento. Esaminiamo i sintomi che si accompagnano al dolore e qual'è il trattamento più adatto in base all'entità della frattura stessa.

Frattura malleolo peroneale: caratteristiche e tipologie.

La frattura del malleolo peroneale è la frattura della sporgenza ossea, (malleolo) prominenza della fibula o perone, posto nella parte esterna della caviglia.

I malleoli sono le sporgenze laterali, interne ed esterne, della caviglia, l’articolazione che unisce gamba e piede.
  • Il malleolo esterno della caviglia è detto malleolo peroneale in quanto costituisce l’estremità del perone
  • Il malleolo interno è detto malleolo tibiale in quanto è l’estremità distale della tibia.

Tibia e Perone sono le due ossa lunghe che compongono la gamba.

La frattura può interessare una o più parti dell’articolazione, per cui avremo:

Inoltre la frattura potrà essere:

Puoi approfondire le caratteristiche della frattura al malleolo.

Cause della frattura del malleolo peroneale.

La frattura del malleolo può avvenire quando il piede ruota, durante una caduta, verso l’esterno o verso l’interno o in seguito ad un trauma. Quando la rotazione interna del piede avviene in modo anomalo si può verificare la frattura del malleolo peroneale.

Le cause più frequenti sono quindi:

Sintomi della frattura del malleolo esterno.

Il dolore è il sintomo più evidente della frattura del malleolo peroneale, stare in piedi e camminare è molto doloroso, ma anche la zona intorno all'osso è dolente.

La caviglia si presenta gonfia e tumefatta in caso di frattura chiusa, sanguinolenta in caso esposta.

In alcuni casi anche nelleo fratture chiuse può verificarsi sanguinamento interno che forma sulla parte una ecchimosi viola nerastra.

In alcuni casi di fratture aperte la cute e le parti lacerate possono presentare infiammazioni e rossore.

Come si diagnostica la frattura del malleolo peroneale.

La diagnosi della frattura al malleolo peroneale avviene tramite una radiografia che consente non solo di verificare la frattura, ma anche di vedere come sono allineati i frammenti ossei e di capire dunque se è una frattura composta o scomposta.

Fratture molto piccole o composte spesso non risultano da radiografie normali per cui sono necessarie radiografie con proiezioni particolari quali la TAC che evidenzia anche eventuali problemi di legamenti.

Cura della frattura del malleolo: gesso o intervento.

Il trattamento della frattura peroneale dipende ovviamente dalla tipologia e dall'entità della frattura stessa.

Per quanto riguarda la terapia farmacologia essa consiste solo nell'assunzione di paracetamolo per alleviare il dolore e di farmaci, quali l’eparina, che riducono la tendenza del sangue a coagulare e servono ad evitare rischi di embolia.

Riabilitazione in seguito a frattura del malleolo peroneale.

Le fratture guariscono in varie fasi successive, dopo la fase di riparazione in cui viene formato il nuovo tessuto esterno, detto callo osseo, occorre una fase riabilitativa che toglie rigidità all'arto e ridà forza muscolare, perduta durante il periodo di immobilizzazione.

La riabilitazione viene effettuata con sedute di fisioterapia in cui il paziente deve fare esercizi di mobilizzazione della caviglia e di rinforzo muscolare.

Gli esercizi da eseguire sono di tre tipi.

Il soggetto con frattura malleolo peroneale guarisce completamente nell'arco di due mesi. Dopo una fase riduttivo conservativa che dura mediamente tre settimane, il paziente può cominciare a camminare con le stampelle.

Segue poi la fase di riabilitazione che varia da soggetto a soggetto, dal tono muscolare e dalla buona volontà nel sopportare lo sforzo fisioterapico.

Generalmente una frattura del malleolo peroneale consente di camminare perfettamente entro due mesi, tuttavia il rimodellamento dell’osso, ovvero la fase in cui il callo viene completamente riassorbito e trasformato in un osso più resistente, non è ancora terminato e quindi è possibile avere ancora dolore e gonfiore fino ad un anno dall'evento traumatico.

La guarigione avviene più velocemente nei bambini poiché sviluppano minore rigidità con il gesso, e più lentamente negli anziani che se immobili per lungo tempo possono riportare problemi notevoli in termini di rigidità e perdita di forza o anche sviluppare piaghe da decubito soprattutto nel tallone.

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