Mononucleosi nei bambini: sintomi, terapia, contagiosità e rischi
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La mononucleosi è un’infezione virale molto contagiosa che colpisce soprattutto bambini, adolescenti e giovani. Spesso ha una sintomatologia lieve, ma talvolta può comportare seri rischi. Qual’è la terapia per debellare il virus Epstein-Barr?
Mononucleosi nei bambini.
Il 50% dei bambini contrae la Mononucleosi in età inferiore ai 12 anni, anche se quasi sempre in maniera asintomatica o con sintomi così lievi da venire, il più delle volte, confusa con una normale affezione influenzale.
In particolare risultano più esposti i bambini in età scolare (dall'asilo in poi) poiché vengono a contatto per la prima volta con molte persone, mentre la patologia è abbastanza rara al di sotto dei due anni.
Il responsabile della mononucleosi infettiva è il virus di Epstein-Barr che appartiene alla famiglia degli Herpes e colpisce gli individui che non hanno anticorpi specifici. Il virus entra in contatto con i tessuti dell'orofaringe e si propaga nei linfonodi dove entra in contatto con i linfociti B, si replica e passa nel circolo ematico.
Come avviene il contagio?
Il contagio avviene per contatto con le secrezioni del naso, bocca e faringe. Gli starnuti, come per il raffreddore, sono il veicolo principe della diffusione della malattia. Altra causa è il contatto con la saliva di un portare del virus: per tale motivo la mononucleosi è anche detta “malattia del bacio”. Poiché la mononucleosi infettiva si trasmette mediante le goccioline di saliva, nei bambini le modalità di trasmissione sono relative anche all'utilizzo di posate, bicchieri, giocattoli, e tutto ciò che il bambino mette in bocca e può scambiare con i compagni di scuola.
In particolare la mononucleosi presenta, nei bambini, le seguenti caratteristiche:
- un periodo di incubazione che va dai 10 ai 15 giorni ed in questa fase la malattia non è contagiosa.
- Il periodo di contagio inizia con la comparsa dei sintomi ed ha una durata variabile in base ai casi. L'EBV, infatti, ha la capacità di rimanere nella saliva per un periodo che va da alcune settimane ad alcuni mesi. Tale permanenza virale è assolutamente individuale e varia da individuo ad individuo.
- Nel 5 - 10% dei casi è asintomatica e, considerato che la contagiosità della patologia coincide con la comparsa dei sintomi, spesso un individuo può essere contagiato senza accorgersene poiché le persone con cui viene a contatto non mostravano nessun sintomo. Inoltre per tale motivo risulta particolarmente difficile prevenire la comparsa della patologia.
- Il virus rimane nel soggetto infettato per lungo tempo dopola guarigione per cui la contagiosità rimane anche per un anno dall’infezione.
I sintomi: nei bambini sotto i 5 anni sono spesso assenti.
Come già accennato la mononucleosi è spesso asintomatica, soprattutto nei bambini al di sotto dei 5 anni, mentre negli adolescenti e nei giovani adulti può essere sintomatica o meno.
Quando i sintomi sono presenti si differenziano a seconda della fase della malattia.
Nella fase iniziale la malattia si presenta con sintomi simil-influenzali:
- senso di malessere che dura per alcuni giorni.
- Febbricola con brividi e sudorazione. La febbricola (37 - 37,5°C) nella fase sfumata della sintomatologia diventa febbre elevata (38 - 39°C) nella fase acuta.
- Infiammazione a livello della gola, con arrossamenti e comparsa di placche biancastre simili a quelle che si hanno durante una tonsillite.
- Mal di testa.
La sintomatologia si aggrava nella fase successiva:
- febbre alta, può raggiungere picchi di circa 39,5°C soprattutto in prima serata.
- La gola si arrossa e presenta chiazze rosse con pus.
- Ingrossamento dei linfonodi del collo, segno caratteristico della patologia. Talvolta possono aumentare di volume anche i linfonodi di inguine e ascelle.
- La stanchezza aumenta e può persistere anche per sei settimane.
- Nel 50% dei soggetti la milza si ingrossa.
- Comparsa di un esantema simile al morbillo. Tale sintomo è abbastanza raro e si verifica solo nel 10% dei casi ed è spesso legato alla contemporanea assunzione di un particolare tipo di antibiotico, l'amoxicillina, che interagisce con il virus dando luogo a questo fenomeno.
- Inappetenza legata sia alla presenza delle placche in gola che rendono difficoltosa la deglutizione, sia alla sensazione di malessere generale.
La fase acuta dura circa due settimane ma la stanchezza permane per più settimane e, talvolta per mesi.
Le possibili complicanze della mononucleosi.
Sebbene nella maggior parte dei casi la mononucleosi abbia una prognosi assolutamente benigna, vi è la possibilità che insorgano complicanze. Queste sono estremamente rare, colpiscono circa 1 bambino su 100, e si manifestano prevalentemente in bambini al di sotto dei 5 anni.
Tra le complicanze possiamo citare:
- Rottura della milza, legata all'aumento di volume di quest'ultima a causa dell'infezione.
- Problemi alle cellule del sangue con diminuzione del numero di piastrine (trombocitopenia), globuli rossi (anemia) e dei globuli bianchi (leucocitosi).
- Problemi alle vie aeree come presenza di infiltrati polmonari (cioè un'eccessiva presenza di cellule che alterano la normale composizione tissutale polmonare) che possono causare problemi respiratori, e l'ostruzione delle vie aeree. L’ostruzione delle vie bronco-polmonari a volte richiede il ricovero ospedaliero, la somministrazione di cortisonici e talvolta l’intervento chirurgico.
- Problemi al sistema nervoso quali convulsioni, neuropatie, encefaliti, edema cerebrale e mieliti (infiammazione della mielina, la guaina che riveste i nervi).
- Gastroenterite con presenza di diarrea.
- Compromissione della funzionalità epatica.
Alla luce di tali possibili complicanze è bene rivolgersi al pediatra fin da quando compaiono i primi sintomi o se si ha il sospetto di un avvenuto contagio.
Diagnosi.
Poiché i sintomi della mononucleosi sono comuni a molte altre infezioni virali, il medico, per confermare la diagnosi, richiede esami ematologici che servono a evidenziare la presenza di anticorpi contro l’EBV nel siero (ricerca delle IgM se si sospetta un'infezione acuta, ricerca delle IgG se si sospetta un'infezione pregressa), l'emocromo completo (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e i parametri di valutazione del fegato (transaminasi e bilirubina) poiché anche gli indici di funzionalità epatica possono risultare alterati con aumento dei valori delle transaminasi e della bilirubina.
La conta dei globuli bianchi presenta una lieve carenza e soprattutto nel sangue sono presenti un certo numero di globuli bianchi ingranditi (cellule mononucleate da cui il nome della malattia) detti linfociti atipici.
Attualmente non si fa più uso, o se ne fa un uso molto limitato, dei test rapidi per la mononucleosi come il monotest, poiché considerati ormai sorpassati.
Terapia: riposo, farmaci e rimedi naturali.
Una terapia specifica per la cura della mononucleosi dei ragazzi non esiste. Nella fase iniziale (in particolar modo se in presenza di ingrossamento di milza e fegato) il riposo a letto è fortemente consigliato.
Farmaci.
Normalmente non si somministrano farmaci specifici per il trattamento della mononucleosi nei bambini. I farmaci maggiormente utilizzati sono:
- Antipiretici come il paracetamolo (conosciuto meglio con il nome commerciale di Tachipirina) per abbassare la febbre.
- Nel caso in cui vi sia eccesso di placche e di pus in gola è possibile che il pediatra decida di somministrare un farmaco a base di cortisone o degli antinfiammatori non steroidei (come ad esempio l'ibuprofene) per contrastare l'infiammazione.
- Sebbene sia uno degli antipiretici più usati, nel caso di mononucleosi è bene evitare di somministrare acido acetilsalicilico (nome commerciale Aspirina o Vivin C) per far abbassare la febbre. Questo farmaco, infatti, può causare una complicanza nota come sindrome di Reye (non si conosce però ancora bene la correlazione tra la comparsa della sindrome e l'assunzione del farmaco).
Approfondisci cos'è e come si manifesta la sindrome di Reye.
- Solo in caso di complicanze delle vie respiratorie è necessario somministrare corticosteroidi.
Rimedi naturali per debellare la mononucleosi nei bambini.
Nel trattamento della mononucleosi infettiva possono essere utili alcuni rimedi naturali che, secondo la fitoterapia e la tradizione popolare, non solo contrastano l’azione dell’infezione, ma alleviano i sintomi.
Tra i rimedi più efficaci troviamo.
- Alimentazione: è preferibile seguire una dieta ricca di proteine magre, per non affaticare il fegato, frutta e verdure ricche di vitamine per rinforzare il sistema immunitario.
- Radici di liquirizia, che hanno effetto antinfiammatorio ed antivirale grazie alle proprietà della glicirrizina in esse contenuta,
- Estratto di echinacea che grazie all’inulina, ha un effetto immunostimolante e quindi aumenta le capacità difensive dell’organismo,
- Estratto secco di cardo mariano ricco di flavonoidi che ha un’azione epatoprotettiva in quanto stimola la produzione degli epatociti (cellule epatiche).
Prognosi.
La patologia ha un decorso benigno, si ha un esordio blando con una sintomatologia sfumata che dura 1 - 2 settimane, seguito da una fase acuta che dura circa 15 giorni. Dopo la fase acuta inizia la fase di ripresa, che può durare 1 - 2 settimane.
Il bambino può riprendere la scuola non appena scompare la febbre, di solito si consiglia di aspettare un paio di giorni (2 - 3) dalla completa scomparsa della febbre. Per la ripresa di eventuali attività sportive invece si consiglia di attendere almeno una settimana dalla scomparsa della febbre.
Sebbene il contrarre la mononucleosi conferisca al bambino un'immunità data dallo sviluppo di anticorpi della classe IgG contro il virus, si possono comunque avere delle recidive, specialmente in tutti quei casi in cui si ha (per vari motivi tra cui lo stress) un abbassamento delle difese immunitarie.