Sbiancamento dei denti: fai da te o dal dentista; pro e contro, costo e foto
E' possibile fare lo sbiancamento dei denti? Meglio rivolgersi al dentista o usare la tecnica fai da te? I pro ed i contro ed i costi orientativi.
Vediamo in cosa consiste lo sbiancamento dei denti e quali sono i vantaggi, le controindicazioni ed i costi delle diverse tecniche dal dentista o fai da te per avere denti bianchi e splendenti.
Lo sbiancamento dei denti o con terminologia anglosassone dental bleaching è un trattamento di cosmetica odontoiatrica che negli ultimi anni ha avuto un incremento notevole. La tendenza, come molte, nasce negli States, che ancora conservano il primato dei trattamenti, e da qui si è rapidamente diffusa nel modo ed anche nel nostro paese. L’esigenza di tale intervento scaturisce dalla convinzione, indotta, in seguito ad una martellante campagna pubblicitaria che reclamizza incessantemente dentifrici e persino gomme masticanti che miracolosamente produrranno denti scintillanti, che una bocca con denti bianchi e smaglianti induca simpatia negli interlocutori ed aiuti nei rapporti interpersonali. Occorre però precisare che esiste una sostanziale differenza tra agenti sbiancanti per denti, che agiscono solo sulle macchie esterne lasciate dai cibi, ed agenti sbiancanti dentali che alterano lo smalto e la dentina variando il colore determinato dal nostro patrimonio genetico o determinato dal naturale invecchiamento.
Vedremo di seguito in in cosa consiste il trattamento, quali sono le tecniche più comunemente utilizzate e quali le possibili controindicazioni, ma ancor prima è opportuno valutare i pro ed i contro del dental bleaching che promette di ridare lucentezza e bellezza ai nostri denti.
Pro e contro
Vantaggi dello sbiancamento dei denti | Svantaggi |
Il bleaching dentale e quindi denti candidi possono fornire motivazioni psicologiche in grado di farci sentire a nostro agio.Tutto ciò può risultare particolarmente importante nei giovani. | I denti hanno un colore che è geneticamente predeterminato che è quello della dentina filtrato dallo strato traslucido dello smalto. Colore che sarebbe buona norma non modificare. |
Con gli anni lo smalto si consuma e lascia maggiormente trasparire il colore della dentina che è giallo più o meno intenso. In taluni casi la colorazione gialla dei denti diviene troppo vistosa dando l ’impressione di scarsa igiene orale e lo sbiancamento può risultare utile. | Sebbene il trattamento di sbiancamento dei denti è abbastanza sicuro in special modo quello professionale, possono aversi degli effetti collaterali. Il più comune di questi e la sensibilizzazione dentale che arreca una serie di fastidiosi disturbi. Tale problema è abbastanza comune nei giovani e raro negli anziani. |
Non tutte le macchie possono essere eliminate con trattamenti di sbiancamento. | |
Il trattamento ha una efficacia che è soggettiva e non sempre i risultati sono all’altezza delle aspettative specialmente in pazienti giovani. | |
Il trattamento ha una durata variabile che va dai 6 mesi ai 3 anni massimo e dopo di che va ripetuto e quello professionale è costoso. |
In cosa consiste il trattamento?
Lo sbiancamento dei denti è un trattamento che rimuove la patina superficiale con :
- Micro granuli abrasivi che intensificano l’azione pulente dello spazzolino elettrico e non, se le macchie sono esterne. Il risultato che ci si può attendere da un tale trattamento è al massimo un ritorno al naturale colore del dente.
- Sostanze chimiche ossidanti che penetrano attraverso lo smalto, ossidano i coloranti e scoloriscono le macchie intrinseche situate sulla dentina con una reazione di ossidazione.
Come si procede per sbiancare i denti.
L’uso di abrasivi naturali come ad esempio bicarbonato o dentifrici a pasta abrasiva rimuove soltanto le macchie superficiali e quindi in effetti non costituisce una vero e proprio trattamento sbiancante.
Inoltre una corretta igiene orale (con dentifricio e spazzolino appropriati e filo interdentale) accompagnata da 1 o 2 sedute annuali di pulizia dei denti eseguita da dentista o igienista dentale dovrebbero di norma garantire una dentatura priva di macchie superficiali o estrinseche.
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Diverso invece è il discorso per le macchie intrinseche o per il fatale ingiallimento provocato dal trascorrere degli anni. Ingiallimento favorito dal progressivo consumarsi del mantello di smalto del dente che riducendosi lascia trasparire il colore giallo della dentina. In questi casi come detto si utilizzano delle sostanze ossidanti che permeando lo smalto raggiungono l’interno del dente ed ossidano i cromofori che ne determinano la colorazione.
Le sostanze ossidanti che comunemente vengono utilizzate sono: il perossido di idrogeno (la comune acqua ossigenata) o il perossido di carbamide. L’azione di tali prodotti è la stessa ma il primo è molto più efficace e rapido. In compenso è poco maneggevole e va usato con maggior cautela perché può avere importanti effetti collaterali come infiammazioni e ritrazione della gengiva. Allo scopo di preservare le gengive si utilizzano apposite mascherine in siliconi e gel protettivi che impediscono il contatto con detti prodotti fortemente irritanti.
Costi e tecniche di sbiancamento.
Esistono due distinte tecniche di bleaching:
Sbiancamento fai da te a casa. Lo sbiancamento viene eseguito dal paziente stesso presso la sua abitazione. Le modalità con cui il trattamento viene fatto sono di tre distinti tipi:
- Il paziente acquista i prodotti direttamente in farmacia e con metodologia fai da te procede aiutandosi con le istruzioni allegate ai farmaci. Generalmente si usa il perossido di carbamide che è meno aggressivo dell’acqua ossigenata e in concentrazioni molto basse per prevenire possibili infiammazioni dei tessuti molli della bocca. Data l’esigua concentrazione degli ossidanti il trattamento è molto lungo.
- Il paziente utilizza prodotti che gli vengono forniti dal dentista unitamente alle istruzioni per utilizzarli.
- Il paziente utilizza prodotti forniti dal dentista che prepara e fornisce anche le mascherine protettive che ha costruito servendosi del calco dei denti. In tal modo si possono usare prodotti più concentrati senza grossi timori di possibili irritazioni e si possono ridurre i tempi del trattamento.
Naturalmente in tutti i trattamenti domiciliari la concentrazione dei prodotti ossidanti è comunque contenuta per impedire che con errate manovre si possano provocare gravi problemi ai tessuti della bocca.
Sbiancamento professionale dal dentista. Detto anche sbiancamento alla poltrona, questo trattamento viene effettuato nello studio dentistico: l’odontoiatra utilizza perossido di idrogeno o di carbamide ad elevate concentrazioni. Questi composti liberano ossigeno carico negativamente che permea lo smalto e si lega alle proteine dei cromogeni cariche positivamente. Per attivare e velocizzare le reazioni si utilizza un fascio luminoso prodotto o da speciali lampade o da un laser. Le lampade che attivano la reazione possono essere alogene, al plasma, ad ultravioletti. I laser utilizzati sono ad anidride carbonica o a diodi.
Le gengive e gli altri tessuti della bocca vengono protetti da speciali mascherine precedentemente confezionate su misura in siliconi. Dette mascherine sono indispensabili per l’elevata concentrazione dei principi attivi che altrimenti provocherebbero gravi irritazioni. L’imbianchimento professionale dato l’elevata concentrazione dei prodotti ossidanti fornisce risultati di norma migliori e richiede tempi estremamente più rapidi: poco meno di un’ora contro le 6 ore per i trattamenti domiciliari realizzati in 6 distinte applicazioni giornaliere da una ora.
La durata di un trattamento sbiancante dipende da molti fattori: caratteristiche dei denti, età del paziente, accuratezza dell’igiene dentale, abitudini alimentari, fumo, etc. In linea di massima, comunque, va dai sei mesi ad un massimo di 2 o 3 anni e vi sono delle macchie che risultano refrattarie ad ogni tipo di trattamento.
Se le discromie sono dovute a vecchie devitalizzazioni spesso occorre rimuovere il cemento ed introdurre direttamente all’interno della cavità il gel ossidante di perossido e poi risigillare. Qualunque sia il trattamento utilizzato deve comunque essere preceduto da una seduta di igiene orale che rimuove placca e tartaro pena l’inefficacia del trattamento stesso. Il costo di un trattamento di sbiancamento professionale è mediamente di circa 500 €. Il trattamento è indolore.
Complicanze ed effetti collaterali.
Un trattamento di sbiancamento dentale specialmente se professionale, di norma non da alcun tipo di problema. Gli unici rischi sono costituiti dalla sensibilizzazione dei denti che generalmente è a carattere transitorio e problemi di irritazioni delle gengive. E' importante però che il trattamento venga fatto a bocca assolutamente sana e pertanto prima di intraprenderlo è necessario curare i possibili problemi: carie, infiammazioni dei tessuti molli, paradontiti, etc. I risultati migliori si ottengono nei soggetti non più giovanissimi con età superiore ai 50 anni. In tali casi infatti i rischi di sensibilizzazione sono praticamente nulli perché con l’età il nervo si ritrae e la dentina riempie quasi del tutto la camera pulpare. Inoltre il progressivo ingiallimento rende la differenza tra prima e dopo il trattamento molto vistosa.
Controindicazioni per il trattamento di sbiancamento dentale.
Il trattamento è assolutamente controindicato nei seguenti casi:
- Carie dentali e Malattie parodontali. L’azione dei perossidi acuisce i processi infiammatori.
- Eccessivo consumo di alcool. L’alcol disidrata i tessuti e perciò lo sbiancamento può facilmente condurre a pulpiti (infiammazione della polpa).
- Donne in gravidanza ed allattamento. Il processo di sbiancamento rilascia tossine che sono di norma innocue per gli adulti ma che possono nuocere al feto o al neonato.
- Allergia ai perossidi utilizzati.
- Gravi malattie sistemiche. Anche in questo caso le tossine prodotte dagli agenti ossidanti potrebbero aggravare la patologia in atto.
Cosa è che determina la colorazione dei denti?
Il naturale colore dei denti non è il bianco porcellana che il nostro immaginario ci porta a considerare ma bensì un bianco con sfumature grigie o gialline. Quello dei divi di Hollywood che vediamo a cinema o in televisione è falsato dalle luci intensissime delle riprese. Il colore dei denti poi è, in ognuno di noi, geneticamente predeterminato come quello di pelle, capelli, occhi, etc. Esso inoltre non è stabilito dallo smalto, che è traslucido, ma dal colore della dentina sottostante. Per tale motivo se lo strato di smalto è più spesso il dente è più bianco in quanto risulta meno visibile la colorazione della dentina che tende al giallino o al grigio. Colore della dentina che non è distribuito in modo uniforme sulla intera superficie del dente, ma, generalmente, va accentuandosi procedendo dalla punta alla radice. Alcuni denti poi, come i canini, hanno una colorazione, manifestamente, più intensa degli altri.
E quali i fattori che la alterano?
La colorazione del dente, così come è stata descritta, però non si mantiene costante nel tempo ma va incontro a discromie (alterazioni del colore). Tali discromie dipendono da:
Fattori intrinseci, ovvero agenti che modificano la pigmentazione del dente operando dal suo interno. Di seguito ne riportiamo un certo numero di quelli più comuni:
- Assunzione di una tipologia di antibiotici: la tetraciclina nell’età di accrescimento della dentina ossia quando il dente inizia a spuntare. Conferisce una colorazione che va dal giallo al marroncino.
- Assunzione di eccessive quantità di fluoro (concentrazioni > 1 parte su un milione) nell’età della formazione dello smalto dei denti siano essi da latte che permanenti. Conferisce una pigmentazione con aree marroni /nerastre alternate da aree bianche.
- Emorragie all’interno della polpa. L’emoglobina del sangue si trasforma in metaemoglobina dal caratteristico colore nero che colora il dente.
- Problemi nei trattamenti di devitalizzazione del dente. Ossia della rimozione della polpa dentale in un dente cariato e successivo riempimento con cemento. Durante tale trattamento può, in qualche caso, aversi una incompleta otturazione della camera pulpare, condizione che determina discromia del dente.
- Recessione del nervo e successive calcificazioni.
Fattori estrinseci ovvero quelli che alterano la colorazione del dente agendo sulla sua superficie esterna. I più comuni sono:
- Pellicola acquisita. Strato che si forma sulla superficie esterna del dente per attrazione elettrostatica di sostanze cromofore contenute negli alimenti. Cromofori che sono carichi negativamente perchè ricchi di elettroni e che quindi vengono attratti dalle proteine della superficie del dente cariche invece positivamente. I cromofori sono contenuti in molte categorie di cibi e bevande come: ciliege, spinaci, rape, caffè, etc.
- Deposizione di placca batterica e sua successiva calcificazione con formazione di tartaro.
- Tabagismo. Il catrame crea una patina che si deposita sui denti conferendo una colorazione nerastra.
- Alcuni colluttori contenenti Clorexidina. Che determinano discromie marroncine.
Patologie. Molte malattie possono procurare discromie dei denti. Ne riportiamo qualcuna di quelle più comuni: anemia sideropenica (da carenza di ferro) induce discromie bluastre; talassemia discromie marroni; ipotiroidismo discromie marroni; iperbilirubinemia (eccessiva concentrazione della bilirubina nel sangue ove la bilirubina è il catabolito dell’emoglobina) discromie gialle verdognole; saturnismo (avvelenamento da piombo) discromie grigiastre; alterazioni delle surreni con ipoproduzione di adrenalina discromie rossastre, etc.