Tiroide ingrossata
Nell’articolo parleremo di tiroide ingrossata anche nota come gozzo o iperplasia. Esso può essere dovuto ad un disturbo passeggero che procura semplice aumento della dimensione della ghiandola che però continua a funzionare normalmente; ma più spesso è il sintomo di una vera e propria patologia che può rivelarsi anche seria.
Ma cosa significa avere la tiroide ingrossata?
L’ingrossamento della tiroide è, come già accennato, il segno di una malattia o di un disturbo della tiroide che è una ghiandola endocrina (riversa i suoi secreti nel sangue) che produce due ormoni : la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4).
La produzione degli ormoni tiroidei è regolata dalla Tireotropina TSH prodotta dall'ipofisi. Esiste un processo di feedback che lega TSH e T3 e T4 (al diminuire della concentrazione sanguigna di T3 e T4 aumenta quella di TSH per stimolarne una maggior produzione).
Questi ormoni ricchi di iodio controllano i processi di Fosforilazione ossidativa delle cellule ossia le reazioni biochimiche cellulari per la produzione dell’ ATP, il composto che fornisce energia a tutte le reazioni metaboliche. Pertanto la tiroide è coinvolta in qualche modo nelle funzioni di tutti gli organi.
L’ingrossamento della ghiandola può associarsi dunque ad un iperfunzionamento, produzione di ormoni tiroidei al di sopra della quantità fisiologica, o ad un ipofunzionamento, produzione di ormoni al di sotto della norma, ma anche ad una fisiologica secrezione.
Le cause patologiche che hanno come sintomo la tiroide ingrossata.
L’ingrossamento della tiroide può essere dunque il sintomo di varie malattie ed ha, come tutte le altre patologie che interessano la ghiandola, una forte prevalenza femminile. Le donne infatti ne sono colpite con una frequenza di circa 8 volte più alta di quella degli uomini. Si ipotizza perciò che gli estrogeni e la loro ciclica variazione siano implicati in qualche maniera in questi processi. Tra le malattie più comuni abbiamo:
Gozzo tiroideo o gozzo semplice.
Il gozzo semplice è un’ipertrofia della ghiandola che si presenta senza alcuna evidenza sia clinica che di analisi di funzione tiroidea alterata (ipo/ipertiroidismo). Egualmente assenti sono qualsiasi evidenza di processi infiammatori in atto e forme tumorali sia benigne che maligne. Le cause possono essere l’assunzione di alcuni farmaci o difetti congeniti della produzione degli ormoni tiroide.
Gozzo esogeno.
Il gozzo esogeno è un ingrossamento della ghiandola provocato da cause esterne. In passato era molto diffuso in specifiche aree geografiche dove le acque erano particolarmente carenti di iodio o dove per tradizione si consumavano alimenti poveri di iodio o ancora si faceva largo consumo dei cibi denominati gozzigeni.
Appartengono a tale categoria tutti quelli che interferiscono col metabolismo dello iodio, ossia vegetali ed ortaggi appartenenti all’ordine delle crocifere come: verze, cavoli, rape, ravanelli, rucola, colza ed il latte prodotto da mucche nutrite con tali erbe ma anche la soia e gli spinaci. Il loro effetto inibitorio sul metabolismo dello iodio è causato dai tiocianati di cui abbondano. Di norma questa loro caratteristica è parzialmente inattivata dalla cottura; pertanto in condizioni normali detti cibi non determinano alcun problema, ma se introdotti in una dieta già povera di iodio possono causare il gozzo. Questo compare perché la scarsa assunzione di iodio o la sua cattiva metabolizzazione si traduce in una riduzione della concentrazione ematica degli ormoni T3 e T4 (costituiti essenzialmente dal metallo). Questa riduzione ha come immediato effetto l’aumento del TSH per tentare di compensare il deficit, che comporta continua stimolazione della tiroide, e nel tempo ne determina l’ingrossamento ed il gozzo. Attualmente si tende a colmare la carenza descritta aggiungendo iodio alla farina ed al sale da cucina.
Gozzo congenito.
Il gozzo congenito è l’ipertrofia della tiroide presente nel fanciullo dalla nascita. Può avere varie cause: passaggio al feto attraverso la placenta di anticorpi tiroidei della madre, alterata produzione di ormoni tiroidei, etc.
Gozzo nodulare.
L’ipertrofia può non essere uniforme ma circoscritta ad alcune aree della ghiandola con comparsa di noduli. Questi possono avere una consistenza cistica ossia essere ripieni di liquidi o di materiale pastoso o una consistenza solida. Costituiscono delle aree che possono essere più attive di quelle circostanti (noduli caldi o iperfunzionanti) o meno attive (noduli freddi o ipofunzionanti).
I noduli possono ancora essere isolati o diffusi ed allora si parla di gozzo multinodulare. Solo una loro ridotta percentuale ha una natura neoplastica maligna.
Gozzo tossico diffuso o morbo di Basedow o morbo di Graves.
Il morbo di Basedow è una malattia autoimmune per cui si scatenano degli autoanticorpi contro i recettori della tiroide del TSH. La conseguenza è ipersecrezione degli ormoni T3 e T4 ed ipertiroidismo che si associa all’ esoftalmia ossia fuoriuscita del bulbo oculare oltre la rima della palpebra.
Morbo di Plummer o adenoma tossico tiroideo.
L’adenoma tossico tiroideo è un tumore benigno della tiroide iperfunzionante. Poiché la restante parte della ghiandola ha funzionamento inibito per il feedback esercitato dall’ipofisi il morbo di Plummer è quasi sempre asintomatico e viene scoperto casualmente. Solo in alcuni casi si rende visibile l'iperfunzionamento ed allora si parla in maniera esplicita di adenoma tossico.
Tiroiditi.
Si parla di tiroiditi in presenza di infiammazioni della tiroide procurate da svariate infezioni, reazioni autoimmuni, sconosciute. Possono essere caratterizzate inoltre dall’ingrossamento da ipo/iperfunzionamento della ghiandola.
La tiroidite di Hashimoto che ha causa autoimmune è sicuramente la più comune tiroidite che si accompagna ad ipofunzionamento della ghiandola. Egualmente comune è la tiroidite sub acuta asintomatica che è molto comune tra le donne nel periodo immediatamente successivo al parto. Si presenta con ingrossamento non doloroso della tiroide che può durare da qualche settimana ad alcuni mesi, accompagnato nella fase iniziale da ipertiroidismo e poi da ipotiroidismo, per poi stabilizzarsi definitivamente nel normale funzionamento.
Tumori maligni della tiroide.
Molti dei tumori maligni alla tiroide, si suppone siano dovuti alle radiazioni. Sono caratterizzati più che da ipertrofia generalizzata dalla crescita di noduli. Possono aversi svariati tipi di carcinoma al variare del tipo di cellula da cui si sviluppano.
Va notato che durante la gravidanza può verificarsi che per la produzione di un particolare ormone la gonadotropina corionica umana si induca un ingrossamento della tiroide che non è accompagnato né da ipotiroidismo né ipertiroidismo e che che si risolve in breve tempo.
I sintomi e i segni dell’ingrossamento della tiroide.
Esiste un quadro sintomatico comune a tutte le varie forme di ingrossamento della tiroide ed uno che invece è specifico delle patologia che lo causa.
La sintomatologia comune è caratterizzata da:
- Gozzo, ossia il rigonfiamento alla base del collo che può essere più o meno evidente e simmetrico.
- Problemi di respirazione, provocati dalla compressione che l’ipertrofia della ghiandola esercita sulle alte vie respiratorie.
- Difficoltà nella deglutizione degli alimenti causata dalla compressione dell’esofago.
- Difficoltà ad emettere suoni dovuta alla compressione della laringe e corde vocali da parte gozzo sommerso.
La sintomatologia dovuta alla specifica malattia che determina l’ingrossamento della ghiandola è sostanzialmente di due diversi tipi che hanno caratteristiche diametralmente opposte: da ipertiroidismo e da ipotiroidismo.
Il quadro clinico che si accompagna all’ipertiroidismo oltre a quello già descritto è caratterizzato da:
- Anomalia del ritmo cardiaco :tachicardia.
- Tremori.
- Pelle calda.
- Sensazione di calore eccessivo.
- Eccessiva sudorazione.
- Mancanza di forza muscolare.
- Ipertensione che si unisce con frequenza ad ipertrofia del ventricolo sinistro del cuore.
- Eccessiva magrezza nonostante un’adeguata alimentazione.
- Diarrea.
- Bulbi oculari che fuoriescono dalla rima delle palpebre.
- Alopecia e capelli fragili.
- Difficoltà di concepimento.
- Eccessivo nervosismo e disturbi del sonno con insonnia.
Quello che si accompagna all'ipotiroidismo è invece caratterizzato da:
- Edema sottocutaneo.
- Pelle fredda.
- Sensazione di freddo eccessiva.
- Debolezza muscolare e stanchezza eccessiva anche a riposo.
- Aumento di peso corporeo e difficoltà a mantenere il peso forma per il rallentamento metabolico.
- Anemia e pallore eccessivo.
- Abbassamento dell’udito.
- Voce rauca con abbassamento del tono vocale.
- Stitichezza e costipazione.
- Sonnolenza.
- Difficoltà ad elaborare i pensieri.
- Deficit di memoria.
Cosa fare in caso di tiroide ingrossata?
Normalmente l'ingrossamento tiroideo passa inosservato per un tempo molto lungo ma allo scopo di individuarne precocemente la formazione, può risultare utile un semplice ma efficace metodo di autodiagnosi.
Ci si posiziona davanti ad uno specchio e si focalizza l’attenzione sull’immagine riflessa della parte bassa del collo immediatamente al di sotto del pomo di Adamo. Si reclina poi la testa all’indietro e si beve un bicchiere d’acqua osservando allo specchio i movimenti del collo durante la deglutizione.
Se vi è un ingrossamento, anche lieve, della tiroide sarà visibile per qualche istante un rigonfiamento. In questo caso bisogna contattare immediatamente il medico per stabilire la strategia terapeutica più adeguata
Se viene rilevato un ingrossamento della tiroide la prima cosa da fare è la diagnosi corretta della malattia perché solo individuando la causa è possibile valutare la terapia adatta che può eliminare o ridurre i sintomi.
Diagnosi.
Lo specialista a cui far riferimento per diagnosticare la causa dell’ingrossamento tiroideo è l’endocrinologo. Questi coadiuvato dal medico generico effettuerà la diagnosi anzitutto analizzando i sintomi e poi prescrivendo specifiche analisi:
- Esame ematochimico che evidenzia il dosaggio degli ormoni T3, T4 e TSH. Un ingrossamento della tiroide associato ad ipertiroidismo determina valori di T3 e T4 superiori a quelli fisiologici e valori di TSH inferiori alla norma.Valori normali di T3 e T4 sono: T3 libero (FT3) 2,5-6 pg/ml, T4 libero (FT4) 8 - 22 pg/ml.
- Esame per valutare la presenza di anticorpi tiroidei che rivelano se la malattia ha cause autoimmuni, come nel morbo di Graves.
- Ecografia della tiroide che mette in evidenza le dimensioni reali dell’organo e la compromissione di organi vicini ed ancora la presenza di eventuali noduli e la loro consistenza.
- Scintigrafia. Si somministra un isotopo radioattivo che viene captato dalle cellule della tiroide normalmente Tecnezio 99. Le immagini fornite evidenziano presenza di eventuali noduli e il loro ipo/iperfunzionamento.
- Ago aspirato. Si introduce nella ghiandola sotto guida ecografica un ago che preleva da eventuali noduli campioni istologici da sottoporre ad esame bioptico. Serve a individuare eventuali neoplasie maligne.
Cure e trattamenti della tiroide ingrossata.
E' evidente che il trattamento non può essere univoco e che va calibrato in funzione del quadro clinico a cui si accompagna e alla causa che lo ha generato.
Generalmente le linee guida si possono così riassumere:
- Se la ghiandola non ha problemi né di ipofunzionamento né di iperfunzionamento e l’ipertrofia è contenuta, tanto da non provocare compromissione degli organi vicini, non viene effettuata alcuna terapia. Si procede solo ad un monitoraggio periodico (annuale) per valutarne l’evoluzione.
- Se la ghiandola è ipofunzionante si somministra ormone tiroxina T4 in pillole. L’aumento di concentrazione di quest’ultimo induce una riduzione del secreto dell’ipofisi il TSH. La tiroide non più stimolata eccessivamente nel tempo riduce gradualmente il suo volume e massa.
- Se la ghiandola è iperfunzionante si somministrano una tipologia di farmaci denominati Tireostatici. Questi inibiscono la sintesi degli ormoni tiroidei e la trasformazione che avviene nei tessuti in periferia della tiroxina in triiodotironina.
- In alcune malattie dove l’ingrossamento della tiroide raggiunge dimensione eccessive e nel caso di noduli che danno ipertiroidismo può essere necessario intervenire chirurgicamente ed asportare parzialmente o totalmente la ghiandola.Talvolta in alternativa all’ablazione chirurgica si somministra per bocca uno isotopo radioattivo dello iodio. Raggiunta la tiroide lo iodio radioattivo distrugge un certo numero tireociti (cellule tiroidee) e ridimensiona il volume del gozzo.
- Se il gozzo è causato da una infiammazione di qualunque tipo (infettiva, autoimmune) i farmaci di elezione sono i corticosteroidi.
- Se il gozzo è causato da un tumore. La terapia è chirurgica asportazione della tiroide coadiuvata da chemioterapia e radioterapia.
Conseguenze: le possibili complicanze della tiroide ingrossata.
Sebbene non vada trascurato, generalmente il gozzo non comporta eccessive complicanze. Quelle possibili sono dovute alla compressione per l’aumento di volume sugli organi limitrofi ed in particolare sulle vie respiratorie. Particolarmente insidiosi possono risultare i gozzi sommersi che esteriormente non si manifestano con un ingrossamento della tiroide e quindi risultano poco evidenti ma che si sviluppano immerso nel torace comprimendo e riducendo il lume della faringe e causando problemi respiratori.
Tiroide ingrossata e gravidanza.
La tiroide nelle donne in gravidanza si presenta leggermente ingrossata ed iperfunzionante anche in donne che precedentemente non avevano alterazioni della ghiandola, poiché la gravidanza comporta cambiamenti della concentrazione di ormoni tiroidei.
Spesso i sintomi di cattivo funzionamento della tiroide vanno confusi con quelli dovuti allo stato, ma le patologie che possono essere alla base dell’ingrossamento tiroideo non vanno sottovalutate.
Esse, infatti, possono non solo provocare nella madre ipertensione, ma anche causare aborto o nascite premature, se non addirittura un iper/ipotiroidismo neonatale.
Anche nel primo anno dopo il parto le donne sono soggette a tiroiditi asintomatiche che determinano un ingrossamento non dolente della ghiandola.
La malattia recidiva ad ogni gravidanza e ha una prognosi di alcuni mesi.
La tiroidite asintomatica passa da uno stadio di ipertiroidismo ad uno di ipotiroidismo e nel 10% dei casi l’ipertiroidismo diventa cronico.