Aborto provocato: chirurgico e farmacologico, volontario o terapeutico

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Dottoressa Laura Lombardo (Ostetricia) Consulente Scientifico:
Dottoressa Laura Lombardo
(Specialista in ostetricia)

Aborto provocato: chirurgico e farmacologico, volontario o terapeutico

Cosa si intende per aborto provocato? Analizziamo quando una donna può interrompere la gravidanza volontariamente e quando è necessario l’aborto terapeutico sia esso chirurgico che farmacologico. Approfondiamo le metodiche utilizzate e quali sono i rischi per la donna.

Cos'è l’aborto provocato?

L’aborto provocato o indotto è l’interruzione volontaria della gravidanza prima del suo termine fisiologico ad opera della donna che sceglie volontariamente di non portare a termine la gravidanza (IVG).

Tipologie.

L’interruzione volontaria di gravidanza essere di due tipi:

Ministero della salute : dati interruzione di gravidanza.

Nel 2008, il Ministero della Salute ha reso noti i dati riguardanti le interruzioni volontarie che si sono registrate nel 2006/2007:

Entro quante settimane si può abortire?

In Italia la pratica dell’IVG è legale ed è regolata dalla Legge n. 194 del 78.

E’ possibile ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza entro il 90° giorno di amenorrea, ossia entro 90 giorni dall'ultima mestruazione (che corrisponde a 12 settimane e 6 giorni).

In quel caso, può rivolgersi al proprio medico curante, al ginecologo non obiettore di coscienza o al consultorio più vicino, per poter discutere dei fattori che la spingono ad interrompere la gravidanza e decidere la strada migliore da seguire.

E’ possibile inoltre ricorrere al cosiddetto aborto terapeutico, ossia all'aborto tra il 90° e il 180° giorno di amenorrea, nel caso in cui la gravidanza o il parto mettano in serio pericolo la vita della donna o se vengono rilevate delle gravi malformazioni al nascituro, tali da comprometterne la vita o da creare gravi ripercussioni sulla vita fisica e psichica della madre.

Tra le cause che possono mettere a repentaglio la vita della gestante abbiamo:

Approfondisci le cause ed i sintomi della gravidanza extrauterina.

Le malformazioni fetali possono colpire tutti gli organi e sono di varia entità. Alcune si possono scoprire durante la gestazione con esami specifici quali l’amniocentesi o villocentesi.

Puoi approfondire come si esegue l'amniocentesi e quali rischi comporta l'esame.

Tra le patologie più comuni che possono comportare gravi malformazioni abbiamo:

Scopri la rosolia in gravidanza come si contrae e che rischi comporta per la mamma ed il bambino.

I metodi più sicuri: aborto chirurgico e farmacologico.

I metodi più utilizzati e più sicuri per interrompere volontariamente la gravidanza sono principalmente due:

Aborto chirurgico: tecniche e procedura.

L’aborto chirurgico viene utilizzato fino a 14 - 15 settimane di gravidanza, anche se le linee guida inglesi ne sconsigliano l’applicazione prima delle 7 settimane di gravidanza in quanto comporta un aumento dei rischi post intervento. Dopo le 12 settimane è necessario che ci sia un personale specificamente formato, in quanto i rischi sono maggiori.

Tecniche.

L’aborto chirurgico prevede lo svuotamento dell’utero effettuato con varie Tecniche:

Procedura:

Aborto farmacologico.

L’aborto farmacologico è una tecnica di recente introduzione che permette di evitare l’intervento chirurgico e l’anestesia. Infatti l’aborto viene indotto tramite l’assunzione di farmaci specifici.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è utile per interrompere le gravidanze fino a 9 settimane, mentre le linee guida inglesi non escludono un suo utilizzo fino a 12 settimane.

I farmaci maggiormente usati sono:

Approfondimenti su rischi, vantaggi ed efficacia della pillola abortiva (del giorno dopo).

Non è necessario il ricovero in ospedale, ma visite di controllo in Day Hospital, durante l’assunzione delle pillole. Infatti accedono a questo protocollo solo le pazienti che hanno la possibilità di andare in ospedale per i controlli e che possono raggiungere l’ospedale entro 60 minuti se dovessero sentirsi male a casa.

La scelta della procedura migliore varia da caso a caso e in particolare in base allo stato della paziente, sia fisico che mentale, e alle settimane di gravidanza.

Sintomi dell’interruzione volontaria di gravidanza.

Sia nell'aborto spontaneo che nell'interruzione volontaria di gravidanza, i sintomi sono gli stessi e sono più evidenti quanto più la gravidanza si è protratta.

In genere sono:

Rischi e possibili complicanze.

Le complicanze gravi sono abbastanza rare. Il personale è ormai formato e le tecniche utilizzate sono poco invasive.

Per quanto riguarda l’aborto chirurgico, possono essere:

L’aborto farmacologico ha il vantaggio di evitare l’introduzione di strumenti in utero (e quindi il rischio di perforazione) e le problematiche legate all'anestesia. Eventuali complicanze possono essere:

Legge italiana: il protocollo da seguire per l’aborto chirurgico e farmacologico.

Per poter accedere alla procedura di interruzione volontaria di gravidanza, la donna deve seguire un iter preciso.

Il primo passo è recarsi al Consultorio della propria città o dal medico di fiducia che, una volta riscontrate e affrontate le problematiche legate all'interruzione di gravidanza e presentato eventuali altre soluzioni, rilascia una certificazione e una settimana di tempo per poter cambiare idea.

Con questo certificato, la donna può recarsi presso la struttura Ospedaliera e accedere all'ambulatorio dell’IVG. Qui avrà un colloquio con il personale dedicato, le verranno fornite tutte le indicazioni riguardo le procedure e firmerà, nel pieno rispetto della privacy, un consenso informato e un certificato secondo quanto stabilito dalla Legge n. 194 del 78.

Il Medico accerterà che ci sono tutte le condizioni per potersi sottoporre alla procedura e verificherà, con una ecografia vaginale, l’esatta datazione della gravidanza.

A questo punto la paziente si recherà presso la struttura e verrà ricoverata in Day Hospital se si procede con la tecnica chirurgica.

Altrimenti nel caso in cui sia praticabile un aborto farmacologico, sempre in ospedale, la gestante assumerà due pillole e resterà qualche tempo in osservazione. Poi potrà tornare a casa e si recherà nuovamente in ospedale dopo due giorni per prendere altre due compresse, dopo le quali dovrebbe cominciare il sanguinamento fino all'espulsione del feto.

Se la procedura viene effettuata in una struttura ospedaliera, la procedura non ha alcun costo.

Aborto provocato all'estero.

In alcuni paesi quali spagna, Olanda ed Inghilterra, la legge consente l’aborto legale anche nel secondo trimestre di gravidanza in caso di rischio per la salute psicologica della donna.

Naturalmente anche in questi paesi esistono restrizioni all'accesso alle tecniche abortive, ma, nonostante le restrizioni, questi paesi sono meta di molte donne residenti in altri paesi europei nei quali incontrano più difficoltà ad accedere ai servizi pubblici per l’IVG.

Dopo l’aborto provocato: consigli.

Dopo la procedura, in genere si può avere un dolore diffuso, dei crampi e delle perdite.

In seguito il dolore cesserà e le perdite dureranno ancora qualche giorno.

Ecco i consigli da seguire:

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