Adenoma ipofisario
Gli adenomi ipofisari sono piccoli tumori di natura benigna che colpiscono l'ipofisi e sono spesso caratterizzati da iperpituitarismo ovvero eccessiva produzione di ormoni ipofisari con le relative conseguenze per le numerose ghiandole endocrine che essa controlla.
Per poter affrontare l’argomento col necessario rigore e la dovuta chiarezza necessitiamo di qualche richiamo introduttivo che sebbene non interessi strettamente l’argomento che ci ripromettiamo di trattare risulta indispensabile per una buna comprensione di quello che si dirà.
Che cosa è un adenoma ipofisario?
Un adenoma e un tumore benigno che si sviluppa nel tessuto di una ghiandola e le cui cellule derivano dal medesimo epitelio della ghiandola. L’adenoma dell’ipofisi è, per quanto fin qui detto, un tumore benigno che si evolve molto lentamente e che ha origine in una zona della ghiandola ipofisaria. Nella maggioranza dei casi il tumore si origina nella parte anteriore della ghiandola ossia in quella denominata adenoipofisi.
Classificazione degli adenomi dell’ipofisi.
Date tali funzionalità della ghiandola è possibile fare una classificazione dei tumori ipofisari in base a vari parametri: in funzione delle dimensioni della massa tumorale o in funzione della infiltrazione nei tessuti circostanti che comunque non è correlate alle dimensioni.
Una terza classificazione degli adenomi dell’ipofisi viene fatta stabilendo se essi sviluppandosi determinano un quadro clinico caratterizzato o meno da eccessiva secrezione di uno degli ormoni ipofisari. In funzione di questa caratteristica della ghiandola gli adenomi ipofisari possono classificarsi in:
- Non secernenti. Questa tipologia di tumori può risultare lungamente asintomatica. I sintomi cominciano infatti ad essere avvertiti solo quando la massa tumorale diviene tanto voluminosa da compromettere meccanicamente le strutture circostanti.
- Secernenti. Se lo sviluppo della massa tumorale determina una ipersecrezione di uno degli ormoni tipici della ghiandola.
L’ipofisi, infatti, nonostante abbia dimensioni ridottissime, grande circa quanto un pisello, e pesi poco meno di un grammo, ha nel nostro corpo funzioni primarie tanto che è denominata ghiandola maestra. Essa infatti secerne sia ormoni che costituiscono un messaggio codificato degli ordini che il cervello impartisce ad altre ghiandole, sia ormoni propri che interessano alcuni organi bersaglio.
Quali sono questi ormoni?
Ormone della crescita o GH. | Interagisce direttamente senza intermediazione di altre ghiandole con alcuni tessuti determinandone l’accrescimento e precisamente induce la deposizione del calcio nelle ossa, stimola la sintesi proteica, accresce la massa dei muscoli, determina la proliferazione de cellule delle cartilagini. |
Prolattina o PRL. | Agisce sulla ghiandola mammaria del seno inducendola a produrre il latte in seguito al parto. |
Ormone melanotropo MSH. | Stimola i melanociti le cellule che determinano la colorazione della pelle. |
Ormone tireotropo o TSH. | Stimola la ghiandola tiroidea alla produzione dei suoi ormoni: tiroxina e triiodotironina. |
Ormone adrenocorticotropo o ACTH. | Stimola le surreni alla secrezione dei propri ormoni come i corticosteroidei e l’adrenalina. |
Ormone luteinizzante o LH. | Nelle domme agisce sulle ovaie e stimola la formazione del corpo luteo e l’ormone ad esso correlato ossia il progesterone. Negli uomini agisce sui testicoli ed induce la spermatogenesi e la produzione dell’ormone maschile testosterone. |
Ormone follicolo stimolante o FSH. | Nelle donne agisce sulle ovaie e ne stimola la formazione dei follicoli e l’ormone ad essi correlato ovvero l’estrogeno. Negli uomini agisce sui testicoli e induce la sintesi di una proteina l’ABP che lega il testosterone e attiva gli spermatozoi. |
I tumori secernenti si suddividono quindi in funzione dell’ormone che risulta ipersecreto e per tale motivo possiamo avere:
- Adenomi GH secernenti. Questi adenomi determinano una ipersecrezione dell’ormone della crescita e conseguentemente del fattore di crescita che esso stimola stimola.
- Adenomi ACTH secernenti. In questo caso il tumore dell’ipofisi induce anomala ipersecrezione dell’ormone adrenocorticotropo che stimola le surreni ad iperproduzione di cortisolo.
- Adenomi PRL secernenti. E il tipo più comune di adenoma ipofisario e colpisce con preferenze donne giovani in età fertile. Sono caratterizzati da ipersecrezione dell’ormone prolattina che stimola la lattazione nelle donne mentre negli uomini riduce il testosterone.
- Adenomi TSH secernenti. Sono i più rari e l’aumento di TSH stimola eccessivamente la tiroide come in condizione di ipertiroidismo.
Sintomi del tumore ipofisario.
Come è stato accennato spessissimo gli adenomi ipofisari sono asintomatici. Anzi da studi effettuati sulle autopsie di cadaveri si è desunto che la diffusione degli adenomi è molto più ampia di quanto si supponga ma che in molti casi essi sono assolutamente privi di sintomi per cui non si sospetta neppure della loro esistenza. La sintomatologia è ovviamente diversa a seconda del tipo di adenoma di cui si soffre.
Gli adenomi non secernenti finché hanno dimensioni contenute sono asintomatici. Quando le loro dimensioni superano determinati livelli (quelli del macroadenoma) incominciano a comprimere la ghiandola e le strutture circostanti determinando il quadro clinico che segue:
Ipofunzionamento della ipofisi. Si possono avere insufficienti secrezioni di uno o più ormoni. Pertanto a seconda dell’ormone che risulta deficitario si avranno differenti manifestazioni. Se il deficit è di ormoni gonadotropi si potrà avere infertilità ed assenza di mestruazioni nelle donne e calo della libido ed impotenza negli uomini. Se il deficit è di ormone della crescita GH si possono avere manifestazioni di nanismo. Se il deficit è di TSH si hanno sintomi di ipotiroidismo. Se il deficit è di ormone melanotropo MSH si ha pallore eccessivo. Se il deficit è dell’ormone prolattina le manifestazioni che ne conseguono sono la mancanza della montata lattea nei giorni seguenti il parto. Se infine il deficit è dell’ormone ACTH o adrenocorticotropo si ha un ipofunzionamento delle surreni con una sintomatologia simile a quella del diabete insipido e quindi con grandi escrezioni di sodio e difficoltà ad eliminare potassio. Lo squilibrio degli elettroliti determina poliuria (emissioni di gran quantità di urine) e quindi acidosi ed ipovolemia (riduzione del volume ematico) con quanto ne consegue.
Cefalea. Causata dalla compressione meccanica che la massa tumorale esercita sulle membrane meningee.
Disturbi del campo visivo. Se l’adenoma è voluminoso (macroadenoma) ed è del tipo extra sellare ossia travalica la sella turcica comprime il chiasma ottico (zona del cervello anteriore all’ipofisi in cui si incrociano i nervi ottici) determinando compromissioni del campo visivo.
Compressione del seno cavernoso. Regione anatomica del cervello posta lateralmente alla sella turcica percorsa da numerosi nervi cranici e precisamente il III, IV, V, VI. Compressione che determina dolore alla faccia, ptosi (abbassamento) della palpebra dell’occhio, visione doppia.
Gli adenomi secernenti determinano essenzialmente dei quadri clinici di tipo endocrino relazionati ovviamente all’ormone che viene ipersecreto. Pertanto avremo:
Acromegalia. Sindrome che si manifesta con: aumento di volume delle estremità (mani e piedi), prognatismo, aumento ponderale, ipertensione, problemi cardiaci. E conseguente all'ipersecrezione di ormone della crescita dovuta ad adenomi GH secernenti.
Morbo di Cushing. E provocato da adenoma ACHT secernente. L’iperstimolazione delle surreni produce eccesso di glucocorticoidi e quindi: ipertensione, aumento del catabolismo proteico, problemi ossei ed articolari, diabete, obesità,problemi sessuali, osteoporosi.
Iperprolattinemia. E conseguente agli adenomi PRL secernenti noti anche come lattinoma. Nelle donne si manifesta con amenorrea e galattorrea (anomala secrezione di latte in condizioni in cui non è previsto allattamento). Negli uomini calo della libido ed impotenza.
La prolattina è un ormone ipofisario, un aumento fisiologico di prolattina è tipico della gravidanza ma può essere causato anche da altri fattori:approfondisci quali.
Ipertiroidismo. E' conseguente ad adenomi TSH secernenti. L’eccesso di ormone TSH stimola la tiroide e determina eccessiva produzione di T3 e T4.
Eziologia e diagnosi.
L’eziologia non è nota, si ipotizza che una lesione primaria della ghiandola possa dar origine all’adenoma, ma non esistono certezze in merito.
Per la diagnosi dell’adenoma ipofisario che di norma viene effettuata in sinergia dall’endocrinologo e dal neurochirurgo ci si avvale di:
- Analisi anamnestica.
- Analisi di sintomi e segni.
- Visita del paziente.
- Esami endocrinologici per poter valutare la presenza di eventuali alterazioni ormonali.
- Risonanza magnetica cerebrale con mezzo di contrasto.
Trattamento dell’adenoma ipofisario.
Il trattamento della patologia può essere di tre distinti tipi. Molto spesso però per ottenere la completa remissione occorre una combinazione delle varie terapie:
Farmacologica.
Si somministrano neurormoni inibitori che possono ridurre le ipersecrezioni di ormoni e talvolta ridurre le dimensioni della massa tumorale. La terapia medica è utilizzata fondamentalmente negli adenomi secernenti e specificatamente nel caso di lattinoma che sono quelli che meglio rispondono a questo tipo di trattamento.
Chirurgica.
La chirurgia permette l’asportazione della massa tumorale. Esistono fondamentalmente due distinte tecniche:
Transcranica che consiste in un intervento di chirurgia tradizionale che asporta il tumore dopo aver scoperchiato il cranio.
Transnasosfenoidale che utilizza endoscopi che vengono introdotti dal naso e si raggiunge la ghiandola attraversando lo sfenoide. E ovviamente meno invasiva della precedente ma consente di trattare solo adenomi di dimensioni contenute.
Radioterapia.
Essa viene effettuata per trattare tumori di piccole dimensioni o non facilmente accessibili. Viene anche impiegata dopo l’intervento chirurgico per distruggere ogni cellula tumorale residua.
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Prognosi ed aspettative di vita.
La prognosi del tumore ipofisario è positiva. L’asportazione del tumore benigno è spesso sicura e porta a guarigione completa anche perchè l’adenoma dell’ipofisi recidiva molto difficilmente.