Afta in bocca su lingua e gengive: è contagiosa? Cause e rimedi
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Cos'è e come si presenta l'afta? È contagiosa? Informazioni utili su queste lesioni che colpiscono bocca, lingua e gengive, ed analisi sulle cause scatenanti ed i rimedi, farmaceutici e fai da te, da adottare per combatterle e prevenirle.
Cos'è un’afta?
Dapprima si prova un forte bruciore all'interno della bocca e, poco dopo, compare una bollicina proprio in quel punto esatto: così si presenta l’afta, una lesione della mucosa orale (raramente anche genitale) che appare inizialmente come una vescicola, una bolla bianca, e può rompersi generando un’ulcera. Parliamo, quindi, di una vera e propria “ferita” localizzata nella bocca, a volte associata a disturbi dell’apparato digerente. Il termine deriva dalla parola greca aphtha, che significa pustola e rende bene l’idea di quanto il disturbo possa essere molesto, come ben sa chi l’ha provato anche solo una volta.
Spesso, compaiono più afte contemporaneamente (generalmente da due a sei), dolorose e accompagnate da febbre; in questi casi si parla di Stomatite Aftosa ricorrente (SAR), patologia caratterizzata anche da recidive che possono diventare croniche, soprattutto con l’avanzamento dell’età.
Herpes e afta: quali le differenze?
Molti confondono herpes labiale e afta, che invece sono due lesioni molto diverse! Spieghiamo ora in cosa differiscono.
L’herpes labiale è causato dal virus Herpes simplex -1 e si presenta come un’insieme di vescicole destinate a trasformarsi in croste, non in ulcere; inoltre, l’Herpes colpisce il labbro o la cute circostante, ma non si addentra nella cavità orale dove invece si sviluppa l’afta. Infine, poiché le vescicole dell’Herpes ospitano il virus stesso, questo è contagioso, contrariamente all’afta che, come già sottolineato, non lo è.
Le cause che scatenano l’infezione virale dell’Herpes sono ben definite:
- stress di varia natura (sbalzi climatici, iperattività)
- sbalzi ormonali;
- stati influenzali e febbre;
- calo delle difese immunitarie;
- esposizione eccessiva o non protetta ai raggi solari.
Le zone interessate: lingua, gengive, gola....
Le zone della cavità orale maggiormente interessate dall'afta sono le seguenti:
- mucosa del labbro inferiore;
- lingua;
- zona di chiusura della mandibola;
- gengive e palato;
- gola e faringe.
Le afte colpiscono circa un quinto della popolazione, anche se sono più frequenti nelle donne, nei bambini e nelle classi sociali più elevate; in particolare, quelle faringee sono piuttosto rare ma estremamente fastidiose, in quanto ostacolano seriamente la deglutizione (praticamente si ha la sensazione di affogarsi con il cibo), e dunque rendono difficile alimentarsi.
Le afte sono contagiose? Un mito da sfatare sulla trasmissione del disturbo.
Diciamolo senza esitazioni: l’afta non è contagiosa e chiunque affermi il contrario è mal informato! Probabilmente, chi parla di contagio da afta sta solo facendo confusione con l’herpes simplex o labiale (disturbo di origine virale); le lesioni aftose, invece, non sono causate da virus, quindi non vanno curate con farmaci antivirali.
Ecco perché, quando l’afta fa la sua comparsa nella nostra bocca, con tutte le dolorose conseguenze che ciò comporta, non dobbiamo affatto cambiare abitudini e comportamento per paura di contagiare gli altri; per esempio, non si corre alcun rischio di trasmissione con un bacio o scambiandosi lo stesso bicchiere o le stesse posate. Almeno questo è certo: la nostra vita sociale è salva, anche se soffriamo di afta (dolore a parte, chiaramente)!
Tipologie: quanti tipi di lesioni esistono?
Le afte non sono tutte uguali, ma variano per aspetto e localizzazione; quelle più ricorrenti sono di tre diverse tipologie:
Afta minore.
E’ la tipologia più frequente (80% dei casi) e caratterizzata da un diametro decisamente inferiore a 1 cm. Le afte minori colpiscono soprattutto la mucosa orale in corrispondenza del labbro inferiore.
Afta maggiore.
E’ simile a quella minore con la differenza che la lesione supera 1 cm di diametro e colpisce mucose labiali e palato. La malattia ha un decorso più lungo rispetto alla media, tanto che può protrarsi addirittura per mesi.
Afta erpetica.
Cosiddetta perché l’aspetto ricorda quello delle vescicole dell’herpes. Tali afte compaiono, infatti, con molte bollicine puntiformi e raggruppate (nelle afte “tradizionali” sono isolate), ed è la tipologia di afta più comune negli adulti, soprattutto nelle donne; le numerose vescicole possono interessare tutta la cavità orale, compresi palato e lingua.
Afta epizootica: un virus che interessa gli animali.
C’è poi un tipo di afta che interessa gli animali, l’afta epizootica, che si distingue da quelle umane per l’alta contagiosità che la caratterizza (è infatti un virus piccolissimo e resistente anche a condizioni ambientali proibitive), pur non essendo particolarmente pericolosa per l’uomo.
L’uomo può contribuire alla propagazione dell’Aphtovirus: stando a contatto con animali infetti, il virus può instaurarsi nelle alte vie respiratorie (naso e gola), cosicché colpi di tosse, starnuti, o semplicemente il parlare possano liberare le particelle virali nell'ambiente.
Sono stati registrati rari casi di contagio umano da afta epizootica, ma la sintomatologia riscontrata consiste in lesioni che si risolvono in pochi giorni, senza particolari complicazioni. Possiamo stare tranquilli, insomma.
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Le cause dell'afta.
Cerchiamo adesso di svelare un vero e proprio mistero della medicina: da cosa è causata l’afta? Sembra assurdo, ma in realtà non esiste una risposta certa a questa domanda! Benché non sia chiaro cosa esattamente provochi l’insorgenza delle afte, sono note però le situazioni che favoriscono la comparsa di queste fastidiose lesioni, e le condizioni che ne promuovono una maggiore o minore gravità. Vediamone insieme alcune:
Cattiva igiene orale.
Non è un caso che le afte colpiscono spesso bambini e adolescenti, soggetti cioè che tendono a trascurare la propria igiene orale. Inserire mani o oggetti sporchi in bocca, non lavare i denti dopo ogni pasto, andare solo raramente dal dentista, sono tutte cattive abitudini che aumentano il rischio di afta. Anche portare l’apparecchio ortodontico fisso può aumentare la probabilità di comparsa del disturbo, per le lesioni e le infiammazioni che può provocare, e le difficoltà nella sua pulizia.
Disordini della flora intestinale e immunodepressione.
Spesso i disturbi del sistema digerente sono alla base dell’afta. Il delicato equilibrio della flora batterica intestinale può essere turbato da molteplici fattori, quali stress (che può dare origine a un’afta psicosomatica) e prolungati trattamenti antibiotici; un associato calo delle difese immunitarie apre le porte alle lesioni aftose.
Tutti i fattori connessi al immunodepressione possono allora essere considerati cause indirette di afta, ad esempio:
- attacco di virus (come l’HIV);
- carenza di minerali (specialmente ferro e zinco) e vitamine (soprattutto della serie B) ;
- Particolari condizioni ormonali (ad esempio, nel periodo mestruale le donne sono più esposte all’afta associata a mal di testa).
- Predisposizione genetica: alcuni studi mostrano che esistono degli individui geneticamente suscettibili alle afte, ad esempio per la presenza di specifici antigeni del complesso di istocompatibilità umano (HLA). Per i soggetti predisposti, molte sono le occasioni di sviluppare l’afta, tra le quali: lesioni,anche piccole, della mucosa e delle gengive in seguito a una seduta dal dentista; infiammazioni scatenate dai denti del giudizio; morsicature accidentali o lavate di denti troppo energiche.
Trattamenti farmacologici.
I farmaci chemioterapici e antitumorali in genere sono correlati allo sviluppo di afte per gli effetti immunodepressivi derivanti da questi trattamenti. Anche gli anticolinergici (antagonisti del neurotrasmettitore acetilcolina), che abbassano la secrezione salivare, causando una marcata secchezza della mucosa orale, possono provocare l’insorgenza delle vescicole aftose, dato che la saliva ha anche un’azione antibiotica.
Infiammazioni della cavità orale del neonato.
Le afte possono spesso affliggere neonati e lattanti, soprattutto nel periodo in cui spuntano i dentini. Quando le gengive sono arrossate e doloranti, naturalmente infiammate, può risultare anche più difficile mantenere pulita la bocca del piccolo e così le afte gengivali possono fare la loro comparsa.
Intolleranze e allergie alimentari.
Anche questi disturbi legati all'alimentazione possono causare l’afta. Ad esempio, secondo alcuni studi, consumare molto cioccolato, cibi che contengono glutine oppure alimenti molto salati potrebbe favorire lo sviluppo delle dolorose vescicole.
Malattie croniche.
Alcune patologie sono frequentemente associate alle afte orali, ad esempio:
- colite ulcerosa e morbo di Crohn (malattie infiammatorie croniche dell’intestino),
- pemfigoide bolloso (infiammazione della cute),
- leucoplachia (formazione di placche biancastre nella cavità orale),
- Sindrome di Behçet (rara infiammazione dei vasi sanguigni),
- Lichen planus (lesioni su mucose e cute)
- mughetto (micosi orale generata da Candida albicans).
Come si può vedere, le possibili cause dell’afta sono talmente tante che è impossibile determinare con certezza un cura o cercare di prevenire il disturbo. Ecco perché l’unico trattamento delle afte consiste nel ridurne il dolore e favorirne la guarigione.
Curiosità: che rapporto c’è tra afta e fumo?
Sappiamo tutti che fumare fa male sotto ogni punto di vista, ma che rapporto c’è tra questo diffusissimo vizio e le afte? La risposta potrebbe essere sorprendente. Studi dimostrano, infatti, come il fumo di sigaretta abbia una sorta di funzione protettiva nei confronti della mucosa orale, con un’azione cheratinizzante che la preserva dalle afte (ovviamente, non è questo un buon motivo per fumare!); quando tale azione protettiva viene meno, la mucosa si ritrova suscettibile alle dolorose lesioni aftose. Se il fumo mostra un comportamento preventivo nei confronti delle afte, quando le lesioni sono ormai comparse, contribuisce invece a irritare le mucose e a intensificare il dolore. Evitiamo quindi di fumare durante l’infiammazione; anzi, potrebbe essere l’occasione perfetta per liberarsi dal vizio!
Sintomi: come si sviluppa un’afta? Compare gradualmente o all'improvviso?
Tipicamente, tutto inizia con una sensazione di prurito e bruciore nella zona della cavità orale dove si estenderà la lesione; entro un paio di giorni, compaiono una o più vescicole che si evolveranno ben presto in ulcere aftose.
L’ulcera aftosa è ovale, ha un diametro di 3-4 mm (che può raggiungere 1 cm) e si presenta bianco-giallastra. Intorno alla macchia chiara, la zona è caratterizzata da estremo rossore dovuto al processo infiammatorio in atto, che può arrivare a coinvolgere anche i linfonodi sottomandibolari, che si gonfiano e sono dolenti; ecco perché un’afta è talvolta confusa con un mal di denti.
Col passare dei giorni, si sviluppa una chiazza bianco-grigiastra, consistente in un deposito di fibrina, proteina che interviene nella coagulazione del sangue ed ha il compito di tessere una sorta di maglia protettiva sopra la ferita.
Maggiori sono le dimensioni dell’ulcera, maggiore è il dolore che l’afta provoca, una sensazione intensa e continua, che porta malessere e spossatezza generale, in alcuni casi accompagnati da febbre. Insomma, una situazione di forte disagio che può diventare snervante.
Quando e come guariscono le lesioni aftose? Durata e decorso della patologia.
Per fortuna, questa fastidiosa patologia non ha di solito lunga durata, se non si presentano fattori aggravanti. Infatti, l’afta singola può risolversi in sette-dieci giorni (al massimo due settimane) mentre, nei casi peggiori o con afte plurime, i tempi si possono allungare fino a un mese, causando vari disturbi che accompagnano tutte le fasi dell’infiammazione, quindi la comparsa delle vescicole, la trasformazione in ulcera e infine la guarigione. A dimostrazione della profondità della lesione ulcerosa, può rimanere un segno o un alone nella zona colpita, quasi una specie di cicatrice, anche per settimane dopo la guarigione e la scomparsa del dolore.
Le piccole afte guariscono per lo più spontaneamente, mentre vedremo che per lesioni più grandi e dolorose sono disponibili trattamenti farmacologici, come antisettici, anestetici, preparati in gel e spray alle erbe.
Come curare le lesioni di lingua e gengive?
A questo punto parliamo dei rimedi per l’afta. Come abbiamo detto, vista la varietà delle cause che possono celarsi dietro questo problema, le cure disponibili non sono specifiche, ma mirano ad alleviare i dolori portati dalle lesioni e ad accelerare la loro guarigione.
Abbiamo dunque appurato che è impossibile conquistare un “potere assoluto” sulle afte, troppi fattori (e di origine troppo varia) ne controllano la comparsa! In parte possiamo, però, agire sulle recidive, provando a prevenirne la formazione, e sulla gravità delle lesioni in atto. Corretta alimentazione e igiene orale sono le nostre armi principali che abbiamo sempre a portata di mano: usiamole e insegniamo anche ai bambini l’importanza delle buone abitudini alimentari e igieniche.
Rimedi farmacologici.
In farmacia possiamo trovare:
- Antisettici del cavo orale: accelerano la guarigione delle lesioni ulcerose scongiurando il pericolo di infezioni batteriche. Collutori ad azione antisettica sono utilizzati per effettuare sciacqui 2-3 volte al giorno, per almeno 5-7 giorni. Anche l’acqua ossigenata diluita (ad esempio al 3%) può essere utilizzata allo stesso modo.
- Collutori e spray antinfiammatori a base di cortisone: vanno utilizzati con moderazione, ma hanno un potente effetto antinfiammatorio che favorisce una veloce guarigione ed allevia il dolore.
- Anestetici locali (lidocaina): sono consigliati prima dei pasti, per alleviare il senso di dolore, che nel caso di afte maggiori è così forte da impedire al soggetto di alimentarsi adeguatamente. Generalmente anche gli anestetici sono in forma liquida, in modo da poterne fare sciacqui di circa 1 minuto; non vanno ingeriti perché l’effetto anestetizzante colpirebbe anche epiglottide e faringe, impedendo una corretta deglutizione.
- Cerotti curativi: sono alternativi ai gel, perché in forma liquida e facilmente applicabili sulla lesione, dove poi diventano pellicole, con un’efficace funzione isolante e protettiva, oltre che curativa. Di solito, grazie all’applicatore, il cerotto liquido è adatto per afte localizzate ovunque nella cavità orale (ad esempio su lingua e gengive); i cerotti di ultima generazione sono perfino “gustosi” (ad esempio al sapore di frutta).
- Integratori: poiché le vitamine, soprattutto la C e quelle della serie B, e i sali minerali risultano spesso carenti in soggetti predisposti alle afte, se l’alimentazione non basta, un aiuto può venire dagli integratori, acquistabili in farmacie ed erboristerie.
Rimedi naturali “fai da te” per combattere l'afta in modo naturale.
Se le afte fanno la loro comparsa piuttosto spesso, può essere utile conoscere qualche rimedio casalingo immediato, da adottare ai primi segni di lesione. Si tratta di prodotti naturali, che non necessitano di prescrizione medica, e che si possono acquistare in farmacie ed erboristerie. Vediamone alcuni.
- Sciacqui con bicarbonato di sodio: è Il rimedio “fai da te” più noto, che consiste nel trattenere in bocca la soluzione per circa un minuto senza ingoiarla, e poi sputare; dato infatti che l’afta è una lesione acida, il bicarbonato, che è un composto alcalino, contrasta la sua acidità. Così si ottiene:sollievo dal dolore e blocco della progressione della lesione in ulcera.
- Gocce di calendula o di tea tree. È possibile ricorrere a prodotti omeopatici e naturali come le gocce di calendula o di olio essenziale “tea tree” da diluire in acqua e utilizzare per gli sciacqui, o da applicare direttamente sulla lesione tramite un cotton fioc. Per la sua azione antinfiammatoria, può dare sollievo anche il propoli in spray, che tra l’altro contrasta eventuali recidive.
- Gel a base di aloe vera: Il gel va applicato direttamente sulle afte. L'aloe forma una barriera sulle lesioni, proteggendole dal cibo per accelerare la guarigione. Altri gel naturali sono quelli a base del lievito Saccharomyces boulardii, microrganismo di cui sono note le proprietà antimicotiche e probiotiche.
- Diversi dentifrici contenenti bicarbonati e altri sali di sodio. Un’azione disinfettante e alcalinizzante è data infatti anche dal comune sale da cucina, il cloruro di sodio, anch'esso quindi impiegabile negli sciacqui. Attenzione invece a dentifrici e collutori contenenti SDS-Sodio Dodecilsolfato (indicato anche come SLS), un tensioattivo che sembra promuovere proprio lo sviluppo delle afte orali.
- Sciacqui con decotto di malva: un antinfiammatorio fatto in casa, preparato semplicemente facendo bollire 50 g di fiori di malva (acquistabili in erboristeria) in 1 L di acqua.
- Alimentazione sana: poiché carenze vitaminiche e minerali possono essere tra le cause di afta, il più naturale dei rimedi è quello di seguire un’alimentazione sana, cioè varia, completa e senza eccessi, sia a scopo preventivo che per accompagnare la guarigione delle lesioni. Evitare bevande alcoliche, alimenti piccanti, molto caldi o freddi: questi alimenti possono peggiorare le lesioni aftose e intensificare il dolore al contatto con la cavità orale; allo stesso modo, cibi dal sapore aspro come fragole, kiwi, pomodoro, possono aumentare bruciore e prurito. Andrebbe evitato anche il limone, molto acido e doloroso sulle afte: tuttavia, il suo succo ha un’azione disinfettante molto elevata, una goccia posta direttamente sulla lesione scatena un forte bruciore, ma può rivelarsi un toccasana!