Aneurisma cerebrale: cause, sintomi, intervento, riabilitazione e conseguenze

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Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

L'aneurisma cerebrale è la dilatazione di una vena del cervello, i sintomi con cui si manifesta sono cefalea, abbassamento della vista, confusione mentale, ecc...riconoscerli è fondamentale per intervenire in tempo ed evitare conseguenze che possono essere anche molto gravi. Analizziamo dunque le cause della formazione dell'aneurisma, le terapie e la riabilitazione per il recupero cognitivo in caso di emorragia.

Che cos’è l’aneurisma cerebrale?

L'aneurisma cerebrale è una malformazione, che solitamente è rappresentata da una dilatazione, di uno o più vasi sanguigni del cervello, che può essere di natura congenita o attribuibile a cause esterne.

La dilatazione, che assume solitamente una forma di tipo sacciforme, rende le pareti dei vasi fragili, predisponendo il vaso sanguigno alla rottura, e causando emorragia subaracnoidea.

Gli aneurismi delle arterie cerebrali sono particolarmente pericolosi e richiedono un trattamento precoce in quanto la rottura e la perdita di sangue nel cervello può causare un ictus emorragico che,se non trattato tempestivamente, può risultare fatale.

In termini statistici si afferma che circa l'1% della popolazione è affetto da aneurisma cerebrale e che questo colpisca più le donne che gli uomini (in un rapporto di 3:2). Di tutti gli aneurismi cerebrali solo il 15 - 20% vanno incontro a rottura e, di questi, un terzo risulta essere fatale. Quali sono le diverse tipologie e i soggetti che vengono colpiti da questa malattia?

Approfondisci le caratteristiche e le cause dell'aneurisma.

Le diverse tipologie di aneurisma.

Un aneurisma cerebrale, seppur spesso congenito e presente fin dallo stadio di feto o da quello neonatale, prevalentemente si manifesta (va cioè incontro a rottura) in soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni, e raramente in soggetti giovani, al di sotto di 20 anni di età.

In base a diversi parametri è possibile distinguere diverse tipologie di aneurisma cerebrale.

Distinguiamo, infatti, un aneurisma in base alla forma che prende l'arteria malformata in:

In base alla sede di insorgenza: gli aneurismi possono insorgere in qualsiasi ramo arterioso cerebrale.

Più frequentemente la sede di insorgenza è l'arteria comunicante anteriore o l'arteria cerebrale anteriore, ma possono colpire anche le arterie dell'area frontale del cervello, l'arteria comunicante posteriore, la carotide interna, il sifone carotideo, l'arteria basilare e l'arteria cerebrale media. Talvolta l'aneurisma può essere multiplo, cioè colpire più arterie contemporaneamente, o colpire (seppur raramente) le arterie che si trovano nella zona del cervelletto.

In base alla causa un aneurisma cerebrale può essere:

In base alla grandezza della dilatazione avremo:

Inoltre in base all'anatomia patologica l'aneurisma può essere:

Cause e fattori di rischio che possono determinare la dilatazione del vaso.

L'aneurisma è una dilatazione arteriosa solitamente di tipo congenito - ereditario o genetico che non è da ricondurre a nessuna causa particolare, sebbene, in alcuni casi, alcune infezioni possano provocare una dilatazione della parete dei vasi.

Più che di cause è invece corretto parlare di fattori di rischio che possono determinare sia la comparsa di un nuovo aneurisma sia la rottura di un aneurisma congenito. Tra i fattori di rischio abbiamo:

Sintomi: riconoscerli è fondamentale per intervenire in tempo.

In generale se un aneurisma è piuttosto limitato ed intatto, non presenta sintomi. I sintomi cominciano a comparire quando l'aneurisma è molto grande.

Altre volte gli aneurismi comprimono un nervo o emettono una piccola quantità di sangue prima della rottura determinando segni premonitori allarmanti quali cefalea, dolore facciale diplopia..

Riconoscere i sintomi della rottura di un aneurisma cerebrale è fondamentale al fine di recarsi il più tempestivamente possibile al pronto soccorso per ricevere le cure adeguate. Un aneurisma che si rompe presenta una sintomatologia che solitamente prevede:

Le conseguenze della dilatazione del vaso possono essere anche molto gravi.

I tempi in cui il paziente viene portato al pronto soccorso e viene trattato con le prime cure sono fondamentali. Le conseguenze per cui possono essere:

Quando il paziente arriva al pronto soccorso viene effettuata la diagnosi e la prognosi. Vediamo come.

Diagnosi dell'aneurisma cerebrale.

Per migliorare le possibilità di sopravvivenza è di fondamentale importanza la diagnosi tempestiva che si esegue sia basandosi sui sintomi riferiti dal paziente, qualora lo stato di coscienza non risulta alterato, sia in base a tecniche di imaging tra quali:

Intervento chirurgico.

La terapia chirurgica rappresenta il trattamento di elezione per l'aneurisma cerebrale. Esistono diverse tipologie di intervento, che il medico deciderà di attuare in base ai casi, e che possono essere così riassunte:

Tecnica classica o clippaggio.

Tale tecnica prevede una craniotomia (cioè un taglio sul cranio per accedere al cervello) e successivamente la chiusura dell'aneurisma mediante l'applicazione di una clip metallica in titanio (o più di una in base all'entità del danno). In questo modo verrà ridotto o eliminato l'afflusso di sangue all'aneurisma e si eviteranno ulteriori rotture ed emorragie.

Embolizzazione.

Si esegue mediante l'introduzione di un catetere in una grossa arteria, per esempio a livello inguinale, e guidando poi il catetere fino a raggiungere l'aneurisma. Una volta posizionato il catetere si iniettano al suo interno delle microspirali di platino le quali andranno a chiudere l'aneurisma e faranno si che non vi scorra più sangue all'interno.

Le terapie pre e post intervento.

Tra le altre terapie per il trattamento dell'aneurisma cerebrale (specialmente nel caso in cui non sia immediatamente operabile) abbiamo i farmaci, che vengono utilizzati per lo più per stabilizzare il paziente in attesa dell'esecuzione degli esami diagnostici e l'applicazione di dispositivi per drenare l'eventuale accumulo di liquido intracranico.

Terapia farmacologica.

La terapia farmacologica prevede la somministrazione di diuretici osmotici, di mannitolo e di cortisonici per ridurre la pressione intracranica e l'accumulo di liquido a livello cerebrale. Il paziente può poi essere trattato anche con farmaci coagulanti per favorire l'arresto dell'emorragia e con farmaci calcio antagonisti per ridurre il rischio di vasospasmo. I farmaci possono essere utilizzati anche come misura di prevenzione nel caso di aneurismi silenti o non rotti. Un esempio è la somministrazione di farmaci per mantenere la pressione bassa in modo da evitare la rottura dell'aneurisma.

Applicazione di dispositivi.

Dispositivi quali i cateteri ventricolari o l'esecuzione di interventi di derivazione (che prevedono l'uso di un tubo in silicone chiamato derivatore), si applicano in tutti quei casi in cui è necessario ridurre la pressione intracranica causata dall'accumulo del liquor, prima di intervenire chirurgicamente.

Riabilitazione.

Molti pazienti recuperano gran parte delle funzioni mentali e fisiche, in seguito ad un'emorragia subaracnoidea, ma a volte persistono sintomi neurologici come debolezza, paralisi, perdita di sensibilità da un lato del corpo, o difficoltà di comprensione o di linguaggio.

In tal caso sono necessarie tecniche di riabilitazione che mirano al recupero fisico e cognitivo che possono durare dai sei mesi a due anni.

Le terapie fisiche comprendono esercizi mirati per la deambulazione, il coordinamento dei movimenti ed il rinforzo muscolare.

La riabilitazione cognitiva va personalizzata in base ai danni riportati e necessita della collaborazione di fisioterapisti, logopedisti, neurologi e famiglia.

Cosa fare se si scopre un aneurisma cerebrale? Le precauzioni da mettere in atto.

Qualora durante un controllo medico si scoprisse di avere un aneurisma congenito, è bene quindi, osservare alcune misure preventive per evitarne la rottura.

I consigli che andrebbero seguiti sono:

Prognosi ed aspettative di vita.

Quando l'aneurisma ha una dimensione inferiore ai 7 mm è asintomatico e non necessita di trattamento ma solo di monitoraggio poiché il rischio di sanguinamento è basso, viceversa se la dimensione supera i 7 mm è bene trattare il paziente di modo da prevenire il sanguinamento.

La rottura di aneurisma cerebrale ha un decorso benigno ed una prognosi buona in 1/3 dei casi che si presentano all'osservazione del medico, mentre nei rimanenti 2/3 dei casi la prognosi è sfavorevole (il paziente è in coma) o infausta (si assiste ad un peggioramento progressivo che porta all'exitus del paziente).

Si stima che nel 30 - 50% dei casi l'emorragia subaracnoidea che si determina porta alla morte il paziente (specialmente nel caso in cui si abbia un aneurisma fulminante che non permette al medico di intervenire per salvare la vita del paziente).

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