Asma cardiaco: sintomi, cause, diagnosi e tetapia
L’asma cardiaco insorge in presenza di una disfunzione del cuore e si manifesta con sintomi simili a quelli dell’asma bronchiale: difficoltà respiratorie, tosse, cianosi, ecc. Scopriamo le cause ed il meccanismo con cui insorge la crisi asmatica e come effettuare la diagnosi per differenziare l'asma cardiaco da quello bronchiale in modo da poter intervenire con la terapia corretta.
Che cosa è l’asma cardiaco?
L’asma cardiaco è una condizione medica secondaria ad una insufficienza cardiaca di base. Ricordiamo che per insufficienza cardiaca si intende una sindrome (insieme di sintomi e segni clinici) per cui il muscolo cardiaco non riesce più ad assicurare la fisiologica gittata ematica e di conseguenza la giusta ossigenazione di tutti i tessuti corporei. Pertanto quando il ventricolo sinistro non riesce, per varie cause, a pompare nell’aorta tutto il volume di sangue ossigenato, che gli arriva attraverso la vena polmonare, si determina un accumulo che crea ostacolo all’altro sangue che continua ad affluire al cuore dai polmoni. Detto accumulo si propagherà per via retrograda fino ai polmoni determinando un aumento di pressione nel circuito e congestione polmonare (accumulo di sangue nei polmoni). Condizione che può determinare, con meccanismo non ancora del tutto ben noto, broncocostrizione (restrizione del lume delle vie aeree dei bronchi) e conseguentemente asma. Asma che poiché è correlata a problemi di cuore viene denominata” cardiaca”.
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Differenze e similitudini tra asma bronchiale ed asma cardiaco. L’asma cardiaca si presenta con una sintomatologia che è perfettamente sovrapponibile a quella dell’asma bronchiale. Tutto ciò indusse il medico cardiologo inglese James Hope, che nel lontano 1833 codificò la patologia, a coniare il termine “asma cardiaco” che ancora oggi è utilizzato per indicarla. E’ comunque abbastanza evidente che, nonostante la comune sintomatologia ed il medesimo nome, le due malattie sono profondamente differenti:
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Sintomi e segni della patologia.
Come abbiamo accennato il quadro clinico dell’asma cardiaco presenta diversi punti in comune con quelli dell’asma bronchiale, e quindi anche alcuni sintomi e segni sono facilmente confondibili. Vediamo perciò nel dettaglio quelli che coincidono e quelli che differenziaano le due condizioni, conoscerli infatti è il primo passo per una corretta diagnosi.
I sintomi sovrapponibili a quelli dell’asma bronchiale sono:
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Dispnea. Respiro difficoltoso, affannante e disordinato. Condizione che viene nitidamente avvertita dal paziente che la interpreta come fame d’aria e necessità di forzare il ritmo spontaneo di respirazione ritenuto insufficiente.
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Sibili, rantoli e fischi percepibili anche senza strumenti di auscultazione durante l’atto respiratorio.
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Tosse con espettorato schiumoso e venato di sangue.
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Sudorazione fredda ed eccessiva.
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Cianosi. Colorazioe livida (tendente al blu) di cute e mucose dovuta ad elevati livelli (superiore a 5x10-2 gr/ml) nel sangue di emoglobina non ossigenata. Conseguenza del deficit di ossigenazione del sangue nei polmoni.
Sintomi del solo asma cardiaco:
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Ingrossamento del muscolo cardiaco in particolar maniera nella regione del ventricolo sinistro (alla radiografia la silhouette del cuore risulta ingrossata nella parte bassa a sinistra.
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Aumento del tempo di circolazione del sangue. Dove il tempo di circolazione è quello occorrente al sangue per coprire la distanza tra due punti del corpo prefissati. Per misurala si inietta in una vena del braccio deidrocolato di sodio e poi si misura il tempo che intercorre fino a che non si percepisce il sapore amaro sulla lingua che misura appunto il tempo impiegato dal sangue per veicolare in loco il composto e quindi il tempo impiegato per raggiungerla.
Cause che innescano i sintomi asmatici.
Sono stati proposti vari meccanismi in grado di spiegare l’ innesco della sintomatologia asmatica e precisamente:
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L’aumento di pressione e l’accumulo di sangue nel circuito polmonare determinano un aumento del flusso sanguigno che circola nei vasi che irrorano i bronchioli. Detto aumento di flusso determina aumento della permeabilità della parete vasale e quindi provoca perdita di liquidi ed edema nello spazio interstiziale tra la la tonaca esterno del broco ed il lume delle vie aeree interne. Tale condizione provoca costrizione che riduce il lume delle vie aeree.
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L’edema polmonare comprime l’intero albero bronchiale e quindi anche la parete del bronchiolo determinando la stenosi delle vie aeree.
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L’aumento della pressione nel circuito polmonare stimola le terminazioni del nervo vago della regione che controlla la muscolatura liscia alveolare. Il muscolo sollecitato determina lo spasmo che riduce il lume alveolare. Ricordiamo che il nervo vago è il principale componente del sistema nervoso parasimpatico (quella porzione del sistema nervoso autonomo, ossia non controllato dalla volontà dell’individuo, che tra le sue varie funzioni sovraintende anche alla contrazione delle fibre muscolari dell’albero respiratorio).
Probabilmente nella fisiopatologia dell’asma cardiaco intervengono contemporaneamente più di uno dei meccanismi descritti.
Circa le cause cardiache che invece possono determinare le condizioni che innescano i meccanismi descritti esse sono molteplici e nel seguito ne elenchiamo qualcuna delle più comuni:
Problemi meccanici che compromettono il corretto funzionamento del ventricolo sinistro.
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Stenosi della valvola mitralica. La valvola mitralica controlla il passaggio del sangue dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro. La sua stenosi, ossia un restringimento dell’orifizio, determina un aumento di pressione che si trasmette al circuito cuore polmone innescando i meccanismi sopra descritti.
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Ostacoli nella regione del ventricolo sinistro che ne compromettono il fisiologico svuotamento durante la fase sistolica (di contrazione). Possono essere: inspessimento del pericardio (membrana che circonda il cuore), emboli, tumori, etc.
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Ostacoli che ostruiscono o comprimono la vena polmonare.
Compromissione della fisiologica forza di contrazione del ventricolo sinistro.
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Compromissioni delle fibre muscolari del miocardio. Come possono essere le conseguenze di infarto o di processi infiammatori.
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Patologie che ne compromettono la funzionalità. Come possono essere alcune tachicardie (aumento della frequenza cardiaca).
Aumento del carico di lavoro che grava sul ventricolo sinistro.
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Ipertensione. L’aumento della pressione arteriosa determina resistenza al progredire del flusso ematico e quindi aggrava lo sforzo che il ventricolo sinistro deve compiere per assicurare la fisiologica gittata ematica.
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Stenosi dell’aorta. Un restringimento dell’aorta richiede da parte del ventricolo sinistro un maggior carico di lavoro per assicurare la giusta gittata ematica.
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Rigurgito mitralico. E’ conseguenza di una imperfetta chiusura della valvola mitralica durante la fase sistolica. Si traduce in un maggior carico di lavoro per il ventricolo sinistro onde assicurare la normale gittata cardiaca.
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Rigurgito aortico. E’ una imperfetta chiusura della valvola aortica durante la diastole (fase di rilassamento del muscolo cardiaco). A causa di ciò diminuisce il flusso ematico arterioso in uscita e per compensare il ventricolo sinistro finirà per pompare il sangue con maggior sforzo.
Diagnosi dell’asma cardiaco.
La diagnosi è essenzialmente di tipo differenziale tra le due patologie: asma bronchiale ed asma cardiaca. Consiste quindi nel valutare attentamente le differenze che, anche se lievi, comunque esistono fra i due disturbi. I parametri discriminanti a favore dell’asma cardiaco sono :
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l’ingrossamento del cuore rilevabile alla radiografia;
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l’aumento del tempo di circolazione del sangue in aggiunta all’accertamento della patologia cardiaca che è alla base.
Terapia di urgenza ed a lungo termine.
La cura dell’asma cardiaco è naturalmente un intervento di urgenza che comporta sedazione e somministrazione di farmaci per ridurre la congestione polmonare (talvolta è necessario ossigeno per aiutare la respirazione) e per aumentare la forza di contrazione del muscolo cardiaco. Spesso poiché è in atto una crisi ipertensiva si somministrano opportuni farmaci e diuretici.
I farmaci più utilizzati:
- Furosemide. E’ un diuretico che serve a trattare l’ipertensione e l’accumulo di liquidi nelle vie respiratorie.
- Nitroglicerina. E’ un vasodilatatore che perciò svolge una importante funzione ipotensiva (abbassa la pressione sanguigna).
- Morfina. Produce vasodilatazione periferica ed ipotensione e determina depressione respiratoria calmando la dispnea.
Comunque, superata la crisi, poiché l'asma cardiaco non è una patologia ma bensì un sintomo dello scompenso cardiaco, la terapia dovrà curare lo scompenso e la sua remissione curerà il problema dell'asma.