Asma da sforzo: sintomi, cause, diagnosi e terapia
L’asma da sforzo è una reazione scatenata dall’esercizio fisico intenso che si manifesta in quasi tutti i soggetti affetti da asma bronchiale. I sintomi che la caratterizzano vanno dall'affanno al respiro rantolante, e può avere conseguenze anche serie, come una grave crisi respiratoria che richiede ricovero ospedaliero immediato. Ma come viene diagnosticata, e quali sono le terapie e le misure preventive? Approfondiamo il tema.
Che cosa è l’asma da sforzo?
L’asma da sforzo o utilizzando l’acronimo anglosassone EIA (Exercise Induced Asthma) è una condizione patologica con un quadro clinico, ossia una insieme di sintomi e segni, tipico dell’asma che è innescata da intensa attività fisica come quando si pratica una disciplina sportiva aerobica.
Spesso per indicare l’asma da sforzo si usa anche il termine Broncostrizione da esercizio o col consueto acronimo in inglese EIB (Exercise Induced bronchoconstriction).
Anche se, nella pratica comune, i due termini vengono utilizzati in maniera intercambiabile, volendo essere puntigliosi, essi sono sostanzialmente molto diversi tra loro. L’EIA è, infatti, una vera e propria malattia, l’EIB è invece una condizione transitoria che, come vedremo nel prosieguo e con precisione nella sezione diagnosi, viene indotta ad arte al fine di acclarare se un soggetto è affetto o meno da EIA.
In altre parole l’asma da sforzo è una tipologia di asma ed in quanto tale è caratterizzata da infiammazione cronica delle vie respiratorie ed iperattività dei bronchi. L’attività fisica è perciò soltanto un trigger in grado di scatenarela. In alcuni pazienti essa costituisce l’unico trigger in grado di scatenare la crisi asmatica in altri invece è associata ad altri. La combinazione più frequente è con gli allergeni, infatti, l’asma da sforzo è frequentissima in soggetti affetti da rinite allergica. La crisi asmatica e la conseguente ostruzione delle vie respiratorie che è scatenata dall’esercizio fisico si presenta di norma al termine della prestazione con tempi dell’ordine di qualche decina di minuti dalla fine delle attività. La crisi quasi sempre si risolve poi spontaneamente nel giro di una ora.
Approfondisci cos'è l'asma e le cause che scatenano le varie tipologie.
I meccanismi con cui si sviluppa la broncocostrizione.
Si fanno due distinte ipotesi sulla patogenesi dell’asma da sforzo ma esiste anche la possibilità che i processi che di seguito descriveremo agiscano in concomitanza.
Ipotesi termica. In condizioni di basse temperature ambientali l’iperventilazione (aumento di ossigeno nel sangue) che come detto è il fattore scatenante, consente di inspirare grandi volumi di aria fredda. Sotto sforzo, infatti, si respira con la bocca by passando il naso. In tali condizioni perciò l’aria non può essere preriscaldata e raggiunge fredda l’albero bronchiale. I vasi sanguigni dell’albero bronchiale reagiscono a tale raffreddamento con una contrazione che riduce il volume ematico. Al termine dell’esercizio fisico si ha un rapido riscaldamento ed un ripristino del fisiologico volume ematico. Nei soggetti che hanno un substrato asmatico detto ripristino è notevolmente più rapido per l’iperplasia (crescita di volume) dei capillari indotta dall’infiammazione cronica dell’asma. Il processo comporta aumento della permeabilità dei vasi ed edema (accumulo di liquidi) che provoca ostruzione e da qui qui l’asma.
Ipotesi osmotica. Le mucose delle vie aeree sono ricoperte di muco che è una soluzione acquosa contenente numerosi ioni: Na+, Ca++, K+, Cl-. L’iperventilazione provoca l’espirazione con l’aria di notevoli volumi di vapor d’acqua condizione che concentra la soluzione sopra descritta aumentandone la osmolarità (concentrazione della soluzione). Questa condizione induce degranulazione dei mastociti (cellule contenute nell’epitelio riveste la mucosa delle vie aeree) e quindi la mucosa libera dei mediatori chimici dell’infiammazione che determinano il broncospasmo e l’ostruzione delle vie respiratorie.
Cause e fattori di rischio.
Le cause della malattia non sono ancora certe. Sicuramente il quadro eziologico delle cause è composto da:
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Fattori predisponenti. Possono avere una valenza ereditaria ma anche di allergia a determinate sostanze tenuto conto che, spesso, chi soffre di allergia soffre anche di asma da sforzo.
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Fattori scatenanti. Il principale fattore scatenante contrariamente a quanto ci si potrebbe immaginare non è l’esercizio fisico in se, ma, come meglio vedremo nella patogenesi che segue, è l’iperventilazione che l’intensa attività aerobica determina.
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Fattori favorenti. Svariati fattori possono favorire l’asma da sforzo. I più comuni sono: aria particolarmente secca con percentuali di umidità inferiori al 40%, bassa temperatura, inquinamento atmosferico, allergeni vari tra cui i più comuni sono i pollini, ma potrebbero essere anche il cloro delle piscine,etc.
Fattori di rischio.
Alcune condizioni aumentano le probabilità di incappare nell’asma da sforzo. Le più comuni sono:
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Avere parenti prossimi che soffrono d’asma.
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Soffrire di allergia atopica (con predisposizione genetica) o raffreddore da fieno.
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Praticare una attività sportiva aerobica come: corsa, sci di fondo, sport di squadra (calcio, palla a canestro, hokey), etc.
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Praticare sport in condizioni climatiche particolari: temperature rigide e/o aria particolarmente secca.
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Esposizione ad allergeni.
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Esposizione a fumo di sigaretta.
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Essere in età infantile. I fanciulli sono con maggior frequenza ipersensibili.
Sintomi e complicanze dell’asma da sforzo.
La sintomatologia dell’asma da sforzo è quella tipica dell’asma e quindi:
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Respirazione difficoltosa specialmente nella fase espiratoria. Con terminologia tecnica dispnea.
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Respiro sibilante.
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Tosse secca.
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Costrizione del torace e dolore.
A tali sintomi che come detto sono tipici dell’asma si aggiunge anche:
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Rendimento atletico insoddisfacente ed estrema fatica nel condurre a termine la prestazione.
Come si è già precedentemente accennato la crisi asmatica si scatena una mezzora/ora dal termine dell’esercizio e ha la durata di una ora circa. La remissione di norma è spontanea e completa. In qualche caso però occorre l’intervento medico. In rarissimi casi può essere necessario il ricovero in ospedale per trattare una grave crisi respiratoria.
Le avvisaglie che devono indurre ad un immediato intervento medico sono:
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Difficoltà di respirazione che persiste anche dopo il completo recupero per lo sforzo effettuato.
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Affanno che nonostante il trascorrere del tempo non accenna a remissione anzi aumenta di intensità.
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Inutilità dei farmaci di sollievo immediato (broncodilatatori).
Complicanze.
La complicanza temibile dell’asma da sforzo è una grave crisi respiratoria che è una emergenza medica seria e richiede ricovero ospedaliero immediato. Se si teme una tale situazione è buona norma non recarsi in ospedale guidando, ma farsi accompagnare o chiamare il 118.
Altre possibili complicanze non altrettanto serie sono:
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Rendimento atletico insoddisfacente nonostante l’impegno.
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Modifiche nel tempo dell’architettura fisiologica delle vie respiratorie.
Diagnosi: i test per riconoscere la broncocostrizione.
La diagnosi dell’asma da sforzo può essere non agevole in particolar modo nei bambini perciò la malattia è fortemente sottostimata. Troppo frequentemente, infatti, si interpreta le difficoltà del bambino affetto da EIA nell’ottenere prestazioni al pari dei suoi compagni come scarso impegno profuso.
Per formulare la diagnosi lo specialista si avvale di:
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Esame obbiettivo del paziente.
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Analisi dei sintomi.
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Analisi anamnestica.
A tutto ciò vanno aggiunti test specifici per diagnosticare l’asma come la spirometria che è il golden share dei test per diagnosticare l’asma e si esegue attraverso uno strumento detto spirometro che misura la quantità di aria ispirata ed emessa in un arco di tempo..
Comunque un test semplice ed anche economico che consente di diagnosticare l’asma da sforzo è il test del Treadmill.
Questo test consiste nei seguenti passi:
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Spirometria iniziale.
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Corsa su un tapis roulant con velocitàdi 6 Km/h con continue variazioni dell’inclinazione fino a che la frequenza cardiaca non raggiunge il valore di circa 200 pulsazioni al minuto.
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Spirometrie ripetute a 5 minuti di distanza l’una dall’altra a test ultimato.
Si diagnostica l’asma da sforzo quando il parametro FEV (indice che misura la capacità respiratoria in un secondo) ha una caduta rispetto ai valori misurati prima della prova di sforzo superiore del 12%.
Terapia, prevenzione e prognosi dell’asma da sforzo.
Come ogni tipologia di asma il trattamento di quella da sforzo consta di due distinti categorie di farmaci:
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Farmaci di rapido sollievo. Sono quelli che servono a fornire sollievo in tempi brevi in caso di crisi asmatiche. Appartengono a tale categorie: Beta agonisti a breve azione,
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Farmaci per il controllo dell’asma a lungo termine. Servono a mantenere la sintomatologia sotto controllo e impedire lo scatenarsi di nuove crisi. Appartengono a questa categoria: Cortisonici, Beta agonisti a lungo termine, Teofillina, Antileucotrienici.
Prevenzione.
I possibili accorgimenti che possono adottarsi per prevenire l’asma da sforzo possono così riassumersi:
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Effettuare una fase di riscaldamento di almeno una decina di minuti prima di iniziare la performance sportiva.
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Respirare durante la prestazione utilizzando il naso in maniera da preriscaldare e umidificare l’aria che viene introdotta nei polmoni.
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Evitare il più possibile il contatto con allergeni.
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Coprire naso e bocca durate la prestazione se questa deve essere portata a compimento in clima freddo.
Prognosi.
La prognosi dell’asma da sforzo è di norma molto buona tanto è vero che molti atleti che soffrono d’asma hanno partecipato ad Olimpiadi e qualcuno ha vinto delle medaglie d’oro. Va comunque esplicitamente menzionato che soffrire di asma non implica assolutamente la rinuncia alla attività agonistica che, anzi, va assolutamente continuata in quanto migliora la funzione respiratoria. Ovviamente è necessario che la malattia venga tenuta sotto controllo