Asma: sintomi, cause, diagnosi e terapie in bambini ed adulti
Approfondiamo cosa è l’asma e con quali sintomi si manifesta nei bambini e negli adulti. Scopriamo da cosa è causata l’infiammazione cronica delle vie respiratorie e quali sono le terapie che variano in funzione della tipologia che si può rilevare con una corretta diagnosi.
Che cosa è l’asma?
L’asma è una malattia cronica delle vie respiratorie e con maggior precisione è una infiammazione cronica di queste ultime che si evolve grazie al ruolo decisivo svolto da alcune categorie di cellule immunitarie di cui le principali sono: mastociti, linfociti T ed eosinofili.
L’infiammazione nella sua fase acuta determina ostruzione delle vie respiratorie, di norma reversibile anche senza trattamento, con: spasmo, edema ed aumento della produzione di muchi; difficoltà di respirazione; tosse e costrizione toracica.
Quando la fase acuta, nota come attacco d’asma, viene superata, l’infiammazione, anche se in forma contenuta, permane e determina una ipersensibilità delle vie aeree ed iperattività dei bronchi (eccessiva contrazione con riduzione del lume e quindi del transito di aria) a svariate sollecitazioni di scarsissimo rilievo che nel seguito descriveremo in dettaglio.
Dato che il quadro clinico sommariamente descritto ha caratteristiche ben definite, sarebbe lecito attendersi che l’asma risulti non solo di semplice diagnosi ma anche di altrettanto semplice trattamento. Nella realtà la cosa è ben più complessa.
L’infiammazione cronica, nel tempo, determina, infatti, un rimodellamento delle vie respiratorie condizione che finisce per rendere stabile e non più reversibile l’ostruzione determinata dalla malattia. Inoltre sovente i sintomi vengono percepiti in maniera differente da parte di individui differenti e nel medesimo individuo nei vari stadi con cui la malattia si evolve.
Tutto ciò rende l’asma non sempre semplice da diagnosticarsi ed ancora più complessa da curarsi, tanto da richiedere, generalmente, l’intervento, in sinergia, di più specialisti: pneumologo, allergologo, otorino, etc.
Dall’ asma purtroppo non si guarisce in quanto non esiste una cura definitiva ma comunque con tecniche e farmaci attuali è possibile mantenere la sintomatologia sotto controllo ed assicurare una vita quasi normale. La sintomatologia risulta di solito tanto più grave quanto più è consistente l’ostruzione respiratoria. In qualche caso le complicanze che un attacco di asma induce possono essere tali da risultare anche fatali se non si ricorre rapidamente ad una struttura ospedaliera.
Quanto è diffusa?
L’asma è una delle malattie più diffuse nel mondo. Nel 2011 si è stimato che ne soffrissero sul globo all’incirca 300 milioni di persone. Ovviamente cifre così alte di ammalati comportano, ogni anno, un numero ragguardevole di decessi, nell’ordine dei 250.000 individui.
In Italia soffrono di asma all’incirca 2,5 milioni di persone.
La malattia può colpire in qualunque stagione della vita e la sintomatologia compare a partire dai 4 anni. Tra i bambini i maschi sono preferiti rispetto alle femmine con un rapporto di 2:1.
In età adulta tale preferenza si perde e risultano interessati in egual maniera uomini e donne.
Sintomi: variano da individuo ad individuo e in base al grado della malattia.
Il quadro clinico della malattia è molto variegato e cambia molto per intensità e permanenza dei sintomi da individuo ad individuo. In alcuni pazienti, infatti, la sintomatologia è lievissima in altri è severa. In alcuni è presente costantemente, in altri, invece, solo in determinati momenti intervallati da lunghe remissioni. Inoltre, come vedremo più in dettaglio nel seguito, la malattia può avere differenti eziologie.
Tuttavia alcuni sintomi hanno caratteristiche costanti dato che sono determinati dalla infiammazione che è comunque presente qualunque sia la causa.
Nel seguito riportiamo i sintomi e segni che più comunemente si riscontrano.
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Catarro o più correttamente espettorato. E’ conseguenza della ipersecrezione di muchi da parte delle ghiandole presenti nella mucosa respiratoria per effetto del processo flogistico.
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Respiro sibilante. E’ conseguenza della riduzione del lume dei bronchi per effetto dello spasmo e della conseguente contrazione provocata dalla malattia. Situazione che è aggravata dalla ipersecrezione delle ghiandole che rivestono la mucosa e dall’edema che consegue all’infiammazione.
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Tosse. E’ provocata dall’irritazione delle vie respiratorie e si aggrava durante il sonno per effetto della posizione distesa.
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Sensazione di respirazione difficoltosa (dispnea). Sensazione che peggiora sensibilmente quando si è distesi e durante il riposo notturno (ortopnea).
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Senso di costrizione al torace e dolore localizzato al petto.
Quelli descritti sono i sintomi che si manifestano durante un attacco di asma.
Nell’intervallo tra un attacco ed un altro si potrà avere:
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Qualche difficoltà di respirazione ma senza i gravi disagi della dispnea.
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Tosse secca generalmente senza espettorato provocata da fastidio e prurito alla gola (tosse di gola). Condizione che si inasprisce durante il sonno e generalmente quando si è distesi
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Senso di costrizione al torace.
La sintomatologia peggiora se all’asma si aggiunge una concomitante affezione respiratoria come può essere una influenza o una qualunque altra infezione delle vie respiratorie come un semplice raffreddore.
Va esplicitamente menzionato che un severo attacco di asma può anche costituire una grave emergenza medica e rappresentare un pericolo per la vita di chi ne soffre. Pertanto se in un attacco di asma la sintomatologia respiratoria, ed in particolare il respiro affannoso, non migliorano con l’inalazione di farmaci per il trattamento dei sintomi acuti (inalatori di rapido sollievo) è necessario recarsi di urgenza ad un presidio ospedaliero per cure di emergenza. |
Cause dell’asma: un mix di fattori ambientali e genetici.
Le cause dell’asma non sono note del tutto.
Ragionevolmente si suppone che siano un mix di fattori ambientali e fattori genetici.
I fattori genetici.
Appartenere ad una famiglia che ha una storia della malattia equivale ad ad avere maggiori probabilità di contrarla. La probabilità aumenta quando a soffrire di asma è un gemello monozigote. In tale condizione la probabilità di ammalarsi di asma è del 25%.
I geni che ad oggi sono stati identificati come associabili alla malattia sono molto numerosi (più di 100) ed è plausibile che svariate loro alterazioni possano indurre la malattia ma nonostante ciò non si è riusciti ancora a trovare una correlazione certa tra loro e l’asma.
I fattori ambientali.
Si sono individuati svariati fattori caratteristici all'ambiente in cui si vive che possono essere correlati allo sviluppo dell’asma e di questi i più comuni sono:
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Inquinamento atmosferico. Come possono essere le polveri sottili prodotte dai motori automobilistici o come elevati livelli di ozono. Un esempio di inquinante può essere il particolato (polveri sottili) liberato dai motori a combustione interna dell’automobili. Il fumo di sigaretta può essere sia quello attivo che passivo. Determinano irritazione alle vie respiratorie iperattive e da qui spasmo e crisi asmatica.
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Inquinanti degli ambienti lavorativi. Un esempio è costituito dalla formaldeide o dai ftalati del PVC.
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Aria fredda. L’inspirazione di aria fredda determina un raffreddamento delle vie aeree e questo determina lo spasmo e la massiccia contrazione dei bronchi che sono iperattivi grazie alla malattia.
Esistono inoltre svariate sostanze o situazioni che si è accertato possano scatenare l’asma e la sua sintomatologia o perché sono degli allergeni o perché provocano irritazione. I più comuni sono:
Malattia da reflusso gastroesofageo. E’ il reflusso nell'esofago del contenuto acido dello stomaco. I motivi per cui tale rigurgito possa scatenare l’asma non sono noti con precisione. Si ipotizzano vari meccanismi:
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Il contenuto gastrico rigurgitato può raggiungere le vie aeree e determinare irritazione che scatenano l’asma.
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L’infiammazione dell’esofago provocata dai succhi acidi rende iperattivi i bronchi.
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Lo spasmo bronchiale è conseguenza di un riflesso del sistema colinergico attivato dal rigurgito.
Esercizio fisico. Si suppone che l’espirazione di notevoli volumi di aria, come accade con l’iperventilazione quando si è sotto sforzo nel corso di un esercizio fisico impegnativo, possa determinare imponente perdita di vapore d’acqua dalle vie respiratorie e ciò determina un aumento della concentrazione della soluzione acquosa costituita dal muco secreto dalle mucose respiratorie. Condizione che stimola i mastociti presenti al rilascio di mediatori dell’infiammazione che determina lo scatenamento dell’asma.
Approfondisci cos'è e come si manifesta l'asma da sforzo.
Infezioni virali dell’apparato respiratorio. In soggetti con una storia di asma, e quindi con ipersensibilità alle vie respiratorie ed iperattività bronchiale, una infezione virale come il comune raffreddore (rinovirus) o una affezione influenzale (virus sinciziali) può scatenare una crisi asmatica. Il corpo infatti per difendersi dall’aggressione virale scatena una reazione infiammatoria. Le basse vie respiratorie ipersensibilizzate dall’asma reagiscono con spasmo e contrazione dei bronchi, iper secrezioni di muchi e gonfiore delle mucose e così si scatena la crisi asmatica.
Reazioni ad allergeni. Allergeni che possono essere trasportati dall’aria inspirata o essere introdotti con gli alimenti. Sostanze innocue ai più ma che in persone ipersensibili determinano reazioni allergiche come nello specifico è l’asma. Gli allergeni più comuni degli ambienti chiusi sono: acari, muffe, peli di gatti e cani. Gli allergeni più comuni degli ambienti aperti sono invece pollini. In alcuni casi gli allergeni possono anche essere di tipo alimentare e perciò assunti con il cibo.
Puoi approfondire come si sviluppa e quali sono le cure per l'asma allergica.
Il meccanismo che determina la crisi di asma allergica è complesso e, semplificando, può così riassumersi. L’allergene, quando è introdotto per la prima volta, viene ridotto in parti microscopiche (peptidi) dai macrofagi che poi le espongono sulla loro superficie per presentarle e renderli riconoscibili ai linfociti T. Questi, dopo questa sorta di presentazione, stimolano altre cellule (i linfociti B) a produrre anticorpi o immunono globuline Ig E contro l’allergene. Anticorpi che si legano ai mastociti. Se ora l’organismo così organizzato viene nuovamente a contatto con l’allergene i mastociti messi a punto dalla precedente presentazione rilasciano una serie di mediatori chimici ed in particolare l’istamina che agendo sulla muscolatura liscia delle basse vie respiratorie ne determina la contrazione e quindi lo spasmo tipico della crisi d’asma. Il tutto è ancora più compromesso dal rilascio di liquidi dal letto dei capillari. Liquidi che rigonfiano i bronchi compromettendo ulteriormente il transito dell’aria. |
Ciclo mestruale. Il deficit di estrogeni che accompagna la condizioni dell’ovulazione può peggiore l’asma. Il meccanismo per cui tutto ciò si verifica è quello descritto in seguito. L’abbassamento dei livelli di estrogeni determina rilascio di citochine che sono mediatori chimici dell’infiammazione e che stimolano i bronchi iperattivati dalla patologia asmatica.
Farmaci. Alcuni principi attivi terapeutici come ad esempio: ibuprofene, aspirina e beta bloccanti determinano il riacutizzarsi dell’asma. La loro azione, infatti stimola la produzione di leucotrieni che sono molecole che partecipano ai processi infiammatori e nello specifico stimolano i ricettori dei bronchi che sono ipersensibilizzati dalla malattia determinandone il riacutizzarsi.
Stress e ansia. Sono condizioni che sebbene di carattere psicologico determinano cambiamenti fisiologici. E con maggior precisione provocano rilascio di istamina e leucotrieni la cui azione determina il riacutizzarsi dell’asma.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi dell’asma può come già detto non essere semplice. Si procede come descritto nel seguito.
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Analisi anamnestica del paziente e familiare.
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Analisi dei sintomi e segni.
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Esame fisico. Serve ad escludere, se è possibile, possibili patologie respiratorie che hanno sintomatologia sovrapponibile a quella dell’asma.
Di norma tutto ciò serve al medico per formulare una ipotesi di diagnosi. Ipotesi che potrà essere avvalorata dai seguenti test:
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Spirometria. Il test consiste nel soffiare in un apposito strumento che è in grado di misurare alcuni parametri che interessano la quantità di aria emessa e la sua velocità. Implementando tali dati si ottiene ad esempio il FEV1 ossia il volume espiratorio forzato in un secondo che è il volume di aria che si riesce ad espirare soffiando per un secondo ed anche il picco di flusso espiratorio che è la velocità con cui l’aria esce dai polmoni nel momento in cui termina l’inspirazione ed inizia l’espirazione forzata. E’ evidente che tali misure rendano conto della condizione di ostruzione delle vie respiratorie.
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Provocazione con metacolina. Il test consiste nell’effettuare una spirometria e successivamente fare inalare al paziente della metacolina che è una sostanza che costituisce un innesco dell’asma nei soggetti con vie respiratorie ipersensibilizzate dalla malattia. Successivamente si effettua una seconda spirometria e si confrontano i dati.
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Conta degli eosinofili nell’espettorato. Gli eosinofili sono presenti quando si scatena la sintomatologia asmatica.
Sai cosa sono gli eosinofili e quali i valori fisiologici? Approfondisci.
Classificazione della malattia.
L’asma può classificarsi in funzione di vari criteri. Quelli che sono più comunemente usati sono in funzione delle cause ed in funzione della gravità della sintomatologia.
Classificazione in funzione della eziologia.
Possiamo avere:
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Asma estrinseco o atopico. Se la sintomatologia che si accompagna alla malattia è scatenata da allergeni. Ricordiamo che l’atopia è la condizione di alcuni individui che sono soggetti a sviluppare abnormi reazioni del sistema immunitario.
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Asma intrinseco o non atopico. Se lo scatenarsi della reazione asmatica non è di tipo allergico e quindi non mediato dalle IgE.
Classificazione in funzione della gravità della sintomatologia.
Livello 1. Sintomatologia intermittente. |
Sintomi diurni: Sintomi notturni: ≤2 volte/mese FEV: ≥80% valore teorico |
Livello 2. Sintomatologia lieve e persistente. |
Sintomi diurni: >1 volta/settimana e Sintomi notturni: >2 volte/mese FEV: ≥80% valore teorico |
Livello 3. Sintomatologia moderata e persistente. |
Sintomi diurni: quotidiani da turbare le normali attività: >1 volta/settimana Sintomi notturni: 60÷80% valore teorico |
Livello 4. Sintomatologia grave e persistente. |
Sintomi diurni: continui da limitare la attività fisica Sintomi notturni: Frequenti FEV: ≤ 60% valore teorico |
Terapia dell’asma in adulti e bambini.
Non esiste allo stato attuale alcuna cura definitiva per la malattia ma nonostante ciò si riesce a mantenere sotto controllo la sintomatologia con buona efficacia permettendo al paziente di svolgere una vita normale. Per poter ottenere ciò sarà però necessario curarsi continuamente.
Il trattamento come accennato non è semplice e va calibrato su ciascun individuo e continuamente rimodellato col trascorrere del tempo e col l’intensità della sintomatologia.
Anche se non è possibile stilare un protocollo terapeutico preciso che funzioni per tutti, per grandi linee un trattamento per contenere l’asma è del tipo di quello che di seguito riportiamo.
Modifica del proprio stile di vita. Nel controllo della malattia è una tappa essenziale e consiste nel tentativo di individuare e conseguentemente evitare con cura le sostanze e/o situazioni che fungono da trigger per lo scatenamento della crisi. E’ un’operazione non semplice ed in parecchi casi addirittura impossibile però aiuta notevolmente nel controllo della sintomatologia.
Farmaci. Sono essenzialmente di 3 tipi:
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Per il trattamento ed il controllo dei sintomi a lungo termine. Servono a mantenere sotto controllo la malattia costantemente giorno dopo giorno ed ad abbassare il rischio dello scatenamento di un attacco d’asma. Appartengono a questa tipologia: i corticosteroidei da inalazione, i beta agonisti a lungo termine, i broncodilatatori e gli antileucotrienici.
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Per trattamento e controllo dei sintomi a breve termine. Sono utilizzati per avere risultati in tempi molto brevi nelle situazioni di attacchi d’asma. Appartengono a questa categoria: i beta agonisti a breve termine, i corticosteroidei per endovena.
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Per il trattamento dell’allergia. Comprendono gli antistaminici, l’omalizumab (agisce sulle IgE impedendo loro di legarsi a mastociti e basofili), vaccini antiallergici (somministrazione per tempi prolungate di dosi crescenti di allergene per determinare tolleranza).
Complicanze e prognosi.
Le complicanze più temibili sono:
Rimodellamento delle vie respiratorie (trasformazione strutturale della parete bronchiale con danno dell’epitelio, aumento dello strato muscolare, aumento della rete vascolare per nutrire, aumento della matrice connettivale).
Crisi asmatica severa che induce insufficienza respiratoria. Ossia l’incapacità dell’apparato respiratorio di assicurare la corretta ossigenazione. La condizione richiede trattamento immediato e può condurre alla morte.
La prognosi con le moderne terapie è generalmente favorevole e la mortalità si è drasticamente ridotta. Il trattamento precoce della malattia previene la compromissione dell’apparato polmonare e respiratorio in generale.