Calcemia: alta, bassa e corretta. Valori, cause, sintomi e cura
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La calcemia rappresenta la quantità di calcio che si trova nel circolo sanguigno. Ne esistono due tipologie: ipocalcemia quando la concentrazione di calcio si abbassa e ipercalcemia quando la concentrazione sierica si alza. I valori corretti di calcemia si attestano su 8,9 - 10,1 mg/dl. Scopriamo quali sono le cause di tali alterazioni e con quali sintomi si manifestano. Vediamo, inoltre le possibili cure nel caso i valori del minerale siano troppo alti o troppo bassi.
Cos’è la calcemia?
La calcemia è un esame clinico utilizzato per misurare la concentrazione di calcio nel sangue.
Nel nostro organismo il calcio si trova nel sangue sotto due diverse forme:
- una forma diffusibile, che rappresenta il 50 - 60% del calcio totale, presente sotto forma di calcio ionizzato (forma biologicamente attiva rappresentata dallo ione Ca2+) per il 90%, e sotto forma di calcio citrato, fosfato, carbonato e così via per il 10%.
- Una forma non diffusibile, che rappresenta la quota rimanente di calcio sierico e che viaggia legato a proteine plasmatiche (in prevalenza albumine e globuline) proprio per la sua non diffusibilità.
Il metabolismo del calcio: paratormone, paratormone e vitamina D.
I valori di calcio nel sangue sono mantenuti costanti grazie all'azione di due diversi ormoni che svolgono un importante ruolo nel metabolismo del calcio.
In particolare:
- Il paratormone, secreto dalle ghiandole paratiroidi, consente l'assorbimento intestinale di calcio mediante attivazione della vitamina D a livello renale. L’ormone, quando è necessario, aumenta la calcemia nel sangue sia consentendo l'eliminazione urinaria di fosfati, sia mobilitando il calcio dalle ossa mediante stimolazione degli osteoblasti (cellule che intervengono nel rimodellamento osseo).
- La calcitonina viene secreta dalla tiroide e ha un ruolo opposto a quello del paratormone, interviene cioè quando la calcemia è molto elevata abbassandola. La calcitonina esplica il suo ruolo riducendo l'assorbimento di calcio intestinale, inattivando la vitamina D a livello renale, inibendo gli osteoclasti (e di conseguenza evitando che il calcio venga rilasciato dalle ossa), ed aumentando l'eliminazione urinaria di calcio.
Valori di riferimento.
La calcemia sierica (misurata mediante esame del sangue) ha valori costanti con intervalli di riferimento generici di 8,5 - 10,5 mg/dl di calcio totale e 4,4 - 5,4 mg/dl di calcio ionizzato.
Nello specifico la calcemia totale ha intervalli di riferimento ben precisi per uomini, donne e bambini:
- Nei bambini di età compresa tra 0 e 12 anni i valori di calcemia sono compresi tra 9,5 e 11 mg/dl.
- Nelle donne adolescenti di età compresa tra i 14 e i 18 anni i valori oscillano tra 9,1 e 10,3 mg/dl.
- Nelle donne adulte al di sopra dei 18 anni i valori di riferimento sono 8,9 - 10,1 mg/dl.
- Negli uomini adolescenti con età tra i 14 e i 18 anni i valori sono compresi tra 9,5 e 10,6 mg/dl.
- Negli uomini adulti di età superiore ai 18 anni i valori hanno un intervallo di riferimento di 8,9 - 10,1 mg/dl.
La concentrazione di calcio nelle urine è definita calciuria e si esegue facendo la raccolta delle urine nelle 24 ore. I valori normali sono di 50 - 300 mg/24h.
Come si misura?
Per l’esame della calcemia basta effettuare un prelievo di sangue al mattino a digiuno. Il prelievo viene fatto dalla vena del braccio.
Raramente le analisi vengono effettuate su un campione di urina.
Oltre al digiuno non vi sono norme di preparazione all’esame salvo in alcuni specifici casi in cui il paziente deve sospendere l’assunzione di farmaci quali vitamina D o diuretici per non alterare l’esito delle analisi.
L’esame è convenzionato col servizio sanitario nazionale ed i costi sono di € 1,13 per il ticket, mentre, senza ricetta il costo è di 5/10 euro.
Perché si Misura? A cosa serve la Calcemia?
L’esame, come detto, misura i livelli di calcio nel sangue e viene prescritto insieme ad altri esami di routine o quando si sospettano patologie renali, tiroidee o ossee.
L’esame riporta i valori del calcio totale, sia quello in forma libera che quello legato alle proteine plasmatiche, e può evidenziare una bassa concentrazione di calcio, ipocalcemia, o un eccesso di calcio, ipercalcemia.
Entrambe le condizioni possono essere determinate da cause varie, e sebbene siano spesso asintomatiche, possono anche comportare sintomi gravi.
Calcemia bassa.
Si parla di calcemia bassa o “ipocalcemia” quando i valori di calcio sierico scendono al di sotto di 8,8 mg/dl. Le cause sono diverse ed i sintomi non sempre sono presenti.
La terapia non è univoca ma viene impostata dal medico in base alle cause che hanno determinato l'abbassamento della calcemia.
Le principali cause di ipocalcemia.
Le principali cause di ipocalcemia derivano da condizioni sia patologiche che non.
Tra le patologie che provocano una diminuzione della concentrazione sierica di calcio abbiamo:
- Ipoparatiroidismo, una patologia in cui si ha una ridotta o assente secrezione del paratormone da parte delle ghiandole paratiroidi. Questa condizione si verifica spesso in caso di intervento chirurgico volto ad asportare la tiroide, durante il quale si possono verificare danni a carico delle ghiandole paratiroidee.
- Insufficienza renale cronica, a causa dello squilibrio elettrolitico causato da questa patologia. In particolare a causa del malfunzionamento dei reni abbiamo un eccesso di fosforo ed una diminuzione di calcio legati ad una mancata inattivazione della vitamina D a livello renale.
- Patologie legate alla carenza di vitamina D ed al suo metabolismo quali il rachitismo e l'osteomalacia.
- Pseudoipoparatiroidismo, una patologia in cui, il paratormone è presente ma, a causa di un deficit genetico, gli organi bersaglio dell’ormone non rispondono come dovrebbero.
- Pancreatite, a causa di agenti chelanti (molecole che si legano ad un minerale o ad un metallo favorendone l'eliminazione) che vengono messi in circolo a causa dell'infiammazione a carico del pancreas.
- Alcalosi metabolica, un'alterazione del pH corporeo legata a diverse condizioni patologiche.
Tra le cause non patologiche figurano invece:
- Problemi di natura alimentare quali un elevato consumo di alcol (che interferisce con il metabolismo del calcio).
- Deficit di vitamina D causato da malassorbimento intestinale o da ridotto introito con la dieta.
- Stato generale di malnutrizione.
- Gravidanza, a causa del maggiore fabbisogno di calcio che talvolta non riesce ad essere soddisfatto con la dieta.
- Utilizzo di farmaci quali i bifosfonati, che vanno a inibire il processo di riassorbimento dell'osso e di conseguenza abbassano la concentrazione di calcio plasmatica.
Quali sono i sintomi?
Nella maggior parte dei casi l'ipocalcemia è asintomatica. Qualora si verifichino delle manifestazioni sintomatiche queste possono essere:
- Sintomi neuromuscolari, con episodi di tetano (contrazione muscolare persistente), irritabilità, spasmi muscolari, formicolii, scosse muscolari, convulsioni, laringospasmi e broncospasmi.
- Sintomi cardiaci, quali aritmie, palpitazioni, abbassamento della pressione sanguigna, blocco cardiaco ed insufficienza cardiaca.
- Insorgenza di calcificazioni ectopiche, cioè al di fuori dell'osso.
- Deficit cognitivi a causa dell'insorgenza di encefalopatia diffusa.
- Segno di Chvostek, ovvero una contrazione involontaria dei muscoli facciali.
- Segno di Trousseau, ovvero uno spasmo a livello della mano che si manifesta quando si interrompe l'afflusso di sangue all'arto (per esempio utilizzando un laccio emostatico).
- Problemi alla pelle, con presenza di cute secca e squamosa, capelli spessi al tatto e unghia molto fragile.
Calcemia alta.
Quando si hanno valori di calcemia superiori a 10,6 mg/dl siamo in una condizione che prende il nome di “ipercalcemia”.
Un eccesso di calcio nel sangue è solitamente conseguenza di una patologia ed anche in questo caso, la terapia non è univoca ma è strettamente legata alla condizione che ha determinato l'aumento del calcio.
Le cause dell’ipercalcemia.
La maggior parte delle cause di ipercalcemia è di natura patologica, sebbene vi siano alcune cause non patologiche, come l'assunzione di alcuni farmaci (come per esempio gli antiacidi o i diuretici tiazinici), un eccesso di vitamina D, la nutrizione parenterale o la prolungata immobilizzazione, che possono provocare l'aumento di calcio. Tra le cause patologiche possiamo citare:
- Iperparatiroidismo, una condizione in cui si ha un eccesso di secrezione di paratormone. L'iperparatiroidismo può essere primario, cioè legato a cause genetiche, o secondario cioè causato da una patologia.
- Tumori ossei o metastasi ossee che determinano un continuo rimodellamento dell'osso con conseguente immissione in circolo di calcio.
- Tumori del sangue quali mieloma multiplo e linfomi, e tumori solidi quali carcinoma polmonare o renale, che producono delle particolari cellule infiammatorie (tra cui l'interleuchina 6) responsabili dell'attivazione degli osteoclasti e quindi del rimodellamento osseo.
- Acidosi metabolica, una condizione in cui si ha una variazione del pH corporeo conseguente a diverse patologie.
- Acromegalia, una patologia causata dall'eccessiva produzione di ormone della crescita (GH) che tra i suoi ruoli ha anche quello di intervenire sul rimodellamento osseo.
- Sarcoidosi, una patologia in cui si ha la formazione di granulomi in diverse sedi del corpo. L'ipercalcemia è determinata dall'aumentata secrezione di vitamina D da parte dei granulomi stessi.
- Patologie genetiche come l'ipercalcemia idiopatica dell'infanzia, la sindrome di Williams e la sindrome dell'ipercalcemia ipocalciurica familiare.
- Osteopatia di Paget, una patologia ossea in cui si ha un'alterazione dell'equilibrio tra le cellule che demoliscono l'osso (gli osteoclasti) e le cellule che formano l'osso (gli osteoblasti), ed una conseguente alterazione della calcemia.
- Morbo di Addison, una patologia a carico delle ghiandole surrenali in cui si ha una riduzione degli ormoni secreti da tali ghiandole con conseguente insorgenza di squilibri metabolici ed elettrolitici (tra cui anche l'ipercalcemia).
Sintomi della calcemia alta.
Se presente in forma lieve, l'ipercalcemia può essere del tutto asintomatica. Tuttavia in molti casi possono manifestarsi sintomi quali:
- Problemi muscolo - scheletrici come debolezza muscolare, osteoporosi, astenia e dolori alle ossa.
- Problemi renali come acidosi tubulare, nefrolitiasi, insufficienza renale, poliuria (aumento della quantità di urine), nicturia (aumento della frequenza della minzione durante la notte) e polidipsia (aumento della sete).
- Dolori addominali con presenza di stipsi, nausea e vomito.
- Aritmie cardiache, bradicardia (riduzione della frequenza del battito cardiaco) e aumento della pressione sanguigna.
- Alterazioni neurologiche quali difficoltà di concentrazione, depressione, letargia, confusione mentale, deliri, psicosi e coma.
- Nei casi più gravi può manifestarsi uno shock che porta a morte il soggetto.
La terapia.
La terapia dell’ipocalcemia e dell’ipercalcemia patologica non è univoca ed è strettamente legata alla causa scatenante. Per tale motivo sarà il medico, una volta compiute le dovute indagini diagnostiche, a stabilire come procedere per il singolo caso.
Per quanto riguarda l’ipocalcemia derivante da condizioni non patologiche è possibile assumere degli integratori di calcio o di vitamina D per cercare di riportare i valori nella norma, rivolgendosi comunque sempre al proprio medico.
In caso invece di ipercalcemia derivante da eccesso di farmaci o di vitamina D basterà sospenderne l’assunzione finché i valori non torneranno nella norma.