Carenza di ferro sintomi e conseguenze
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Più comune nelle donne, rara negli uomini, la carenza di ferro può manifestarsi per svariati motivi. La sintomatologia che deriva dal deficit di questo minerale comprende una serie di disturbi che rileva l’importanza del ferro per il corretto funzionamento dell’organismo…
Come si manifesta la carenza di ferro?
la sintomatologia della carenza di ferro è quella della principale patologia che essa provoca ossia quella dell’anemia sideropenica.
Va detto che tale sintomatologia si instaura molto lentamente, infatti, quando si intaccano le riserve di ferro il midollo osseo continua a produrre globuli rossi. Anche quando le riserve sono esaurite, in un periodo iniziale si continuano a produrre globuli rossi anche se con più lentezza. Quando la produzione di globuli rossi si blocca e ed i valori di emoglobina scendono al di sotto di 10 g/dl si iniziano ad avvertire i sintomi dell’anemia.
Per poter descrivere il quadro clinico e quindi i sintomi da carenza di ferro occorre richiamare la stretta connessione tra ferro ed emoglobina ed ancora spendere qualche parola sul metabolismo del ferro.
Cosa è l’emoglobina.
L’emoglobina è il maggior costituente dei globuli rossi cellule del sangue deputate al trasporto dell’ossigeno nel corpo e quindi attori essenziali della funzione respiratoria. Al sangue essa conferisce anche il suo caratteristico colore rosso.
L ’emoglobina chimicamente è una proteina globulare quaternaria ossia formata dall’insieme di 4 distinte catene proteiche o globuli legate insieme in una complessa struttura tridimensionale. Ognuno di detti globuli porta al suo interno quello che viene denominato gruppo EME: ossia una protoporfirina che coordina un atomo di ferro. Ed è proprio grazie alla presenza di tale atomo di ferro che l’emoglobina riesce a svolgere il suo compito. Il ferro del gruppo EME gode, infatti, della proprietà di legare in maniera labile e quindi reversibile una molecola di ossigeno.
L’emoglobina lega quindi l’ossigeno nei polmoni e trasportata dal sangue raggiunge le cellule in periferia dove lo cede per raccogliere la CO2. Anidride carbonica che è il sottoprodotto delle reazioni metaboliche cellulari che si svolgono grazie alla presenza dell’ossigeno trasportato.
Il metabolismo del ferro.
Il ferro che giunge a noi attraverso gli alimenti viene assorbito dal corpo nell’intestino in quantità che varia con il nostro fabbisogno. In parole più semplice l’intestino ne assorbe di più quando ne aumenta la necessità e viceversa.
Il ferro giunge a noi con i nutrienti in 2 diverse forme:
- La forma EME. Ossia coordinato in una protoporfirina. E la forma più facilmente assorbile ed è quella che ci viene dagli alimenti di origine animale (carni di vario tipo).
- La forma metallica. Ossia sotto forma di ione. L’assorbimento è più difficile che nella forma EME. Può a seconda del numero di ossidazione essere presente come Fe2+ o Fe3+. Il primo tipo di ione è più facilmente assorbibile e perciò se è presente sotto la forma Fe3+ deve essere ridotto. Sovrintendono a tale compito i succhi gastrici acidi. Il ferro in forma metallica ci viene dagli alimenti di origine vegetale legumi e verdure a foglia larga.
I principali sintomi del deficit marziale.
Da quanto detto è evidente che una carenza di ferro viene manifestata con la sofferenza di tutti i distretti e gli organi del corpo. I sintomi principali possono così riassumersi:
Colorito cereo.
La pelle riflette precocemente il deficit di ferro in quanto minore quantità di emoglobina prodotta si riflette in una diminuzione dei globuli rossi totali del sangue e quindi del normale colorito rosaceo che l’epidermide lascia trasparire normalmente. Ovviamente le zone maggiormente vascolarizzate (ossia che presentano un maggior numero di capillari) manifesteranno per prime un insolito pallore: le labbra appaiono più chiare, l’interno della bocca ha un colorito rosaceo invece che rosso, diminuiscono i capillari a livello del sacco congiuntivale, cosa che su livello sovrastante, ossia le occhiaie si riflette nella comparsa di un alone scuro dovuto proprio alla ridotta circolazione sanguigna.
Freddo.
Un flusso sanguigno rallentato condiziona anche la termoregolazione soprattutto alla periferia del corpo (mani, piedi, arti), per cui i soggetti in cui il ferro è carente soffrono il freddo.
Stanchezza cronica anche dopo sforzi minimi.
La carenza di ferro e dunque di emoglobina si traduce nella diminuzione dell’ossigenazione dei muscoli che, al minimo sforzo, non essendo adeguatamente riforniti di ossigeno e ripuliti dall’anidride carbonica di scarto, perdono la loro capacità di recupero.
Affanno e mancanza di fiato.
La circolazione sanguigna rallenta in carenza di ferro portando ad una diminuzione della pressione sanguigna. Nel tentativo di aumentare l'ossigenazione dei tessuti sopperendo al deficit di emoglobina, l’organismo tenta di immettere più ossigeno nel sangue aumentando la frequenza cardiaca e quindi l’introduzione di aria attraverso i polmoni.
Vertigini.
La carenza di un’adeguata ossigenazione a livello cerebrale porta inevitabilmente alla sofferenza di quest’organo che si manifesta inizialmente con momentanei giramenti di testa (vertigini), ma nelle carenze di ferro più gravi anche con dolori alla testa e frequenti cefalee dovute proprio ad un inadeguato afflusso di sangue al cervello.
Anomalie del battito cardiaco.
Quello cardiaco è il muscolo che per eccellenza, lavorando senza sosta, necessita di grandi quantità di ossigeno. Per questo, la riduzione del flusso sanguigno si può tradurre in un’alterazione del battito cardiaco (aritmie).
Ulcerazioni alla bocca e alla lingua.
Quando il cavo orale non viene adeguatamente irrorato dal sangue va incontro a disidratazione che a lungo andare porta all’apertura di fastidiose ferite, dette ulcere, a livello della lingua e ai lati della bocca (cheilite angolare).
Unghie e capelli fragili.
Le unghie e i capelli risentono della carenza di ferro non solo perché, come gli altri tessuti, ricevono il nutrimento e l’ossigenazione dal sangue, ma anche per il fatto che il ferro rappresenta un costituente essenziale della cheratina, molecola che struttura il capello e l’unghia. Per questo, quando il ferro manca le unghie appaiono deboli e si spezzano facilmente e la caduta dei capelli si intensifica rispetto al normale.
Amenorrea.
Nelle donne, attraverso il ciclo mestruale, si registrano regolari perdite ematiche. Tuttavia, in carenza di ferro l’organismo mette in atto un arresto temporaneo delle mestruazioni che può durare anche per più mesi (amenorrea), finalizzato a preservare la quantità di ferro ancora presente nel corpo, evitandone un’ulteriore perdita.
Problemi alle mucose dell’esofago.
Nelle carenze di ferro più gravi, si possono avere anche bruciori all’esofago e difficoltà a deglutire disturbi dovuti alla scarsa irrorazione sanguigna del tessuto di rivestimento esofageo.
Prurito.
La carenza di emoglobina causa alterazioni nell’ossigenazione della pelle che maggiormente suscettibile a irritazioni e dermatiti può manifestare prurito diffuso.
Sintomi psicologici.
Il cervello necessita di un apporto costante di nutrienti e ossigeno attraverso il flusso sanguigno. Un’alterata ossigenazione del cervello, come avviene in carenza di ferro, porta a degli squilibri nella funzionalità di alcune aree cerebrali causando depressione intervallati a stati d’ansia, stati di confusione, nausea e diminuita capacità di concentrazione.
La presenza e la gravità di questi sintomi varia in base all'entità della carenza di ferro e, in genere, si tratta di manifestazioni reversibili che scompaiono quando il ferro viene nuovamente introdotto nell’organismo tornando ai livelli normali.
Cause e conseguenze della carenza di ferro.
Il deficit di ferro può essere causato da uno o più fattori:
- Dieta sbilanciata: un’alimentazione carente di alimenti ricchi di ferro come la carne, i legumi, le verdure provoca a lungo andare, la carenza di questo minerale.
- Patologie intestinali: anche se introdotto con i cibi il ferro potrebbe non essere assorbito se presenti affezioni a carico dell’intestino o iperacidità gastrica.
- Perdite ematiche: emorragie frequenti o di grave entità possono provocare carenze di ferro anche gravi.
- Gravidanza e allattamento: lo sviluppo e la crescita del feto, come la produzione di latte materno, richiede una maggiore quantità di ferro, quando tale richiesta non viene soddisfatta la madre va in contro alla carenza del minerale.
Relazione tra carenza di ferro e anemia.
La conseguenza immediata del deficit marziale (di ferro) è l’instaurarsi di una condizione patologica detta anemia sideropenica.
L’anemia è una patologia che si sviluppa quando la concentrazione ematica dell’emoglobina raggiunge valori che sono inferiori a quelli ritenuti fisiologici. I valori ritenuti limite per la concentrazione di emoglobina sono 13 g//dl negli uomini e 12 g/dl nelle donne. L’anemia è più frequente nelle donne, le quali, con le mestruazioni, perdono mensilmente una quota importante di ferro.
I globuli rossi sono sintetizzati dal midollo osseo in un processo denominato eritropoiesi. Hanno una vita media di circa 120 giorni e vengono distrutti nella milza e nel fegato. Alla distruzione degli eritrociti il ferro viene comunque recuperato e riciclato dal corpo. Il processo di eritropoiesi è regolato da una proteina: la eritropoietina che stimola la sintesi dell’emoglobina. Sintesi che richiede apporto di ferro che viene fornito dalle riserve dell’organismo.
E evidente da quanto detto che una carenza di ferro induce una diminuzione della concentrazione ematica di emoglobina e quindi una anemia che perciò viene denominata sideropenica o da carenza di ferro o da carenza marziale.
Le conseguenze della carenza di ferro hanno un impatto maggiore:
- nei bambini, nei quali il deficit di questo minerale provoca anche ritardi nell’accrescimento osseo e quindi staturale.
- negli sportivi, nei quali la mancata ossigenazione dei muscoli sotto sforzo può causare dolori muscolari e irregolarità nel battito cardiaco.
- negli anziani nei quali le funzioni cognitive e cerebrali già compromesse dalla senilità e dalle patologie ad essa annesse, possono peggiorare a causa del mancato apporto di ossigeno al cervello.