Cataratta primaria o secondaria: sintomi, intervento e complicazioni

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Approfondiamo i sintomi e le cause della cataratta primaria e di quella secondaria. Scopriamo come viene effettuato l’intervento di sostituzione del cristallino e quali sono le possibili complicazioni.

Cosa è la cataratta?

La cataratta è una malattia dell’occhio conseguenza di una progressiva degenerazione del cristallino che per svariate cause diviene via via più opaco e rigido.

Approfondimento sul cristallino.

Il cristallino è la lente biconvessa accomodabile che insieme alla cornea consente all'occhio di mettere a fuoco le radiazioni luminose convogliandole sul sensore dell’apparato visivo che è la retina (svolge funzioni analoghe a quelle della pellicola in una macchina fotografica).

Il cristallino è costituito da proteine trasparenti che sono raccolte in strati concentrici, intorno ad un nucleo centrale, in una capsula simile ad sacco di cellophane.

La funzione di accomodazione (capacità di modificare la propria curvatura e quindi la propria lunghezza focale) gli viene conferita dall'azione dei muscoli ciliari a cui è collegato attraverso l’apparato zonulare.

Il suo potere rifrattivo, in condizioni normali, è di circa 18 diottrie.

Col trascorrere degli anni, il cristallino perde di elasticità. Tutto ciò inficia le sue capacità di accomodamento e provoca la presbiopia (difficoltà a mettere a fuoco sorgenti luminose poste a brevi distanze dal globo oculare). A tale problema si accompagna anche quello ben più serio di una progressiva perdita di trasparenza ed il conseguente ingiallimento. Condizione che determina l’insorgere della cataratta.

A causa della opacizzazione delle proteine che lo costituiscono, la luce ha difficoltà ad attraversare il cristallino e durante il percorso subisce diffrazione dei raggi luminosi.

Tale situazione si traduce in una progressiva perdita di acuità visiva con risultati simili a quelli che si hanno quando si osserva uno oggetto attraverso un vetro sempre più appannato.

Il processo di degenerazione è generalmente molto lento, nell'ordine di diversi anni, e non è accompagnato da ulteriori sintomi. Risulta però inesorabile ed alla fine conduce alla totale perdita della vista. La cataratta può interessare un solo occhio ma più spesso tutti e due.

La cataratta è un problema diffusissimo. Per rendersi conto dell’entità del fenomeno basta considerare un semplice dato: dei circa 35.000.000 di ciechi che vivono sulla terra poco più della metà, ovvero 18.000.000, hanno perso la vista per l’insorgere della cataratta.

Tipologie di cataratta: primaria e secondaria.

Da quanto detto è chiaro che la cataratta è una caratteristica della vecchiaia ma può anche insorgere in seguito a numerose patologie per cui si può avere una prima classificazione della cataratta in:

Cataratta primaria.

Si parla di cataratta primaria se la perdita di elasticità, di trasparenza del cristallino è legata al passare del tempo.

Cataratta secondaria.

La cataratta è detta secondaria se è conseguenza di un trauma oculare o malattie infettive dell’occhio o ancora di malattie sistemiche.

Cataratta secondaria post intervento.

Si parla di cataratta secondaria post intervento quando si opacizza la capsula del cristallino dopo che questo, con un intervento chirurgico, è stato sostituito con una lente in plastica. Il cristallino artificiale, infatti, viene alloggiato nella capsula naturale e può accadere che mesi o addirittura anni dopo, essa si inspessisca ed opacizzi.

Questa evenienza si verifica in un soggetto su quattro e può essere ovviata con una semplice tecnica chirurgica che utilizza uno yag laser col quale viene praticata una piccola apertura nella capsula per consentire il passaggio dei raggi luminosi.

La cataratta primaria o secondaria può inoltre classificarsi :

In funzione della regione in cui la cataratta si sviluppa, ossia secondo un criterio topografico, possiamo avere:

Cataratta nucleare.

Se la regione del cristallino interessata è quella centrale. Provoca una iniziale miopia che compensa la presbiopia dell’età. Col trascorrere del tempo il cristallino si opacizza ed ingiallisce ed il visus rimane severamente compromesso.

Cataratta subcapsulare posteriore.

Se la regione del cristallino interessata è quella della capsula su cui si posiziona la regione posteriore del cristallino.

Cataratta corticale.

Se il processo degenerativo del cristallino inizia dai bordi esterni della sacca che racchiude le proteine nota come corteccia.

In funzione della evoluzione dell’opacità del cristallino possiamo avere:

Cataratta incipiente.

Se l’opacizzazione della lente procede in tempi rapidi.

Cataratta iniziale.

Se l’opacizzazione è accumulata in una sola piccola area della lente.

Cataratta tumescente.

Se la malattia è accompagnata da un notevole impregnamento di acqua del cristallino con rigonfiamento che schiaccia le strutture contigue. E’ tipica della cataratta conseguente a un preesistente diabete mellito.

Cataratta matura.

Se il processo di denaturazione delle proteine del cristallino è in fase avanzata ed interessa l’intera lente che ha perso ogni trasparenza e si presenta biancastra. In tale situazione naturalmente l’acuità visiva è completamente compromessa.

Cataratta ipermatura.

Se le fibre del cristallino oltre ad essere divenute opache e biancastre iniziano a rammollirsi.

Cataratta di Morgagni.

E’ una cataratta ipermatura in cui la corteccia si è ammorbidita ed il nucleo opacizzato ed indurito più pesante si abbassa galleggiando in un fluido lattiginoso.

In funzione dell’eziologia le cataratte possono classificarsi in:

Sintomi che si affiancano all'opacizzazione del cristallino.

Come si è già detto, la cataratta si evolve quasi sempre con molta lentezza e comunque nella fase iniziale interessa solo una piccola area del cristallino. Per tali motivi i sintomi, che colpiscono essenzialmente il visus (capacità visiva), sono estremamente blandi.

Pertanto occhiali graduati e illuminazione potente rendono il disturbo più che tollerabile almeno nella prima fase.

Ma col progredire del processo di denaturazione delle proteine, che si manifesta con una colorazione bianca della pupilla sempre più marcata, mentre il cristallino diviene sempre più opaco, si concretizza il quadro clinico che segue:

Complicanze.

La cataratta ipermatura, quando il cristallino oltre ad opacizzarsi tende anche a liquefarsi, aumentando il rischio di formazione di glaucoma, patologia che causa un irreversibile danno al nervo ottico.

Cause e fattori di rischio che determinano l'insorgere delle cataratta.

Le cause che possono determinare l’insorgere della cataratta sono molteplici, inoltre si è acclarato che un certo numero di condizioni aumentano le probabilità di svilupparla. Le più significative sono:

Fattori di rischio:

Alcuni autori sostengono che tra i fattori che aumentano il rischio di sviluppare la cataratta vi sia una dieta con eccessivo consumo di carne. In realtà non esiste alcuna evidenza in tal senso. La sola evidenza in merito è quella verificata da alcuni studi che rilevano una più bassa incidenza di cataratta nella popolazione dei vegetariani. Ma tutto ciò prova solo che l’elevato consumo di composti antiossidanti tipico della dieta vegetariana riduce il rischio di incappare nel problema.

Cause.

Diagnosi della malattia che può compromettere la vista.

Per poter diagnosticare la cataratta, lo specialista, dopo aver analizzato la storia anamnesica e l’insieme dei sintomi, sottopone il paziente ad una accurata visita oculistica. Questa presuppone l’esecuzione dei test che di seguito riportiamo.

Trattamento della cataratta.

Allo stato attuale non esiste alcun farmaco che sia in grado di curare o rallentare l’insorgere della cataratta pertanto la sola terapia efficace è di tipo invasivo ed è l’operazione chirurgica.

Dato che la cataratta procede di solito in maniera lenta e che non produce danni alle altre strutture degli occhi, almeno in una lunga fase iniziale, si ha tutto il tempo per concordare col medico quando effettuare l’intervento. Di solito si effettua l’operazione quando il disturbo inizia a intaccare la qualità della vita.

Intervento chirurgico: inserimento di un cristallino artificiale.

Attualmente l’intervento, tranne casi particolari, viene effettuato ambulatorialmente in anestesia locale (instillando nell'occhio poche gocce di anestetico) e subito dopo si ritorna a casa. Le incisioni (2) che si effettuano sono piccolissime tanto da non richiedere sutura ed il recupero proprio per la ridottissima invasività avviene nell'ordine di pochi giorni.

La tecnica operatoria che viene utilizzata va sotto il nome di facoemulsificazione.

Vediamo in cosa consiste:

Come detto subito dopo l’intervento si ritorna a casa e la ripresa completa delle normali attività avviene dopo pochi giorni. Il cristallino artificiale non è accomodabile (non può variare la curvatura) e pertanto occorreranno occhiali o lenti a contatto di correzione.

E’ possibile, per correggere difetti preesistenti, introdurre lenti appositamente progettate a tale scopo. Attualmente sono disponibili lenti artificiali accomodabili ma sono costose e poco affidabili e non sono coperte dal sistema sanitario nazionale.

L’operazione di cataratta risolve il problema che non può più ripresentarsi perchè la lente artificiale è immutabile nel tempo.

Complicazioni dell’intervento.

L’intervento di cataratta è l’operazione chirurgica che si effettua con maggior frequenza e come tale è super-collaudata e raramente presenta complicazioni. Tuttavia è pur sempre un intervento di chirurgia oftalmica maggiore che richiede, per una buona riuscita, abilità ed esperienza dell’operatore sanitario per una buona riuscita.

I rischi ad essa correlati sono:

Ricordiamo che talvolta, dopo l’intervento, può manifestarsi la cataratta secondaria, un ispessimento ed opacizzazione della capsula. Il problema può essere risolto con un successivo intervento semplice e veloce che usa un laser YAG (particolare laser a stato solido).

E’ possibile prevenire la patologia?

Non esiste la certezza scientifica di comportamenti che possono prevenire o quantomeno rallentare la cataratta. Nonostante tutto ciò i medici sono del parere che comportamenti che minimizzano i fattori di rischio elencati possano essere utili.

E perciò:

sono considerate condizioni che prevengono o ritardano lo sviluppo della cataratta.

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