Colecistite: sintomi, terapia e dieta per la colecisti infiammata
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La colecistite è una patologia infiammatoria a carico della cistifellea o colecisti. Analizziamo quali sono i sintomi che caratterizzano questa patologia, in quali casi è possibile tenere il problema sotto controllo con una dieta e quando invece, è necessario ricorrere all’operazione.
Colecistite: cos’è?
La colecistite è un’infiammazione che colpisce la parete della colecisti, comunemente nota anche come cistifellea. Al pari di tutti i tipi di infiammazione, la colecistite può presentarsi in forma acuta o in forma cronica ed è solitamente causata da calcoli (circa nell’80% dei casi), ma può avere anche cause diverse (20% dei casi) .
Ma cos'è la cistifellea?
La cistifellea è un piccolo organo che si colloca appena sotto il fegato e coadiuva il processo digestivo. E’ di colore verde-grigio, comunemente lungo tra 7 e 10 centimetri, largo tra 2,5 e 3,5 centimetri e spesso fino ad un massimo di 2 millimetri e ha una capacità di immagazzinare liquidi di diverse decine di millilitri. Nel caso specifico il liquido immagazzinato è la bile, prodotta e proveniente dal fegato e che la cistifellea stessa accumula durante il digiuno e poi riversa nel tratto iniziale dell’intestino tenue al momento della digestione al fine di facilitare proprio il processo digestivo di sostanze quali grassi e vitamine.
Tipologie dell'infiammazione acuta e cronica.
L’infiammazione acuta della colecisti, nota anche come colecistite acuta, può essere di vari tipi:
Litiasica: se sono presenti calcoli biliari.
La colecistite è detta litiasica quando l’infiammazione dell’organo è dovuta alla presenza di calcoli biliari che ostacolano il passaggio della bile. I calcoli premono sulle pareti della cistifellea e la bile ristagnante fa proliferare i batteri. Non è ancora certa la causa che provoca la formazione di calcoli, ma si ritiene che essi siano dovuti ad un eccesso di colesterolo che, solidifica dando vita a dei cristalli che irritano la colecisti.
Alitiasica: se non sono presenti calcoli biliari.
La colecistite è detta alitiasica quando l’infiammazione non è dovuta alla presenza di calcoli, ma ad altre cause che innescano l’infiammazione in seguito alla stasi della bile. E’ una forma più comune nei soggetti anziani e nei bambini.
Flemmonosa.
L’infiammazione della cistifellea è dovuta in questo caso a batteri che si infiltrano nei tessuti connettivi e infettano la bile che si accumula nella cistifellea provocando edema e pus.
Idropica.
E’ una tipologia di colecistite in l’infiammazione è causata da calcoli che ostruendo il dotto cistico fanno sì che l’organo si riempia di bile e muco prodotto dalla colecisti stessa.
Enfisematosa.
E’ una tipologia di colecistite acuta prodotta da germi, tra cui l’Escherichia coli, che invadono la mucosa producendo gas. Questa forma di infiammazione è maggiormente presente in soggetti affetti da diabete mellito o da ipertensione e aterosclerosi.
Acuta.
La colecistite acuta è un'infiammazione, che inizia improvvisamente, solitamente a causa dell'ostruzione, da parte di un calcolo, del dotto cistico. Può avere anche altre cause.
Cronica.
L’infiammazione cronica della colecisti invece, anche nota come colecistite cronica, è una condizione che presenta recidive dovute al riacutizzarsi dell’infiammazione causata da calcoli esistenti.
Cause dell’infiammazione della colecisti.
Esaminiamo le cause principali che possono portare all'insorgenza dei vari tipi di colecistite.
Calcoli biliari.
Normalmente, il fegato sintetizza il colesterolo che si ritrova in soluzione all'interno della bile che è costituita da fosfolipidi e acidi biliari, oltre che da acqua e bilirubina (pigmento biliare). A volte può succedere che gli acidi biliari o il colesterolo o entrambi, precipitino a causa di un disequilibrio chimico; questo porta alla formazione di aggregati cristallini chiamati calcoli che possono andare a posizionarsi a livello del dotto cistico ostruendolo e causando accumulo di bile all’interno della colecisti con successiva infiammazione dell’organo . Se tale stato persiste,si può avere infezione della colecisti.
Approfondisci i sintomi e le cure per i calcoli alla colecisti.
Altre cause.
In una piccola percentuale di casi, la colecistite può non essere causata da calcoli.
La colecistite senza calcoli è più rara e può verificarsi in seguito a condizioni quali:
- infezioni batteriche o virali,
- interventi chirurgici importanti e stati traumatologici gravi,
- ustioni,
- diabete,
- anemia,
- setticemia,
- fratture.
In seguito a queste condizioni si può avere una stasi dell’intestino (l’intestino si ferma), e questo può portare ad infiammazione della colecisti in quanto se si ferma l’intestino, in generale vi è una stasi dei liquidi corporei tra i quali la bile che permanendo per più tempo all'interno della cistifellea può infettarsi e portare ad infiammazione.
Sintomi della colecistite acuta.
Come tutti i fenomeni infiammatori acuti si presenta all'improvviso con sintomi quali:
- Dolore forte e ininterrotto (le cosiddette coliche) per almeno sei ore a livello dell’addome, più nello specifico a livello del quadrante superiore destro con estensione posteriore a livello della zona sottostante la scapola destra.
- Febbre, anche molto alta, associata al fenomeno infiammatorio o infettivo.
- Nausea e vomito possono presentarsi, ma la colecistite può anche non essere caratterizzata dall'insorgenza di questi due sintomi.
- Brividi.
- Ittero (lo ritroviamo soprattutto nella colecistite litiasica, anche nota come colecistite calcolosa), ossia colorazione giallastra della pelle e delle congiuntive con feci chiare e urine scure, a causa dell’innalzamento nel sangue dei livelli di bilirubina.
Se entro 24 ore, dopo aver sottoposto il paziente a terapia farmacologica, la sintomatologia della colecistite acuta litiasica non migliora, è necessario l’intervento chirurgico per la rimozione dell’organo a meno che non vi siano condizioni particolari associate allo stato generale di salute del paziente.
La colecistite alitiasica invece va incontro ad intervento chirurgico solo nel caso in cui sia necessario.
Conseguenze della colecisti infiammata: gangrena e perforazione.
Le conseguenze della colecistite calcolosa, possono essere varie a seconda della presenza o meno di infezione, in quanto la calcolosi che caratterizza le colecistiti litiasiche può andare incontro ad infezione se non diagnosticata e trattata in tempo.
Se non si riesce ad arginare l’infezione, questa può portare alla necrosi delle pareti dell’organo con successiva gangrena (colecistite gangrenosa).
Sia la colecistite batterica che quella non batterica, possono portare alla perforazione della colecisti (colecistite perforata) e al riversamento di liquido all'interno del peritoneo con successiva peritonite.
Quando la colecisti è infiammata in maniera cronica, le recidive, man mano che si presentano, danneggiano l’organo che oltre a modificarsi nella forma, assolve sempre più difficilmente alle sue funzioni. Inoltre se non trattata, la colecistite cronica può portare, in una piccola percentuale dei casi, allo sviluppo del tumore alla colecisti.
Diagnosi: analisi ed ecografia.
La diagnosi di colecistite può essere fatta oltre che tramite analisi dei sintomi, anche attraverso un’analisi del sangue, che dovrebbe mostrare valori aumentati dei globuli bianchi a conferma dell’infiammazione e dell’eventuale infezione in atto, ed esami di diagnostica per immagini quali:
- Ecografia della cistifellea che evidenzia l'eventuale presenza di calcoli.
- Colescintigrafia, un esame che viene svolto iniettando per via endovenosa una sostanza radioattiva. Attraverso un monitor è possibile vedere le immagini di fegato, vie biliari, cistifellea e intestino tenue. L'esame è utile quando si sospetta una colecistite alitiasica acuta.
- La tomografia computerizzata (TC) dell’addome che serve ed evidenziare alcune complicanze della colecistite, come la pancreatite.
Terapia per la cistifellea infiammata.
La terapia per il trattamento della colecistite, consiste in una fase conservativa basata su farmaci, alimentazione e nell'intervento chirurgico.
Farmaci.
Per alleviare la sintomatologia dell infiammazione alla cistifellea occorre somministrare:
- analgesici per il trattamento del dolore,
- antinfiammatori non steroidei per la riduzione dell’infiammazione (vengono usati in particolar modo i farmaci anche noti come FANS, tra cui diclofenac o paracetamolo),
- antibiotici, nel caso vi sia sovrainfezione batterica (quelli maggiormente utilizzati sono i beta-lattamici, nello specifico penicilline e cefalosporine),
- antispastici, quali ad esempio il buscopan, al fine di rilassare la muscolatura liscia gastrointestinale e attenuare il dolore causato dalle coliche.
Nei pazienti con colecistite litiasica che decidono di non sottoporsi a colecistectomia o, nei pazienti che per qualsiasi ragione non possono affrontare l’intervento di rimozione della cistifellea, molto utile e molto utilizzato è l’acido ursodesossicolico che è in grado di dissolvere in maniera parziale i calcoli di colesterolo.
Rimedi naturali per lenire l’infiammazione.
Oltre alla terapia farmacologica vi sono poi rimedi fitoterapici quali il rosmarino, che regolarizza la motilità della colecisti e contrasta la calcolosi biliare, il fico d’india, che è utile sia per la calcolosi biliare che per l’infiammazione, l’acero e il frassino che oltre a contrastare la calcolosi biliare sono utili per il trattamento delle discinesie delle vie biliari e il secondo ha inoltre attività antinfiammatoria.
Tra i rimedi omeopatici di rilevanza invece troviamo Chelidonium majus e Magnesia Phosphorica per il trattamento del dolore alla colecisti e Citrullus colocyntis per il trattamento oltre che delle coliche anche della calcolosi biliare
Dieta per la colecistite.
Avendo letto tutto ciò sicuramente una domanda che vi sarete fatti è la seguente: “E’ possibile prevenire l’insorgenza della colecistite, magari attraverso l’alimentazione? Se sì, cosa mangiare? Che dieta seguire? ”.
Dato che i calcoli biliari, che come abbiamo detto rappresentano la causa principale dell’insorgenza della colecistite, sono il risultato della precipitazione e successiva formazione di cristalli da parte degli acidi biliari e/o del colesterolo, la prima cosa da fare e la più importante è sicuramente quella di seguire una dieta a basso contenuto di grassi, in particolare colesterolo.
Bisogna quindi limitare il consumo di alimenti quali formaggi stagionati, burro, lardo, strutto, carni grasse (tra cui pancetta e salsiccia), carni bianche con la pelle, uova, latte (soprattutto intero, di capra, di pecora), oli vegetali.
Inoltre bisogna seguire una dieta a basso contenuto proteico, limitando quindi il consumo di alimenti quali salumi vari (tra cui prosciutto cotto e crudo, bresaola), formaggi, tonno e carni varie (in particolar modo agnello, maiale e pollo).
E’ bene invece mangiare più frutta e verdura.
Intervento chirurgico.
L’intervento diventa necessario quando la colecistite è complicata da gangrena o perforata o quando gli episodi di coliche si susseguono rapidamente.
La colecistectomia consiste nell'asportazione della cistifellea che viene eseguita generalmente in via laparoscopica ed in anestesia generale.
Il chirurgo accede all'addome con piccole incisioni attraverso le quali vengono inserite cannule dette trocar, al cui interno vengono inseriti piccoli strumenti chirurgici per l’operazione manovrati attraverso una microcamera a fibre ottiche che riporta le immagini su uno schermo.
Il post-operatorio.
Il decorso post-operatorio dopo una colecistectomia è breve e solitamente benigno.
Dopo una degenza di pochi giorni(2/3) il paziente può ritornare a casa e dopo 7/10 giorni può riprendere la normale vita lavorativa.
Rischi e possibili complicanze.
La colecistectomia è un intervento che presenta un rischio bassissimo di complicanze gravi, meno dell’1%.
Tra le complicanze comuni a tutti gli interventi vi sono: possibili sanguinamenti, infezioni, lesioni delle vie biliari.
Una piccola percentuale di pazienti può sviluppare, in seguito all'intervento, la cosiddetta Sindrome post-colecistectomia che può essere cronica o transitoria.
La sindrome consiste nel perdurare di sintomi, quali disturbi intestinali e dolore nella parte destra dell’addome, anche dopo il normale decorso post-operatorio.