Corea di Huntington: sintomi, trasmissione, cause e cure della malattia
La corea di Huntington, è una patologia genetica a trasmissione autosomica dominante causata da una mutazione del gene HTT. I sintomi compaiono all'incirca tra i 30 ed i 50 anni di età e possono comportare complicanze molto serie. La patologia ha prognosi infausta, ma quali sono le terapie per migliorare la qualità di vita del paziente?
Cos’è la Corea di Huntington?
La corea di Huntington, è una malattia genetica ereditaria di tipo neurodegenerativo, che causa una progressiva perdita della coordinazione muscolare associata a disturbi psichici di varia entità e ad un declino cognitivo. I sintomi possono comparire a qualsiasi età, ma si manifestano prevalentemente in soggetti di età compresa tra i 30 ed i 50 anni, sebbene esista una forma molto rara della patologia chiamata malattia di “Huntington giovanile (o JHD)” i cui sintomi insorgono prima dei 20 anni. L’incidenza è di 5 - 10 casi ogni 100000 persone, e solo nella popolazione europea - caucasica è di 1 - 2 casi ogni 10000 - 20000 persone. In Italia si stima che vi siano circa 6000 soggetti affetti e che ve ne siano almeno altri 18000 a rischio di svilupparla.
Come viene classificata la patologia.
Caratteristica della malattia, è la mutazione del gene HTT che codifica la proteina huntingtina, che si trova localizzato sul cromosoma 4.
La mutazione è data dall "espansione di triplette", consiste cioè nell'avere un sovrannumero di triplette di basi azotate (in questo caso particolare la tripletta coinvolta è CAG corrispondente alle basi azotate citosina - adenina - guanina), che causa, al momento della sintesi proteica, la formazione di una proteina alterata (HTT mutata) che porta danni e morte dei neuroni del cervello.
E’ una malattia genetica a trasmissione autosomica dominante, cioè il soggetto ammalato eredita da un genitore, a sua volta affetto dalla patologia, una copia del gene contenente la mutazione (allele dominante).
In che percentuale viene trasmesso il gene mutato?
La percentuale di trasmissione del gene mutato da genitore a figlio è del 50%, ovvero ogni singolo figlio che nasce da una coppia in cui uno dei due è affetto dalla malattia avrà il 50% di possibilità di sviluppare a sua volta la patologia. Essendo una patologia autosomica, ovvero non legata ai cromosomi sessuali ma agli autosomi (gli altri cromosomi presenti nel patrimonio genetico di un individuo) sia i figli maschi che le figlie femmine avranno la possibilità di ereditare la malattia. La maggior parte degli individui affetti ha un fenotipo eterozigote, contiene cioè una copia del gene normale ereditata dal genitore sano, ed una copia del gene mutato ereditata dal genitore malato. Qualora entrambi i genitori siano affetti dalla patologia può nascere un soggetto omozigote dominante (che ha cioè entrambi i geni mutati) ma in questo caso la patologia è manifesta sin da bambini in forma molto grave e solitamente si ha la morte del soggetto prima del raggiungimento dell'età fertile.
Come si sviluppa la malattia di Huntington.
La possibilità di sviluppare la corea di Huntington dipende dal numero di ripetizioni delle triplette CAG.
In particolare possiamo fare la seguente classificazione:
- Quando il numero di ripetizioni è inferiore a 26, non vi è alcuna possibilità che si sviluppi e non c'è nessun rischio nemmeno per la progenie.
- Se il numero di ripetizioni è compreso tra 27 e 35, il rischio è intermedio, la patologia non si svilupperà nel genitore ma vi sarà una probabilità (inferiore al 50%) che si sviluppi nella progenie.
- Quando il numero di ripetizioni va da 36 a 39, la malattia può o meno svilupparsi (non si può prevedere dipende dai singoli casi) ma la progenie avrà il 50% di possibilità di svilupparla.
- Se il numero di ripetizioni supera 40, si avrà il sicuro sviluppo della patologia nel genitore e la progenie avrà il 50% di possibilità di sviluppare a sua volta la malattia.
Come riconoscere i sintomi della mutazione genetica?
La malattia di Huntington, coinvolge essenzialmente la sfera emotiva, psichica e motoria.
Possiamo suddividere la sintomatologia in:
- Disturbi motori: i sintomi motori principali sono rappresentati dalla "corea", (dal greco danza) cioè da un insieme di movimenti involontari o di scatti che non sono controllabili da parte del paziente. Oltre a questi, compaiono anche difficoltà di deglutizione, problemi nella coordinazione dei movimenti e nell'equilibrio, difficoltà a camminare, acinesia (ovvero la difficoltà ad iniziare un movimento volontario), rallentamento dei movimenti oculari, fino ad avere contrazione muscolare permanente con rigidità muscolare e paralisi.
- Sintomi psichiatrici e comportamentali: si possono presentare disturbi dell'umore, irritabilità, depressione, crisi d'ansia, svuotamento affettivo (cioè incapacità di provare sentimenti), apatia, psicosi, disturbi ossessivo - compulsivi, demenza, aggressività.
- Disturbi cognitivi: si verificano difficoltà di concentrazione, incapacità di pianificare le azioni, problemi nel linguaggio (afasia, cioè incapacità di comprendere o esprimere le parole, oppure disartria, cioè il non saper più pronunciare correttamente le frasi), perdita di memoria e dei ricordi, incapacità di affrontare nuove situazioni, perdita delle capacità organizzative.
- Alterazioni del ritmo sonno - veglia: con insonnia e difficoltà a prendere sonno.
Stadi della malattia di Huntington.
Gli stadi della malattia, sono ben distinti, ed evidenziano il suo carattere neurodegenerativo. Possiamo suddividere la comparsa dei sintomi in 6 stadi che complessivamente vengono inseriti in tre distinte fasi:
- Fase iniziale (stadio 1 - 2): è la fase in cui i sintomi compaiono in maniera lieve e sfumata. Si iniziano ad avere leggere perdite di coordinazione, si ha difficoltà a concentrarsi, si fanno movimenti involontari e iniziano a comparire i primi sintomi psichici quali depressione ed irritabilità.
- Fase intermedia (stadio 3 - 4): inizia la fase di "corea" cioè aumentano i movimenti involontari, compaiono i primi problemi di linguaggio con difficoltà di deglutizione. Le capacità logico - cognitive risultano parzialmente compromesse (come ad esempio viene meno la capacità di fare ragionamenti). Tale fase può essere a sua volta suddivisa in:
- Fase intermedia iniziale, in cui la persona è ancora in grado di svolgere autonomamente le attività quotidiane.
- Fase intermedia tardiva, quando le attività quotidiane non si possono più svolgere in piena autonomia ma si ha bisogno di un piccolo aiuto.
- Fase avanzata (stadio 5 - 6): quella terminale della malattia in cui si ha una grave corea, cioè i movimenti involontari diventano ampi e frequenti, fino a provocare contrazioni muscolari persistenti (distonia) e rigidità muscolare. Diventa difficoltoso parlare, camminare e mangiare (con conseguente perdita di peso) e si ha una grave compromissione delle capacità cognitive. Come la precedente, anche questa fase, può essere suddivisa in:
- Fase avanzata iniziale, in cui il soggetto, anche se non più autonomo, può ancora essere assistito a domicilio dalla propria famiglia.
- Fase avanzata tardiva, in cui il soggetto non può più essere gestito a domicilio ma va ricoverato presso un'adeguata struttura.
Complicanze e disagi fisici di questa patologia genetica.
La prognosi della corea di Huntington, è infausta e la sopravvivenza media dopo la comparsa dei primi sintomi, è di circa 20 anni.
La maggior parte dei soggetti muore per delle complicanze legate alla malattia, tra le quali le più comuni sono:
- Polmonite da inalazione, che insorge a causa della compromissione dei movimenti (inclusi quelli respiratori), e dell'aumentato rischio di inalare sostanze quali alimenti, bevande, polveri e così via.
- Patologie cardiache ed insufficienza cardiaca, legate probabilmente alla natura neurodegenerativa.
- Suicidio, probabilmente a causa della consapevolezza della propria malattia. Dei soggetti affetti il 27% fa almeno un tentativo di suicido ma solo il 7,3% effettivamente porta a compimento il gesto estremo.
- Soffocamento, legato alle difficoltà di deglutizione ed in generale alla diminuzione delle capacità muscolari.
- Malnutrizione, legata anche qui alle difficoltà nell’ingoiare che determina un'incapacità di mangiare correttamente ed avere il giusto apporto di nutrienti.
- Cadute involontarie, legate all'incapacità di coordinazione dei movimenti ed alla difficoltà ad eseguirli.
Come diagnosticare la malattia?
La diagnosi della corea di Huntington, si basa essenzialmente sulla valutazione dei sintomi e sulla storia familiare del paziente, ed inoltre, per avere ulteriore conferma, possono essere utilizzate tecniche di imaging come tac o risonanza magnetica per visualizzare eventuali atrofie delle zone cerebrali coinvolte. Tuttavia, il modo più sicuro per fare una diagnosi, è il test genetico, che può essere eseguito sia a scopo diagnostico che preventivo (qualora vi siano casi in famiglia e si pensa di mettere al mondo un figlio).
Come si esegue il test genetico?
Il test genetico si può eseguire nelle seguenti modalità:
- Si può eseguire sia in una persona sintomatica per confermare la diagnosi, che in una persona asintomatica come screening. In questo secondo caso la persona deve avere raggiunto la maggiore età.
- Si esegue mediante un prelievo di sangue, attraverso il quale, con metodiche molecolari, si andrà a visualizzare il numero di ripetizioni della tripletta CAG.
- Il risultato non stabilisce se, quando e come la patologia si svilupperà (a meno che non siano già presenti i sintomi), ma indica soltanto la predisposizione del soggetto.
Qualora il test indichi una predisposizione e si voglia pianificare una famiglia, è possibile rivolgersi a strutture che praticano la fecondazione assistita con diagnosi genetica pre impianto, in modo da scartare gli embrioni affetti dalla mutazione genetica ed impiantare solo quelli sani, avendo la certezza di avere una progenie sana e di non trasmettere la malattia.
In alternativa è possibile eseguire, tramite amniocentesi o prelievo di villi coriali, uno screening genetico direttamente sul feto per decidere eventualmente, in caso questo risulti predisposto allo sviluppo della patologia, di interrompere la gravidanza.
Puoi approfondire come si esegue l'amniocentesi.
Terapie e ricerca per alleviare i sintomi della corea di Huntington.
Come precedentemente accennato, la corea di Huntington è una patologia a prognosi infausta, le cui terapie attualmente sono volte solo ad alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita. Le speranze per i soggetti affetti, sono poste nelle numerose linee di ricerca. Dato il decorso della malattia essa è inserita nelle categorie di invalidità come malattia cronica ed invalidante e il malato ha diritto all'esenzione ticket.
Il trattamento medico e le cure.
La malattia della corea di Huntington, prevede l'utilizzo di tecniche riabilitative e di farmaci in base alla fase in cui si trova il paziente. In particolare:
- Nella fase sintomatica iniziale, il paziente è sottoposto a tecniche di fisioterapia e riabilitazione per cercare di controllare il più possibile i movimenti. Inoltre può essere d'aiuto l'intervento di un logopedista per cercare di migliorare eventuali lievi disturbi della parola e di uno psicologo per contrastare i sintomi psichici quali irritabilità e depressione.
- I farmaci da utilizzare nella fase iniziale sono da ritenersi utili solo se presenti sintomi comportamentali di grave entità. Si utilizzano farmaci neurolettici in combinazione secondo diversi protocolli (ad esempio olanzapina e valproato, oppure olanzapina, valproato e pimozide). Qualora si presentino in contemporanea sintomi depressivi e psichici gravi possono essere somministrati inibitori della ricaptazione della serotonina e benzodiazepine.
- Nelle fasi avanzate, possono essere somministrati altri neurolettici come la clozapina, e dei farmaci per il trattamento dell'ipocinesia (cioè della riduzione della capacità di muoversi) come la xenazina.
- Nelle fasi intermedia e avanzata, è molto importante fare attenzione al tipo di alimentazione seguita, optando per una dieta liquida o semiliquida a base di brodi, succhi di frutta, omogeneizzati e semolino, in modo da ridurre gli eventuali rischi di soffocamento legati alle difficoltà di deglutizione.
Sviluppo e indagine.
Attualmente vi sono numerose linee di ricerca sulla corea di Huntington le quali si prefiggono lo scopo di:
- Diminuire la produzione della proteina huntingtina anomala, mediante tecniche di silenziamento genico che sopprimono il gene che codifica per la proteina ed impediscono quindi la sintesi di quest'ultima.
- Migliorare il metabolismo delle cellule neuronali, ad esempio una ricerca attuale si basa sull'uso di trieptanoato di glicerina per migliorare il metabolismo energetico cerebrale.
- Migliorare in generale la sopravvivenza delle cellule neuronali, attraverso l'utilizzo di diverse sostanze che possono ripristinare i collegamenti sinaptici e ridurre l'aggregazione della proteina huntingtina a livello neuronale.
- Ripristinare la funzione mitocondriale, per la quale attualmente è stata sviluppata una linea di ricerca secondo cui bloccando la proteina BNip3, si riuscirebbe a ripristinare la funzione mitocondriale danneggiata dalla presenza della huntingtina mutata.
- Sostituire le cellule neuronali danneggiate, utilizzando il trapianto diretto di quelle staminali nelle aree cerebrali danneggiate.