Densitometria ossea: cos' è e come si esegue l'esame moc
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La densitometria ossea serve per valutare la concentrazione di minerali nell’osso. Scopriamo come si esegue, in quali casi è consigliata, quali sono i rischi della MOC, quali sono le diverse tipologie e come leggere i risultati dell'indagine.
Che cos'è la densitometria ossea?
La densitometria ossea, chiamata anche con la sigla MOC che significa “Mineralometria Ossea Computerizzata", è una tecnica diagnostica che serve a valutare la quantità di minerali, in particolare del calcio, presente nelle ossa.
A cosa serve?
L'esame è utilizzato per stabilirne la concentrazione, mediante l'utilizzo dei raggi X o di ultrasuoni. Il parametro così ottenuto indica se le ossa sono in salute oppure se sono a rischio di fratture o se è presente qualche patologia. È un esame che si esegue in tutte le fasce d'età, sia negli adulti che negli anziani, ma anche nei bambini poiché spesso i processi osteoporotici dell'adulto si manifestano a partire dall'età infantile.
Tipologie: si utilizzano i raggi X o gli ultrasuoni.
Per valutare il contenuto di minerali dell'osso la densitometria può essere eseguita sfruttando due tipologie di particelle, i raggi X e gli ultrasuoni. In realtà vi sono altre tipologie di moc, come quella a singolo o a doppio raggio fotonico, che però non risultano attualmente in uso per via di un rapporto costi - benefici sfavorevole.
DEXA.
Questa metodica, la cui sigla sta per Dual X-ray Absorptiometry, sfrutta l'utilizzo dei raggi X per determinare la concentrazione di minerali dell'osso. Il principio su cui si basa è quello dell'attenuazione fotonica, secondo cui un fascio di radiazioni quando penetra attraverso un tessuto viene rallentato in proporzione alla composizione del tessuto stesso.
QUS.
Con questa metodica, la cui sigla significa Ultrasonografia Quantitativa, vengono utilizzati gli ultrasuoni per determinare la densità ossea. È un esame analogo all'ecografia che sfrutta la capacità degli ultrasuoni di trasmettere un eco mediante il quale si determina la struttura del distretto corporeo che si sta analizzando. La QUS oltre a fornire informazioni sulla densità ossea, è in grado di determinare anche altre caratteristiche dell'osso come la microarchitettura (utile per valutare la presenza di eventuali microfratture), la resistenza e l'elasticità.
La densitometria ossea può essere eseguita su diversi segmenti ossei, ognuno dei quali può essere utilizzato per un particolare iter diagnostico.
I segmenti presi in considerazione sono:
Densitometria ossea lombare.
In questo caso il segmento che viene preso in considerazione è il rachide lombare della colonna vertebrale, cioè la porzione di vertebre che vanno da L1 ad L5. L'analisi del tratto lombare è utilizzata prevalentemente per la diagnosi di osteoporosi e di artrosi e può essere eseguita sia negli adulti sia nei bambini. La metodica utilizzata è la DEXA.
Densitometria ossea femorale.
Come quella lombare, si esegue mediante metodica DEXA e viene utilizzata prevalentemente negli anziani ed in generale in coloro che superano i 65 anni, poiché il femore è una delle ossa più esposte al rischio di fratture in questi soggetti.
Densitometria del calcagno.
Si esegue a livello delle ossa del tallone del piede, mediante la metodica QUS. In questo caso, essendo utilizzati gli ultrasuoni e non i raggi X, questa metodica può essere eseguita più frequentemente e risulta utile per valutare il decorso dell'osteoporosi nel tempo. Inoltre, essendo il calcagno uno dei primi distretti corporei in cui si manifesta l'osteoporosi, può essere utilizzata anche per la diagnosi precoce di questo disturbo.
Densitometria delle falangi.
L'esame in questo caso si esegue nelle falangi prossimali delle dita della mano, escluso il pollice, e, come nel caso del calcagno, prevede l'utilizzo della metodica ad ultrasuoni. Anche in questo caso, come nel precedente, è utilizzata per monitorare lo stato di osteoporosi nel tempo poiché può essere eseguita frequentemente perchè non prevede l'utilizzo di radiazioni.
Total body.
In questo caso la densitometria ossea valuta l'intero scheletro dell'individuo tramite metodica DEXA.
Quando effettuare la densitometria?
La densitometria ossea serve prevalentemente per la diagnosi di osteoporosi, una patologia che provoca la perdita di minerali nell'osso e che espone quindi il soggetto a rischio di fratture.
Tuttavia l'esame può essere utilizzato anche per diagnosticare altre patologie legate alla mineralizzazione ossea.
Approfondisci le cause ed i fattori di rischio dell'osteoporosi
Le indicazioni per sottoporsi a densitometria sono le seguenti:
- Soggetti anziani: in particolare donne sopra i 65 anni di età e uomini sopra i 70 anni di età. In questi soggetti, infatti, a causa dell'usura e del passare del tempo, le ossa sono più fragili e più esposte al rischio di fratture.
- Donne in menopausa precoce: in cui la menopausa si sia manifestata al di sotto dei 45 anni, oppure donne in menopausa da almeno dieci anni o ancora donne in menopausa chirurgica (che hanno cioè subito l'asportazione delle ovaie e dell'utero). In questo caso si consiglia la densitometria poichè la caduta degli estrogeni è una delle principali cause di osteoporosi.
Quali sono le cause della menopausa precoce? Approfondisci.
- Sospetta malattia: che sia causa di osteopenia cioè di riduzione della massa dell'osso. Tra le patologie che causano, osteopenia c'è la celiachia, per cui in questo caso la densitometria è utile per tutti quei bambini in cui si sospetta un'intolleranza al glutine.
- Farmaci che predispongono alla malattia: nel caso in cui si utilizzino farmaci che predispongono all'osteopatia come immunosoppressori, antiepilettici o cortisone a dosi elevate e per lungo periodo.
- Carenze alimentari: in tutti quei casi in cui vi siano problemi di mancanza di calcio e di vitamina D. In questo caso la densitometria è utile per valutare i danni della malnutrizione.
- Patologie che provocano la demineralizzazione dell'osso: quando si sospetta la presenza di patologie che provocano la demineralizzazione dell'osso come per esempio l'insufficienza renale, il morbo di Cushing, l'ipertiroidismo, il rachitismo, l'artrite reumatoide, l'osteomalacia e l'iperparatiroidismo.
- Familiarità: soggetti in cui vi sia una forte familiarità per l'osteoporosi, oppure soggetti che fanno abuso di alcol e fumo, due vizi che causano demineralizzazione ossea.
- Metodica total body: per atleti, obesi e diabetici. Questa valutazione total body si utilizza molto negli sportivi in quanto fornisce come informazioni non solo la densità dell'osso ma anche le quantità di massa magra e massa grassa presenti nell'organismo e consente quindi all'atleta di conoscere l'esatta composizione corporea al fine di seguire un allenamento adeguato. Oltre che negli atleti questa metodica può essere utilizzata anche nei diabetici e negli obesi per valutare eventuali anomalie nella composizione corporea legate alla patologia.
Ogni quando farla?
Di solito la densitometria ossea è un esame di screening che va ripetuto ogni anno per valutare le modifiche della massa ossea o per tenere sotto controllo i progressi nel tempo di una terapia.
La frequenza con cui sottoporsi all'esame verrà indicata dal medico sulla base dei risultati ottenuti con la densitometria.
Come si esegue l’esame moc.
La densitometria ossea è un esame semplice e rapido che non richiede alcuna preparazione prima della sua esecuzione. Non è quindi richiesta una dieta particolare nei giorni che precedono l'esame, né è richiesta una particolare procedura da eseguire prima dell'esame stesso. Ha una durata variabile, tra i 10 e i 30 minuti in base alla scansione da effettuare e, una volta terminato, il paziente può tornare a svolgere le sue attività quotidiane senza alcuna limitazione.
La procedura è la seguente:
- Il medico, prima dell'esame, sottopone il paziente ad anamnesi e gli spiega come verrà eseguito l'esame, e a cosa serve. Fa inoltre firmare il consenso informato, obbligatorio prima dell'esecuzione di ogni esame.
- Il paziente viene poi invitato a sdraiarsi sul lettino o, in caso di QUS, a porre la mano o il tallone nell'apposito supporto indicato dal medico.
- Inizia l'acquisizione delle immagini da parte dell'apparecchio che, emettendo raggi X o ultrasuoni, valuta la composizione dell'osso e invia i risultati ad un computer.
- Finito l'esame il paziente sarà invitato a tornare a casa o a continuare le sue attività quotidiane e gli verranno indicati i tempi di consegna del referto, solitamente in base alle strutture il tempo di consegna può variare da 48 ore a cinque giorni dopo l'esecuzione dell'esame.
Rischi dell’indagine ossea.
La moc è un esame poco invasivo e non pericoloso in quanto la dose di radiazioni utilizzata è minima e per tale motivo può essere eseguito anche nei bambini.
L'unica controindicazione reale è la gravidanza poiché, seppur minima, la dose di radiazioni potrebbe essere comunque dannosa per il feto.
Quanto costa?
Per quanto riguarda i costi, il ministero della Sanità ha stilato una lista di situazioni in cui è possibile, tramite richiesta del medico curante, sottoporsi all'esame avvalendosi dell'esenzione ticket e quindi a costo zero.
I casi in cui non si paga il ticket sono:
- Nel caso in cui il soggetto abbia riportato fratture causate da fragilità ossea.
- In tutti quei casi in cui una precedente densitometria o un esame radiologico abbia evidenziato la presenza di osteoporosi.
- Nei casi in cui si evidenziano patologie legate allo sviluppo di osteoporosi.
- Nel caso in cui il soggetto sia sottoposto a terapie che possono provocare demineralizzazione dell'osso.
- Nei casi di eccessiva magrezza con un indice di massa corporea inferiore a 19.
- In tutti i casi in cui si verifichi una menopausa precoce, prima dei 45 anni.
In tutti gli altri casi, il costo varia in base alle strutture, se si esegue presso una struttura pubblica vi sarà il pagamento del ticket che varia in base alle regioni e che solitamente è intorno ai 30 - 40 euro, mentre presso una struttura privata il costo può essere anche molto alto, sui 100 - 130 euro, ma i tempi di attesa per l'esecuzione dell'esame sono nettamente più brevi rispetto a quelli di una struttura pubblica.
Risultati della densitometria ossea: quali sono i valori di riferimento?
I risultati della densitometria ossea sono forniti sotto forma di grafico, che mette in relazione la densità dell'osso con il rischio di frattura, e di valori numerici. Questi ultimi vengono definiti sulla base di due indici il T - score e lo Z - score.
Il T - score è un indice che esprime il valore ottenuto in termini di risultati medi riscontrati nella popolazione, ovvero calcola la deviazione standard tra il risultato ottenuto e il valore medio di quel risultato nella popolazione. In altre parole con il T - score si va a capire quanto il valore ottenuto si discosta dal valore medio che si ottiene normalmente nella popolazione.
In base a questo indice possiamo avere i seguenti valori di riferimento per la salute dell'osso:
- Un T- score uguale a 0 indica che il soggetto ha una densità ossea buona e paragonabile a quella delle persone di giovane età.
- Un T - score maggiore o uguale a - 1 indica che il soggetto presenta una densità ossea normale per la sua età.
- Se il T - score è compreso tra - 1 e maggiore o uguale a - 2,5 il soggetto è affetto da osteopenia.
- Un valore di T - score inferiore a - 2,5 indica la presenza di osteoporosi di grado non severo.
- Se il valore di T - score è inferiore a - 2,5 e contemporaneamente vi è la presenza di fratture, siamo in presenza di osteoporosi severa.
In generale l'Organizzazione Mondiale della Sanità considera normale una densità dell'osso che sia inferiore alla norma di circa il 10%, basandosi sul risultato del T - score.
Lo Z - score è invece un parametro che esprime il valore ottenuto dalla densitometria in relazione al valore medio riscontrato in una popolazione che presenta la stessa età e lo stesso sesso del soggetto che è stato esaminato. Si utilizza prevalentemente in caso di densitometria ossea su bambini, adolescenti e soggetti che abbiano un'età inferiore ai 30 anni.
È da tenere presente che la densitometria ossea è un esame che prescrive il medico. Questi valori sono comunque indicativi e molto complessi per cui spesso nel risultato dell’esame non sono riportati, poiché l'interpretazione è molto complessa e può essere letta soltanto dallo specialista.