Depressione: sintomi, cause, cure e rimedi naturali
La depressione è il disturbo psichiatrico più diffuso nella nostra società . Ma in cosa consiste? Perché si manifesta e come si può curare? Vediamo insieme nel dettaglio i sintomi, le cause, le cure e gli eventuali rimedi naturali per questo disturbo dell’umore che interferisce con la qualità di vita.
Disturbi depressivi: cosa sono?
La depressione, è un patologico e persistente abbassamento del tono dell’umore, cioè del modo in cui gli affetti si manifestano. Insieme ai disturbi d’ansia, è una patologia molto diffusa. Si stima infatti, che in Italia circa l’11% della popolazione generale, abbia sofferto, almeno una volta nella propria vita, di un episodio depressivo. La cifra può essere addirittura considerata in sottostima, se si pensa che questo conteggio considera solo le persone che si rivolgono ai servizi sanitari, lasciando fuori quelle che, pur soffrendone, non ne parlano e non chiedono aiuto.
Distinguiamo, anzitutto, la differenza tra le alterazioni di umore e la depressione:
- Le alterazioni dell’umore, sono movimenti psichichi molto frequenti in tutti gli individui come le emozioni quali tristezza, gioia, euforia o disperazione che vengono sperimentati, da tutti i soggetti sani, di tutte le età, in seguito ad eventi percepiti come negativi (nel caso di tristezza e disperazione) o positivi (nel caso di gioia e euforia). Spesso, queste emozioni, hanno una breve durata per cui, dopo un momento di tristezza, il soggetto è solitamente pronto a gioire se gli accade qualcosa di positivo.
- Nella depressione, invece, la tristezza rappresenta l’emozione persistente e pervasiva del soggetto che ne soffre che non sembra provare emozioni positive in modo profondo e autentico provando emozioni negative per un lungo periodo. Le persone più a rischio, sono quelle anziane e le donne, ma non sono esenti uomini, adolescenti e bambini.
Come si manifesta questo disturbo dell’umore: sintomi e quadro clinico.
Nel corso degli anni, la comunità scientifica, si è parecchio concentrata sullo studio della depressione e sulla definizione dei suoi sintomi.
Oggi, il disturbo depressivo, viene diagnosticato a soggetti che manifestano un umore triste quasi tutti i giorni e per la maggior parte dei giorni, insieme ad una evidente diminuzione di interesse per quelle attività che fino a quel momento erano state svolte piacevolmente. Secondo il DSM IV tr, il “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali”, a questo quadro spesso si accompagnano:
- Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia).
- Sensazione di agitazione o rallentamento dei pensieri e/o del movimento del corpo,
- Facile faticabilità o mancanza di energia.
- Alterazioni del comportamento alimentare (inappetenza o iperfagia con conseguente perdita o aumento di peso).
- Difficoltà a concentrarsi.
- Sentimenti di autosvalutazione o colpa.
- Pensieri ricorrenti di morte che possono portare fino ad azioni suicidiarie.
La persona depressa, inoltre, può accusare sintomi fisici come nausea o mal di testa persistente e manifestare problemi esistenziali come la difficoltà nel fare progetti per il futuro, di qualsiasi tipo (lavorativo, familiare o scolastico), quindi appare estremamente negativo.
Il pensiero appare rallentato, confuso e poco lucido. Tali sintomi, possono combinarsi in modo differente e le varianti del quadro depressivo, risultano infinite proprio perché riflettono la soggettività dell’individuo, le sue aspirazioni e il suo stile di vita.
Quanti tipi di depressione esistono?
Le alterazioni patologiche del tono dell’umore, possono essere diverse e se escludiamo le alterazioni “up”, cioè le alterazioni verso l’alto del tono dell’umore (tipici degli stati definiti come maniacali), restano tutte le forme psicopatologiche di abbassamento del tono dell’umore (cioè le alterazioni “down”, verso il basso) che vengono generalmente definite depressive.
Tra queste, però, le manifestazioni e i sintomi non sono tutti uguali ed è possibile distinguere:
- Il disturbo depressivo maggiore, è il classico a cui solitamente ci si riferisce quando si pensa alla depressione, le cui caratteristiche sintomatologiche, sono quelle sopra descritte.
- La distimia, è invece meno grave rispetto al disturbo depressivo maggiore (non ci sono, per esempio, le idee suicidarie) ma più persistente e cronico (di durata almeno biennale).
- Il disturbo depressivo non altrimenti specificato è psicopatologico caratterizzato da un abbassamento del tono dell’umore che però non può essere meglio inquadrato come disturbo depressivo maggiore o distimia perché mancano uno o più criteri per tali diagnosi. Tra questi disturbi troviamo, per il sesso femminile, il disturbo disforico premestruale, caratterizzato dalla disforia dell’umore (abbassamento del tono dell’umore in senso depressivo a cui si aggiungono irritabilità, agitazione e nervosismo) in periodi che precedono il ciclo mestruale.
I sintomi depressivi, possono manifestarsi sia in altre alterazioni dell’umore che nella maggior parte dei disturbi psicopatologici. Nel caso dei disturbi dell’umore esistono, infatti, anche dei disturbi psicopatologici caratterizzati da un’alternanza patologica di stati depressivi e stati maniacali (disturbi bipolari e disturbo ciclotimico). Nel quadro clinico di altri disturbi psicopatologici, come i disturbi d’ansia, disturbi da abuso di sostanza, o disturbi di personalità, i sintomi depressivi sono spesso presenti, nonostante non rappresentino la principale caratteristica, ma sono identificativi della tonalità affettiva prevalente dei soggetti che ne sono affetti. Per questo motivo, possiamo dire che la sintomatologia depressiva può essere considerata trasversale a diversi disturbi psichici.
Esistono anche le depressioni reattive, cioè quelle conseguenti a determinati eventi (traumi, momenti di crisi, novità nella propria vita) ai quali l’individuo reagisce con un abbassamento del tono dell’umore.
Cause: perché insorge il mal di vivere?
La depressione si manifesta in comorbidità (cioè in associazione) con altri disturbi psichici, come per esempio quelli d’ansia o della personalità che, spesso, hanno alcune caratteristiche comuni con la depressione e può associarsi con:
- La fobia sociale, un disturbo d’ansia caratterizzato dal timore di comportarsi in modo imbarazzante o umiliante di fronte agli altri (come per esempio mangiare o parlare in pubblico). Spesso, si associa la tendenza all’isolamento sociale.
- Il disturbo borderline, o della personalità, è caratterizzato dall’incapacità a stabilire e mantenere relazioni sane, stabili e durature con gli altri e la tendenza a dipendere da sostanze (come droga, tabacco, etc.) o comportamenti (per esempio shopping).
Puoi approfondire le caratteristiche del disturbo borderline.
- I disturbi nevrotici in genere, caratterizzati da instabilità dell’umore, reazioni ansiose o similari nelle quali però il soggetto non perde mai il contatto con la realtà (come invece accade nei disturbi psicotici come la schizofrenia).
Partiamo dalle origini: da dove deriva questo disturbo psichico?
Come per tutti i disturbi della psiche, è impossibile parlare di “cause” della depressione. Il concetto di causa, infatti, fa riferimento ad un modello di spiegazione del funzionamento mentale basato su una causalità lineare secondo la quale esiste “una causa e un effetto”.
In psicologia, infatti, si parla di origine di eventi scatenanti o di fattori predisponenti.
Sulla base di questa premessa, è possibile distinguere ipotesi biologiche e ipotesi psicologiche che, però, non devono essere pensati in contrapposizione tra loro né in esclusione l’una con l’altra. Anzi, è solo attraverso l’integrazione di queste due prospettive che è possibile comprendere e trattare la depressione.
Tra le ipotesi biologiche troviamo:
- L’ipotesi genetica: familiari di persone che soffrono di depressione sono più a rischio depressivo di altre.
- L’ipotesi neurochimica: secondo cui nei pazienti depressi, ci sia un’alterazione del funzionamento di serotonina e noradrenalina, i neurotrasmettitori predisposti alla regolazione dell’umore.
- L’ipotesi endocrina: dove i pazienti sono affetti da un mal funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, l’asse neurologico coinvolto nella regolazione dell’umore.
Le ipotesi psicologiche, invece, si riferiscono a diverse situazioni di vita come:
- Eventi traumatici collettivi: come epidemie, terremoti, uragani, crisi economiche o guerre che sconvolgono l’equilibrio psichico e la salute degli individui.
- Eventi individuali traumatici: come un aborto, la perdita o il cambiamento di lavoro, una bocciatura, un lutto, una separazione, conflitti interpersonali. Si tratta di eventi che provocano una crisi individuale e in alcuni individui, può risolversi con l’insorgere della depressione.
- Eventi di vita naturali o positivi: come la menopausa, una gravidanza o la nascita di un figlio, che alterano il benessere dell’individuo o perché inattesi o perché il soggetto non era profondamente pronto a viverli.
- Periodi stressanti e frenetici: da un punto di vista lavorativo, di studio o familiari, ai quali il soggetto reagisce con una sensazione persistente di svuotamento e tristezza.
- Specifiche caratteristiche di personalità: (cause endogene della depressione), come la tendenza al perfezionismo (tratti ossessivi), al narcisismo, alla dipendenza da qualcuno (un partner o un genitore, per esempio) o da qualcosa (per esempio una droga o uno sport).
- Specifiche configurazioni familiari: caratterizzati da conflitti e scarsa espressione delle emozioni.
E’ possibile guarire dalla depressione?
Sì, è possibile e bisogna fare attenzione alle terapie prescritte perché spesso non si tratta di terapie semplici o prive di effetti collaterali.
A seconda della gravità del disturbo, potrebbe essere indispensabile l’assunzione di psicofarmaci. I farmaci prescritti per il trattamento dei disturbi depressivi, chiamati appunto antidepressivi, sono i più utilizzati e anche quelli più abusati.
I primi antidepressivi, chiamati “triciclici”, furono scoperti intorno agli ’50, ma attualmente sono diverse le tipologie di farmaci esistenti e differiscono per composizione, funzionamento, velocità di efficacia ed effetti collaterali ma hanno tutti lo stesso obiettivo: riportare la normale funzionalità neurotrasmettitoriale. |
Insieme agli psicofarmaci, è necessario la terapia psicologica, basata sulla relazione d’aiuto che si instaura tra il paziente e uno psicologo. Ne esistono diverse tipologie, quelle più efficaci per il trattamento della depressione sono:
- La terapia sistemico-relazionale: attraverso il coinvolgimento dei familiari, esplora il significato del sintomo depressivo all’interno del nucleo familiare e lo tratta in questo contesto.
- La terapia psicoanalitica: attraverso l’esplorazione del passato del paziente, si indaga come mai un soggetto, in condizioni di difficoltà, tenda a reagire con sintomi depressivi.
- La terapia cognitivo-comportamentale: che si focalizza sul pensiero e cerca di estinguere i pensieri negativi che caratterizzano gli stati depressivi.
I rimedi naturali che possono aiutare il tono dell’umore.
Secondo alcune correnti di pensiero, esistono delle strategie di cura della depressione diverse dall’assunzione degli psicofarmaci e dalla psicoterapia, questi fanno riferimento a:
- L’utilizzo dei fiori di Bach, tisane e oli essenziali rilassanti (per esempio alla valeriana) sostanze che sembrerebbero avere un effetto antidepressivo.
- La ricerca di attività rilassanti, che permettono di distogliere la mente dai pensieri negativi.
- La pratica di sport e movimento, che oltre a distrarre, permette di eliminare ormoni legati allo stress.
- Una sana e regolare alimentazione: possibilmente ricca di cibi grassi o zuccherati come noci, olio e pesci che facilitano l’innalzamento dei livelli di serotonina (si consiglia proprio per questo di ridurre o evitare il caffè). La ricerca di eventi, situazioni piacevoli come il contatto con la natura e la vita all’aria aperta con l’assunzione di cibi allegri e colorati, portano positività.
- L’instaurazione di relazioni autentiche e stabili, con amici con cui parlare della propria sofferenza evitando, quindi, di chiudersi e isolarsi.
Tuttavia, la reale efficacia di tali metodi è controversa e potremmo affermare che si tratta di rimedi utili solo nei casi di depressione molto lieve, per sintomi o per durata, o – meglio ancora – di suggerimenti da utilizzare insieme alle consuete terapie (farmacologiche e/o psicologiche). In altre parole, se soffrite di depressione non pensate di poter risolvere il vostro problema bevendo qualche tisana o facendo attività sportiva, sono sicuramente attività utili al benessere psicofisico, ma che devono essere supportate dall’aiuto di uno specialista.
La depressione e il contesto di riferimento. È importante ricordare che la depressione, così come le emozioni, devono essere sempre analizzata sulla base del contesto di vita di riferimento per capire quanto questa persistente tristezza sia effettivamente congruente alle situazioni di vita o apparentemente immotivata. Se, alla luce di tutte queste considerazioni, pensate di soffrire di depressione, dovreste rivolgervi a un medico che saprà rispondere alle vostre domande ed eventualmente indicarvi uno specialista cui rivolgervi. La stessa indicazione è utile se credete che un vostro familiare, un vostro amico o una qualsiasi persona a voi vicina possa soffrirne. Molto spesso, infatti, insorge e poiché rimane latente, non viene riconosciuta né dal soggetto che ne è affetto né da chi vi sta attorno. Il consiglio è quello di prendere consapevolezza della sofferenza e chiedere aiuto alle persone competenti, per evitare che tale disturbo possa cronicizzarsi. |