Dislessia adulti
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La dislessia colpisce anche i bambini ma continua a manifestarsi negli adulti. Vediamo quali sono i percorsi terapeutici per il recupero dei deficit causati dal disturbo di apprendimento.
La dislessia negli adulti: le caratteristiche.
E' credenza comune che la dislessia sia un disturbo che colpisce solo i bambini e i ragazzi. Purtroppo non è così, la dislessia continua a manifestarsi negli adulti nella stessa percentuale che colpisce i più giovani che va fino al 5% della popolazione.
Ciò può avvenire per uno dei seguenti motivi:
- la persona ha ricevuto la diagnosi in età scolare ma continua a manifestare disturbi nella lettura anche in età adulta (ipotesi più frequente). Infatti, è veramente molto difficile guarire dalla dislessia; un buon e costante allenamento può migliorare molto le prestazioni di lettura ma il disturbo persiste per tutta la vita.
- Il soggetto ha ricevuto una diagnosi di dislessia solo in età adulta in quanto il disturbo, seppur presente dall’infanzia, non è stato mai riconosciuto. Tale ritardo diagnostico, per fortuna molto raro, si può manifestare in gravi situazioni di deprivazione sociale (familiare e/o scolastica) che non ha permesso a insegnanti e/o genitori di accorgersi di questa difficoltà infantile. Inoltre, è necessario che entrambi i sistemi adulti (quello familiare e quello scolastico) si accorgano di questo disturbo e decidano, in sincronia, di occuparsene. In altre parole, quindi, non è possibile che la dislessia si manifesti solo in età adulta; molto probabilmente, infatti, i sintomi della dislessia erano già presenti durante il periodo scolare ma nessuno se ne era accoro.
Cosa è la dislessia?
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) insieme alla discalculia (difficoltà nel fare i calcoli matematici), alla disortografia (difficoltà a riprodurre in scrittura le parole) e alla disgrafia (difficoltà di scrittura).
La dislessia è un disturbo della lettura che si manifesta in assenza di deficit intellettivi, sensoriali e ambientali.
È possibile diagnosticare la dislessia sia in bambini che in adulti: infatti, sebbene gli esercizi e le cure possono di gran lunga migliorare le prestazioni di lettura di un soggetto dislessico, le difficoltà possono continuare a persistere anche in età adulta
I sintomi della dislessia in età adulta.
La dislessia si manifesta principalmente con un’importante difficoltà di lettura. A differenza dei soggetti normodotati, la lettura non diventa mai un processo automatico e si configura sempre come un’attività molto faticosa per il soggetto dislessico.
Il quadro sintomatologico della dislessia adulta non differisce molto da quello infantile. Infatti, i sintomi principali sono sempre:
- estrema lentezza nella lettura,
- ripetuti errori nella lettura: gli errori più comuni riguardano, per esempio, l’inversione dei numeri (il soggetto legge 43 al posto di 34) e l’inversione delle lettere (p al posto di q; d al posto di b).
Tuttavia, mentre i tipici sintomi della dislessia infantile (come la difficoltà a memorizzare i mesi dell’anno o i giorni della settimana, la difficoltà a leggere l’orologio o la difficoltà a distinguere la destra dalla sinistra) vengono solitamente eliminati con l’età e gli esercizi, in età adulta solitamente persistono:
- la difficoltà ad ascoltare e prendere appunti contemporaneamente;
- la difficoltà di concentrazione;
- la difficoltà a imparare un’altra lingua,
- difficoltà a interpretare simboli di diverso tipo (tipo note musicali).
Alcune volte, la dislessia è associata alla disgrafia e il soggetto riporta una generale avversione per i testi scritti.
Da un punto di vista psicologico, inoltre, la difficoltà nella lettura o nello svolgimento di compiti ad essa associati, può portare il soggetto a demotivarsi o ad avere una bassa autostima di sé e delle proprie capacità.
La confusione nella lettura o comunque nelle prestazioni scritte, può essere un ostacolo molto importante anche nelle attività lavorative del soggetto adulto dislessico. La lettura, infatti, è alla base di molte attività lavorative e il soggetto dislessico adulto può avere pertanto una importante compromissione delle proprie capacità.
A tutto ciò si aggiunge che, spesso, il soggetto dislessico prova vergogna per il suo disturbo e tende a nasconderlo, alimentando così la sua avversione per i compiti di lettura, specie se di fronte ad altre persone.
Come riconoscere il soggetto dislessico?
In età infantile, la diagnosi della dislessia viene solitamente effettuata da uno psicologo o da un neuropsichiatra infantile che esercitano privatamente o presso le Asl territoriali.
In età adulta, l’iter prevedrebbe la consultazione di un neuropsichiatra o di un neuropsicologo anche se, come abbiamo accennato, è veramente raro che una dislessia venga diagnosticata solo in età adulta. Solitamente, infatti, già a partire dalle scuole elementari il bambino dislessico viene individuato dagli insegnanti di classe che segnalano ai genitori e quindi alle figure scolastiche competenti: in particolare, la diagnosi di dislessia viene sospettata ufficialmente alla fine della seconda elementare e poi confermata all’inizio della terza.
In verità però, anche in prima elementare è possibile già notare alcuni segni precoci di dislessia; tuttavia, al fine di evitare falsi allarmismi, si tende ad aspettare un breve lasso di tempo prima della diagnosi dal momento che alcuni bambini possono avere tempi di apprendimento più lunghi rispetto ad altri e non per questo essere necessariamente dislessici o con un disturbo specifico dell’apprendimento.
Se i sintomi persistono, ci si rivolge solitamente ad uno specialista che con strumenti diagnostici adatti effettua una diagnosi della dislessia.
I test.
Tra gli strumenti diagnostici a disposizione dello specialista vi sono anche delle batterie di test finalizzati a valutare le capacità di lettura e scrittura del bambino, come per esempio le “Prove di lettura M.T.” Queste ultime vengono somministrate in 3 diversi momenti della valutazione: in ingresso, in itinere e alla fine, e consistono in prove di lettura di brani (la cui difficoltà varia a seconda della età) di cui si osserva:
- la velocità di lettura,
- la correttezza della lettura,
- la comprensione del brano letto.
Sulla base di questi parametri il professionista potrà stilare un profilo che indica quanto le capacità di lettura del soggetto siano più o meno paragonabili a quelli della maggior parte di individui della sua stessa età e dello stesso livello di scolarizzazione.
Un altro strumento di valutazione è, per esempio, la DDE (test per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva) che, oltre alla velocità e correttezza di lettura, valuta anche la correttezza di scrittura di parole e di non-parole (parole senza un significato).
I test utilizzati con i bambini sono chiaramente diversi da quelli usati per gli adulti in quanto tengono conto del livello di sviluppo e delle capacità acquisite. Con gli adulti, infatti, i test sono volti a misurare principalmente la lentezza di codifica di un testo scritto attraverso, per esempio, la richiesta di interpretazione di un brano.
Invalidità civile.
Sia in età adulta che infantile, la diagnosi certificata di dislessia consente l’accesso alle agevolazioni previste dalla legge 104/92, la legge sulla invalidità che offre ai portatori d’handicap (di diverso tipo) benefici, fiscali e non solo, a lavoro, a scuola e nella vita di tutti i giorni (permessi retribuiti, agevolazioni nell’acquisto di beni, etc.).
Cosa fare in caso di dislessia in età adulta?
La dislessia è un disturbo con origini genetiche, pertanto è impossibile che un individuo guarisca completamente.
In particolare, alcune ricerche scientifiche hanno rintracciato la causa della dislessia in una alterazione neurobiologica del funzionamento di alcuni gruppi di cellule neuronali implicate nei processi della lettura, confermando come il malfunzionamento sia cronico e destinato a non estinguersi.
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Tuttavia, esistono delle cure, anche molto efficaci, che permettono ad un soggetto dislessico di migliorare considerevolmente la sua qualità della vita.
Per i soggetti dislessici in età adulta non esistono ancora delle vere e proprie riabilitazioni come per l’utenza infantile, l’approccio sarebbe sempre di tipo logopedico e/o neuropsicologico anche se negli adulti il procedimento di recupero risulta un tantino più complesso per problemi di tempo e di immagine. Più indicati, dunque per gli adulti sono i trattamenti da svolgere a domicilio o in autonomia.
Esercizi e strategie compensative.
Tali trattamenti consistono in esercizi di composizione e scomposizione dei suoni del linguaggio uniti ad esercizi di riconoscimento visivo delle parole.
La Erickson, nota casa editrice di libri scolastici ed educativi, offre per esempio diversi testi ricchi di esercizi e strategie compensative utili per gli adulti dislessici. Si tratta di utili programmi informatici che possono essere acquistati con una spesa modica ed utilizzati a casa con il supporto di un esperto psicologo o neuropsichiatra. I trattamenti sono brevi ed intensivi, un esercizio, infatti, per essere utile, deve essere ripetuto almeno due volte a settimana, e in tal caso già in tre o quattro mesi si possono ottenere miglioramenti notevoli.
Solo in pochi casi, i dislessici adulti non riescono a trarre beneficio dalle metodologie attuali e lo studio della medicina è rivolto a scoprire le ragioni di tale resistenza.
Centri pubblici.
Attualmente in Italia non sono molti i centri pubblici che affrontano i disturbi dello sviluppo negli adulti, ma qualche passo comincia a muoversi in tale direzione.
All'Università di Modena e Reggio è stato attivato un servizio di diagnosi per adulti con sospetto di DSA in collaborazione l'Unità di Neurologia dell'Ospedale Santa Maria Nuova che offre anche indicazioni sui programmi di intervento.
Prognosi.
Come più volte ripetuto non si può guarire da questo disturbo dell'apprendimento. I migliori risultati si ottengono se la disabilità viene affrontata da piccoli.
Anche negli adulti, però, la dislessia può essere trattata intraprendendo un percorso specifico che nella maggior parte dei casi porta buoni risultati.