Displasia mammaria: sintomi e tipi (fibrosa, cistica, proliferativa ecc.)
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La displasia mammaria è un'alterazione della struttura lobulare e duttale del seno di tipo proliferativo che porta ad aumento di volume delle ghiandole. Ne esistono diverse tipologie, alcune asintomatiche altre che si manifestano con sintomi lievi e che non richiedono particolari trattamenti. Nei casi più seri si può ricorrere a farmaci antinfiammatori o svuotamento delle cisti per via chirurgica.
Cos’è la displasia mammaria?
Con il termine displasia mammaria (anormale sviluppo cellulare), si indica un'alterazione della struttura tissutale della mammella, in particolare delle strutture ghiandolari (cioè delle ghiandole presenti nel seno) e del tessuto connettivo.
È una condizione non patologica e assolutamente benigna, che però spesso, al momento della diagnosi, crea paure ingiustificate nelle donne, le quali pensano, erroneamente, che si tratti di un tumore. La displasia mammaria è molto frequente tra le alterazioni benigne del seno, si riscontra, infatti, nel 75% delle donne sintomatiche e nel 55 - 65% delle donne asintomatiche. La fascia di età in cui si manifesta più frequentemente è tra i 30 e i 50 anni, ma sono stati riscontrati casi anche in età inferiore ai 30 anni o superiore ai 50, sebbene con la menopausa la possibilità di presentare tale condizione si riduce drasticamente.
Le principali tipologie.
La displasia mammaria è conosciuta anche con il nome di “mastopatia fibrocistica proliferativa” per le caratteristiche strutturali del tessuto mammario alterato. Ne esistono diverse tipologie, classificabili in base a diversi criteri.
In base alla struttura mammaria colpita distinguiamo una displasia mammaria:
Lobulare.
La displasia è localizzata a livello dell'epitelio lobulare, quello che riveste i lobuli, ovvero una porzione delle strutture ghiandolari presenti nel seno.
Duttale.
E' localizzata soltanto a livello dell'epitelio duttale, quell'epitelio cioè che riveste i dotti galattofori, le strutture che dal lobulo portano le secrezioni (cioè il latte) al capezzolo.
Mista o diffusa.
E' definita anche diffusa, questa tipologia di displasia mammaria è sia duttale che lobulare e coinvolge l'intero tessuto mammario, compreso quello adiposo.
Proliferativa.
La displasia mammaria viene anche definita proliferativa poichè il meccanismo patogenetico di base è rappresentato dalla proliferazione delle cellule dell'epitelio duttale o lobulare che ne determina iperplasia, ovvero aumento di volume.
In base invece al tipo di alterazione presente nel tessuto mammario distinguiamo una displasia mammaria:
A piccole cisti.
La displasia è detta a piccole cisti quando sono presenti cisti molto piccole, sia isolate che a grappoli che diventano maggiormente evidenti in prossimità del ciclo mestruale. Questa tipologia di displasia mammaria è più diffusa nelle donne di età compresa tra 30 e 40 anni.
A grosse cisti.
E' tipica delle donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni, dove le cisti si presentano voluminose e rotondeggianti, contengono liquido e possono essere presenti in numero uguale o maggiore ad uno.
Atipica.
Le alterazioni cellulari, seppur benigne, hanno una struttura atipica, ovvero non sono quelle normalmente riscontrate in un caso tipico di displasia mammaria. In questo caso le alterazioni vanno controllate periodicamente poiché potrebbero evolvere in lesioni pre - cancerose, specialmente quando si è in presenza della forma complessa (dove le cellule presentano un elevato tasso di mitosi cioè di divisioni cellulari).
Fibrosa.
In tale displasia si ha una maggiore componente fibrosa rispetto alla componente cistica.
La displasia mammaria può essere monolaterale, presente cioè in uno solo dei due seni, o bilaterale, presente cioè in entrambi i seni.
Le cause: perchè si manifesta?
Le reali origini della displasia mammaria sono ad oggi sconosciute e le ipotesi più accreditate parlano di un disequilibrio tra gli ormoni femminili estrogeno e progesterone o di un eccessiva esposizione agli estrogeni, per esempio in caso di utilizzo della pillola anticoncezionale. Tali ipotesi vengono rafforzate dal fatto che in menopausa ed in gravidanza, si ha una netta riduzione della mastopatia fibrocistica e questo sembra proprio legato al cambiamento nell'assetto ormonale.
Come si manifesta?
La sintomatologia può essere assente o di lieve entità ed in generale possiamo avere sintomi quali:
- Tensione al seno con possibile aumento di volume delle mammelle specialmente in prossimità del ciclo mestruale.
Approfondisci le possibili cause di tensione mammaria.
- Seno dolente alla palpazione, con accentuata sensibilità al tatto (il seno fa male anche solo sfiorandolo) e con la sensazione di indurimento.
Puoi approfondire le cause di dolore al seno.
- Cisti che aumentano di volume diventando palpabili nel periodo che precede la comparsa delle mestruazioni, tanto che la donna può accorgersi della loro presenza mediante autopalpazione del seno. Una volta finito il ciclo mestruale le cisti tornano non palpabili o comunque diminuiscono notevolmente di volume.
Capire la diagnosi.
La diagnosi di displasia mammaria può essere fatta sia mediante “esame obiettivo” che tramite “tecniche di diagnostica strumentale”.
L'esame obiettivo consiste nella palpazione del seno da parte del senologo che in questo modo può evidenziare o meno la presenza di cisti o alterazioni fibrose.
Le indagini strumentali prevedono invece:
- L'esecuzione di un'ecografia al seno, che ha una sensibilità dell'80 - 90% nell'individuare la presenza di cisti e alterazioni fibrotiche.
- La mammografia nei casi in cui l'ecografia non riesce a chiarire la natura dei noduli, (un'indagine che viene eseguita mediante l'ausilio di raggi X e che evidenzia in modo più chiaro la struttura fibrosa, chiarendo se sono cisti oppure no).
Approfondisci come si esegue l'ecografia mammaria.
- Una biopsia della lesione nei casi in cui né l'ecografia né la mammografia riescano a chiarire la natura del nodulo. La biopsia deriva dal termine agoaspirato, in cui con un sottile ago si va a prelevare un campione di tessuto che verrà poi analizzato per chiarirne la natura.
La terapia più adatta alle diverse esigenze.
Nella maggior parte dei casi non è necessaria nessuna terapia per la displasia mammaria poiché questa non comporta nessun problema alla donna, se non qualche occasionale fastidio nel periodo che precede il ciclo mestruale.
Nei casi in cui i sintomi risultano molto intensi e limitanti per le attività quotidiane, è possibile ricorrere a dei farmaci quali:
- Antinfiammatori non steroidei (FANS) da banco come ibuprofene, ketoprofene e acido acetil salicilico.
- Antinfiammatori da applicare localmente per ridurre il gonfiore e la tensione mammaria. Possono essere sia a base di sostanze naturali (ad esempio a base di ananas che contiene bromelina la quale ha un'azione antinfiammatoria naturale) oppure a base di farmaci veri e propri (creme o pomate antinfiammatorie non steroidei).
- Gel da applicare localmente a base di progesterone per ridurre la sensazione di tensione mammaria ed il conseguente dolore.
- Somministrazione di progesterone per bocca, oppure di pillole anticoncezionali a basso contenuto di estrogeni, per ridurre la sintomatologia pre - mestruale.
- Farmaci che riducono la formazione degli estrogeni come il tamoxifene o il letrozolo. Questi farmaci sono da utilizzarsi solo nei casi gravissimi e sotto stretto controllo medico.
Qualora sia necessario il medico può anche decidere di intervenire chirurgicamente, svuotando o rimuovendo le cisti, eliminando i fastidi in modo definitivo