Dolore ai testicoli: cause e cure
Il dolore che interessa uno o tutte e due i testicoli è sintomo di numerose patologie. Esaminiamo le cause di questo dolore che può essere acuto o cronico e scopriamo come effettuare la diagnosi che permette di individuare la malattia di base e la cura più appropriata.
Caratteristiche del dolore ai testicoli.
Il dolore ai testicoli è un dolore che interessa un testicolo, una sua parte o entrambi e che in qualche occasione può coinvolgere anche lo scroto ed allora, più propriamente, si parla di dolore scrotale.
Il dolore ai testicoli in funzione della durata può essere:
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Acuto: cioè un dolore che insorge con entità severa in maniera improvvisa ed in tempi relativamente rapidi subisce remissione.
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Cronico: per dolore cronico si intende invece un dolore che insorge in maniera lieve e nel tempo aumenta di intensità e che ha una durata superiore ai tre mesi.
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Subacuto: cioè un dolore con caratteristiche intermedie tra i due precedenti.
Il dolore ai testicoli può avere una natura:
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Patologica. Ossia può costituire un sintomo, avvertito e riferito dal paziente, di una malattia di base.
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Non patologica. Ossia costituire un disturbo temporaneo, identificabile e causato da un processo non patologico.
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Idiopatica. Conseguenza di processi di cui non si riesce ad indentificare la causa precisa.
Approfondimento su anatomia e funzione di questi organi. I testicoli o anche didimi sono due organi pari appartenenti all’apparato riproduttivo maschile contenuti in una sacca che costituisce una appendice dell’addome e che è nota come scroto. Essi hanno forma approssimativamente ovale del diametro di circa 3 centimetri e lunghezza identica. Sono avvolti da una tunica membranosa che è nota come tunica albuginea e contengono all’interno un groviglio tubicini a spirale noti come tubuli seminiferi. Detti tubuli sono rivestiti da cellule germinali che hanno la funzione, dalla pubertà alla morte, di produrre gli spermatozoi ossia le cellule riproduttive dei maschi. Spermatozoi che attraverso i tubuli e i dotti efferenti raggiungono l’epididimo posto sul posteriore di ciascun testicolo, dove maturano e vengono immagazzinati. Durante l’eiaculazione (emissione del liquido seminale), dispersi nel liquido seminale passano all’esterno attraverso dotto deferente, uretra e meato urinario posizionato sul glande. La funzione dei testicoli è, come già detto, di produrre gli spermatozoi ma anche gli ormoni sessuali maschili o androgeni. |
Cause patologiche e non che comportano dolore ai testicoli.
Come si è già accennato il dolore ai testicoli può essere uno dei sintomi di numerose patologie o anche un disturbo transitorio non patologico oppure un disturbo di cui non si riesce a individuare la causa.
Di seguito vengono elencate le principali malattie che annoverano tra i loro sintomi più comuni il dolore ai testicoli. Di ogni patologia riportiamo una breve descrizione e i sintomi e segni che solitamente si accompagnano al problema in esame.
Epididimite: Infiammazione dell’epididimo. Di norma è la conseguenza di un’ infezione batterica secondaria. I batteri che più frequentemente sono responsabili di tale condizione sono: l’Escherichia coli proveniente da una precedente infezione urinaria, la Neisseria gonorrhoeae responsabile della gonorrea (malattia a trasmissione sessuale) e la Chlamydia trachomatis. In rare occasioni può aversi infiammazione senza infezione. |
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Gangrena di Fournier: Necrosi dei tessuti sottocutanei molli dei genitali esterni maschili che parte solitamente dallo scroto per estendersi alle regioni circostanti ed infine all’addome. E’ causata da una infezione che può essere dovuta ad un solo germe, e precisamente lo Streptococcus pyogenes, o più frequentemente a più agenti microbici (E. coli, Klebsielle, Streptococchi, Clostridi, etc.) |
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Torsione testicolare: E’ una rotazione molto consistente del testicolo intorno al proprio asse. L’effetto di tale rotazione è una torsione della corda spermatica che contiene le arterie che irrorano il testicolo medesimo e lo scroto. La conseguenza è una ischemia (mancanza di sangue) dei tessuti a valle della torsione e quindi di testicolo e scroto. L’ischemia se non è risolta sollecitamente con un intervento chirurgico conduce in poche ore alla necrosi dell’organo che dovrà, in tal caso, essere rimosso. |
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Orchite. Infiammazione acuta o cronica del testicolo. E’ solitamente una conseguenza dell’epididimite di cui si è già parlato. Ma esistono alcuni casi in cui non si verifica una iniziale infiammazione dell’epididimo. Un esempio è fornito da una complicanza dell’infezione virale di parotite (l‘infezione di un virus della famiglia dei Paramyxoviridae che si localizza nelle ghiandole salvari parotiti posizionate sotto la mandibola). |
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Ernia inguinale. Dislocazione di una porzione di tessuto molle o di intestino attraverso le fasce muscolari dell’addome nell’area dell’inguine o nello scroto. Puoi approfondire le caratteristiche e le possibili complicanze dell'ernia inguinale. |
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Porpora di Henoch-Schonlein. E’ una vasculite dei piccoli vasi. Ossia una infiammazione di vasi di piccolo calibro: capillari, areteriole e venule. Puo interessare vasi dello scroto. |
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Idrocele: Raccolto di trasudato (liquido sieroso proveniente dal plasma per filtrazione attraverso la parete dei capillari) tra le tuniche che avvolgono: testicolo, epididimo e funicolo spermatico. E’ comune nei neonati e di norma sparisce nel primo anno di vita. |
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Varicocele. Dilatazione patologica e permanente delle vene (una o più) che interessano i testicoli. Approfondisci cause e sintomi del varicocele. |
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Cancro ai testicoli. Neoplasie che si sviluppano partendo dalle cellule dei testicoli. Sono generalmente alquanto rare e interessano quasi sempre un solo testicolo. |
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Spermatocele. E’ una cisti contenente liquido che cresce all’interno dello scroto e con più precisione in un tubulo interno al testicolo o nell’epididimo. |
Di norma tali cisti hanno dimensioni molto ridotte e pertanto sono asintomatiche, ma se le dimensioni cominciano a superare un certo limite si potrà avere:
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Criptoorchidismo. E’ la condizione per cui alla nascita uno o entrambi i testicoli (condizione molto più rara) non sono discesi attraverso il canale inguinale nel sacco scrotale. Di norma il testicolo o i testicoli ritenuti alla nascita si spostano nella fisiologica posizione nei primi mesi di vita del bambino. Può però accadere che tale evento non si verifichi ed allora occorre intervenire chirurgicamente. Il testicolo ritenuto può fermarsi nell’addome, nel canale inguinale e nella parte alta dello scroto. |
La sintomatologia dipende da dove il testicolo si è fermato. Di norma la condizione è asintomatica e l‘unico segno che evidenza la situazione è l‘assenza del testicolo nella borsa scrotale. Però in fase avanzata la condizione può provocare:
La sintomatologia peggiora decisamente se i testicolo trattenuto subisce torsione. |
Testicolo retrattile. E’ una particolare condizione di Criptoorchidismo. In essa il testicolo è ridisceso normalmente nello scroto, ma è in grado di risalire nel canale inguinale. |
La sintomatologia è simile a quella mostrata dal criptoorchidismo e quindi:
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Neuropatia diabetica. La condizione è una comune complicanza del diabete che compromette il sistema nervoso periferico e quello autonomo. |
La sintomatologia della malattia è molto complessa e può interessare contemporaneamente più organi ed apparati. Se colpisce l’apparato urogenitale tra gli altri sintomi e segni si potrà anche avere:
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Infezioni dell’apparato urinario e segnatamente delle basse vie urinarie (uretra e vescica). Le più comuni sono quelle batteriche. |
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Vasectomia. Intervento chirurgico che recide e sigilla le vie che adducono lo sperma all’uretra. Può essere utilizzato come mezzo di controllo delle nascite nell’uomo. |
Una complicanza abbastanza rara della vasectomia può essere un dolore cronico ai testicoli. |
Se il dolore ai testicoli non ha una natura patologica esso può essere la conseguenza di:
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Trauma ai testicoli. I testicoli sono organi molto delicati e sensibili ed anche lievissimi traumi possono provocare dolore. Dolore che, se il trauma non ha provocato lesioni significative, avrà un andamento acuto. Ossia compare improvvisamente e rapidamente subisce remissione.
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Eccitazione sessuale che non si conclude con l’eiaculazione. La condizione crea vaso congestione (eccessivo afflusso di sangue ai testicoli) ed un intenso dolore.
Ricordiamo che esiste anche un dolore ai testicoli idiopatico ossia di cui non si conosce la natura.
Diagnosi: ipotesi e conferma.
Per la diagnosi lo specialista che è l’urologo si avvale della clinica per formulare una prima ipotesi di diagnosi. Dove per clinica si intende: l’anamnesi, la valutazione dei sintomi e segni e l’esame obbiettivo. L’ipotesi di diagnosi sarà poi suffragata da indagini cliniche che possono comprendere:
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Ecografia dello scroto e del basso addome. Consente di visualizzare la struttura degli organi ed eventuali neoformazioni.
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Analisi delle urine. Consentono di appurare la presenza di infezioni dell’apparato urogenitale.
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Analisi ematochimiche. Consentono di indagare sulla presenza di patologie sistemiche come ad esempio il diabete.
Come curare il dolore ai testicoli.
Il trattamento per il dolore ai testicoli parte da una corretta diagnosi, ossia dallo stabilire quali sono le cause del problema.
Se il dolore ha natura patologica occorre curare e guarire se è possibile la patologia di base. Quando tale scopo sarà raggiunto il dolore sparirà.
In alcuni casi come, torsione testicolare, cancro, varicocele, ernie, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.
In caso di infezioni: epididimite, orchite, infezioni urinarie l’urologo può prescrivere antibiotici specifici.
Se il dolore non ha natura patologica a stretto rigore non occorrerebbe alcun trattamento. Si può però trattare la sintomatologia dolorosa con farmaci da banco e rimedi casalinghi.
I rimedi casalinghi più comuni per trattare il dolore ai testicoli sono:
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Riposare in posizione sdraiata.
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Applicazione di ghiaccio allo scroto.
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Impacchi caldi allo scroto.
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Utilizzo di un sospensorio che mantiene i testicoli leggermente sollevati.