Dolori al fegato
Generalmente si parla di dolori al fegato quando si accusa una sensazione dolorosa localizzata nella parte superiore destra dell?addome, regione anatomica del corpo in cui è appunto collocato il fegato. Non sempre però esso è il responsabile diretto di tali sintomi, nel senso che il dolore non è sempre causato da una sua patologia diretta. Molte volte infatti la malattia ha origine in altri organi della cavità addominale o addirittura in organi esterni ad essa: duodeno, colon, colecisti, pancreas ecc.. Il dolore al fegato è inoltre un disturbo che colpisce chi pratica attività sportiva intensa, soprattutto corsa, dovuto a problemi muscolari o ad una dieta scorretta.
Cos’è il dolore al fegato.
Il dolore al fegato è un disturbo alquanto comune che viene avvertito nella regione addominale destra in cui è posizionato l’organo ma che può avere origini epatiche ed extraepatiche, può essere determinato da un’effettiva patologia o da scorretta alimentazione o intensa attività fisica. Poichè dunque le cause sono molteplici prima di procedere alla descrizione delle possibili malattie che tra i loro sintomi salienti annoverano i “dolori al fegato” è necessario un richiamo sull'anatomia di quest’ultimo, sulla sua localizzazione nell'addome, e sugli organi ad esso collegati.
Anatomia del fegato.
Il fegato è una grossa ghiandola (circa 2 kg di peso) appartenente all'apparato digerente collocata nella parte destra della cavità addominale. E’ posizionato tra diaframma (muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale), la porzione dell’intestino denominata colon e lo stomaco. La sua faccia superiore arriva all'altezza della quinta/sesta costola ed è connesso alla parete addominale, al diaframma e agli altri organi con una serie di legamenti. Addossata al fegato è posizionata la colecisti, un sacco che raccoglie la bile prodotta dal fegato, che è ad esso collegata da dotti noti come vie biliari, che si uniscono per formare un dotto biliare comune detto coledoco attraverso il quale la bile passa nel duodeno. Nella parte finale di detto dotto si innesta anche quello che proviene dal pancreas che riversa anche i suoi secreti (succhi pancreatici) nel duodeno.
Detto ciò è chiaro che un dolore localizzato nella parte alta destra dell’addome può essere riconducibile a patologie epatiche o delle vie biliari o di numerosi altri organi. Molti esami diagnostici consentono di valutare il sintomo e accertarne le cause.
Principali malattie che causano dolori al fegato.
Come detto le patologie che comportano tra i sintomi un dolore epatico sono numerose e per cercare di darne una panoramica le suddivideremo in: patologie con origine epatica/biliare e patologie con origini extra epatica.
Le malattie con origine epatica.
ovvero quelle strettamente legate all’organo sono:
- Epatiti acute. Le epatiti sono processi infiammatori acuti del fegato dovute ad infezioni virali, intossicazione da farmaci, abuso di alcool. Il dolore è causato dalla distensione, susseguente all’improvvisa flogosi, del rivestimento esterno dell’organo; spesso è accompagnato da febbre.
- Epatiti croniche. I dolori al fegato sono meno frequenti in caso di epatite cronica e si manifestano solo quando il volume del fegato diviene tale da urtare sul peritoneo che riveste l’interno della cavità addominale.
- Coliche biliari. Sono le maggiori responsabili del dolore epatico e sono dovute a calcolosi o colecistiti acute. I calcoli biliari sono depositi cristallini dovuti spesso al colesterolo, che si formano nella colecisti o nei dotti biliari ostruendo il flusso della bile. In tal caso il dolore è acuto e persistente nel quadrante superiore destro dell’addome al di sotto delle costole. Il dolore insorge in modo graduale e può durare dai 30 minuti alle 12 ore irradiandosi alla scapola destra. L’ostruzione può causare infezione accompagnata da febbre ed ittero. La colecistite è un’infiammazione della parete della colecisti ed in forma acuta provoca un dolore intenso e persistente che può peggiorare quando si respira profondamente e spesso dalla parte superiore destra dell’addome si irradia alla scapola. Il dolore può essere accompagnato da brividi e febbre alta.
- Steatosi epatica o fegato grasso che è un accumulo di trigliceridi nel tessuto intracellulare epatico con aumento considerevole del volume del fegato. Anche in questo caso il dolore è causato dall'aumento di volume e la distensione del rivestimento epatico.
Le malattie di origine extraepatica.
- Gastriti. Infiammazioni acute della mucosa gastrica. Il dolore che provocano è generalmente più centrale e più in alto ma se l’infiammazione interessa la regione in prossimità del piloro (sfintere tra stomaco e duodeno) il dolore può localizzarsi all'ipocondrio destro.
- Ulcere gastriche-duodenali. Compromissione e lesione della mucosa dello stomaco o del duodeno corrosa dall'acido gastrico e da succhi digestivi. Esse causano dolori trafittivi localizzato nella zona sottosternale che si presenta di giorno e durante la notte e che si placa con l’assunzione di cibo che tampona l’acido gastrico.
- Sindrome del colon irritabile. Disordine con frequenti problemi della funzione intestinale (con episodi di stipsi e diarrea) e sindrome dolorosa dell’addome in cui non è riscontrabile alcuna evidenza di alterazione del normale stato fisiologico dell’intestino. Il dolore è di solito scatenato dal pasto, e può presentarsi in modo sordo o continuo o con crampi nel quadrante addominale inferiore.
- Pancreatiti. Infiammazioni del pancreas spesso associate alla calcolosi biliare. I calcoli biliari ostruiscono il dotto pancreatico e producono l’infiammazione. Le pancreatiti provocano gravi dolori addominali nella zona centrale dell’addome superiore sotto lo sterno. il dolore si irradia al dorso e raramente all’addome inferiore. Quando la pancreatite è causata da calcoli il dolore compare all’improvviso e raggiunge massima intensità in pochi minuti, poi resta stabile per alcuni giorni.
- Aneurisma dissecante dell'aorta addominale. Rigonfiamento anomalo della parete dell’aorta addominale con grave pericolo di lacerazione. Generalmente l’aneurisma comporta una sensazione di pulsazione dell’addome ma può causare anche un dolore profondo e penetrante al dorso. In caso di rottura, il dolore diventa intenso ed incessante nella parte inferiore dell’addome e al dorso. La temperatura del corpo in una prima fase normale, può aumentare nel giro di poche ore.
- Herpes zoster con interessamento del nervo costale. Infiammazione del nervo costale causata dal virus della varicella (oltre il dolore presenta anche un'eruzione cutanea). Il dolore viene avvertito in sede cutanea.
Attività sportiva e dolore epatico.
Discorso a parte merita il dolore al fegato (in realtà al fianco destro) che si instaura quando si praticano alcune discipline sportive prima tra tutte la corsa. In tale caso la sindrome dolorosa può essere provocata da:
Problemi muscolari e di legamenti. Lo scarso tono muscolare del diaframma che non riesce a governare la respirazione che, col debito di ossigeno, diviene affannosa, o i problemi ai legamenti che mantengono il fegato procurati dal ballonzolare della corsa, generano il dolore. Il dolore diminuisce appena l’attività diventa meno intensa e la respirazione si normalizza.
Alimentazione scorretta. L’eccessivo affaticamento delle funzioni epatiche causate da pasti troppo abbondanti prima della prestazione sportiva, può provocare un dolore all’ipocondrio destro. Tale sintomatologia si presenta soprattutto se si assumono, prima dell’allenamento, pasti troppo ricchi di carboidrati o di grassi che sono di più difficile digestione e quindi richiedono un maggiore afflusso di sangue che invece è convogliato all’attività muscolare. Anche l’assunzione di integratori, farmaci ed alcolici può causare dolore epatico a causa della difficoltà di metabolizzare le sostanze.
Peso corporeo eccessivo. Naturalmente un’attività sportiva intensa in condizioni di sovrappeso richiede una maggiore sollecitazione muscolare compreso quella intestinale.
Dolore al fegato in gravidanza.
La gravidanza comporta numerosi cambiamenti tra cui un ingrossamento dell’utero e la sua rotazione verso il fianco destro. Questa condizione fisiologica può comportare col passare delle settimane un leggero dolore all’addome, dovuto alla compressione di tendini e muscoli, che non destano alcuna preoccupazione Se però il dolore diventa persistente può celare una patologia.
Cosa fare in caso di dolore epatico?
In presenza di dolore al fegato la prima cosa da fare è sottoporsi agli esami diagnostici che permettono di valutare eventuale presenza di una patologia epatica o extraepatica. Tra i più importanti:
Test di funzionalità epatica che vengono eseguiti su prelievi di sangue e consentono di misurare i livelli di enzimi o altre sostanze nel sangue per diagnosticare eventuali patologie epatiche.
Esami di diagnostica per immagini come ecografia, Tomografia Computerizzata o Risonanza magnetica nucleare possono fornire immagini del fegato della colecisti e delle vie biliari e di altri organi per rilevare la presenza di calcoli o infiammazioni od ulcere.
Se il medico sospetta una duodenite o gastrite occorre fare semplici test quali il Breath test per evidenziare la presenza dell Helicobacter Pylori.
Se viene esclusa ogni patologia i rimedi per limitare il disturbo consistono:
- Dieta equilibrata che riduce grassi e carboidrati ed elimina cibi e bevande come te, caffè, o cioccolato.
- Eliminare alcol o farmaci quali gli antinfiammatori che possono comportare un maggior lavoro dell’apparato gastrointestinale.