Ernia epigastrica: sintomi, cause diagnosi ed intervento
L'ernia epigastrica è un disturbo causato dalla fuoriuscita di un tessuto o un viscere nella zona sovraombelicale, compresa tra lo sterno e l'ombelico. Nella maggior parte dei casi, l'ernia epigastrica è asintomatica ma talvolta viene accompagnata da sintomi. Non esistono rimedi diversi dall'intervento chirurgico, eseguibile per via laparoscopica o incidendo la parete addominale, è possibile tuttavia ricorrere a rimedi naturali per ridurre la presenza di eventuali sintomi.
Cos’è l’ernia epigastrica?
L'ernia epigastrica, chiamata anche “ernia della linea alba o ernia sovraombelicale”, è una protuberanza, causata prevalentemente dalla fuoriuscita di tessuto adiposo presente nella zona dell'epigastrio, che si forma tra lo sterno e l'ombelico.
È un disturbo frequente nei neonati, in particolare tra la III e la V decade di vita e negli adulti spesso associata a condizioni patologiche quali l'obesità o a condizioni fisiologiche come la gravidanza. L'ernia epigastrica è più frequente negli uomini che nelle donne (rapporto M:F di 3:1, più diffusa negli uomini tra i 20 e i 50 anni) probabilmente per la diversa distribuzione del grasso addominale e rappresenta, in generale, l'1,6 - 3,6% di tutte le ernie addominali.
Cos’è l’epigastrio? L’epigastrio è la zona centrale dell’addome delimitata superiormente dalle costole e dall’ombelico in basso. In tale regione sono presenti vari organi:
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Come si forma: quali sono le cause di questa protuberanza?
L'ernia epigastrica si forma a causa di un cedimento della parete muscolare addominale, sulla quale si vengono a creare delle smagliature o dei fori che consentono la fuoriuscita di tessuto adiposo peritoneale o di porzioni di organi addominali, quali lo stomaco o le anse intestinali. Quest'ultimo caso si verifica più raramente.
La causa principale di ernia epigastrica è la debolezza della parete addominale. Questa può essere causata da:
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Gravidanze ripetute.
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Eccesso di peso o rapidi cambiamenti del peso corporeo.
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Sport violenti o eccesso di esercizi addominali (tuttavia tale causa è controversa, poichè gli esercizi addominali solitamente se ben eseguiti rinforzano la parete addominale).
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Sforzi ripetuti nel tempo quali sollevare carichi pesanti.
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La presenza di liquido addominale, ovvero di ascite, condizione legata a patologie epatiche o neoplastiche.
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Stipsi cronica, che provoca sforzi intensi e ripetuti durante le evacuazioni.
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Tosse cronica, legata a patologie bronchiali o polmonari.
L'ernia epigastrica può presentarsi con due diverse tipologie:
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Riducibile, ovvero il tessuto fuoriuscito dalla cavità addominale è libero di rientrare all'interno della sua sede fisiologica.
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Strangolata o incarcerata, ovvero il tessuto che fuoriuscendo ha formato l'ernia non ha possibilità di rientrare all'interno della cavità addominale poichè bloccato dallo stesso foro da cui è fuoriuscito.
Nel 20% dei casi si manifestano ernie epigastriche multiple.
I sintomi e le possibili complicanze di questa ernia.
L'ernia epigastrica è nella maggior parte dei casi non da sintomi ed il paziente si "accorge" di averla soltanto poichè vede fuoriuscire questa protuberanza a livello addominale.
In alcuni casi, che riguardano prevalentemente le ernie incarcerate, può associarsi a sintomi aspecifici quali:
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Fastidio o dolore nel punto di insorgenza o che si irradia ad altri quadranti dell'addome, per esempio a livello della colecisti.
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Nausea e vomito, che si verificano in particolare dopo i pasti.
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Gonfiore addominale e diarrea.
Sebbene sia un disturbo a prognosi benigna l'ernia addominale può causare delle complicanze, per esempio:
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Può assumere una colorazione bluastra o nerastra, segno di una scarsa ossigenazione dei tessuti, condizione che può verificarsi in caso di ernia strangolata.
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È causata dalla fuoriuscita di un viscere quale ad esempio l'intestino, portando all'insorgenza di crampi addominali, dolore, nausea e vomito persistenti e talvolta anche a sub occlusione intestinale.
Approfondisci cos'è l'occlusione intestinale.
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Diventa infetta, causando leucocitosi (aumento dei globuli bianchi), febbre alta e tachicardia.
Puoi approfondire le possibili cause di leucocitosi.
In questi casi è bene rivolgersi immediatamente al medico che provvederà a fare la diagnosi e ad intraprendere un corretto iter terapeutico.
La diagnosi dell'ernia epigastrica.
La diagnosi per tale patologia, si basa essenzialmente sull'esame obiettivo, ovvero il medico attraverso l'osservazione e la palpazione dell'addome del paziente, sarà in grado di stabilire la presenza di tale disturbo.
In alcuni casi tuttavia lo specialista può richiedere indagini strumentali aggiuntive quali per esempio:
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Ecografia dell'addome superiore, un esame estremamente attendibile per questo disturbo, tanto da avere un potere discriminante del 100%.
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Tac addome superiore, da utilizzarsi in caso di ernia strozzata per la diagnosi differenziale con lipomi, fibromi o cisti o in caso di soggetti obesi.
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Risonanza magnetica, nel caso in cui non si riesca a fare una corretta diagnosi con le due metodiche precedentemente citate.
Terapie: come attenuare i sintomi dell'ernia.
L'ernia epigastrica solitamente non prevede alcun trattamento, poichè ci si può tranquillamente convivere se si tratta di ernia non strozzata o asintomatica. Nei casi più gravi è necessario un trattamento di tipo chirurgico. I rimedi naturali, infatti, servono per lo più per trattare eventuali sintomi ma non per eliminare la causa scatenante.
Rimedi naturali.
Non esistono dei veri e propri rimedi naturali per il trattamento dell'ernia epigastrica, ma è possibile utilizzare alcuni trattamenti omeopatici ed alimentari per alleviare eventuali fastidi. Ad esempio:
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Utilizzare il rimedio omeopatico Lycopodium, ad una concentrazione 5 CH con una posologia di 3 granuli due volte al giorno, in caso di sintomi quali gonfiore e tensione addominale.
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Evitare alimenti grassi ed elaborati per favorire la digestione e ridurre la sensazione di nausea ed il gonfiore dopo i pasti.
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Favorire l'assunzione di alimenti ricchi di fibre, quali le verdure, i cereali integrali e la crusca, per evitare l'insorgenza di stitichezza.
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Usare il fiore di Bach Sweet Chestenut, utilizzato solitamente per il trattamento dell'ernia iatale ma utile anche in caso di ernia epigastrica.
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Utilizzare il rimedio omeopatico Nux Vomica, alla concentrazione 5 CH con una posologia di 5 granuli 3 volte al giorno in caso di nausea e vomito.
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Utilizzare il preparato omeopatico Kali carbonicum, alla concentrazione 5 CH e con una posologia di 5 granuli da assumere circa 30 minuti prima dei pasti principali. Questo rimedio è utile in caso di dolore a livello dello sterno e retrosternale.
Intervento chirurgico: l'unico modo per eliminare l'ernia dall'epigastro.
L'unico trattamento efficace per l'ernia epigastrica, seppur con un tasso di recidiva che si attesta intorno al 10 - 20% dei casi, è l'intervento chirurgico.
Tale trattamento è essenziale quando si ha la possibilità che l'ernia diventi strozzata, oppure quando è molto fastidiosa per il paziente, ma in alcuni casi, come per esempio nei bambini, il chirurgo può decidere di aspettare finchè non saranno in età utile da poter affrontare l'operazione. Il tipo di intervento chirurgico dipende dalla tipologia di ernia che si dovrà andare a trattare, nel dettaglio troviamo:
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Per ernie di dimensioni inferiori a 4 cm: è consigliabile un intervento diretto che prevede l'incisione della parete addominale proprio sull'ernia, il riposizionamento manuale del tessuto fuoriuscito e la chiusura della breccia nella parete muscolare mediante sutura diretta o posizionamento di una rete in materiale biocompatibile. Questo intervento può essere eseguito in day hospital con anestesia locale associata a sedazione, oppure in regime di ricovero (con durata del ricovero variabile in base ai casi) con anestesia spinale o totale.
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Per ernie di dimensioni superiori a 4 cm: o nel caso di ernie epigastriche multiple è necessario intervenire mediante laparoscopia. L'intervento dura circa un'ora, si esegue in anestesia totale e prevede di praticare tre fori nell'addome del paziente, attraverso i quali entreranno una sonda con telecamera e gli strumenti chirurgici. Mediante tale tecnica l'ernia verrà asportata e la breccia nella parete addominale verrà chiusa mediante posizionamento di una rete in materiale biocompatibile. Il ricovero ospedaliero dura dalle 24 alle 48 ore in base alle condizioni post operatorie del paziente.
Come tutti gli interventi chirurgici è possibile che si presentino complicanze post operatorie facilmente risolvibili dai medici preparati a tali evenienze. Il recupero post operatorio è variabile da paziente a paziente ma, in generale, la convalescenza dura circa 10 - 15 giorni. Al paziente viene consigliato di applicare sull'addome una fascia elastica in modo da favorire la corretta chiusura della parete addominale. In caso di laparoscopia la cicatrice sarà meno evidente rispetto a quella legata all'incisione della parete addominale.