Ernia ombelicale: sintomi, cause, terapia, intervento e rischi

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Ernia ombelicale: sintomi, cause, terapia, intervento e rischi

L’ernia ombelicale interessa la cavità addominale. Una porzione di intestino o tessuto adiposo fuoriesce, per cause varie, attraverso l’orifizio ombelicale. A parte il rigonfiamento addominale può provocare altri sintomi e complicazioni. La terapia è solo di tipo chirurgico.

Cos’è l'ernia ombelicale? Caratteristiche e tipologie

L’ernia ombelicale si presenta con un rigonfiamento o protrusione che può evidenziarsi sia nella regione sovrastante che quella sottostante l’ombelico, che tende ad aumentare con gli sforzi.

L’ernia ombelicale può colpire uomini e donne, adulti e bambini di ogni età. Molto frequente nei bambini nei quali generalmente regredisce spontaneamente entro i sei anni, mentre negli adulti è molto più frequente tra i soggetti obesi che soffrono di ascite che è la formazione di liquido nella cavità addominale. Le donne sono invece più soggette all’ernia paraombelicale che sporge da un lato dell’ombelico.

Si annoverano 4 distinte forme di ernia ombelicale:

Cause dell’ernia ombelicale.

Le cause dell’ernia ombelicale variano in base al tipo di ernia:

Talvolta l’ernia può essere secondaria a patologie quali:

Ernia ombelicale in gravidanza.

L’aumento del peso ed il rilassamento dei tessuti addominali possono comportare l’insorgenza dell’ernia ombelicale durante la gravidanza. Generalmente l’ernia ombelicale comparsa in gravidanza rientra spontaneamente, quindi solo raramente richiede una correzione chirurgica.La futura mamma può ricorrere ad alcuni accorgimenti preventivi come l’utilizzo di guaine che sorreggono l’addome, il controllo costante dell’aumento del peso corporeo e un leggero esercizio fisico che conservi la tonicità muscolare.Solo dopo almeno dieci mesi dal parto, se l’ernia non è rientrata si può considerare l’ipotesi di una correzione chirurgica.

Sintomi e rischi.

L’ernia ombelicale se piccola può essere asintomatica, e l’unico sintomo delle ernie è un gonfiore localizzato nella zona o sopra o sotto la regione ombelicale che può variare dalla dimensione di 1 fino a 5 centimetri. Il gonfiore si accentua in posizione eretta o sotto sforzo mentre tende a sparire in posizione supina rilassati.

Il fastidio nella zona interessata dal problema può trasformarsi in dolore acuto in caso di complicazioni, quali infiammazione dovuta alla formazione di aderenze tra l’ernia e la parete addominale o strozzamento.

Conseguenze e Complicazioni.

L’ernia ombelicale come tutte le ernie poiché tende ad ingrossarsi col trascorrere del tempo può provocare delle complicanze che possono risultare anche temibili. Infatti, i visceri dell’addome (l’intestino) tendono ad attorcigliarsi ed ad incastrarsi nella porta erniaria. Sorge in tal maniera la pericolosa complicanza dell’ernia strozzata. Pericolosa perché lo strangolamento produce una ischemia alla regione di intestino che, se non viene risolta in tempi rapidissimi, induce necrosi tissutale e peritonite (perforazione).

Come si effettua la diagnosi.

La diagnosi dell'ernia ombelicale è immediata ed inequivocabile, basta la semplice constatazione visiva ed il palpamento del medico. Talvolta si pratica anche una ecografia per escludere eventuale concomitanza di ulteriori malattie o per accertate presenza di aderenze o liquidi.

Cosa fare in caso di ernia ombelicale.

L’ernia ombelicale ha una origine meccanica e pertanto non è possibile alcun trattamento farmacologico che la guarisca. Un tempo veniva trattata con l’uso di un apposito tutore: il cinto erniario, ma oggi il suo utilizzo è ritenuto superfluo.

L’ernia ombelicale nei neonati generalmente non richiede alcuna terapia e come detto, regredisce da sola quando si sviluppano i muscoli dell’addome.

L’unica cura per l’ernia ombelicale è l’intervento chirurgico che viene effettuato in caso l’ernia non regredisce, ma anzi aumenta di volume, ed in caso, assai raro di strozzamento.

Intervento chirurgico.

L’intervento chirurgico può essere eseguito in anestesia locale o parziale. La scelta del tipo di anestesia dipende dalla valutazione del chirurgo (grandezza dell’ernia) e dall’emotività del paziente che può rimanere impressionato dall’ambiente della sala operatoria. Di norma l’anestesia locale è soggetta a minori complicanze e consente recuperi più rapidi.

L’intervento procede con una ricollocazione dei visceri, ricostruzione dell’orifizio ombelicale, le fasce muscolari indebolite vengono rinforzate e suturate.

Se il chirurgo lo ritiene necessario viene rinforzata la parete dell’addome con una rete di materiale biocompatibile che impedirà successive ricadute.

L’operazione chirurgica può anche essere condotta con tecnica laparoscopica, ossia servendosi di uno strumento ottico per illuminare e visualizzare su un monitor esterno con dettagli ingranditi il campo operatorio. Gli strumenti chirurgici, che vengono manovrati dall’esterno, sono introdotti nell’addome attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri praticate nell’addome.

Il decorso post operatorio è breve e veloce, generalmente il paziente può ritornare a casa il giorno dopo l’intervento e riprendere una normale attività solo dopo pochi giorni, evitando naturalmente sforzi eccessivi e il sollevamento di pesi.

Il lavoro può essere ripreso dopo 10-15 giorni, mentre per riprendere un’attività sportiva è consigliabile attendere 20 giorni dopo un controllo medico.

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