Fuoco di Sant'Antonio: sintomi, contagio, cause, cure e rimedi naturali
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Il fuoco di Sant'Antonio è una patologia virale causata dallo stesso virus della varicella, il virus Varicella Zoster. Questo virus, una volta contratta e risolta la varicella, rimane nell'organismo come addormentato e in alcuni casi può riattivarsi. La patologia si manifesta con la comparsa delle caratteristiche vescicole della varicella e può essere trattato mediante rimedi fitoterapici, omeopatici o farmaci quali antivirali o antinfiammatori non steroidei e integratori di vitamine e sali minerali.
Cos’è il fuoco di Sant'Antonio?
Il fuoco di Sant'Antonio, indicato più correttamente dal termine medico di Herpes Zoster, è una patologia causata dal virus Varicella Zoster, lo stesso virus che causa la varicella e si manifesta con la comparsa di vescicole localizzate soltanto in alcuni punti del corpo, e non in maniera diffusa come avviene per la varicella.
Il nome deriva dal fatto che nell'antichità ci si rivolgeva a Sant'Antonio abate per invocare la guarigione dalla patologia.
In Italia la patologia colpisce circa 350000 persone ogni anno, mentre nel mondo si stima che, nel corso di un anno, si ammalino da 1,2 a 3,4 persone ogni 1000 individui sani.
Patogenesi: come si sviluppa la malattia.
Quando si contrae la varicella, dopo la fase acuta, il virus non viene completamente eliminato dall'organismo ma rimane in forma latente (cioè come se fosse addormentato) a livello dei gangli nervosi (sistema nervoso periferico). Non si conosce la causa della riattivazione del virus, ma questa avviene in particolari condizioni che indeboliscono il sistema immunitario (stress, cure chemioterapiche, avanzare dell'età, e così via).
Il virus riattivato ripercorre a ritroso le fibre nervose fino alla pelle e dà origine alla patologia nota come fuoco di Sant'Antonio che si presenta con ulcere dolorose, simili a quelle della varicella.
E' contagiosa?
Il fuoco di Sant’Antonio è una malattia contagiosa ma si trasmette soltanto se si viene a contatto con il liquido presente all'interno delle vescicole (e pertanto il contagio può avvenire fin quando si hanno le vescicole cioè nei primi giorni di manifestazioni cliniche).
Il virus non colpisce le vie aeree e non si trasmette attraverso l'aria e le goccioline di saliva.
Le manifestazioni cliniche post - contagio dipendono dal soggetto che è stato esposto al virus: se il soggetto non ha mai avuto la varicella e viene in contatto con un soggetto che ha il fuoco di Sant'Antonio, non svilupperà quest'ultimo ma avrà invece la patologia primaria, cioè la varicella.
Sintomi dell’ Herpes Zoster.
Il sintomo principale del fuoco di Sant'Antonio è rappresentato dalla formazione di vescicole del tutto simili a quelle della varicella, lungo il corso di un nervo (a formare quasi una striscia continua). La localizzazione principale delle vescicole è l'area toracica, a livello delle coste, o l'area dorsale, sempre a livello dell'inserzione delle coste sulla colonna vertebrale.
Oltre alle caratteristiche vescicole (le quali compaiono dapprima come delle macchie, poi man mano che passano i giorni si trasformeranno in pustole e successivamente in croste) possiamo avere sintomi quali:
- formicolio a livello del punto in cui si formeranno le vescicole, accompagnato da parestesia (perdita di sensibilità).
- Arrossamento della cute, bruciore intenso quasi insopportabile (da qui il nome di fuoco di Sant'Antonio), e dolore.
- Prurito intenso in corrispondenza delle vescicole.
- Aumento di volume dei linfonodi che si accompagna a malessere generale, brividi di freddo, febbre e dolori addominali.
In rari casi il fuoco di Sant'Antonio si può manifestare senza sintomi, una condizione che prende il nome di Zoster sine herpete, ovvero la patologia presenta tutti i sintomi eccetto il dolore e la caratteristica comparsa delle vescicole.
Complicanze.
Nella maggior parte dei casi l’herpes zoster si risolve facilmente, solo raramente possono insorgere alcune complicanze:
- infezione batterica secondaria nella parte di pelle interessata più frequente quando le vescicole si rompono. In questi casi possono rimanere delle cicatrici.
- Infezione degli occhi: l’infezione può insorgere quando le vescicole compaiono vicino all’occhio e può danneggiare la vista.
- Infezione dell’orecchio: compare quando le vescicole si formano nel canale auricolare ed oltre a dolore e vertigini può provocare perdita dell’udito.
- Nevralgia posterpetica: frequente nelle persone anziane, è una sensazione dolorosa che perdura anche dopo la risoluzione dell’eruzione cutanea.
- Altre complicanze possono essere paralisi dei nervi cranici, encefalomielite (un'infiammazione che colpisce il cervello).
Diagnosi: si basa sull’osservazione dei sintomi.
La diagnosi si fa per lo più attraverso l'esame obiettivo, ovvero l'osservazione dei sintomi del paziente. In rari casi è possibile che il medico richieda indagini più approfondite quali il dosaggio delle particelle virali mediante tecniche di biologia molecolare.
Come trattare l’herpes zoster?
Il trattamento dell'Herpes Zoster si basa soprattutto sui farmaci per diminuire la gravità e la durata dei sintomi. Vi sono, inoltre dei rimedi naturali e casalinghi che possono alleviare i sintomi.
Rimedi naturali contro il fuoco di S. Antonio.
La sintomatologia legata al fuoco di Sant'Antonio può essere trattata attraverso l'utilizzo di rimedi naturali quali fitoterapia ed omeopatia, e di altri rimedi quali alimentazione, somministrazione di integratori e rimedi casalinghi.
Si consiglia di evitare l'esposizione al sole poichè potrebbe aggravare la sintomatologia.
Il trattamento fitoterapico dell'herpes zoster prevede l'impiego di piante ad azione antinfiammatoria ed antivirale che riducono la sintomatologia ed accelerano il processo di guarigione. Tra queste possiamo citare:
- Iperico: è una pianta che ha una spiccata azione antivirale e che agisce anche a livello antidepressivo grazie a principi attivi quali quercetina, iperoside, rutina e ipericina. Lo si utilizza sottoforma di olio essenziale da applicare direttamente sulla parte da trattare, oppure sottoforma di estratto secco (da 500 a 800 mg al giorno in capsule), tintura madre (50 gocce da 1 a 3 volte al giorno), o infuso (un cucchiaio di erba in 250 ml di acqua bollente, lasciare in infusione una decina di minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno).
- Echinacea: questa pianta ha potente azione immunostimolante grazie al suo contenuto di echinacoside, kaempferolo, acido clorogenico, quercetina e apigenina. Si utilizza sottoforma di tintura madre (da 30 a 40 gocce due volte al giorno), decotto (portare a ebollizione una tazza di acqua da 250 ml con un cucchiaino di radici della pianta, lasciare sobbollire per circa un paio di minuti, lasciare in infusione una decina di minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno) o estratto secco (da 500 a 750 mg due volte al giorno).
- Ribes nero: questa pianta, utilizzata per le sue proprietà antistaminiche ed antibiotiche, contiene principi attivi quali olio essenziale, flavonoidi, triterpeni, polifenoli, glicosidi e vitamina C. si può usare sottoforma di succo (un paio di cucchiai due volte al giorno), macerato glicerico (40 - 50 gocce due volte al giorno) o tintura madre (30 gocce due volte al giorno).
- Piantaggine: ha proprietà astringenti, antipruriginose e cicatrizzanti per il suo contenuto di luteolina, acido salico, mucillagini e aucubina. Si può fare un infuso (1 cucchiaino di foglie in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione una decina di minuti e filtrare) o da bere un paio di volte al giorno oppure da applicare attraverso un panno di cotone sulla parte da trattare. Oppure la si può assumere sottoforma di tintura madre (40 gocce due volte al giorno).
- Peperoncino: grazie al suo contenuto di capsaicina il peperoncino si utilizza per ridurre la sintomatologia dolorosa legata alla comparsa delle vescicole. Va applicato sottoforma di crema contenente il principio attivo sulle vescicole integre, che non sono ancora scoppiate.
- Salice bianco: grazie al suo contenuto di salicina, un principio attivo dall'azione analgesica ed antidolorifica, la corteccia di salice bianco può essere usata per il trattamento del dolore associato alle vescicole. Si può applicare sottoforma di crema contenente il principio attivo direttamente sulle vescicole, oppure è possibile assumerlo sottoforma di tintura madre (da 30 a 40 gocce 2 - 3 volte al giorno) o decotto (portare a ebollizione un cucchiaino di radice di salice in 250 ml di acqua, lasciare bollire un paio di minuti, successivamente lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno).
- Uncaria: ha proprietà antivirali e antinfiammatorie grazie al suo contenuto di alcaloidi pentaciclici e glicosidi dell'acido quinovico. Si assume sottoforma di estratto secco standardizzato con una posologia variabile da 100 a 500 mg al giorno.
Il trattamento del fuoco di Sant'Antonio attraverso rimedi omeopatici prevede la somministrazione di granuli a base di sostanze quali:
- Causticum, alla concentrazione 9 CH, in caso di intenso dolore e bruciore.
- Apis mellifica, in concentrazione 7 CH, quando compaiono i primi sintomi dell'esantema.
- Kalmia, da assumere in concentrazione 7 CH, in caso di dolori legati a nevralgia.
- Rhus toxicodendrum, in concentrazione 7 CH, per il trattamento delle vescicole arrossate e pruriginose.
- Mesereum alla concentrazione 5 CH in caso di vescicole pruriginose e contenenti un liquido purulento.
La posologia è solitamente di 3 granuli da assumere da 3 a 4 volte al giorno in base ai consigli del medico omeopata.
Oltre alla fitoterapia e all'omeopatia il fuoco di Sant'Antonio può essere trattato attraverso altri rimedi naturali quali:
- Seguire una dieta che garantisce il giusto apporto di determinate vitamine che hanno azione immunostimolante quali la vitamina C, che ritroviamo in frutta e verdura, la vitamina D, che ritroviamo nel tuorlo d'uovo e nel pesce, la vitamina A, che si trova negli alimenti di colore arancione quali carote e albicocche, e la vitamina E che troviamo nei semi oleosi. Il consumo di frutta e verdura inoltre assicura anche un corretto apporto di minerali che contribuiscono al benessere del sistema immunitario quali lo zinco.
- Somministrare, qualora non si riesca ad introdurre con la dieta, integratori alimentari di vitamina C, E, A e D e di minerali quali zinco, rame, calcio e magnesio per rinforzare il sistema immunitario ed aiutarlo a contrastare l'infezione. Sotto consiglio medico è anche consigliabile assumere integratori alimentari di vitamine del gruppo B che aiutano a mantenere in salute i nervi. Gli integratori vanno assunti dietro consiglio medico con posologia e modalità da stabilirsi in base ai casi.
- Somministrare integratori a base di probiotici, i cosiddetti batteri buoni che aiutano a riequilibrare la flora batterica intestinale ed in questo modo partecipano al rafforzamento del sistema immunitario.
Tra gli altri rimedi naturali per i sintomi del fuoco di Sant'Antonio abbiamo i cosiddetti "rimedi della nonna" ovvero:
- Fare un bagno o degli impacchi con la farina di avena che ha proprietà emollienti e addolcenti ed aiuta a ridurre il prurito ed il bruciore causati dalle vescicole.
- Porre sulle vescicole del miele, che ha proprietà emollienti, o del succo di limone, che ha proprietà antisettiche, per ridurre prurito e bruciore.
- Bollire una carota, ridurla in purea ed applicarla sulle zone cutanee colpite. La carota ha proprietà emollienti e antiossidanti ed aiuta la cute a rigenerarsi.
I farmaci.
In alcuni casi il fuoco di Sant'Antonio può essere trattato con dei farmaci specifici. Sarà il medico a decidere quando è il caso di somministrare la cura farmacologica. Inoltre esiste una modalità di prevenzione che consiste nel vaccinare i bambini contro il virus Varicella Zoster di modo che si formino gli anticorpi e non si possa contrarre ne la varicella ne il fuoco di Sant'Antonio. Il trattamento farmacologico del fuoco di Sant'Antonio prevede la somministrazione di determinati farmaci entro e non oltre le 72 ore dalla comparsa dei primi sintomi in quanto una somministrazione tardiva non avrebbe nessun effetto.
I farmaci utilizzati per trattare questa patologia sono:
- Farmaci antivirali che vanno ad inibire la replicazione del virus. Tali farmaci possono essere somministrati sia per via orale che per via endovenosa e tra quelli maggiormente utilizzati abbiamo aciclovir, valaciclovir e famciclovir.
- Antinfiammatori non steroidei (FANS) quali acido acetilsalicilico, ibuprofene e ketoprofene. Questi farmaci, che si somministrano prevalentemente per via orale, servono per lo più a ridurre la sintomatologia dolorosa.
- Anestetici locali, quali la lidocaina, che somministrati sottoforma di crema, aiutano a ridurre dolore, bruciore e prurito.
- Farmaci antidepressivi quali amitriptilina che aiutano a ridurre la sintomatologia dolorosa agendo a livello di alcuni neurotrasmettitori come la serotonina.
Tra gli altri farmaci che è possibile utilizzare abbiamo gli antistaminici, ovvero farmaci che inibiscono il rilascio di istamina e che servono a trattare per lo più la sintomatologia pruriginosa, ed i farmaci antiepilettici in caso di dolore costante e pulsante legato ad un danneggiamento dei nervi.
Vaccino.
Per i soggetti a rischio e ultrasessantenni è disponibile un vaccino (Zostavax) gratuito per prevenire l’herpes zoster e le possibili complicanze.
Nel gennaio 2022 Pfizer ( Azienda farmaceutica leader del mercato mondiale) e BioNTech (azienda tedesca di biotecnologia e farmaceutica) hanno annunciato una ricerca per sviluppare un primo vaccino a base di mRNA per la prevenzione del fuoco di Sant’Antonio.
Prognosi e tempi di guarigione.
Il fuoco di Sant’Antonio ha una durata di circa 3 - 5 settimane (con una media che va da 10 giorni fino a 3 mesi) con una graduale attenuazione dei sintomi.
In alcuni casi, la patologia cronicizza dando luogo ad una malattia nota come neuropatia post - erpetica.
Di solito provoca una immunizzazione permanente, ovvero chi ha avuto il fuoco di Sant'Antonio una volta non avrà mai più la patologia poiché ha sviluppato gli anticorpi. Questo tuttavia non è sempre valido, in quanto vi sono persone che non riescono a sviluppare correttamente gli anticorpi e che soffrono di tale patologia più volte nel corso della loro vita.