Hiv contagio
L?articolo si propone di chiarire tutte le possibili modalità di contagio da virus HIV. Come si trasmette il virus da immunodeficienza umana? Quali sono le persone a rischio? Scopriamolo|
Dal lontano 1981, quando fu diagnosticato il primo caso di AIDS e quindi individuato il primo contagiato da virus HIV, sono trascorsi ben trenta anni.
Naturalmente in tale periodo la scienza medica ha fatto progressi enormi e l’AIDS da malattia sicuramente mortale è stata declassata al rango di malattia cronica grave con cui è possibile, se adeguatamente curata, convivere per oltre 30 anni.
Ma nonostante tutte le conoscenze sulla malattia ed il suo agente patogeno ed i progressi nella sua cura non esiste ancora un vaccino. Pertanto risulta, ancora oggi, essenziale la prevenzione. Prevenzione che negli ultimi tempi, venendo a mancare nell’immaginario collettivo la percezione di rischio elevato, si è notevolmente attenuata.
Infatti il numero annuale di nuovi sieropositivi (infettati dal virus HIV senza aver ancora sviluppata l’AIDS conclamata) circa 4000 non diminuisce da ben 8 anni.
Iniziamo col richiamare alcune essenziali nozioni su virus HIV e sulla malattia che esso induce: l’AIDS.
Il virus HIV o virus di immunodeficienza umana (Human Immunodeficiency Virus) utilizza l’enzima(catalizzatore delle reazioni biologiche)” trascrittasi inversa” per convertire il proprio genoma (corredo di cromosomi) in DNA partendo dall’ RNA e pertanto viene definito appartenente alla classe dei “retrovirus”.
Esistono due distinti ceppi virali di HIV e precisamente: l’HIV- 1 individuato in Europa, Africa ed Americhe e l’HIV-2 individuato in Asia e la parte occidentale del continente africano.
HIV una volta penetrato nel corpo umano è in grado di attaccare alcune particolari tipologie di cellule del sistema immunitario ossia: linfociti e macrofagi (particolari globuli bianchi). Una volta che HIV è penetrato all’interno di dette cellule il suo RNA viene convertito in DNA e interrato al patrimonio genetico della cellula. Qui esso può restare inattivo anche per un gran numero di anni. Le cause che danno inizio alla trascrizione del patrimonio genetico virale non sono ben note. Ma comunque sia per qualche motivo la trascrizione si attiva e si sviluppa la malattia.
L’AIDS (Acquired Immuno-Deficiency Syndrome) o Sindrome da Immunodeficienza Acquisita è una patologia causata dalla diminuzione dei linfociti T del sistema immunitario susseguente ad infezione da virus HIV. Questa condizione rende debole il sistema immunitario ed incapace a contrastare gli attacchi che gli vengono dall’ambiente esterno. E così l’organismo diviene preda di ogni sorta di infezione e forme tumorali che in condizioni normali contrasterebbe senza difficoltà.
Il virus HIV e quindi il contagio dell’AIDS si trasmette per contatto con liquidi corporei infetti.
Va esplicitamente notato che il contatto con liquidi infetti da solo non basta. Di norma la pelle e le mucose se integre costituiscono una barriera molto efficace. Sono necessarie perciò, oltre al contatto con i fluidi infetti, anche delle vie di accesso per il virus. Vie che possono essere costituite da piccole lesioni o ulcerazioni su pelle o mucose. Ed ancora è necessario che nei fluidi sia presente anche un’adeguata quantità di virus. Quantità che è generalmente massima nei primi momenti che il soggetto contrae l’infezione da HIV e quando poi si sviluppa l’AIDS conclamata.
I liquidi corporei nei quali, in caso di infezione, sono rilevabili gli HIV sono:
- Sangue.
- liquido seminale.
- Secreto femminile.
- Latte materno.
I liquidi corporei in cui nonostante l’infezione non sono rilevabili virus HIV sono:
- Sudore.
- Lacrime.
- Saliva.
- Eiezioni corporee (urine e feci).
Esistono tre distinte modalità di infezione da parte del virus HIV:
- Ematica. Ossia per contatto di sangue o di suoi derivati. In passato quando non esistevano o non si praticavano gli screening su sangue ed emoderivati molti individui sono stati infettati da trasfusioni sanguigne. Altro veicolo notevole dell’infezione è stato l’uso dei tossicodipendenti di usare la stessa siringa per drogarsi. Anche strumenti da toilette usati in comune (rasoi) o pinzette per manicure o pedicure non adeguatamente sterilizzati costituiscono un possibile veicolo per la trasmissione della malattia.
- Rapporti non protetti. Costituiscono con oltre l’80% dei casi la maggior via di infezione. I rapporti non protetti sono a rischio molto elevato essendo l’HIV presente sia nel liquido seminale che nelle secrezioni femminili. Il rapporto anale tra tutti i possibili è quello con percentuale di rischio più elevata. La mucosa intestinale non è infatti lubrificata e pertanto si presta ad essere soggetta durante il rapporto a microlesioni attraverso le quali il virus può essere inoculato. Il rapporto tradizionale è meno rischioso ed ancora meno lo è il rapporto orale. Ovviamente un’adeguata protezione (preservativo) e costumi non eccessi abbassano drasticamente le percentuali di contagio.
- Trasmissione madre figlio.
- Può avvenire attraverso la placenta nel periodo della gestazione.
- Al momento del parto dove il neonato può entrare in contatto col sangue materno.
- Durante l’allattamento perché il latte materno contiene gli HIV.
Anche se da quanto detto dovrebbe risultare chiaro, notiamo in maniera esplicita che non costituiscono rischio di contagio:
- Baci, carezze ed abbracci.
- Condividere letto ed asciugamani.
- Tosse e starnuti.