Influenza aviaria: virus, sintomi e prevenzione della malattia infettiva
Approfondimento sull’influenza aviaria: una malattia contagiosa causata da un virus dell’influenza di tipo A che colpisce gli uccelli. Scopriamo come avviene il contagio e con quali sintomi si manifesta. Analizziamo quali sono le norme preventive da mettere in atto per evitare l’infezione e quali le terapie in caso venga contratta la malattia.
Descrizione e caratteristiche dell'influenza aviaria.
L'influenza aviaria è una malattia estremamente contagiosa che interessa l’apparato respiratorio e gastrointestinale degli uccelli sia selvatici che domestici.
Il problema, finché la malattia è rimasta circoscritta ai volatili, è stato consistente ma soltanto di carattere economico (l’epidemia ha sterminato milioni di volatili, la maggior parte dei quali appartenenti ad allevamenti). Purtroppo però in alcuni casi, fortunatamente in numero più che contenuto, il virus è riuscito trasferirsi dagli uccelli agli uomini infettandoli.
Il virus principale responsabile dell’aviaria è l’ Orthomyxovirus A H5N1, uno dei numerosi sottotipi del virus influenzale A che è caratterizzato da un gran numero di sottotipi virali.
Approfondisci i numerosi virus dell'influenza.
Tale virus è, infatti, ricoperto da 2 glicoproteine: di tipo H (emoagglutinina), e di tipo N (neuraminidasi). Ognuna delle due proteine può inoltre differenziarsi in diversi tipi ed in particolare in 16 tipi la prima, ed in 9 tipi la seconda, queste diverse tipologie combinandosi tra loro danno origine ai diversi sottotipi influenzali..
Oltre al AH5N1 vi sono anche altri virus che possono causare l’aviaria quali A H7N7, A H7N2, A H7N3, A H9N2. Tra questi il più virulento risulta l’H7N7.
L’influenza aviaria ha origini alquanto antiche. La sua prima descrizione risale a dei casi verificatosi in Piemonte nel 1878. Da quella data periodicamente sono state segnalate diverse epidemie in varie regioni del globo. L’infezione da H5N1 ha origine nel 2003 nel Sud Est dell’Asia e perdura ancora oggi. Da queste regioni (Cina, Vietnam, Laos, etc.) grazie alle periodiche migrazioni degli uccelli si è diffusa in tutto il mondo. Fino al 1997 non era mai stato provato passaggio diretto dell’H5N1 dagli uccelli agli uomini. Da tale data fino al 2007 sono stati invece accertati circa 300 contagi dei quali poco meno della metà si sono evoluti con esito infausto e morte del paziente. Fortunatamente fino ad oggi (2014) si sono verificate ondate epidemiche di influenza aviaria nel pollame, ma il virus non è riuscito a trasformarsi ulteriormente ed a divenire capace di passare da uomo ad uomo. Evenienza che, considerata la virulenza del H5N1, potrebbe provocare una catastrofica pandemia. Per evitare questa iattura la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha imposto drastiche misure di sicurezza. Misure che oltre ad un ramificato programma di vaccinazione degli allevamenti ha imposto anche nuove misure igieniche obbligatorie per questi ultimi. Tutto ciò in considerazione del fatto che gli infetti erano fondamentalmente operatori del settore e che le misure di igiene erano nulle o irrilevanti. |
Come avviene il contagio negli uomini e con quali sintomi si manifesta?
Il virus dell’influenza aviaria negli uomini, che è una forma modificata di quello degli uccelli, sopravvive nelle feci degli animali per lungo tempo e l’uomo può infettarsi venendo a contatto con queste e con gli animali infetti, mentre non vi è al momento possibilità di trasmissione da uomo ad uomo, ne con il consumo di uova e pollame cotto.
L’incubazione è più lunga di quella dell’influenza umana e va dal 7 ai 10 giorni.
I sintomi sono inizialmente simili a quelli della comune influenza ovvero:
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Febbre. Con temperature che possono facilmente superare i 38°C.
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Affezioni dell’intero apparato respiratorio. Starnuti, naso chiuso, mal di gola, tosse.
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Infiammazione della mucosa delle palpebre e della membrana che ricopre l’occhio.
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Dolori dello scheletro e dolori muscolari.
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Dolori delle articolazioni.
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Nausea e problemi gastrointestinali.
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Stanchezza ed assenza di forza.
Con l’evolversi della malattia i sintomi diventano più gravi:
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Infezioni oculari.
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Elevato rischio di polmonite. Evenienza che può risultare fatale per la sopravvivenza del paziente.
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Difficoltà respiratorie gravi.
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Coma.
Diagnosi dell'influenza aviaria.
Per ottenere la diagnosi certa i sintomi, essendo aspecifici, non bastano, occorre isolare il virus in una coltura cellulare del paziente.
Per farlo si utilizza un tampone delle secrezioni nasali ed orali del paziente subito dopo la comparsa dei sintomi.
Terapia e prevenzione della malattia infettiva.
Il trattamento dell’influenza aviaria è basato sulla somministrazione di antivirali (quali zanamivir o oseltamivir) che inibiscono la neuraminidasi, un enzima che permette la fuoriuscita del virus dalla cellula, e che quindi bloccano la replicazione del virus. Gli antivirali vanno assunti entro due giorni dalla comparsa dei sintomi e comportano molti effetti collaterali.
Al momento non esiste un vaccino, in quanto la preparazione non è semplice per le mutazioni continue del virus, tuttavia è consigliabile soprattutto per i soggetti a rischio di effettuare il vaccino comune antinfluenzale per evitare la sovrapposizione dei due virus, quello umano ed aviario.
Prevenzione della pandemia dell’influenza dei volatili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che esiste il rischio di pandemia per l’influenza aviaria ad opera del virus H1N5 ed ha formulato una serie di strategie per prevenirla. Strategie che prevedono:
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Nuove tecniche di allevamento pollino che migliorino drasticamente le condizioni igieniche. Tenuto conto che esse fondamentalmente determinano il contagio tra volatili e tra questi e gli umani.
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Snellimento delle procedure per la produzione dei vaccini e per la riduzione dei costi.
In ogni caso il modo migliore per prevenire il contagio è quello di evitare il contatto con il virus a tale scopo se si viaggia in paesi a rischio è dunque consigliabile:
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evitare di utilizzare pollame ed uova di provenienza non certificata,
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non consumare carne e uova crude,
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seguire accuratamente le norme igieniche personali quali lavarsi ripetutamente le mani
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disinfettare gli ambienti e gli oggetti che possono essere stati a contatto con persone infette,
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evitare il contatto con uccelli selvatici e domestici.
Domande frequenti.
D. Sono noti casi di influenza aviaria negli uomini in Italia?
R. No, fino ad adesso la malattia è stata rilevata solo in volatili selvatici.
D. La comune vaccinazione influenzale costituisce una protezione contro l’influenza aviaria?
R. Si, anche se non costituisce una difesa specifica contro l’H5N1.
D. Un contagiato di influenza aviaria la trasmette ad altri?
R. No. Fino ad oggi i virus responsabili non hanno subito le necessarie modifiche per potersi trasferire da uomo ad uomo.