Influenza suina: sintomi, virus, terapia e prevenzione
L’influenza suina è una malattia contagiosa causata dal virus influenzale A e dai suoi numerosi sottotipi. Come avviene il contagio e come è possibile prevenirla? Analizziamo i sintomi della malattia che spesso sono perfettamente sovrapponibili a quelli della comune influenza o del raffreddore e vediamo quali sono le terapie più efficaci per debellarla senza incorrere in serie complicanze.
Che cosa è l’influenza suina?
L’influenza suina è una malattia dell’apparato respiratorio fortemente contagiosa e con un andamento acuto (compare all’improvviso e recede dopo un tempo ragionevolmente breve) causata dalla infezione di alcune tipologie di virus influenzali, ossia dai virus influenzali A con i sottotipi: H1N1, H1N2, H2N1, H2 N3, H3N1, H3N2 e dai virus influenzali C.
Il più comune è il virus H1N1.
Come si sviluppa una epidemia di influenza suina?
Di norma i virus influenzali vivono in equilibrio con la loro specie endemica e difficilmente passano da una specie ad un'altra. Quindi i virus della influenza aviaria si replicano negli uccelli, i virus della influenza suina nei maiali e quelli dell’ influenza umana negli uomini con danni minimi per la specie. Questo perchè, affinchè il virus passi nella cellula ospite, è necessario che sulla membrana di tale cellula siano presenti dei recettori che ne consentano l‘adesione, recettori che sono diversi nelle varie specie. Il virus dell’aviaria, ad esempio, infetta difficilmente l’uomo perché questo ha pochissime cellule nell’apparato respiratorio che esprimono sulla loro membrana i recettori che possono favorire l’adesione di tale virus.
Approfondisci come avviene il contagio dell'influenza aviaria.
Può però accadere che un virus influenzale umano ed uno aviario infettino contemporaneamente un suino che possiede sia i recettori degli uccelli che dell’uomo, e che all’interno della cellula di cui sono ospiti si riassortiscano e mutino assumendo la capacità di legarsi ai recettori specifici dei virus influenzali umani. Ed allora può accadere che si sviluppi l’epidemia.
In quanto il virus non solo è passato dal suino all’uomo ma anche acquisito la capacità di trasferirsi rapidamente da uomo ad uomo. L’epidemia potrà poi facilmente, con la mobilità tipica dei nostri tempi, trasformarsi in pandemia. I maiali pertanto sembrano poter costituire un potenziale serbatoio in cui i virus influenzali si conservano e si evolvono e riassortiscono. Serbatoio da cui periodicamente riemergono per reinfettare l’uomo quando l’immunità acquisita scema.
Un po’ di storia. La prima pandemia di influenza suina è quella del gennaio 1918-dicembre 1920 più nota come pandemia di influenza spagnola. Studiando l’RNA virale di reperti anatomici congelati si è appurato che essa è stata provocata dal virus influenzale A H1N1. Essa contagiò più di 500.000.000 di individui in tutto il mondo: dall’antartico all’ artico passando per le isole del Pacifico. Provocando dai 50 ai 100 milioni di morti (le stime sono approssimate perché in molti luoghi non esisteva un registro dei decessi ed anche dove esisteva a causa del conflitto mondiale le notizie erano censurate). La seconda pandemia di influenza suina è quella del 2009-2010. Anch’essa conseguenza di una infezione del virus H1N1. Negli anni compresi tra le due pandemie, a partire dal 1930, in cui per la prima volta è stato identificato il virus dell’influenza suina, si sono verificate sporadiche epidemie in ambito locale quasi sempre ad opera dell’H1N1 anche se si sono segnalati diversi altri ceppi. |
Contagio ed incubazione del virus.
Il contagio del virus influenzale A H1N1avviene per contatto col virus che è contenuto nelle particelle di aerosol emesse da un individuo infetto con starnuti o colpi di tosse. Altro veicolo è il contatto diretto con secrezioni respiratorie di un ammalato. Difficile invece, anche se teoricamente possibile, è il contagio con superfici contaminate dal virus in quanto questo ha all’esterno vita breve e risente dell’ambiente.
L’incubazione ha una durata di qualche giorno (1-3 dal momento del contagio).
Costituiscono fattori di rischio per contrarre l’influenza suina le condizioni che seguono:
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Svolgere un lavoro per cui si viene spesso a contatto con i maiali come ad esempio: esercitare la professione di veterinario, lavorare in un allevamento, partecipare periodicamente a fiere del bestiame.
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Viaggiare una regione o paese in cui è in corso una epidemia della malattia.
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Vivere a contatto con una persona infetta.
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Frequentare ambienti eccessivamente affollati.
Va notato in maniera esplicita che il consumo alimentare di carne di maiale non costituisce assolutamente alcun rischio.
Sintomi e possibili complicanze dell’influenza suina.
La sintomatologia dell’influenza suina è molto simile, se non perfettamente sovrapponibile, a quella di altri ceppi di virus influenzali e perciò:
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Febbre e brividi di freddo.
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Starnuti e naso congestionato e gocciolante.
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Bruciore e lacrimazione degli occhi.
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Dolori a muscoli ed alla testa.
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Mal di gola.
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Tosse stizzosa e secca.
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Stanchezza ed affaticamento anche dopo sforzi inconsistenti.
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Problemi gastrointestinali come: nausea, vomito e diarrea.
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Mancanza di appetito.
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Confusione mentale nei pazienti anziani.
Complicanze
La più temibile è una sovra infezione batterica dei polmoni e quindi una polmonite che può condurre alla sepsi. Altre possibili complicanze sono:
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Problemi neurologici. Come possono essere crisi epilettiche.
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Insufficienza respiratoria (incapacità dell’apparato respiratorio di assicurare l’adeguato scambio gassoso che consente una corretta ossigenazione del corpo).
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Aggravamento di patologie croniche del paziente. E’ una complicanza tipica degli anziani che sono gravati da malattie come diabete e cardiopatie.
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Disidratazione. E’ conseguenza dei problemi gastroenterici (vomito e/o diarrea).
Le categorie che hanno elevate probabilità di sviluppare tali complicanze in quanto hanno sistema immunitario più compromesso, sono:
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Over sessantacinquenni.
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Neonati e bambini piccoli.
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Soggetti immunocompromessi come gli infetti da virus HIV.
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Ammalati cronici di: diabete, asma, enfisema polmonare, cardiopatie, anemie ed altre patologie ematiche.
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Donne in gravidanza.
Diagnosi e terapia.
Per avere la certezza dell’infezione di influenza suina occorre raccogliere un campione di secrezioni respiratorie con un tampone nasale o faringeo nei primi 4 o 5 giorni dall’inizio dello scatenamento della sintomatologia e farlo sottoporre ad una analisi microbiologica denominata Real Time PCR che rileva i frammenti di RNA del virus e l’identifica.
Il trattamento dell’influenza suina si riduce normalmente al riposo a letto e somministrazione di paracetamolo per mantenere sotto controllo la sintomatologia dolorosa e abbassare la temperatura corporea in caso di febbre.
Se il paziente soffre di una patologia respiratoria possono essere prescritti farmaci antiinfiammatori per combattere l’infiammazione delle vie respiratorie e fluidificanti delle secrezioni.
A coloro che tra i sintomi della malattia annoverano insufficienza respiratoria può rendersi necessaria la somministrazione di farmaci antivirali con principi attivi come lo zanamivir e lo oseltamivir. Questi farmaci vengono anche somministrati alle categorie di pazienti che sono ad alto rischio di sviluppo di pericolose complicanze vedi elenco precedente.
E’ importante utilizzare detti farmaci solo in condizione di reale bisogno perché il loro utilizzo indiscriminato seleziona popolazione di virus resistenti e ne riduce l’efficacia.
Come prevenire l’influenza suina?
Di seguito riassumiamo le principali misure che possiamo applicare per prevenire la malattia.
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Vaccinarsi contro l’influenza stagionale. Il vaccino 2013-2014 immunizza contro il virus H1N1 della suina e contro altri virus la cui diffusione è ritenuta probabile in tale periodo. E comunque la vaccinazione aiuta il sistema immunitario anche in caso di nuovi virus riassortiti.
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Lavare frequentemente le mani con abbondante acqua e sapone. Serve ad evitare la trasmissione del virus attraverso oggetti e superfici contaminate.
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Evitare gli ambienti chiusi e quelli particolarmente affollati.
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Areare gli ambienti prima di soggiornarvi.
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Evitare, in special maniera se si appartiene ad una categoria a rischio, contatto con suini o luoghi in cui vi hanno soggiornato, fiere di bestiame etc.
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Evitare il contatto con ammalati di influenza.