Insufficienza aortica: gradi, sintomi, cause e terapia
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L'insufficienza aortica è una patologia cardiaca che ha alla base il difetto di una delle 2 valvole del ventricolo sinistro e con più precisione quella che chiude l'innesto dell'aorta. I sintomi progrediscono lentamente fino a diventare invalidanti. Vediamo quando la terapia è può essere solo farmacologica e quando è necessario l'intervento chirurgico.
Cos'è l’insufficienza aortica?
L’insufficienza aortica è una condizione patologica in cui la valvola aortica non si chiude correttamente e pertanto il sangue torna indietro dall'aorta al ventricolo.
La valvola aortica è una delle quattro valvole cardiache situata tra il ventricolo sinistro e l'aorta, che serve a pompare il sangue ossigenato verso tutto il corpo.
La malattia si manifesta solitamente tra i 40 e i 70 anni, sebbene in alcuni casi possa insorgere anche sotto i 40 anni, con un rapporto maschio:femmina di 4:1.
Meccanismo fisiopatologico.
Durante la fase cardiaca diastolica o di rilascio la valvola aortica è chiusa ed il sangue eiettato durante la fase sistolica non può tornare indietro nel ventricolo. Ma se il serraggio della valvola è imperfetto parte del sangue (la quantità dipende da quanta è seria l’anomalia di serraggio) ritorna indietro dall'aorta al ventricolo sinistro e non progredisce nel vaso per andare ad ossigenare i tessuti. Nel ventricolo aumenta il volume e la pressione e di conseguenza aumenta il carico di lavoro del cuore e, col tempo, si determina uno scompenso cardiaco.
Gradi e tipologie di questa patologia.
L'insufficienza aortica può essere distinta in due tipologie, in base alla modalità di insorgenza dei sintomi ed alla capacità di compensazione del cuore.
Distinguiamo quindi una forma:
- Acuta, quando i sintomi insorgono rapidamente senza consentire al cuore di adattarsi al mal funzionamento della valvola aortica.
- Cronica, quando il mal funzionamento della valvola insorge in maniera graduale e progressiva, il cuore ha modo di compensare la problematica e la sintomatologia insorge più tardivamente.
In base poi alla gravità del mal funzionamento della valvola aortica, possiamo distinguere un'insufficienza aortica di tipo:
- Lieve, in cui il meccanismo di chiusura è minimamente alterato e la quantità di sangue che torna al ventricolo è minima. È una condizione solitamente asintomatica.
- Moderata, quando il reflusso di sangue è più abbondante in quanto il meccanismo di chiusura della valvola è abbastanza alterato. In questo caso si può assistere ad un aumento di dimensioni del ventricolo sinistro (ipertrofia ventricolare).
- Severa, quando il meccanismo di chiusura è completamente alterato, il ventricolo è francamente ipertrofico e la sintomatologia diventa importante e talvolta fatale.
Cause congenite ed acquisite dell’insufficienza valvolare.
Le cause di insufficienza aortica possono essere congenite o acquisite. In alcuni casi, infatti, il difetto valvolare è presente sin dalla nascita a causa di alterazioni genetiche ereditarie per cui la valvola aortica risulta formata da due cuspidi invece di tre.
In altri invece la patologia è acquisita ed è causata da:
- Processi infiammatori a carico del cuore derivanti da infezioni batteriche, quali la sifilide (una malattia che si trasmette sessualmente e che è causata dal Treponema pallidum).
- Patologie autoimmuni, quali l'artrite reumatoide o la spondilite anchilosante (una patologia reumatica autoimmune che causa, tra gli altri sintomi, la fusione delle articolazioni).
- Patologie reumatiche, quali la febbre reumatica (un processo infiammatorio che colpisce solitamente tutto l’organismo e la cui eziologia è da ricondurre ad un’infezione da Streptococco).
- Patologie genetiche, quali la sindrome di Marfan (una malattia genetica che colpisce il tessuto connettivo).
- Traumi fisici a livello dell'aorta.
- Endocardite (un’infiammazione dell’endocardio, uno dei foglietti che costituisce il cuore insieme al pericardio) infettiva sostenuta da batteri quali Stafilococco, Streptococco e Pneumococco.
I sintomi variano in base alla gravità della malattia.
La sintomatologia dell'insufficienza aortica è variabile in base alla gravità della patologia.
Nelle forme lievi la malattia può essere del tutto asintomatica, e presenta solo il caratteristico soffio cardiaco che può essere auscultato con il fonendoscopio.
Nelle forme moderate e severe si manifestano sintomi quali:
- Dispnea (mancanza d'aria) sia a riposo, che sotto sforzo dovuta allo scompenso cardiaco con ristagno di liquido nei polmoni.
- Ortopnea, ovvero mancanza d'aria quando si è coricati.
- Angina, ovvero sensazione di oppressione al petto che si accompagna a dolore.
- Palpitazioni legate ad aritmie ed alterazioni del battito cardiaco perché il ventricolo sinistro si dilata e si contrae con più efficacia.
- Astenia e stanchezza.
- Edema (accumulo di liquido) e gonfiore agli arti inferiori, in particolare a livello di piedi e caviglie.
- Vertigini, svenimenti e sincopi.
- Dolore toracico dovuto a insufficiente apporto di sangue nel cuore.
- Scompenso cardiaco nei casi più gravi.
La sintomatologia è legata al reflusso di sangue dall'aorta al ventricolo che comporta diverse alterazioni al flusso sanguigno, al battito cardiaco ed alla frequenza degli atti respiratori.
La diagnosi: dalla visita cardiologica alle tecniche di imaging.
La diagnosi di insufficienza aortica viene eseguita dal medico cardiologo il quale dapprima eseguirà una visita auscultando il cuore alla ricerca della presenza o assenza di eventuali soffi che possono essere indice della patologia, e successivamente potrà integrare la visita con esami quali:
- Elettrocardiogramma, per valutare l'attività elettrica del cuore e vedere se sono presenti delle anomalie.
- Ecocardiogramma, per valutare le strutture cardiache ed in particolare le dimensioni del ventricolo sinistro.
- Ecodoppler, per valutare il flusso sanguigno che passa attraverso il cuore ed i vasi cardiaci.
- Radiografia del torace, per valutare eventuali ingrandimenti del ventricolo cardiaco.
La terapia in caso di insufficienza aortica.
La terapia dell'insufficienza aortica può essere farmacologica o chirurgica a seconda della gravità della malattia.
La terapia farmacologica è riservata ai casi lievi o moderati i e consiste prevalentemente nella somministrazione di farmaci che riducono la pressione sanguigna.
Tra i farmaci per l'ipertensione arteriosa maggiormente utilizzati abbiamo:
- Diuretici, che abbassano la pressione favorendo l'eliminazione dei liquidi e che pertanto risultano utili anche in caso di edema.
- Ace - inibitori, che intervengono sul sistema di controllo ormonale della pressione sanguigna.
Intervento chirurgico nei casi più gravi.
Per quanto riguarda invece la terapia chirurgica, questa viene riservata ai casi gravi con sintomatologia importante, e può essere eseguito in due modi:
- Riparazione della valvola non funzionante.
- Sostituzione della valvola non funzionante.
Entrambi gli interventi si svolgono in anestesia generale e con la circolazione extracorporea (il paziente viene attaccato ad una macchina che sostituisce il cuore ed i vasi sanguigni e fa circolare il sangue al di fuori del corpo), in quanto il cuore deve essere fermato per poter intervenire chirurgicamente.
Nelle settimane che precedono l’intervento il paziente viene trattato con digossina, diuretici e vasodilatatori.
Prima e dopo l’intervento vengono inoltre somministrati antibiotici per ridurre il rischio di insorgenza di endocardite che è un’ infiammazione dell’endocardio, il rivestimento interno del cuore e delle valvole cardiache.
Tipi di valvole.
Vi sono diversi tipi di valvole che possono essere valvole meccaniche, costruite con materiali artificiali, o biologiche, costruite di tessuti naturali.
Le valvole meccaniche sono molto resistenti ed hanno lunga durata ma comportano la necessità di assumere per tutta la vita farmaci anticoagulanti per evitare la formazione di trombi dovuti al contatto tra il sangue e il materiale delle valvole.
Le valvole biologiche hanno una durata limitata, ma sono ben tollerate nel corpo umano, anche se le nuove tecniche di fabbricazione delle valvole biologiche ne hanno aumentato la durata..
Nuove tecniche di intervento: TAVI.
Esiste oggi anche un intervento non invasivo (TAVI) per sostituire la valvola non funzionante che in un congresso dell’American College of Cardiology è stato ritenuto una valida alternativa al tradizionale intervento chirurgico.
La TAVI è una nuova tecnica che permette l’impianto della valvola attraverso l’arteria femorale senza, quindi incidere il torace e senza circolazione extracorporea. L’intervento dura meno di un’ora ed il recupero è molto più veloce 3 o 4 giorni dall'intervento.
Prognosi.
Se trattate adeguatamente, le forme lievi o moderate di insufficienza aortica hanno una sopravvivenza a 10 anni che varia dall'80% al 95%, mentre è sfavorevole la prognosi in caso di insufficienza aortica severa.
L’articolo ha uno scopo esclusivamente informativo e non intende sostituire il parere del medico cardiologo.