Insufficienza renale acuta: sintomi, cause, dieta e terapia
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Quali sono le cause dell'insufficienza renale acuta e quale la terapia medica prevista? Con quali sintomi si manifesta la patologia e qual'è la dieta più adatta per il paziente che ne è affetto? Approfondiamo e rispondiamo alle domande più frequenti su tale grave disturbo.
Cos'è l’insufficienza renale acuta?
L’insufficienza renale acuta (IRA) è una malattia che compromette la funzionalità dei reni in maniera rapida ed aggressiva, ovvero non permette a questi organi di portare a compimento il proprio lavoro, che è essenzialmente quello di filtrare le scorie metaboliche dal sangue (come creatinina e azoto ureico) e di regolare l’equilibrio elettrolitico del nostro organismo.
Sebbene l'insufficienza renale acuta possa interessare soggetti di tutte le età, è più comune negli anziani.
Tipi e stadi della patologia secondo i criteri RIFLE e AKIN.
Il gruppo di studio Acute Dialysis Quality Initiative o ADQI, per classificare l’insufficienza renale acuta, ha proposto un criterio denominato RIFLE successivamente revisionato dal gruppo di studio denominato Acute Kidney Injury Network (AKIN) che ha stabilito criteri più esaurienti.
Criterio RIFLE.
L'insufficienza renale acuta viene quantificata dai criteri RIFLE in base a due variabili: concentrazione di creatinina serica e la diuresi.
RIFLE è l'acronimo inglese di:
- Risk (rischio renale): aumento della creatinina, riduzione della velocità di filtrazione glomerulare (25%) o della diuresi (meno di 0,5 ml per kg) per almeno sei ore;
- Injury (danno renale): raddoppio della creatinina, riduzione della velocità di filtrazione glomerulare (50%) o della diuresi a per oltre 12 ore;
- Failure (malfunzionamento dei reni): aumento di tre volte della creatinina, riduzione della velocità di filtrazione glomerulare (75%)o della diuresi (meno di 0,3 ml /kg per oltre 24 ore) o completa assenza di urine per 12 ore;
- Loss (perdita di funzione renale): perdita della funzione renale per più di quattro settimane;
- End-stage kidney disease (insufficienza renale terminale): perdita completa della funzione renale per più di tre mesi.
Bisogna tenere presente che maggiore è il RIFLE, più elevato è il rischio di morte.
Criterio AKIN.
Secondo il criterio AKIN, siamo di fronte ad insufficienza renale acuta, se la concentrazione di creatinina in 48 ore aumenta di 0,3 mg/dl.Gli stadi di gravità dell’IRA sono i seguenti:
- Stadio 1: fa riferimento al rischio del criterio RIFLE.
- Stadio 2: fa riferimento al danno renale del criterio RIFLE.
- Stadio 3: fa riferimento al malfunzionamento renale del criterio RIFLE.
Sintomi: come si manifesta questa patologia dei reni.
L’insufficienza renale acuta si può riconoscere da alcuni sintomi che possono far sospettare la patologia. Tuttavia i sintomi dipendono dalla gravità dell'insufficienza dalla velocità di progressione della malattia e dalle cause sottostanti.
I sintomi più comuni sono:
- Difficoltà ad urinare con oliguria (produzione limitata di urine nell'arco delle 24 ore). Il flusso di urina che normalmente negli adulti raggiunge 1,5 litri al giorno, si riduce fino a valori inferiori a 0,5 litri al giorno. A causa della ridotta funzione renale che non filtrano più il sangue, non viene prodotta più urina;
- Alterazione di valori sanguigni quali azotemia e creatinemia che risultano essere molto più alti del normale quando i reni non lavorano come dovrebbero. Il lavoro dei reni è sostanzialmente quello di ripulire il sangue, eliminando le sostanze di scarto tra cui appunto l'azotemia e la creatinina. L'azotemia è la quantità di azoto nel sangue liberato dalle proteine e dagli altri composti che noi introduciamo. Il livello ottimale di azoto viene garantito proprio dai reni che sono la via di eliminazione dell’azoto in eccesso. La creatinina deriva dal metabolismo della creatina muscolare che è utilizzata come immediata fonte di energia da tutti i muscoli e anche dal cuore e che, una volta prodotta, viene riversata nel sangue che la porta ai reni, dai quali viene totalmente eliminata con le urine. Se azotemia e creatinemia sono troppo elevate, vuol dire che il rene non sta funzionando a dovere e che è necessario indagare sulla sua funzionalità
Puoi approfondire le caratteristiche dell'azotemia alta.
- Ritenzione idrica. Si manifesta con accumuli di acqua, soprattutto a livello di gambe e caviglie. Se il rene non filtra il sangue e non funziona, non si può mantenere il bilancio idrico del corpo, l’acqua in eccesso non viene eliminata con le urine e si accumula nei tessuti.
- Ipercalcemia. I livelli di calcio nel sangue non dipendono solo dai reni perchè il suo livello di regolazione è molto ampio, ma i reni costituiscono sicuramente una parte importante di questo processo fisiologico. Il rene rappresenta, infatti, una via di eliminazione del calcio in eccesso. Se i reni non funzionano e l’escrezione non è efficiente, il calcio nel sangue si accumula in eccesso.
Approfondisci i valori della calcemia.
- Anemia. Il rene produce eritropoietina, un ormone che serve per la formazione e il processo di maturazione dei globuli rossi, stimolandolo a livello di midollo osseo. Se il rene non funziona e non produce eritropoietina, si ha una situazione generale di anemia.
- Acidosi metabolica. Il rene regola l’equilibrio acido-base del nostro organismo agendo sulla regolazione del meccanismo di riassorbimento di bicarbonato e di secrezione degli acidi. In caso di insufficienza renale si manifesta spesso acidosi metabolica, dovuta all'incapacità di bilanciare gli acidi del metabolismo con i bicarbonati. Il pH ematico risulta più acido e ne consegue che l’organismo, nel tentativo di regolare l’equilibrio acido-base, di solito aumenta la ventilazione per aumentare l’anidride carbonica eliminata. Infatti, l’anidrasi carbonica catalizza la reazione tra anidride carbonica e acqua producendo bicarbonato che va a tamponare l’eccessiva acidità.
- Astenia. E’ una situazione fisiologica alterata che deriva dall'insieme dei sintomi elencati.
Possibili complicanze.
Premesso che l'insufficienza renale acuta è già una conseguenza di altre malattie, se la condizione persiste, l'accumulo delle scorie metaboliche nell'organismo può comportare un aggravamento della sintomatologia e la comparsa di tachicardia (ritmo cardiaco accelerato) e aritmie cardiache.
Cause di insufficienza renale acuta.
Esistono fondamentalmente tre tipi di insufficienza renale acuta, che si individuano a seconda dei distretti corporei interessati dalla patologia.
Cause pre-renali: insufficiente apporto di sangue ai reni.
Il sangue accede al rene per essere soggetto al processo di filtrazione mediante le arterie renali. Si parla di insufficienza renale acuta dovuta a cause prerenali, quando il danno non è carico della struttura del rene, ma del processo di filtraggio. Solitamente è dovuta a una scarsa perfusione di sangue che induce un danno ischemico, sfociando nella necrosi renale. Quindi, non giunge al rene il giusto apporto di sangue e in tale condizione si manifesta la patologia.
Le cause che possono determinare la riduzione di flusso sanguigno sono:
- Emorragia susseguente ad un trauma o disidratazione, fenomeni che riducono il volume del sangue in circolo.
- Scompenso cardiaco con insufficiente funzionamento del cuore e relativa riduzione dell’afflusso di sangue ai reni.
- Stenosi, ovvero un restringimento (per varie cause come compressioni dovute a neoplasie, arteriosclerosi etc.) delle arterie renali.
Lesioni renali.
Si parla di insufficienza renale acuta dovuta a cause renali, se il problema è localizzato a livello della struttura interna del rene, ovvero a carico del parenchima renale.
Le cause principali sono le seguenti:
- Problemi aterosclerotici, che possono ostruire i capillari in cui si ramificano le arterie renali (nefroangiosclerosi). L'ostruzione può essere causata anche da traumi indotti da ipertensione, o da microemboli di colesterolo.
- Danni alla funzionalità dei glomeruli renali, causati da infiammazioni, infezioni etc. Un esempio è la glomerulonefrite post streptococcica, successiva ad una infezione da streptococco.
- Danni ai tubuli renali, che possono essere causati da necrosi successive ad una drastica riduzione dell’afflusso di sangue, per una consistente emorragia, o da intossicazione da farmaci, come alcuni antibiotici ed antidolorifici.
Cause post-renali.
La causa post-renale più comune associata all'insufficienza renale acuta è la formazione di calcoli renali, che ostruiscono gli ureteri. Si tratta di una condizione estremamente comune che nei soggetti con entrambi i reni funzionanti non causa nessun problema, mentre negli individui che hanno un solo rene può sfociare in insufficienza renale acuta, non essendoci l’altro rene che compensa la funzionalità mancante.
Insufficienza renale acuta causata dai farmaci.
Abbiamo visto che le cause dell’insufficienza renale possono essere varie e derivare da danni a carico dei reni, oppure del sistema di arterie ad essi afferenti.
I danni ai reni possono derivare, però, anche da un eccesso di farmaci. Alcuni farmaci sono, infatti, nefrotossici, e possono causare dei danni permanenti. I diuretici, molti farmaci contro l’ipertensione e i FANS possono alterare la perfusione renale, tanto che nei soggetti che sono costretti a farne uso per lunghi periodi, i reni sono messi a dura prova. Altri farmaci come antibiotici, antivirali e immunosoppressori possono danneggiare irreversibilmente il parenchima renale.
Diagnosi: dai test di laboratorio alle tecniche di imaging.
Per diagnosticare l’insufficienza renale acuta si possono effettuare vari esami:
- Test di laboratorio: consistono nella rilevazione dei parametri sanguigni correlati alla funzionalità dei reni quali azotemia, creatinemia, albumina nelle urine, acido urico in eccesso. Il livello di creatinina è il miglior indice della gravità dell'insufficienza renale. Altri esami del sangue servono a rilevare squilibri del metabolismo, come alti livelli di acidità, alti livelli di potassio bassi livelli di sodio e alti livelli di fosforo.
- Analisi delle urine e la misurazione di alcuni elettroliti possono consentire l'identificazione della causa.
- Ecografia addominale: è un esame che permette di verificare la dimensione dei reni e valutare se il tessuto di questi organi è alterato, o meno.
- L'angiografia, che è una radiografia delle vene e delle arterie, consente di rilevare un'ostruzione dei vasi sanguigni.
- La biopsia renale può essere necessaria se gli altri esami non consentono di effettuare una diagnosi certa.
Che fare in presenza di insufficienza renale acuta?
L’insufficienza renale acuta e le sue immediate complicanze possono essere trattate con successo se la causa viene affrontata tempestivamente.
Si può intervenire con farmaci e con un adeguato apporto nutrizionale per favorire il recupero delle funzionalità renali.
Alimentazione.
Essendo le proteine le principali responsabili della produzione di azoto che sovraccarica i reni nell'ambito del loro funzionamento, è opportuno trattare un paziente affetto da insufficienza renale acuta con una dieta ipoproteica. La maggior parte delle calorie deve provenire dai carboidrati e negli appositi negozi è possibile trovare alimenti salutistici adeguati alle esigenze di questa tipologia di pazienti, proprio a basso contenuto proteico.
E’ bene anche tenere sotto controllo il sodio, evitando quindi di esagerare con il sale da cucina e di utilizzare il dado da brodo, prodotti in scatola e altri alimenti particolarmente ‘salati’.
Per ridurre anche il fosforo, vanno limitati legumi, salumi e frutta secca, uovo e cacao.
Anche l'assunzione di acqua viene limitata ad un volume pari alla diuresi del giorno prima più la quantità persa dall'organismo. Ogni giorno il soggetto viene pesato per monitorare l'apporto di liquidi.
Il paziente affetto da insufficienza renale acuta deve assumere glucosio ed alcuni aminoacidi per mantenere adeguati livelli di proteine.
Farmaci.
Molto utilizzati sono i diuretici per stimolare l’eliminazione delle urine. Sono molto usati quelli a base di Furosemide, tra cui uno dei più famosi è sicuramente il Lasix. Si consigliano poi anche agenti chelanti, qualora si verifichi eccesso di fosforo, oppure di antiacidi e di epoetina per contrastare l’anemia.
Dialisi nei casi più gravi.
Quando l’insufficienza renale porta alla perdita della funzione renale, è necessario sottoporsi alla dialisi. Si tratta di un procedimento che mediante un macchinario che funge da rene artificiale permette di purificare il sangue, laddove il rene non funziona come dovrebbe. Sono necessarie almeno 3 sedute di dialisi a settimana per rendere il processo efficiente.In questi casi accade che il sangue, purificato dalle sue scorie, viene rimesso in circolo senza creare problemi alla salute del paziente.
Esistono due tipologie di dialisi:
- emodialisi: in tal caso il sangue del paziente passa attraverso un filtro esterno, quindi viene raccolto dalla vena del paziente, filtrato mediante il macchinario della dialisi nel corso di una seduta che può durare in media 4 ore, e reimmesso nell'organismo.
- Dialisi peritoneale: in tal caso è il peritoneo, ovvero la membrana che riveste gli organi interni a livello dell’addome, ad essere sfruttata come membrana per la dialisi. Il peritoneo è riccamente vascolarizzato ed è proprio questo aspetto ad essere sfruttato dalla dialisi. Viene immessa nella cavità addominale il liquido dializzante con il quale l’organismo scambia le sostanze nocive, e dopo circa 5 ore il liquido che si è caricato di scorie viene eliminato in una sacca di scarico. Si procede con una nuova sacca di liquido da dialisi. Il trattamento può essere effettuato anche a domicilio.
Puoi approfondire le due tipologie di dialisi.
Le due tipologie di dialisi sono equivalenti dal punto di vista della riuscita. E’ molto più frequente l’emodialisi, perchè è più veloce, ma in condizioni particolari si deve attuare necessariamente la dialisi peritoneale, per esempio nei soggetti con patologie cardiovascolari. In più, la dialisi peritoneale, essendo svolta a domicilio, rende più facile svolgere una vita sociale un po più vicina alla normalità rispetto a quanto accade con l’emodialisi, che costringe i pazienti a trascorrere in ospedale molte ore della propria vita.
Prognosi e aspettativa di vita.
In caso di insufficienza renale acuta, la prognosi dipende dalle cause scatenanti, ed anche dalla tempestività della diagnosi e del trattamento.
La percentuale di sopravvivenza in caso di insufficienza renale acuta è pari al 60% .
In caso di insufficienza renale acuta dovuta alla riduzione del flusso ematico per cause reversibili quali emorragia, vomito o diarrea, la percentuale di sopravvivenza sale al 90% .
In ogni caso un danno renale acuto è un fattore di rischio per future malattie renali croniche.
L’articolo ha uno scopo puramente informativo e non intende sostituire il parere del medico nefrologo.