Insufficienza venosa: sintomi, cause, diagnosi, terapia e rimedi naturali
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L’insufficienza venosa è un disturbo della circolazione caratterizzato dalla difficoltà delle vene di riportare il sangue al cuore, che se viene trascurato, può comportare numerosi problemi.I sintomi si manifestano con capillari bluastri sulla superficie delle gambe, gonfiore di caviglie e gambe, calore diffuso, formicolio e intorpidimento, dolore e pesantezza della gambe. Le cause possono essere ereditarie, patologiche o legate allo stile di vita. Vediamo insieme come si effettua la diagnosi e quali sono i possibili metodi di cura e prevenzione.
Cos’è l’insufficienza venosa?
L’insufficienza venosa è una condizione patologica della circolazione caratterizzata dalla difficoltà del sangue di ritornare dalla periferia al cuore. Il sangue che trasporta ossigeno e nutrienti ai tessuti ritorna al cuore, attraverso le vene, in un percorso che gli permette di riossigenarsi e di ricominciare il suo ciclo.
L’insufficienza venosa interessa soprattutto gli arti inferiori perchè il sangue, per una questione di gravità, tende a ristagnare e Il ritorno diventa molto difficoltoso.
Si calcola che la percentuale maggiore della popolazione ad essere colpita da questo problema sia quella femminile anche se, in realtà, dopo i 50 anni, le differenze tra uomini e donne quasi si annullano e il disturbo va ad interessare entrambe le categorie.
Le cause ed i fattori di rischio che determinano la difficoltà delle vene di riportare il sangue al cuore.
Le cause che determinano questo disturbo sono molteplici e riguardano la predisposizione genetica del soggetto o 'l'alterazione delle vene sia per patologie che per sovraccarico funzionale. esistono inoltre delle condizioni non patologiche sono da considerarsi fattori di rischio che, cioè, predispongono all’insorgenza dell’insufficienza venosa.
In generale le cause più comuni sono:
Trombosi venosa profonda.
La trombosi venosa profonda è l’ostruzione del circolo sanguigno dovuta all'ostruzione di una vena a causa di un grumo di sangue (trombo). Questa ostruzione è causa di un ritorno difficoltoso del sangue verso il cuore;
Vene varicose.
Le varici sono dilatazioni delle vene e delle arterie dovute a difetti delle valvole che si trovano nei vasi. Esse servono proprio a regolare il flusso sanguigno ed ad evitare ristagni. Quando le valvole non funzionano si creano le varici e la condizione di insufficienza venosa
Problemi a carico di vene e valvole.
A volte capita che il sangue non riesca ad essere pompato con efficienza nei vari distretti corporei a causa di difetti a livello di valvole venose oppure al cuore che, se manifesta problemi nel suo funzionamento, determina un ricircolo inefficiente.
Predisposizione genetica.
Indipendentemente dai fattori scatenanti, è stata individuata una correlazione tra la patologia e l’ereditarietà, situazione che porta un soggetto ad avere maggiori probabilità di sviluppare insufficienza venosa, nel caso in cui in famiglia siano stati riscontrati problemi di circolazione.
Aqueste cause si aggiungono alcuni fattori di rischio che possono scatenare l’insorgenza della condizione di stasi:
Sedentarietà.
Uno stile di vita caratterizzato da scarso movimento sicuramente è un fattore predisponente all’insufficienza venosa. Dato che, infatti, il sangue fatica a ritornare al cuore a partire dagli arti inferiori, il suo ricircolo è facilitato proprio dai muscoli delle gambe che mediante la loro contrazione e decontrazione, creano un sistema di pompaggio attorno ai vasi venosi, aiutandoli a far procedere il sangue nel suo percorso. Anche rimanere in piedi per troppo tempo senza muoversi molto comporta un rischio di manifestare insufficienza venosa per gli stessi motivi.
Obesità.
Un peso corporeo esageratamente elevato determina difficoltà circolatorie importanti. Ogni spostamento è, infatti, reso più difficile dal peso eccessivo: si tende ad essere più sedentari e i muscoli perdono la loro elasticità favorendo il ristagno del sangue.
Utilizzo di scarpe non adatte.
L ’insufficienza venosa è avvertita moltissimo dalle donne che trascorrono buona parte della loro giornata su tacchi troppo alti. Una scarpa esageratamente alta costringe il piede ad una posizione innaturale e in uno spazio ristretto che, oltre a procurare dolore, determina anche difficoltà nel ritorno del sangue al cuore.
Gravidanza.
In gravidanza, a causa delle alterazioni dell’equilibrio ormonale, dell’aumento del volume del sangue (circa il 20%) e dell’aumento del peso corporeo, le vene sono sottoposte ad un maggior lavoro e stress. Il sangue ristagna nelle vene con la comparsa, in quasi la metà delle donne incinte, di vene varicose, gonfiore e dolore agli arti inferiori.
Fumo di tabacco.
La nicotina provoca invecchiamento e restringimento delle arterie e quindi ipertensione. La conseguenza è quindi la stasi sanguigna e la difficoltà di ritorno al cuore.
Terapia ormonale sostitutiva.
Le donne in menopausa che assumono la terapia ormonale sostitutiva possono andare incontro ad un rischio maggiore di sviluppare ipertensione e insufficienza venosa delle gambe, già sottoposte a dura prova dalle variazioni tipiche della menopausa. Lo affermano due grandi studi inglesi, recentemente pubblicati sul British Medical Journal.
Quali tipi di insufficienza venosa esistono?
Sebbene le cause alla base del disturbo siano le stesse, così come anche le sue manifestazioni, è possibile individuare differenti tipologie di insufficienza venosa:
- Insufficienza venosa cronica (IVC). L’insufficienza venosa cronica è una vera e propria patologia determinata dall’inefficienza delle valvole venose che non riescono ad impedire il deflusso del sangue verso il basso, causando di conseguenza un suo ritorno più difficoltoso al cuore. Se il sangue ristagna, la pressione lungo le pareti delle vene aumenta, determinando una fuoriuscita di liquidi che forma l’edema a cui abbiamo accennato. Si tratta di un problema a cui si è predisposti geneticamente, se più persone nella stessa famiglia manifestano il disturbo, e ciò vuol dire che le valvole venose non funzionano bene per un difetto in origine. Si può arrivare a questa condizione anche se si trascura un’insufficienza venosa dovuta a stili di vita scorretti e non si interviene prontamente per prevenirla.
- Insufficienza venosa e linfatica. Solitamente l’insufficienza venosa si manifesta assieme all’insufficienza linfatica, che è una sua diretta conseguenza. Abbiamo detto, infatti, che l’aumento della pressione del sangue in ristagno sulla parete delle vene determina la fuoriuscita di liquidi e la formazione di zone edematose. I liquidi interstiziali devono essere drenati dal sistema linfatico ma, se i liquidi si accumulano eccessivamente e il ristagno perdura nel tempo, si manifesta anche un’insufficienza di questo sistema secondario. Si deve ricordare che il sistema linfatico non ha un suo proprio sistema di pompaggio come quello cardiocircolatorio, ma la propulsione dei liquidi nei vasi linfatici avviene grazie alla contrazione e decontrazione di vene, arterie e muscoli. Se viene a mancare l’efficienza di questo sistema allora l’insufficienza venosa diviene anche un’insufficienza linfatica.
Come si manifesta questo disturbo circolatorio?
I sintomi dell’insufficienza venosa sono molti e anche facilmente distinguibili.
Questo permette di intervenire per tempo per arginare il problema il prima possibile.
- Capillari bluastri sulla superficie delle gambe: uno dei primi segnali, che fa capire se si soffre di insufficienza venosa, è la comparsa sulla superficie della pelle degli arti inferiori di un reticolo bluastro costituito dai capillari più superficiali che si rendono visibili. Questo è dovuto essenzialmente al ristagno di sangue che defluisce con fatica e che si accumula nel microcircolo.
- Gonfiore di caviglie e gambe: il sangue che ristagna crea un edema a livello delle caviglie, in particolare, e delle gambe, in generale. Questo accade perché un maggior volume di sangue che si accumula in uno spazio ristretto, quale per l’appunto quello di un vaso sanguigno, esercita una forte pressione sulle pareti di quest’ultimo inducendo una fuoriuscita dei liquidi.
- Calore diffuso, formicolio e intorpidimento: la formazione edematosa determina una sensazione di calore lungo gli arti interessati e la difficoltà del sangue a circolare induce formicolii diffusi e un senso di intorpidimento dei piedi e delle gambe, i cui tessuti non riescono ad essere ossigenati con efficienza.
- Dolore e pesantezza della gambe: chi soffre di insufficienza venosa, avverte un senso di pesantezza importante alle gambe, nonché un dolore diffuso. Questo deriva dalla dilatazione eccessiva dei vasi sanguigni che, ritrovandosi a dover alloggiare una quantità maggiore di sangue che ristagna per molto tempo, diventano dolenti e infiammati.
In base alla presenza dei sintomi l'insufficienza venosa si può dividere in sei classi :
- Classe 0 caratterizzata dall’assenza di sintomi visibili
- Classe 1 caratterizzata da capillari visibili.
- Classe 2 caratterizzata dalla presenza di vene varicose.
- Classe 3 caratterizzata da edema e gonfiore.
- Classe 4 caratterizzata da macchie, eczema, infiammazione dei vasi.
- Classe 5 caratterizzata macchie, eczema, infiammazione dei vasi e dalla formazione di ulcere cicatrizzate.
- Classe 6 caratterizzata da macchie, eczema, infiammazione dei vasi e dalla presenza di ulcere ancora attive.
Quali sono i rischi di questo problema circolatorio? Le conseguenze
L’insufficienza venosa è un problema che deve essere curato nel momento in cui i fastidi che ne derivano diventano difficili da gestire. Nel lungo periodo, infatti, se non si interviene per tempo si può indurre una dilatazione permanente delle vene ovvero la formazioni delle famosissime vene varicose, ulcere profonde delle pareti dei vasi e del derma in quanto il ristagno del sangue ostacola l’ossigenazione dei tessuti, nonché trombosi e flebiti.
La diagnosi di insufficienza venosa: dall’esame obiettivo alle tecniche di imaging.
La diagnosi di insufficienza venosa consiste nella visita del paziente e nell’analisi dei sintomi descritti. Talvolta, il medico può prescrivere anche esami più approfonditi:
- Eco-Doppler, per valutare la funzionalità delle vene e individuare problemi alla loro morfologia.
- Angiografia, che, attraverso l’utilizzo dei raggi X, permette di analizzare l’anatomia dei vasi sanguigni.
Come si cura il ristagno del sangue negli arti inferiori?
Per curare l’insufficienza venosa si può intervenire in molti modi. La terapia, infatti, dipende dalla causa scatenante, ed è sempre affiancata da una terapia che mira a contrastare i sintomi.
Rimedi naturali per una insufficienza venosa lieve.
Si può ricorrere ai rimedi naturali quando il quadro sintomatologico non è particolarmente accentuato, considerando che questi rimedi sono solo palliativi e più che a curare servono a dare sollievo al dolore e all'infiammazione in corso.
Si tratta generalmente di applicazioni topiche di creme a base di estratti naturali che hanno effetti benefici sulla circolazione.
Le creme più utilizzate sono quelle a base di Centella o di Arnica, che sono note per le loro proprietà antinfiammatorie. Entrambe queste piante contengono flavonoidi antiossidanti che aiutano i tessuti a mantenersi elastici e giovani. In più la Centella, grazie all’acido asiatico e madecassico, permette la sintesi amminoacidica dunque la rigenerazione dei tessuti. L’applicazione di queste creme trasmette anche un senso di freschezza che aiuta a lenire il dolore derivante dall’infiammazione.
Farmaci quando il problema diventa serio.
I farmaci sono sicuramente curativi e vengono utilizzati allorché il problema dell’insufficienza venosa sia abbastanza importante.
Si consigliano farmaci flebotropi che agiscono sul microcircolo, rendendo più resistenti le pareti dei vasi e ripristinandole in caso di ulcera, e anche sulla coagulazione del sangue per renderlo più fluido e scorrevole. Questi farmaci sono solitamente a base di estratti di frutti rossi, in quanto i flavonoidi in essi contenuti agiscono proprio sulle pareti dei vasi rinforzandole. I principi attivi più comuni di questi prodotti sono la Diosmina e l’Oxerutina.
Calze elastiche per migliorare la circolazione sanguigna.
Le calze elastiche sono un rimedio importante che molti sottovalutano, ma che in realtà rappresentano un valido aiuto contro l’insufficienza venosa. Questi dispositivi migliorano la circolazione sanguigna, riducendo i gonfiori e il senso di pesantezza degli arti inferiori. Infatti, queste calze comprimono la superficie venosa, costringendo i vasi a pompare il sangue verso il cuore. In tal modo si riduce anche il reflusso venoso, in quanto la compressione esercitata dalla calza evita il ristagno del sangue. E’ l’angiologo che dovrà definire quale tipo di calza elastica utilizzare, in che modo e per quanto tempo.
Linfodrenaggio per favorire il ritorno venoso.
Il linfodrenaggio è un particolare tipo di massaggio che viene praticato a livello degli arti inferiori in caso di insufficienza venosa. Il massaggio si pratica a partire dall’esterno verso l’interno degli arti in modo da favorire il ritorno del sangue al cuore. Questa pratica può essere risolutiva quando il problema non è particolarmente accentuato, ma quando la situazione è più grave si rivela necessario l’intervento chirurgico.
Scleroterapia e laser per trattare le vene problematiche.
Come anticipato, qualora i rimedi suddetti non siano sufficienti si deve necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico. Vediamo quali sono le tecniche operatorie.
- La scleroterapia è una tecnica che viene molto usata. Si basa sull’iniezione nei vasi sanguigni interessati, di sostanze che ne determinano la chiusura. In tal modo il sangue è costretto a seguire percorsi alternativi e viene facilitato così il suo ritorno al cuore.
- Altra tecnica è il laser. L’intervento si effettua in anestesia locale ed avviene a livello ambulatoriale. Il laser chiude il vaso e blocca il reflusso venoso.
Si può prevenire l’insufficienza venosa?
Per evitare di arrivare a problemi più seri, si può intervenire con una buona prevenzione, per fare in modo che la circolazione funzioni al meglio.
Una buona prevenzione prevede i seguenti accorgimenti:
- Seguire una dieta idonea. L’alimentazione ricopre un ruolo importante nell’ambito delle prevenzione dei disturbi a carico della circolazione. E’ bene mangiare tanta frutta e verdura cruda, perché questi alimenti contengono tantissime sostanze antiossidanti, in particolare la vitamina C, ma anche i carotenoidi, la vitamina E e i polifenoli. Tutte queste sostanze agiscono proteggendo i vasi dall’azione dei radicali liberi e dall’invecchiamento, rendendoli più forti e resistenti e prevenendo infiammazioni.
- Camminare molto. Camminare almeno una o due ore al giorno quando è possibile è un valido aiuto contro l’insufficienza venosa. La contrazione dei muscoli facilita tantissimo il ritorno del sangue al cuore.
- Controllare il peso. Non essere in sovrappeso facilita i movimenti e aiuta ad essere meno sedentari. La circolazione ne risulta meno affaticata e dunque il sistema di pompaggio del sangue può funzionare al meglio.
- Indossare scarpe idonee. La scelta della scarpa rappresenta un buon metodo di prevenzione. Meglio evitare di indossare tacchi troppo alti tutto il giorno e scarpe a punta, prediligendo scarpe comode che non costringano il piede e che facilitino il ritorno del sangue.