Labirintite: sintomi, cause, diagnosi e cura per la fase acuta o cronica
La labirintite è una malattia dell?orecchio interno che colpisce il labirinto. Il sintomo principale della malattia è la vertigine, ma quali sono le cause? Scopriamo le possibili cure per la fase acuta e cronica della patologia.
Cos'è la labirintite?
La labirintite è una malattia dell’orecchio interno e più precisamente è una infiammazione acuta o cronica del labirinto e dei suoi canali semicircolari. E poiché il labirinto è la sede dell’organo dell’equilibrio, il sintomo principale della malattia è la vertigine. Per tale motivo spesso nel linguaggio comune si usa il termine labirintite come sinonimo di vertigine confondendo, in maniera del tutto impropria, la patologia con il sintomo.
Le cause della labirintite: perché si presenta?
Generalmente si identificano le diverse tipologie della labirintite in funzione delle cause che la determinano e che possono essere molto varie, si va dall'infezione virale o batterica al trauma cranico fino alla presenza di tumori.
- Labirintite virale o anche neurolabirintite. E’ provocata dalla infezione generalmente per via ematica di un virus. Può essere conseguente ad una precedente malattia come ad esempio morbillo, orecchioni, mononucleosi o essere una specifica infezione del labirinto. Comunque i virus che più frequentemente la causano, oltre ai tre già citati, sono: herpes simplex, virus influenzale, parainfluenzale, adenovirus, sinciziale, citomegalovirus. La malattia si presenta in maniera improvvisa con gravi attacchi di vertigine acuta, nausea, vomito ed ipoacusia (sordità), generalmente da un solo lato, ugualmente improvvisa. Nella fase acuta della malattia e quindi in assenza di informazioni dal labirinto infiammato, poiché il cervello collega le informazioni dell’equilibrio e del movimento a quelle visive per far si che gli oggetti risultino sempre a fuoco, viene a mancare la coordinazione dei movimenti oculari che divengono incontrollati (nistagmo) e quindi l’ammalato non riesce più a fissare gli oggetti. I sintomi di norma spariscono nel giro di qualche settimana senza lasciare grossi strascichi. La malattia colpisce quasi sempre gli adulti e quasi mai i bambini. Negli anziani i disturbi possono persistere per molto tempo anche anni.
- Labirintite batterica. E’ provocata da infezione di batteri piogeni (che causano pus). I batteri più comuni che possono provocare tale infezione sono: streptococchi, stafilococchi, haemophilus influenzae, escherichia coli, neisseria meningitidis, mycobacterium tuberculosis. La sintomatologia con cui si manifesta è più o meno la stessa di quella virale: vertigini, nistagmo (movimenti involontari degli occhi che impediscono di fissare gli oggetti), ipoacusia. Le complicanze che può causare sono però, al contrario di quella virale, molto serie. Perdita parziale o totale dell’udito e paralisi facciale. Esistono due tipi di labirintite batterica: quella sierosa comune nei neonati e quella purulenta comune nei bambini. La sierosa è la forma meno grave ed in genere provoca danni reversibili anche se può causare sordità alle alte frequenze. La purulenta è la forma più grave e quasi sempre determina danno irreversibile alle strutture del labirinto con distruzione tissutale. E’ nella maggioranza dei casi conseguente ad una otite e/o una meningite purulente. Nel primo caso si parla di labirintite otogena nel secondo caso meningogena.
- Labirintite sifilitica. E’ una particolare forma di labirintite batterica in quanto causata da una infezione di sifilide che altro non è che l’infezione di un batterio: il treponema pallidum. L’infezione di sifilide può essere acquisita o congenita. Nel primo caso la malattia si contrae per via sessuale nel secondo avviene per trasmissione da madre a feto attraverso la placenta. La sifilide provoca la labirintite con due diverse patologie: La meningite che trasmette l’infezione al labirinto attraverso l’ottavo nervo cranico che è il nervo vestibolococleare che trasmette le informazioni dell’orecchio. Questo tipo di infezione è procurata quasi esclusivamente da sifilide acquisita di cui è una delle manifestazioni precoci; L'osteite che passa l'infezione dall'osso temporale al labirinto e che può essere susseguente sia a sifilide acquisita che congenita. I sintomi della labirintite in tal caso si accompagnano ovviamente a quelli della sifilide. Questo tipo di labirintite è bilaterale e di norma compromette totalmente l’udito del paziente.
- Labirintite da frattura della rocca petrosa. La rocca petrosa è una parte dell’osso temporale ed ha una forma piramidale con la base sulla tempia. Al suo interno sono scavate le cavità dell’orecchio interno dove è contenuto il labirinto. Una sua frattura può provocare infiammazione e petrosite che può passare facilmente al labirinto e scatenare la labirintite.
- Labirintite tubercolotica. Si tratta di una tipologia di labirintite susseguente ad una patologia tubercolare ossia infezione di mycobacterium tuberculosis e quindi è una forma di labirintite batterica.
- Labirintite da tumori che possono interessare l’orecchio interno.
Sintomi della labirintite: quali sono i disturbi che genera?
Come si è visto esistono diversi tipi di labirintite che generalmente si presentano con un quadro clinico diverso. Nel seguito comunque raggrupperemo l’insieme dei più comuni sintomi della malattia che potranno essere presenti o meno in funzione del tipo.
- Vertigini. In generale le vertigini insorgono all'improvviso e sono talmente intense e violente da determinare la perdita di equilibrio e rendere impossibile ogni movimento costringendo nella fase acuta della malattia il paziente all'immobilità a letto.
- Vomito e nausea. Accompagnano la sensazione di vertigine.
- Confusione mentale, stordimento e percezione di un malessere complessivo non ben localizzato.
- Acufeni. Rumori, fischi, crepitii che vengono percepiti nell'orecchio o comunque all'interno della testa. Probabilmente sono provocati dall'anomala pressione dell’idrope cocleare determinata dall'infiammazione del labirinto. Pressione che si trasmette alle cellule cigliate che sono deputate a trasformare gli impulsi meccanici che provengono dal timpano in segnali bioelettrici.
- Nistagmo. Di cui si è già parlato.
- Difficoltà a deglutire e accumulo di saliva nella bocca che in talune occasioni cola.
- Sordità. Può essere da un solo orecchio o da entrambi, parziale o totale, temporanea o permanente.
Ai non lievi sintomi fisici si aggiungono quasi sempre sintomi psicologici anzi spesso sono questi che annunciano la patologia e sono:
- Ansia generalizzata e continua.
- Attacchi di panico. Sono stati temporanei (in genere non durano più di trenta minuti) di paura ingiustificata a cui si associa un pesante quadro clinico con una complessa sintomatologia anche fisica: tremori, sudori, respiro tumultuoso, tachicardia, soffocamento, formicolii, etc.
- Depressione. Disturbo dell’umore che compromette pesantemente la capacità del paziente ad adattarsi alla vita con gli altri.
- Derealizzazione. Una distorta percezione del mondo esterno.
Come si effettua la diagnosi della patologia?
Lo specialista deputato a tale compito è l’otorinolaringoiatra che effettuerà la diagnosi avvalendosi di:
- Dati anamnestici ovvero la storia clinica del paziente.
- Costatazione di sintomi e segni tipici della labirintite mediante una visita.
Aiutano la diagnosi della patologia una serie di esami diagnostici ed indagini cliniche:
- Una TAC oppure una risonanza magnetica nucleare che consentono l’esatta visualizzazione dei tessuti molli interni all'orecchio in modo da monitorare lo stato del labirinto.
- Esame audiometrico, uno speciale esame che verifica intensità e tono con cui vengono avvertiti i suoni e pertanto l’eventuale perdita di capacità uditiva e quindi eventuale sordità che la labirintite può provocare.
- Esame audiovestibolare che consiste nel sottoporre il paziente ad una serie di test per lo più basati su impulsi tra cui citiamo quello volto a provocare una vertigine nel paziente della durata di qualche minuto, in modo da poter verificare la risposta del labirinto alla situazione di stress.
Cura: trattamenti farmacologici e terapia psicologica.
Non è possibile dare una risposta sintetica su come si cura la labirintite, non esiste un protocollo unico, la cura della malattia è ovviamente diversa al variare della causa così come diversi sono i tempi di guarigione da caso a caso. Comunque, qualunque sia la causa la terapia si compone di tre distinte parti che si pongono tre differenti obbiettivi: il primo è quello di far guarire il labirinto dall'infiammazione, il secondo porre in essere rimedi per i sintomi invalidanti come i giramenti di testa e la nausea, ed il terzo che riguarda la psicologia del paziente colpito dalla labirintite. Vediamo nello specifico come le cure agiscono sui diversi piani:
- Rimedi per la remissione dell’infiammazione del labirinto. L’infiammazione come visto può avere diversa natura. Se batterica è necessaria una intensa terapia antibiotica. In alcune occasione nel caso di infiammazione purulenta si rende anche necessario un intervento chirurgico per drenare il focolaio purulento. Se l’infiammazione è di natura virale si usano antivirali come il valaciclovir in associazione con corticosteroidi (cortisoni) come il prednisone. Se l’infiammazione è di natura post traumatica si usano i soli cortisonici. Spesso si utilizzano antistaminici che contrastano l’azione dell’istamina che è il principale mediatore chimico della infiammazione. Se la labirintite è provocata da una neoplasia le cure sono tipiche di questo tipo di patologie: intervento chirurgico, chemioterapia, radioterapia.
- Farmaci per la cura di vertigini, nausea e vomito. Per questi problemi si usano farmaci anti colinergici come la proclorperazina che aiutano a favorire la remissione di tali sintomi contrastando gli effetti dell'acetilcolina, neurotrasmettitore che causa il senso di nausea e di vertigini.
- Trattamento del disagio psicologico. E’ fondamentale per il buon esito della cura in quanto lo stato ansioso interferisce pesantemente con i problemi di equilibrio. Si utilizzano a tale scopo psicofarmaci di due tipi: o gli antidepressivi che agiscono sulla ricaptazione del neurotrasmettitore serotonina oppure si usano le benzodiazepine di cui il più famoso è il Valium ®. Le benzodiazepine vanno comunque usate con estrema cautela e per brevi periodi in quanto possono interferire in quel processo che va sotto il nome di compenso vestibolare. L’infiammazione infatti può una volta guarita aver procurato delle modifiche alla struttura del vestibolo (fa parte del labirinto) e quindi l’organismo mette in atto una serie di processi che rimodellano il comportamento per annullare la lesione; tali meccanismi vanno sotto il nome di compenso vestibolare.
Rimedi naturali ed alimentazione.
Molti trattamenti della medicina alternativa come la fitoterapia associano le vertigini, che è uno dei sintomi della labirintite e non la patologia che è costituita dall'infiammazione, a problemi renali, di micro circolo e digestivi come il reflusso gastroesofageo. Alla stessa maniera anche l’agopuntura associa la labirintite a problemi renali. Inutile dire che la vera natura del male è altrove e trattamenti associati all'alimentazione possono al più attenuare qualche sintomo ma non curare il male. Dal punto di vista della dieta la malattia non richiede particolari attenzioni se non alcune norme generali : evitare il consumo di alcool e sostanze eccitanti come la caffeina.
Prognosi e complicanze della labirintite.
La malattia normalmente si sviluppa in tre successive fasi. Una prima fase acuta nella quale in maniera improvvisa compaiono i sintomi più invalidanti vertigine e vomito che costringono l’ammalato a letto per alcuni giorni perché impossibilitato a rimanere in piedi. Fase che può durare dai due o tre giorni alla settimana. Una seconda fase che dura 2 o 3 settimane e che è caratterizzata da una sintomatologia subacuta in cui il paziente può svolgere le comuni attività tenendo però conto del pericolo correlato ad alcune azioni come la guida o svolgimento di lavori che richiedono particolare attenzione. Una terza fase cronica che può anche durare anni in cui avviene il compenso vestibolare dei danni provocati dall'infiammazione. Le complicanze dipendono dal tipo di labirintite e sono tutte legate a problemi di udito. Le labirintiti virali generalmente consentono un recupero totale dell’udito e se questo rimane compromesso lo è solo parzialmente ed in genere nelle alte frequenze (suoni acuti). Le labirintiti batteriche procurano in genere sordità parziale o totale ma fortunatamente quasi sempre da un solo orecchio. Le labirintiti luetiche sono quelle che danno origine alle complicanze più serie in quanto generano sordità spesso totale da entrambi gli orecchi.
Labirintopatia e labirintite a confronto.
Per concludere una precisazione su un argomento di cui si è già fatto qualche accenno all'inizio. Spesso si fa confusione tra labirintite e labirintopatia e questo ad opera di gente comune ma purtroppo anche da parte di medici generici. La labirintopatia è una generica malattia del labirinto ma anche un disturbo transitorio e il tratto che l’accomuna alla labirintite è il segno della vertigine e talvolta ipoacusia.
Le cause della labirintopatia possono essere numerosissime e le più comuni sono:
- Eccessiva stimolazione dei sensori labirintici. Possono essere dovute a: mal di mare, viaggi in aereo, ascensori troppo veloci, giostre adrenaliniche, etc.
- Colpi di frusta cervicale. La violenta accelerazione che consegue a tale evento traumatico può provocare traumi al sistema vestibolare ed al labirinto
- Ernia cervicale. Le discopatie cervicali possono creare irritazioni dei nervi cranici e quindi del vestibolo.
- Problemi ipertensivi ed aterosclerosi.
- Malattia di Meniere. La sindrome di Meniere determina un aumento della pressione del liquido endolinfatico contenuto nel vestibolo dovuta a cause sconosciute.
- Lo stress acuto può provocare un disturbo al labirinto e quindi determinare vertigini e disturbi all'udito.