Leucemia
La leucemia o meglio le leucemie sono tumori dei globuli bianchi o delle loro cellule progenitrici. Le cellule colpite si moltiplicano in modo incontrollato e diventano maligne, invadono il midollo e sopprimono il normale sviluppo cellulare.
Dal midollo esse passano agli altri organi, fegato, milza, linfonodi e cervello causando un quadro sintomatologico variegato che va dalla febbricola serale al sanguinamento, dalla cefalea ai dolori articolari.
Attualmente molte forme di leucemia possono essere trattate ed alcune possono guarire. Spesso però le cellule leucemiche recidivano ed allora un ulteriore trattamento può essere molto limitato. In tal caso è importate migliorare la qualità di vita del paziente alleviando i sintomi e fornendo un supporto psicologico.
Cosa è la leucemia?
La leucemia è un insieme di malattie tumorali maligne che interessano le cellule del sangue. Essa si origina a partire da una o più cellule staminali pluripotenti del midollo: le emopoietiche. Queste subiscono, per effetto della malattia, un sviluppo alterato per cui prolificano in maniera neoplastica dando luogo ad un vero e proprio tumore del sangue. La patologia è connotata da un anomalo aumento della quantità delle cellule ematiche sviluppate. Cellule che però restano in uno stadio immaturo per cui non possono assolvere alle funzioni a cui sono deputate in quanto non hanno ne l’aspetto ne le caratteristiche delle cellule sane.
Cosa sono le cellule emopoietiche?
Il midollo osseo è il tessuto spugnoso che riempie le cavità ossee. Esso contiene una tipologia di cellule non specializzate: le staminali emopoietiche da cui si originano le linee cellulari che costituiranno, insieme al plasma, il sangue. Con maggior precisione dette linee cellulari sanguigne sono: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Le cellule emopoietiche vengono generate e maturano, per la stragrande maggioranza, nel midollo e da qui poi si diffondono nel sangue.
Quando e come insorge la malattia?
Quando per un difetto del cromosoma che la cellula progenitrice non è riuscita a riparare inizia la proliferazione di cellule anomale. Le cellule proliferate sono però immature ossia hanno perso la fisiologica capacità di maturare e perciò di completare il loro naturale ciclo vitale (nascita, sviluppo e morte). Si determina cosi un accumulo essenzialmente di globuli bianchi anomali. Accumulo che compromette le cellule sane e mature limitandone numero e la funzionalità. Dal midollo dove l’accumulo delle immature ha inizio queste defluiscono nel sangue e col tempo colonizzano vari organi e tessuti (fegato, milza, linfonodi, testicoli, etc.) compromettendo e distruggendo le cellule sane e quindi scatenando il quadro clinico che caratterizza le leucemie.
Tipologie e classificazioni delle leucemie.
Le leucemie vengono raggruppate in 4 tipi: acute e croniche, linfatiche e mieloidi, in funzione della progressione e del tipo di cellula che diventa tumorale.
In funzione della rapidità con cui la patologia progredisce può classificarsi in:
- Leucemia Acuta. La malattia colpisce le cellule nella fase iniziale dello sviluppo che di conseguenza restano immature ed assolutamente non funzionanti. In questa tipologia la moltiplicazione delle cellule tumorali progredisce in maniera molto rapida e conseguentemente con altrettanta velocità si instaura il quadro clinico che caratterizza la malattia. Infatti nella leucemia acuta le cellule proliferanti immature non riescono a svolgere il compito per cui sono progettate e determinano rapidamente l’insieme dei sintomi della malattia. Un particolare tipo di leucemia acuta, fortunatamente alquanto raro, è la leucemia fulminante. Questa ha una evoluzione talmente rapida che molto spesso non si riesce a tenerla sotto controllo e per tale motivo sovente riesce fatale. Le forme acute delle leucemie interessano in maggioranza bambini, giovani ed adulti.
- Leucemia Cronica. La malattia in questo caso coglie le cellule quando hanno già raggiunto un certo stato di maturazione. In questa tipologia del male quindi le cellule tumorali, almeno nella fase iniziale, non sono del tutto prive delle loro normali caratteristiche ed anche se in maniera parziale riescono ancora a portare a compimento le loro normali funzioni. Per questo motivo molto spesso la leucemia cronica procede asintomaticamente o con sintomi blandi per un consistente periodo. Le leucemie croniche interessano principalmente gli adulti e anziani.
In funzione della linea cellulare interessata dalla mutazione la leucemia si classifica in :
- Leucemia Mieloblastica o mieloide (ML). Si origina per una mutazione neoplastica di una cellula della linea mieloide. Si suddividono ovviamente in leucemie mieloidi acute (AML) e leucemie mieloidi croniche (CML) il base alla rapidità con cui la malattia si evolve.
- Leucemia Linfoblastica o linfocitaria o linfatica (LL). Si origina per una mutazione di una cellula che originerà la linea linfocitaria. Anche questa tipologia si scinde in leucemia linfoblastica acuta (ALL) e leucemia linfoblastica cronica (CLL).
Altre particolari forme di leucemie normalmente alquanto rare sono:
- Leucemia Promielocitica acuta. E una forma rara di leucemia caratterizzata da un grandissimo sviluppo di cellule promielocite. Cellule che sono degli intermedi della linea cellulare mieloide che partendo dalla progenitrice mieloblasto origina i granulociti maturi: neutrofili, basofili ed eosinofili. Il processo evolutivo è: mieloblasto=>promielocita=>mielocita=>metamielocita=>granulocita basofilo, granulocita eosinofilo, granulocita neutrofilo. E un sottotipo della AML.
- Leucemia a tricoleuciti o anche a cellule capellute o HCL (Hairy Cells Leukaemia). E caratterizzata dalla proliferazione di cellule linfocitarie B munite di villi sul citoplasma che le conferiscono l’aspetto capelluto. E’ una forma cronica della malattia ed alcuni autori la classificano tra le forme leucemiche linfatiche croniche nonostante la particolare istologia.
Cause della leucemia.
Le cause della leucemia, meglio sarebbe parlare di leucemie visto che il nome raggruppa differenti malattie, non sono ancora ben note. Si preferisce perciò indicare una serie di fattori di rischio riconosciuti. Fattori di rischio che è lecito supporre siano diversi per le varie forme della malattia precedentemente descritte. Essi sono così raggruppabili:
- Radiazioni ionizzati. Possono avere varia natura: terapie mediche come la radioterapia per la cura di precedenti tumori, derivanti da decadimento nucleare come quelle a cui vengono sottoposte le popolazioni in prossimità di centrali atomiche in cui si sono verificati incidenti, raggi X, etc. Danneggiano il DNA delle cellule staminali.
- Esposizioni prolungate ad alcuni prodotti chimici. Un esempio notevole è il benzene: composto organico ciclico formato da una catena chiusa di 6 atomi di carbonio. E presente nel petrolio e suoi derivati. Anche in questo caso il benzene sembra in grado di danneggiare il DNA.
- Fumo di sigaretta. Non sono ben noti i perchè. Si suppone ed esistono studi a favore di detta tesi che il benzopirene contenuto contenuto nei prodotti della combustione de tabacco sia responsabile unitamente alle tracce di metalli pesanti come il piombo siano gli elementi scatenanti.
- Alcuni farmaci. In particolare quelli utilizzati in terapie chemioterapiche per la lotta ai tumori. La categoria di farmaci maggiormente incriminati sono i così detti alchilanti come il ciclofosfamide.
- Alcune malattie. Malattie come Sindrome di Down, Sindrome di Bloom (connotata da una frequente rottura e riassortimento dei cromosomi delle cellule), Anemia di Fanconi aumentano la probabilità di contrarre la malattia.
- Predisposizione genetica. Taluni individui a causa di predisposizione familiare ereditata hanno maggior probabilità a contrarre la malattia.
- Alcune infezioni virali. Si ipotizza che un virus molto simile a quello dell’AIDS e con precisione HTLV-1 provochi una forma leucemica. Ed ancora il virus della mononucleosi ovvero il virus di Epstein Barr provoca una leucemia linfatica nota come il linfoma di Burkitt.
Sintomi generali.
Il quadro clinico della malattia è fortemente influenzato della tipologia di leucemia di cui il paziente soffre. Nel seguito descriveremo in dettaglio i sintomi di ognuna delle varie tipologie. Ricapitoliamo qui i sintomi generali che possono indurre un sospetto di leucemia:
Riduzione della forza muscolare a livelli tali da rendere difficoltosi anche i movimenti più semplici (astenia). |
Riduzione dei livelli di emoglobina in conseguenza ad un deficit di globuli rossi (anemia). Conseguente pallore, difficoltà di respirazione(dispnea) e cardiopalmo (percezione di accelerazione del battito del cuore). |
Ingrossamento e dolenzia dei noduli linfatici. Tipicamente quelli delle cavità ascellari o del collo. |
Emorragie. Causate dal deficit di piastrine. Tipiche sono quelle dal naso e dalle gengive. |
Emicranie. |
Dolori scheletrici. |
Febbricole. Specialmente serali. |
Sudorazioni frequenti. In special modo nelle ore notturne durante il sonno. |
Mancanza di appetito e perdita di peso. |
Ingrossamento e dolenzia di milza e fegato. |
Diagnosi.
Viene effettuata dall’ematologo che si avvale di:
- Analisi anamnestica e analisi di sintomi e segni.
- Accurata visita generale con controllo di linfonodi,ingrossamento di fegato e milza.
- Esame emocromocitometrico completo. Analisi del sangue per stabilire: il numero dei globuli rossi, il numero dei globuli bianchi, il numero delle piastrine ed i livelli di Hb ossia di emoglobina. In caso di leucemia si deve riscontrare aumento dei globuli bianchi, penia di globuli rossi e piastrine e bassi livelli di Hb.
- Esami ematochimici per valutare il funzionamento di reni e fegato. Si determinano: azotemia, uricemia, glicemia e transaminasi.
- Biopsia. Si preleva con una siringa munita di un grosso ago cavo da un osso piatto come sterno o cresta iliaca un campione di midollo e lo si sottopone ad analisi al microscopio che permette di indagare sulla presenza di cellule neoplastiche nel midollo.
- Rachicentesi. Con una siringa munita di un lungo e sottile ago si preleva a livello lombare introducendo l’ago nel canale spinale passando tra una vertebra e l’altra si preleva un campione del liquido cerebrospinale e si ricercano le cellule tumorali.
- Radiografia del torace. Per individuare eventuali noduli ingrossati.
- Analisi citogeniche. Servono ad individuare compromissione dei cromosomi ed utile a stabilire il tipo di leucemia.
Trattamento della leucemia.
Il trattamento è naturalmente diverso a seconda della tipologia in atto e verrà esaminato in dettaglio nell’approfondimento delle differenti forme della malattia.
In linea generale prevede farmaci chemioterapici che distruggono in maniera selettiva le cellule tumorali, associati a terapia di radiazioni ionizzanti. I farmaci variano in base al tipo di leucemia, molto utilizzato è l’Imatinib che agisce sul trasporto sulle cellule maligne interrompendone le informazioni e causandone la morte.
La chemioterapia però comporta l’inevitabile distruzione anche delle cellule sane e determina molti effetti collaterali.
Approfondisci i possibili effetti collaterali della chemioterapia.
La cura risolutiva consiste nel trapianto del midollo osseo che è un trapianto delle cellule staminali. Le cellule staminali possono essere prelevate dal soggetto stesso o da un donatore e reimmesse nell’organismo dopo aver distrutto, con chemioterapia e radioterapia, tutte le cellule del midollo.
Quando vengono utilizzate le cellule staminali dello stesso paziente, naturalmente devono essere prelevate prima della terapia che potrebbe danneggiare le staminali.
Il trapianto allogenico, ovvero da donatore avviene in anestesia generale. Il midollo viene aspirato dalla cresta iliaca del donatore e trapiantato nel ricevente.
Nei soggetti adulti le staminali possono essere prelevate anche dal sangue attraverso un catetere ed un apposito dispositivo che estrae le cellule staminali dal resto del sangue. Le cellule poi vengono iniettate nella vena del ricevente e iniziano a moltiplicarsi ed a produrre cellule ematiche.
Il trapianto del midollo presenta numerosi rischi:
- Rischio di infezioni dovuto alla carenza di globuli bianchi distrutti dalla precedente chemioterapia, che si protrae per alcune settimane fino a che le staminali non producono una quantità di globuli bianchi capaci di proteggere l’organismo.
- Rischio di rigetto dovuto al fatto che il nuovo midollo può generare una reazione immunitaria e creare cellule che distruggono quelle del ricevente.
Potrebbe interessarti approfondire l’ utilizzo terapeutico delle staminali che sono la speranza del futuro per curare malattie come cancro, diabete, artrosi, ed anche Parkinson ed Alzheimer.
Leucemia linfatica acuta.
E’ frequente nei bambini con età compresa tra i 2 e 6 anni e negli adulti con oltre 65 anni. Interessa le staminali emopoietiche ed è connotata da una sua proliferazione e alterazione alquanto accentuata accompagnata da quella di granulociti, monociti, eritrociti (globuli rossi) e delle cellule midollari responsabili della produzione di piastrine. Ha una natura alquanto maligna e progredisce in maniera rapida. L’accumulo abnorme a livello midollare di cellule neoplastiche determina una riduzione della proliferazione delle cellule sane determinando: riduzione dei globuli rossi e quindi anemia, riduzione dei granulociti e quindi penia di neutrofili (sono la maggioranza di questi ultimi), piastrinopenia. Ne esistono sette sottotipi diversi contraddistinti con le sigle M1 – M7.
Sintomi. | Infezioni frequenti dovute alla riduzione dei globuli bianchi funzionanti.
Debolezza, astenia, colorito pallido e difficoltà di respirazione per la riduzione dei globuli rossi è l’abbassamento dei livelli di emoglobina. Ecchimosi ed emorragie frequenti per la piastrinopenia. Vomito, cefalea ed umore irritabile per la infiltrazione delle cellule leucemiche dei tessuti del sistema nervoso centrale. Dolore osseo per l’aumento delle cellule cancerose a livello midollare. Ingrossamento di milza e fegato e conseguente algia. |
Diagnosi | L’esame emocromocitometrico con globuli bianchi inferiori/superiori/ egual ai livelli fisiologici, piastrine ed eritrociti ridotti costituiscono la prima ipotesi diagnostica che va confermata con l'esame a microscopio dei globuli bianchi immaturi e biopsia del midollo. |
Trattamento e prognosi | Negli anni in cui non esisteva una cura per la malattia questa conduceva in pochi mesi alla morte. Attualmente i bambini guariscono in circa l’80% dei casi e gli adulti con una percentuale compresa tra 30 e 40%. La prognosi più favorevole e per soggetti con età compresa tra 3 e 7 anni. Al di sotto ed al di sopra di tali numeri la prognosi peggiora considerevolmente. La terapia consiste nella somministrazione di farmaci chemioterapici, radioterapia e trapianto del midollo osseo. |
Leucemia linfatica cronica.
I pazienti della malattia sono per il 75% di età che supera i 60 anni ed i bambini ne sono assolutamente immuni per questo motivo è anche nota come leucemia dell’anziano. Inoltre gli uomini hanno una probabilità di contrarre tale malattia 3 volte più elevata delle donne. Ha una notevole componente ereditaria ed a prova di ciò viè la sua esigua distribuzione nel Sud Est asiatico contro una discreta frequenza in Europa ed America. E' caratterizzata da diffusione nel sangue e poi nel fegato, milza, linfonodi e midollo di linfociti maligni piccoli ed immaturi. L’aumento delle cellule maligne riduce globuli rossi, bianchi e piastrine e a tutto questo associa una riduzione degli anticorpi (strumenti del sistema immunitario per il contrasto delle infezioni. I linfociti interessati sono nella maggioranza dei casi quelli di tipo B molto più raramente sono interessati quelli del tipo T.
Sintomi | Sono negli stati iniziali della patologia lievissimi o assenti e la malattia in tali condizioni viene scoperta solo casualmente con una analisi del sangue. Col progredire del male inizia a comparire il pallore e la tendenza alle emorragie. Solo dopo molto tempo può manifestarsi una tendenza alle infezioni sia esse batteriche che da funghi. |
Trattamento e prognosi. | Allo stato attuale non esiste una cura che possa guarire la LLC. E possibile tenere però sotto controllo il progredire della malattia ed i sintomi. Si utilizzano farmaci denominati alchilanti che interferiscono col DNA delle cellule maligne e le distruggono un esempio di tali prodotti è il clorambucil. Col tempo la malattia diviene resistente a tali farmaci che finiscono col perdere di efficacia. In queste condizioni si ricorre agli anticorpi monoclonali (prodotti da famiglie cellulari derivanti da una sola tipologia di cellula immunitaria). Medesimo trattamento si applica alla leucemia a cellule capellute che come detto si considera appartenente alla famiglie delle LLC. Le anemie che accompagnano gli stadi avanzati della malattia si controllano con trasfusioni e farmaci eritropoietici (stimolano la produzione di globuli rossi). La prognosi delle LLC dipende se ad essere interessati sono i linfociti B o T. Nel primo caso si riesce a controllare la malattia per almeno 10 o 20 anni. Nel secondo caso la prognosi e quasi sempre infausta. |
Leucemia mieloide acuta.
Se non curata conduce alla morte in breve tempo. Infatti le cellule che sono i precursori dei granulociti (neutrofili, basofili ed eosinofili) e dei monociti mutano in cellule maligne e distruggono e sostituiscono velocemente quelle in salute. Dal midollo le cellule leucemiche passano al sangue e da questo vengono trasferite nei vari organi.
Sintomi. | Sono molto simili a quelli della ALL. |
Trattamento e prognosi. | Con trattamento opportuno dal 20 al 40%degli ammalati di AML sopravvive per un periodo di almeno 5 anni. Se trascorsi 5 anni non si hanno recidive la malattia può considerarsi guarita. I farmaci utilizzati sono studiati per sopprimere le cellule tumorali ma purtroppo contemporaneamente deprimono l’attività del midollo osseo e questo processo è più rapido della remissione del male così le condizioni del paziente peggiorano vistosamente. Le infezioni data la scarsità dei neutrofili sono frequenti ed estremamente pericolose. Il paziente perciò è sottoposto a continue terapie antibiotiche. Per controllare l’anemia e la piastrinopenia si rendono anche necessarie continue trasfusioni. Il trattamento farmacologico prevede chemioterapia e trapianto di staminali. La leucemia promielocitica che è una particolare AML che altera l’utilizzo della vitamina A prevede trattamento con acido all-trans-retinoico che è una particolare tipologia di vitamina A in sinergia con chemioterapici. |
Leucemia mieloide cronica.
Può colpire a qualsiasi età ma è più frequente tra i 40 e 60 anni. E caratterizzata da una proliferazione maligna dei granulociti e delle cellule midollari progenitrici delle piastrine. L’aumento di globuli bianchi contrariamente alle forme acute dove sono immaturi è costituito da cellule mature e normali.
Sintomi. | Blandi o addirittura assenti nella fase iniziale. Si può avere debolezza, astenia e calo ponderale. Possono essere anche presenti febbre e ingrossamento della milza. Nella fase finale il numero delle piastrine ed eritrociti diminuisce e il quadro clinico peggiora notevolmente. |
Trattamento e prognosi. | La malattia non guarisce e si riesce solo a controllarla. Solo in rari casi con chemioterapia a dosi massicce seguita da trapianto di cellule staminali si ha completa remissione. Negli ultimi anni è stato introdotto un nuovo farmaco l’Imatinib che riduce il numero dei globuli bianchi. A volte alla chemioterapia si associa una radioterapia della milza che riduce le cellule leucemiche. La prognosi della malattia è la seguente: il 20% dei malati muore nei 2 anni dal momento in cui è stata formalizzata la diagnosi. Circa il 50% e più vive per oltre 5 anni |