Astigmatismo: sintomi, correzione, test e tipi (miopico, ipermetropico, misto ecc.)
L'astigmatismo è un difetto rifrattivo dell'occhio per cui l'immagine non viene correttamente focalizzata sulla retina. Esaminiamo le diverse tipologie di questo difetto, che si manifesta con sintomi vari, e le cause dovute a problemi di cornea o di cristallino. Scopriamo inoltre quali sono i test da effettuare per la diagnosi e come correggere un astigmatismo miopico, ipermetropico o misto.
Che cosa è l’astigmatismo?
L’astigmatismo è un difetto rifrattivo dell’occhio dovuto ad un’irregolarità di curvatura della cornea o del cristallino che provoca un problema di focalizzazione delle immagini.
In un occhio sano (occhio emmetrope) i raggi luminosi provenienti da un oggetto, posto ad una qualsivoglia distanza, sono sempre focalizzati (fatti convergere) in un punto che è posto sulla retina, pertanto l’oggetto apparirà , a colui che lo osserva, comunque nitido e privo di distorsione. Tale processo di focalizzazione avviene in maniera inconsapevole per l’azione combinata di cornea e cristallino che costituiscono un sistema di lenti in grado di variare con continuità la propria distanza focale. La cornea si comporta, infatti, come una lente a curvatura fissa, il cristallino, grazie alla possibilità di contrarsi, si comporta come una lente a curvatura variabile. Ne consegue la possibilità di poter variare con continuità la distanza focale complessiva del sistema.
Richiamando il paragone occhio /fotocamera digitale reflex, il processo descritto, noto come aggiustamento, è l’equivalente dell’ operazione di rotazione che si effettua sulla ghiera di messa a fuoco dell’ottica della fotocamera. Ghiera che viene ruotata fino a che l’immagine non è fuocheggiata sul sensore ottico della macchina, valutandone la nitidezza nel display posteriore. Sensore che svolge le medesime funzioni della retina nell'occhio. |
Questo è quanto accade in un occhio in condizioni di normalità .
Quando però il sistema ottico dell’occhio non è in grado di far convergere, in qualsiasi condizione, i raggi luminosi sulla retina si è in presenza di un difetto rifrattivo. I difetti rifrattivi possono essere di molteplici tipologie e tra essi i più diffusi sono miopia, ipermetropia ed astigmatismo.
Puoi approfondire le caratteristiche e le cause della miopia.
Come si sviluppa la malattia.
In un occhio emmetrope la cornea ha la forma di una perfetta calotta sferica.
Per tale motivo la sua curvatura, e quindi anche la pendenza, è la medesima qualunque sia il meridiano su cui incide il raggio luminoso che così viene rifratto sempre nello stesso punto. Dove per meridiano intendiamo la curva che si ottiene intersecando la calotta sferica con un qualunque piano passante per l’asse ottico.
Nell’occhio astigmatico, invece, la cornea non è una calotta sferica ma bensì una calotta di toroide o torica cioè a forma di ciambella.
Come tale essa avrà , perciò, due diversi raggi di curvatura e conseguentemente due diversi poteri rifrattivi a seconda del meridiano su cui incide la luce. Normalmente si ha che il meridiano ortogonale presenterà un raggio di curvatura (r) minore di quello del meridiano orizzontale.
La conseguenza sarà che la pendenza del meridiano ortogonale sarà superiore di quello orizzontale come pure il suo potere rifrattivo.
Si avrà perciò che i raggi incidenti sul meridiano ortogonale saranno più diffratti e quindi fuocheggeranno prima di quelli che incideranno sul meridiano orizzontale. Ne scaturirà che osservando un oggetto puntiforme non si formerà sulla retina una immagine puntiforme, ma in un’ immagine complessa che viene denominata conoide di Sturm .
Il conoide è delimitato da due linee focali ortogonali tra loro separate da un intervallo focale. Sulla prima linea focale andranno a fuoco i raggi luminosi che incidono sul meridiano di maggior potere rifrattivo, mentre sulla seconda quelli che incidono sul meridiano di minor potere rifrattivo.
L’immagine che quindi complessivamente si percepirà sarà comunque sfocata e ciò nonostante i tentativi di accomodazione. Il miglior risultato che si potrà ottenere è quello di un cerchio denominato di minima confusione interposto tra le due linee focali. L’astigmatismo descritto, che è il più frequente, è quello che viene chiamato corneale normale. Ma come vedremo nel seguito, anche se con minor frequenza, si potranno avere numerose altre tipologie del disturbo comunque conseguenze di disuniformità del potere rifrattivo del sistema di lenti dell’occhio. Esso infatti è quasi sempre conseguenza di anomalie della superficie corneale, ma può anche essere, con minor frequenza, il risultato di anomalie del cristallino e così via.
L’astigmatismo come tutti i difetti rifrattivi si misura in diottrie D = 1/F
I diversi tipi di astigmatismo.
Esistono diversi criteri per classificare l’astigmatismo e di seguito riportiamo i più usati.
In funzione del momento in cui compare si avrà :
- Astigmatismo congenito se è presente dalla nascita.
- Astigmatismo acquisito se è secondario ad una patologia.
In funzione di quale lente è responsabile del problema si avrà :
- Astigmatismo corneale. Se è dovuto ad irregolarità della curvatura della cornea.
- Astigmatismo lenticolare. Se è dovuto ad una irregolarità del cristallino.
In funzione di come la curvatura della cornea è distribuita lungo l’arco dei suoi meridiani si avrà :
- Astigmatismo regolare. Se lungo ciascun meridiano della cornea la rifrazione e quindi la curvatura rimane costante. Ed inoltre i due meridiani principali quello verticale a 180° e quello orizzontale a 90° risultano ortogonali.
- Astigmatismo irregolare. Se la curvatura man mano che ci si sposta lungo il meridiano cambia.
In funzione di come è orientato il meridiano con maggior raggio di curvatura si avrà :
- Astigmatismo secondo regola. Se il meridiano più ripido (con maggior curvatura e quindi maggior potere rifrattivo) è quello verticale (circa 90° circa). Per comprendere bene la cosa paragoniamo la cornea ad un pallone da rugby. Si avrà astigmatismo secondo regola quando il pallone è adagiato sul fianco e l’asse ottico passa attraverso le due punte.
- Astigmatismo contro regola. Se il meridiano di massimo potere rifrattivo e quindi quello più ripido è quello orizzontale (180° circa). Rifacendoci all'esempio della palla da rugby la sua posizione sarà appoggiata su una delle due punte e l’asse otico sarà ortogonale all'asse che le unisce.
- Astigmatismo obliquo. Se il meridiano di massima pendenza e quindi di massimo potere rifrattivo non è ne verticale ne orizzontale.
In funzione di dove le due linee focali del conoide di Sturm cadono in relazione alla posizione della retina possiamo avere 5 differenti tipologie e precisamente:
- Astigmatismo miopico semplice. Se la prima linea focale del conoide di Sturm cade davanti alla retina e la seconda su di essa. In queste condizioni il meridiano verticale risulterà miope ed il meridiano orizzontale emmetrope. L’immagine che si formerà sulla retina di un oggetto puntiforme all'infinito sarà perciò una linea verticale.
- Astigmatismo ipermetropico semplice. Se la prima linea focale del conoide di Sturm cade sulla retina e la seconda oltre. Per tale motivo il meridiano verticale risulterà emmetrope e quello orizzontale ipermetrope l’immagine di un punto lontano raccolta sulla retina sarà pertanto una linea orizzontale.
- Astigmatismo miopico composto.Se le due linee focali cadono entrambe davanti alla retina. Entrambi i meridiani risultano miopi e sulla retina l’immagine di un punto lontano viene accolta come una ellisse in verticale.
- Astigmatismo ipermetropico composto. Se le due linee focali cadono entrambe oltre la retina e quindi tutti e due i meridiani risultano ipermetropi.
- Astigmatismo misto. Se le due linee focali cadono una sul davanti ed una sul di dietro della retina e quindi uno dei meridiani è miope e l’altro è ipermetrope.
In funzione della gravità del problema si avrà :
- Astigmatismo elevato. Se si superano le 2 diottrie.
- Astigmatismo moderato. Se è compreso in un range che va tra 1 e 2 diottrie.
- Astigmatismo lieve. Se è inferiore ad una diottria.
Esiste anche una forma di astigmatismo definito fisiologico causato da una lieve differenza di curvatura tra il meridiano verticale e quello orizzontale che viene però compensato dalla curvatura del cristallino.
Cause del difetto di rifrazione astigmatico.
Spesso un leggerissimo astigmatismo congenito (tra 0,25 e 0,50 diottrie) è presente in quasi tutti gli individui fin dalla nascita in quanto il peso della palpebra superiore, gravando sulla cornea, tende a provocarne un aumento della curvatura e quindi del potere rifrattivo. Di norma l’astigmatismo se è di leggera entità tende a migliorare con la vecchiaia che rende più sferiche le cornee.
Un astigmatismo più rilevante, come già abbiamo accennato, può insorgere o per problemi di cornea o di cristallino.
L’astigmatismo corneale che è quello di gran lunga più diffuso è una conseguenza di difetti di curvatura della superficie della cornea anteriore. Tra le cause che determinano tale tipo di astigmatismo abbiamo:
- Cheratomo. Condizione, più comune nelle donne, per cui la cornea si assottiglia ed assume la forma di un cono. I motivi di tale problema sono tuttora sconosciuti.
- Traumi o infezioni che modificano la curvatura della cornea.
- Postura scorretta. Tale condizione determina una scorretta inclinazione del capo e quindi una visione non perfettamente allineata.
L’astigmatismo lenticolare è causato da un difetto del cristallino. Difetto che naturalmente può essere presente dalla nascita oppure acquisito per un trauma o una patologia. I possibili difetti del cristallino che determinano astigmatismo sono: problemi di curvatura di 1 o di entrambe le facce, inclinazione di qualche grado verso la cornea del suo asse verticale (ortogonale all'asse ottico).
Sintomi vari ed aspecifici.
Spesso la sintomatologia è varia, aspecifica e non ben percepita in special modo nei bambini se l’astigmatismo non è elevato. In tali condizioni l’astigmatismo si manifesta con:
- Arrossamenti degli occhi. Provocato da eccessivo afflusso di sangue da parte dei capillari che irrorano la sclera in conseguenza della irritazione che lo sforzo per la continua accomodazione della messa a fuoco induce.
- Blefarite. Infiammazione/irritazione della parte terminale della palpebra caratterizzata da vistoso arrossamento.
- Strizzate/ammiccamenti degli occhi continui. Servono a favorire il processo di accomodamento.
- Cefalee e dolori al globo oculare continui e persistenti.
Raramente questo insieme di disturbi è accompagnato da problemi di acuità visiva (solo per astigmatismo elevato).
Diagnosi dell’astigmatismo: i test.
L’oculista formula la diagnosi di stigmatismo avvalendosi di:
- Anamnesi. Storia medica del paziente.
- Analisi dei sintomi e segni.
- Test di acuità visiva. Si utilizza una speciale tabella nota come tabella di Snellen che consta di 11 righe di diversa dimensione che vanno lette ad una distanza prefissata ed ad ogni riga corrisponde una diversa acutezza visiva.
- Misura della curvatura della cornea. Si utilizza uno speciale apparato che si chiama Oftalmometro o anche Cheratometro. Esso consente di calcolare il raggio di curvatura R della cornea proiettando su di essa dei raggi luminosi provenienti da un oggetto di grandezza nota e misurando l’immagine riflessa dalla superficie corneale. Alcuni modelli sofisticati di oftalmometro sono in grado di calcolare la curvatura corneale in ogni suo punto fornendo una sorta di topografia o mappatura della cornea.
- Test per valutare la messa a fuoco dell’occhio. Si usa uno strumento chiamato Phoropter. Strumento che consente di valutare l’errore rifrattivo e determinare la prescrizione della lente in grado di correggerlo. Il paziente posto dietro l’apparecchiatura guarda una tabella di Snellen posta a 6 metri di distanza. L’oculista aumenta gradualmente le lenti correttive (di 0,25 in 0,25) nonché altri parametri di aggiustamento e richiede per ogni step la sensazione del paziente sulla percezione visiva della mira. Quando il paziente percepirà la mira al meglio si sarà raggiunta la prescrizione necessaria alla correzione del difetto rifrattivo.
Come si corregge l’astigmatismo.
Di solito il trattamento degli errori rifrattivi prevede l’impiego di lenti correttive, tuttavia in alcuni casi è possibile ricorrere ad alcune procedure chirurgiche per modificare la curvatura corneale.
Occhiali.
Devono essere confezionati utilizzando lenti ad hoc per correggere la tipologia di difetto che il paziente presenta. Di norma si usano lenti cilindriche che consentono di modificare il potere rifrattivo lungo un meridiano mantenendo inalterato quello lungo il meridiano ortogonale.
Si utilizzano anche enti a contatto morbide o rigide. Le rigide sono utilizzate soprattutto per il trattamento dell’astigmatismo irregolare.
Trattamento chirurgico.
Consiste nel rimodellare il rifilare e rimodellare la superficie della cornea. Esistono molte tecniche ognuna con pro e contro. Utilizzano tutte il laser ad eccimeri che emette nel campo degli UV e non sviluppa calore. Di seguito riportiamo qualcuna di dette tecniche:
- Laser-assistita keratomileusi in situ o LASIK. Si rimuove uno strato di epitelio della cornea mantenendolo incernierato lateralmente. Poi col laser ad eccimeri si modella la calotta corneale per eliminare il difetto successivamente si risistema l’epitelio a copertura e lasciato guarire per alcuni giorni.
- Laser-assistita cheratomileusi sottoepiteliale (LASEK). Simile alla precedente solo che lo strato di epitelio che si solleva è molto più ridotto. Si utilizza se la cornea è particolarmente sottile.
- Cheratectomia fotorefrattiva (PRK). Utilizzata per correggere un astigmatismo moderato: E’ un intervento veloce che consiste nel rimuovere una piccola quantità di cornea che viene rimodellata, attraverso impulsi laser controllati a computer.
Come tutti gli interventi chirurgici anche quelli per correggere i vizi rifrattivi possono comportare dei rischi bassissimi.
I rischi maggiori sono dati da iper o ipo correzioni. La complicanza più grave, ma estremamente rara, è data dall’infezione che viene trattata con antibiotici.