Ovaio policistico: sintomi, cause, dieta e cura della sindrome
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Cosa si intende per ovaio policistico? Perché si parla di sindrome? Scopriamo le cause del disturbo ed i rimedi per contrastare e curare l’insorgenza dei sintomi più fastidiosi.
Cos'è l’ ovaio policistico o PCOS.
La sindrome di Stein - Leventhal, più comunemente conosciuta come Sindrome dell’ovaio policistico o PCOS, è un disturbo molto comune della sfera genitale femminile.
Ne soffre, infatti, circa il 10 % della popolazione femminile in età fertile. Di queste, circa il 70 % mostra assenza di ovulazione e quindi infertilità.
E’ una sindrome conosciuta da molti anni, da quando, nel 1925, Stein e Leventhal cominciarono a studiarla. Nel corso del tempo è stata oggetto di approfondimenti, nonostante le cause siano ancora non del tutto chiarite.
Cause che determinano la patologia: genetica e iperandrogenismo.
Anche se la fisiopatologia di questa sindrome è per certi versi ancora oscura, si è arrivati alla conclusione che esiste una base genetica legata alla presenza delle ovaie policistiche. La sindrome è prevalente nelle parentele femminili di 1° grado. La base genetica, però, viene ad ogni modo influenzata anche da fattori ambientali, specie nella manifestazione dei sintomi. Questa duplice natura rende lo studio della PCOS molto complesso.
Nelle donne affette da PCOS, le ovaie invece hanno un aspetto caratteristico: sono più grandi della norma e al loro interno si trovano delle cisti o follicoli, con contenuto liquido, di varia grandezza, situati alla periferia delle ovaie.
Questi follicoli sono fermi a vari stadi di maturazione e non completano lo sviluppo; ciò implica il fatto che nella maggior parte dei casi vi è assenza di ovulazione (anovularietà), e di conseguenza uno stato di infertilità.
A livello ormonale, il quadro che si presenta è generalmente questo:
- aumento dei valori di LH (ormone luteinizzante), specie nella prima fase del ciclo, periodo in cui il valore dovrebbe essere più basso;
- valori di LH più alti dei valori dell’FSH (ormone follicolostimolante), mentre normalmente è il contrario;
- aumento dei valori degli ormoni androgeni (iperandrogenismo), ormoni sessuali maschili presenti nelle donne con valori bassi; specialmente testosterone libero, testosterone totale, androstenedione, DHEAS (deidroepiandrosterone, prodotto da surrene e ovaie);
- diminuzione dei valori della globulina che trasporta gli ormoni sessuali (SHBG);
- in alcuni casi lieve aumento della prolattina;
- valori di insulina (l’ormone che regola la glicemia) elevati (iperinsulinemia).
Questi scompensi portano a tutta una serie di sintomi e manifestazioni caratteristiche della sindrome.
Sintomi: come si manifesta la sindrome?
In genere le donne scoprono di avere le ovaie policistiche in occasione di un controllo ginecologico di routine, in seguito ad una visita per uno dei sintomi che si manifestano o, come avviene nella maggior parte dei casi, perché si cerca una gravidanza che non arriva.
E allora cerchiamo di capire quali sono i sintomi che ci possono mettere in “allarme”:
Cicli mestruali più lunghi o amenorrea.
I cicli mestruali si presentano più lunghi (in genere 40 - 60 giorni), irregolari (oligomenorrea) (60 %) e talvolta assenza di mestruazioni (amenorrea) o pochi cicli all'anno
Eccesso di peluria (irsutismo).
L’eccesso di peluria su mento, viso, addome, schiena, gambe, braccia, è dovuto all'aumento di insulina, che a sua volta porta a un aumento degli ormoni androgeni, (normalmente convertiti in estrogeni), che raggiungono una concentrazione talmente elevata da causare un aumento della peluria in zone “tipicamente maschili”. (70 %)
Infertilità.
L’infertilità è dovuta alla scarsità delle ovulazioni.
Obesità.
L’aumento degli ormoni androgeni e dell’insulina porta come conseguenza un aumento del tessuto adiposo, soprattutto nella zona addominale; di contro, più aumenta l’adipe e più androgeni vengono prodotti (40 %).
Aborto ricorrente.
I livelli anormali di ormone LH non permettono una crescita fisiologica dell’endometrio (lo strato dell’utero che aiuta l’annidamento dell’embrione e in caso di non gravidanza si sfalda dando luogo alla mestruazione) e rende difficile l’accoglimento del prodotto del concepimento. Nel 60 % delle donne con PCOS si verifica un aborto precoce o un mancato impianto dell’embrione.
Stati di ansia o depressione, sbalzi di umore.
L’attività ormonale compromette l’aspetto l’aspetto fisico, la vita sessuale e la fertilità nelle donne affette da ovaio policistico che di solito hanno bruschi sbalzi di umore che possono sfociare in stati depressivi e ansiosi.
Acne o brufoli sul viso (70%).
L’acne ed i brufoli sono una conseguenza dell’eccessiva produzione di testosterone, e degli altri squilibri ormonali.
Tutti questi sintomi sono correlati alla presenza di ovaie policistiche, ma non solo. Infatti, altre patologie possono avere sintomi in comune con la PCOS. E’ quindi importante una corretta diagnosi differenziale.
I criteri per indagare l'ovaio policistico: come si effettua una corretta diagnosi.
Nel 2003, a Rotterdam, sono stati stabiliti dal “ESHRE ASRM PCOS Workshop Group” i criteri in base ai quali si fa diagnosi di PCOS.
Devono, infatti, essere presenti almeno due dei tre parametri:
- Oligomenorrea (ciclo irregolari) o assenza di mestruazioni o anovularietà (assenza di ovulazione);
- Sintomi evidenti di un marcato iperandrogenismo, come manifestazione clinica o di laboratorio;
- Struttura policistica di una o entrambe le ovaie (follicoli di circa 9-10 mm di diametro nell'area periferica dell’ovaio)
La prima cosa da fare è quindi una buona e approfondita raccolta dei dati della paziente, per capire la tempistica dell’insorgenza dei sintomi.
Altre patologie possono essere confuse con la PCOS, se non si fa una corretta diagnosi: disturbi della tiroide, menopausa precoce, obesità, diabete, sindrome di Cushing, per cui è necessaria una diagnosi differenziale.
Quindi i passaggi cruciali che seguirà il medico per la diagnosi di PCOS saranno:
Anamnesi (raccolta dati) personale e familiare della paziente.
Valutazione dell’iperandrogenismo e dell’obesità/sovrappeso.
Verificare la presenza di altri segni che possono indirizzare verso patologie diverse.
Effettuare una ecografia alle ovaie, con sonda intravaginale, specie nelle pazienti obese.
Valutare gli esami di laboratorio:
- dosaggi di testosterone (per escludere tumori e per stabilire la terapia più adatta per la PCOS),
- dosaggi di DEHA, progesterone (per escludere un problema della ghiandola surrenalica),
- dosaggi di LH FSH estrogeni e prolattina (per escludere scompensi ormonali non causati dalla PCOS),
- dosaggi degli ormoni tiroidei (TSH FT3 FT4 per escludere patologie tiroidee),
- valutazione della glicemia con curva da carico di glucosio.
Approfondisci quando è necessario fare la curva da carico orale di glucosio.
I valori del profilo ormonale di base, in donne con PCOS, saranno:
- LH > 10 mUI/ml
- Estradiolo > 60 pg/ml
- Androstenedione > 2,5 ng/ml
- Testosterone > 1 ng/ml
- Progesterone > 2 ng/ml
Prevenzione: è possibile?
Essendo una sindrome su base genetica, non c’è una forma di prevenzione per fermarne l’insorgenza: non possiamo cambiare i nostri geni!
Esistono quindi donne predisposte ad avere ovaie policistiche, specie se nella famiglia sono presenti casi accertati di PCOS o di diabete di tipo II.
E’ possibile però provare a limitarne le manifestazioni, mantenendo uno stile di vita sano, un'alimentazione bilanciata e controllando l’aumento di peso, anche con l’ausilio di un esercizio fisico costante.
Che fare per contrastare la sindrome?
Dopo la diagnosi, se i sintomi sono lievi e non arrecano disturbo alla paziente, è possibile semplicemente tenere sotto controllo l’alimentazione, evitando di aumentare di peso per non peggiorare la sintomatologia e mantenere uno stile di vita sano.
Se invece i sintomi sono evidenti, è importante mettere in pratica delle cure a seconda della necessità della paziente.
L’importanza della dieta e dell'attività fisica.
Come abbiamo già accennato, uno stile di vita sano e in particolare una corretta alimentazione per il mantenimento del proprio peso forma sono indispensabili per tenere sotto controllo i sintomi dell’ovaio policistico.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono gli alimenti che possono aiutare e quali sono quelli da evitare.
Alimenti “buoni”: tutti quelli a basso indice glicemico:
- Pane integrale, riso e pasta (preferibilmente “al dente”)
- Abbondanti porzioni di verdure, sia cotte che crude, e frutta
- Cereali integrali, come orzo e avena
- Latticini, come yogurt e latte (preferibilmente intero)
Alimenti da assumere con moderazione: tutti quelli a medio indice glicemico:
- Pane e pasta raffinati
- Biscotti e alcuni dolciumi (es. croissant)
- Alcuni tipi di frutta e verdura (es. melone, zucca)
- Patate, da considerare come una alternativa ai carboidrati, meglio se consumate all’insalata
Alimenti “cattivi”: tutti quelli ad alto indice glicemico:
- Zuccheri semplici (caramelle, miele, marmellata)
- Cereali raffinati
- Dolci e torte, specie se molto zuccherate
- Alcool
- Bevande gassate con aggiunta di zuccheri (es. cola, aranciata, succhi di frutta)
- fare un'abbondante colazione, con latte intero, o yogurt, con cereali integrali o fette biscottate o biscotti secchi.
- A pranzo, è consigliato assumere un pasto completo, con una porzione moderata di carboidrati, da accompagnare a proteine e anche una minima porzione di grassi (es. cucchiaino d’olio extravergine). I grassi, infatti, rallentano la digestione e di conseguenza non provocano picchi di insulina. E’ importante variare la dieta, consumando carni preferibilmente bianche e pesce almeno 3 volte a settimana.
- Un frutto deve sempre essere presente sia a pranzo che a cena o come spuntino per spezzare l’appetito tra un pasto e l’altro. A metà mattina o metà pomeriggio si possono consumare anche uno yogurt con cereali o un panino piccolo integrale con un affettato magro (es. bresaola). Variare le verdure, preferendo quelle di stagione.
- A cena, è sempre preferibile consumare un pasto leggero: eviteremo di introdurre calorie che non riusciremo a smaltire e dormiremo meglio. E’ importante anche l’introduzione dei liquidi: è consigliabile infatti bere almeno 1,5 litri di acqua non gassata al giorno, specie durante la stagione estiva. Questo gioverà anche alla pelle, ai reni e in generale a tutti gli organi.
L’attività fisica è fondamentale tanto quanto l’alimentazione. Infatti fare una moderata attività tutti i giorni aiuta a ridurre lo zucchero circolante e quindi è come se i nostri muscoli funzionassero al posto dell’insulina, regolando la glicemia.
Gli sport maggiormente consigliati sono quelli di tipo aerobico, come la corsa o il nuoto. E’ preferibile che siano praticati con una certa costanza.
I rimedi naturali per contrastare le ovaie policistiche.
Numerosi sono gli studi effettuati per capire se esistono rimedi naturali e quindi non farmacologici che però riescano ad apportare gli stessi benefici (o quasi) delle molecole oggi in commercio.
Il Myo-inositolo.
Di recente sono stati pubblicati studi sull'efficacia del Myo-inositolo, un fattore vitaminico che deriva dalle vitamine del gruppo B e quindi una molecola “naturale”. E’ stato infatti visto che sia da solo che in associazione all'acido folico, il myo-inositolo contribuisce a migliorare la sensibilità delle cellule all'insulina e quindi al suo effetto di regolazione della glicemia. Inoltre migliora i valori degli ormoni androgeni e di conseguenza i sintomi e persino la fertilità.
In particolare, in uno studio pubblicato su European revew for medical and pharmacological sciences ha valutato l’efficacia di questa molecola su 42 donne con ovaie policistiche: ne è derivato che l’assunzione combinata di 4 gr di myo-inositolo con 400 mcg di acido folico migliorano la sensibilità cellulare all'insulina e la quantità di trigliceridi nel sangue.
In un altro studio invece è stata dimostrata l’efficacia sul controllo dei valori degli androgeni e di conseguenza sull'irsutismo e l’acne, con un cospicuo miglioramento dopo 6 mesi di trattamento combinato.
Due studi invece si sono concentrati principalmente sull'effetto che l’associazione tra myo-inositolo e acido folico può avere sulla fertilità: ebbene, hanno dimostrato che le pazienti che si sottoponevano a cicli di fecondazione assistita assumendo quotidianamente entrambe le molecole mostravano:
- una riduzione dei giorni di stimolazione necessari per arrivare all'ovulazione
- impiego di dosi di ormoni più basse
- miglioramento della qualità degli ovociti fecondati
Omeopatia.
Anche in questo caso è sempre consigliato rivolgersi ad un omeopata di fiducia, che valuterà la situazione fisica e mentale della paziente e l’eventuale interazione delle sostanze omeopatiche con i medicinali che assume la paziente.
In linea generale, i rimedi omeopatici che però vengono maggiormente prescritti a pazienti con ovaie policistiche sono:
- Lachesis (per dolore, acne, colorito rosso del viso)
- Apis (per dolore e pesantezza alle ovaie)
- Lycopodium (per dolore e perdite vaginali)
- Thuja (specie nei casi di peluria abbondante e acne)
Agopuntura.
Alcuni studi sull'agopuntura hanno mostrato degli effetti benefici nei confronti delle pazienti affette da PCOS.
In particolare, uno studio effettuato a Stoccolma e pubblicato poi su American journal of phisiology, endocrinology and metabolism ha comparato gli effetti su 84 donne sottoposte ad agopuntura, ad attività fisica e a nessuna attività.
Il risultato è stato che il gruppo di donne con ovaie policistiche sottoposte a agopuntura hanno mostrato una riduzione del testosterone circolante e un miglioramento dell’acne e rispetto al gruppo che non ha effettuato nessun trattamento, anche un miglioramento della regolarità dei cicli. Rispetto al gruppo di donne che hanno praticato attività fisica, i risultati sono stati quasi simili.
In un altro studio, è risultata l’efficacia dell’agopuntura combinata con una alimentazione sana e attività fisica regolare.
Trattamenti della sindrome: stile di vita sano e pillola anticoncezionale.
Come detto, la terapia varia molto in base alla sintomatologia.
Ad ogni modo, è importante insegnare alle giovani come mantenere uno stile di vita sano e quindi:
- alimentazione controllata
- attività fisica
- controllo del peso corporeo
Già una perdita di peso minima aiuta a ridurre il senso di gonfiore, l’acne o l’eccesso di brufoli sul viso e l’eccessiva presenza di peli.
Per l’irsutismo, oltre alle classiche “cerette”, che strappano il pelo alla radice, si può ricorrere anche ad altre tecniche, più costose e da eseguire esclusivamente presso studi di dermatologi esperti nel campo. Ricordiamo ad esempio l’elettrolisi, per “bruciare” il pelo alla radice, o la luce pulsata, con la quale viene indebolita la radice del pelo che, dopo varie sedute, cresce più lentamente fino a sparire. E’ una tecnica che però può essere eseguita solo su soggetti con pelle chiara e peli scuri. E’ fondamentale sempre discutere di queste soluzioni con il proprio medico di fiducia, che saprà indicare la scelta migliore in base alle esigenze.
Se questo non basta, dal punto di vista farmacologico può essere utile l’assunzione della pillola anticoncezionale, a base estroprogestinica, che riduce gli ormoni androgeni che causano tutti i sintomi più sgradevoli. Non esiste una pillola unica che da l’effetto migliore. Sarà cura del ginecologo scegliere la formulazione migliore in base alla paziente.
Terapia per le donne che desiderano una gravidanza.
Anche quando si desidera una gravidanza, i consigli sullo stile di vita sono più che efficaci. Infatti, una reale perdita di peso migliora sensibilmente la fertilità, riducendo gli scompensi dovuti agli alti livelli di androgeni e di insulina e quindi ripristinando parzialmente la fertilità. E’ consigliato provare sempre la via più naturale, prima di ricorrere all’uso di farmaci.
Gli ovociti delle donne con ovaie policistiche hanno tutte le caratteristiche per poter fecondare, ma a causa del blocco ormonale non riescono a completare la maturazione come avviene normalmente. Quindi la terapia si basa sullo sblocco di questo meccanismo.
Farmaci per ridimensionare tutto il “circolo vizioso ormonale”
Per aiutare a far scendere i valori degli zuccheri circolanti nel sangue e quindi diminuire la resistenza cellulare all'insulina e di conseguenza ridimensionare tutto il “circolo vizioso ormonale”, è possibile ricorrere a farmaci antidiabetici (es. metformina) che aiutano a controllare la glicemia e di conseguenza anche l’aumento di peso.
Sul fronte prettamente ginecologico, invece, esistono varie strade.
Se la donna preferisce che il concepimento avvenga in maniera naturale, è possibile un monitoraggio del ciclo ovarico, mediante ecografie seriate accompagnate talvolta da dosaggi ormonali, in modo da poter individuare il momento in cui un follicolo riesce a giungere a maturazione. Sarà in quel momento che la donna proverà a far avvenire il concepimento.
Nelle donne con cicli irregolari e sporadici viene sconsigliato l’uso di dispositivi di controllo dell’ovulazione che sono a disposizione in farmacia, con stick che misurano i valori di alcuni ormoni nelle urine. In questo caso infatti è sempre preferibile affidarsi al ginecologo di fiducia!
Per aiutare l’ovulazione, invece, la molecola di scelta è il clomifene citrato. Questo, infatti stimola la produzione di FSH e la maturazione del follicolo. In genere, si assume una compressa al giorno per cinque giorni a partire dalla fine della mestruazione. In questa fase, detta follicolare, si ha il reclutamento del follicolo dominante che terminerà la maturazione. Con l’uso di questa molecola, la possibilità di una gravidanza migliora di circa sei volte.
Se tutto questo non riesce a portare ad una gravidanza, è possibile ricorrere alla fecondazione in vitro ed in quel caso verranno somministrate alla paziente gonadotropine, ossia ormoni già presenti fisiologicamente ma le cui quantità e variazioni vengono regolate dall'esterno per poter portare a maturazione un numero sufficiente di follicoli.
Rischi in gravidanza.
Le donne con ovaie policistiche che riescono ad avere una gravidanza, possono andare incontro a:
- aumento di rischio di aborto spontaneo;
- nei soggetti predisposti, si può sviluppare il diabete gestazionale, ossia una forma di diabete tipica della gravidanza. Se tenuto sotto controllo, non porta eccessivi problemi alla mamma o al feto, anche se spesso questi ultimi sono macrosomi alla nascita, ossia nascono con un peso superiore a 4000 gr;
Puoi approfondire cos'è e quali sono i fattori di rischio del diabete gestazionale.
- nel caso in cui l’obesità è accompagnata da un rialzo della pressione sanguigna, la donna in gravidanza può incorrere in ipertensione che può evolvere in preeclampsia, una patologia che si verifica a partire dalle 20 settimane di gestazione causata proprio dalla pressione alta. Questa, se non trattata e tenuta sotto controllo, può portare a serie conseguenze per madre e feto.