Prolasso mitralico: sintomi, cause, cure e conseguenze della valvola deteriorata

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Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Che cos’è il prolasso mitralico? Per quali cause si manifesta questo mal funzionamento della valvola? Condizione spesso congenita, questa valvulopatia è alquanto rischiosa, infatti non presenta particolari sintomi ed è quindi difficile da diagnosticare, ma può avere conseguenze anche serie. Analizziamo i segni che possono far sospettare un deterioramento della valvola e le cure per tenere sotto controllo la situazione.

Caratteristiche e tipologie del prolasso mitralico

Il prolasso della valvola mitralica, chiamato anche sindrome di Barlow, è una valvulopatia cardiaca, cioè un'alterazione di una delle valvole cardiache che ne causa un errato funzionamento.

La valvola mitrale si trova tra l'atrio sinistro e il ventricolo sinistro e, mediante la sua apertura e la sua chiusura, regola il passaggio del sangue da un compartimento all'altro.

In individui affetti da prolasso questa valvola si chiude in maniera errata, ed i due lembi che la compongono protendono nell'atrio durante la sistole con conseguente alterazione del flusso sanguigno che "torna indietro" verso il ventricolo al posto di essere pompato tutto nell'atrio (condizione nota come rigurgito valvolare).

È una patologia che colpisce prevalentemente le donne di 30 - 50 anni, mentre negli uomini si manifesta intorno ai 20 anni di età. Ed ora classifichiamo il prolasso mitralico.

Classificazione: genesi e struttura della valvulopatia.

La classificazione della valvulopatia avviene principalmente in base a due parametri, il primo è la genesi della condizione, cioè se il prolasso si è verificato in maniera indipendente o in conseguenza di un'altra patologia, il secondo è in base alla struttura con cui si presenta la valvola mitralica.

In base alla genesi possiamo distinguere:

Per quanto riguarda la struttura e l'aspetto della valvola mitralica sono state fatte diverse classificazioni. La prima è del 1980, è di tipo prevalentemente chirurgico, e fu eseguita da Carpenter il quale prese come riferimento la mobilità dei lembi della valvola mitralica distinguendo un prolasso di:

Questa classificazione fu rielaborata nel 1985, secondo uno schema più anatomico che chirurgico, da Barlow, il quale distinse la condizione in quattro classi principali:

Nella classificazione di Barlow il prolasso mitralico si accompagna sempre ad insufficienza valvolare mitralica, di grado lieve o severo, anche se tale condizione, da sola, non è sufficiente per porre la diagnosi di prolasso della valvola mitralica.

Puoi approfondire le caratteristiche della insufficienza mitralica.

In un'altra classificazione, proposta da Devereux nel 1987, l'insufficienza valvolare mitralica non sempre è presente e il prolasso viene classificato in:

Cause del deterioramento della valvola.

Le cause della patologia non sono ancora ben chiarite. Si sa che si verifica, in caso di prolasso valvolare primario, una degenerazione del collagene che compone la valvola ma non si sa ancora come questo si verifichi.

Il prolasso primario è solitamente congenito, si ha cioè sin dalla nascita, ed è il motivo per cui può essere riscontrato anche nei bambini.

Il prolasso mitralico secondario si associa spesso ad altre patologie come per esempio patologie del tessuto connettivo, problemi allo scheletro, morbo di Graves e in alcune cardiopatie come la cardiopatia ischemica o quella dilatativa.

Approfondisci le cause che determinano il morbo di Basedow-Graves.

Il prolasso mitralico non presenta sintomi!

Il prolasso mitralico è solitamente asintomatico e il soggetto non si accorge di averlo. In alcuni casi, quando la condizione è più grave e si associa a rigurgito valvolare importante oppure ad insufficienza mitralica, si possono manifestare i seguenti sintomi, tutti correlati all'insufficienza mitralica e al flusso sanguigno non correttamente pompato in circolo:

Conseguenze della valvulopatia: i rischi possono essere anche gravi.

Il paziente affetto da prolasso valvolare mitralico non presenta particolari rischi per la propria salute in quanto la condizione è benigna e tende ad essere asintomatica.

È possibile però che si verifichino delle conseguenze che possono essere anche molto gravi per il soggetto come per esempio:

Prolasso mitralico e morte improvvisa.

Secondo una ricerca svolta dai cardiologi di 4 università australiana la morte cardiaca improvvisa risulta associata al prolasso della valvola mitralica.

Non è ancora noto il legame ma è confermato in quanto vi sono dati significativi (14 casi su 1000 ogni anno) che indicano come persone decedute per morte cardiaca improvvisa, cioè una morte inaspettata che avviene entro un'ora dall'insorgenza dei sintomi iniziali, soffrivano di prolasso mitralico.

Come si diagnostica?

La patologia, essendo quasi sempre asintomatica, si diagnostica spesso "per caso", nel corso di indagini strumentali svolte per altri motivi.

Gli esami utili per diagnosticare questa condizione sono:

La terapia farmacologica: non per curare ma per evitare conseguenze.

Il prolasso valvolare mitralico viene curato in base alla gravità. Le forme più lievi non richiedono un trattamento specifico ma solo accorgimenti preventivi per evitare conseguenze. Naturalmente occorre effettuare controlli periodici ogni 2-3 anni.

La terapia farmacologica ha quindi scopo profilattico e non curativo, serve cioè a prevenire le conseguenze serie che possono verificarsi, prima tra tutti l'endocardite infettiva.

I farmaci utilizzati sono:

Terapia chirurgica quando vi è un importante rigurgito valvolare.

L'intervento chirurgico è necessario in tutti quei casi in cui vi è un importante rigurgito valvolare o un'insufficienza valvolare. Consiste nella riparazione o, quando non è possibile ripararla, nella sostituzione della valvola mitrale. Questo può avvenire tramite l'impianto di una valvola biologica, che però ha una durata limitata e che va sostituita nel corso degli anni, o di una valvola meccanica, più resistente, che solitamente non viene mai sostituita ma che può generare un fastidioso rumore. L'intervento si svolge in anestesia generale ed a cuore aperto, e dopo l'operazione il paziente dovrà essere ricoverato per almeno un paio di giorni in terapia intensiva.

Dopo l'intervento i tempi di ripresa sono variabili e vanno da un paio di settimane ad alcuni mesi, il paziente dovrà assumere a vita farmaci anticoagulanti.

Consigli utili per chi soffre di prolasso mitralico.

Come precedentemente accennato il prolasso mitralico è una condizione benigna che provoca conseguenze gravi solo se si associa a insufficienza mitralica. Il soggetto quindi può svolgere la propria vita quotidiana senza quasi limitazioni, prestando soltanto alcune attenzioni particolari. Per esempio:

Prognosi.

La patologia è di per sé benigna e a prognosi favorevole e pertanto non è inserita nelle tabelle delle patologie che danno diritto alla pensione di invalidità a meno che non sia invalidante.

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