Proteina C reattiva alta
Quali malattie determinano la proteina C reattiva alta nel sangue? Quali sono i valori normali e come si usa come test per le malattie cardiovascolari? Proviamo a fare chiarezza.
Cosa è la proteina C reattiva?
La proteina C reattiva o PCR o ancora CRP (acronimo inglese C Reactive Proteine) è una proteina ossia una macromolecola (molecola molto grande e quindi ad elevato peso molecolare) che è riscontrabile nel sangue, dove perciò con una analisi ematochimica è possibile misurarne la concentrazione.
Chimicamente la PCR è una proteina pentamerica ossia costituita da 5 catene di aminoacidi identiche associate ad uno ione calcio +2 che sono legate tra loro in maniera da formare una complessa struttura tridimensionale a forma di pentagono.
Fisiologicamente, ossia dal punto di vista di quella branca della biologia che studia il funzionamento del corpo umano, la proteina C reattiva è una opsonina. Le opsonine sono macromolecole la cui funzione è di rivestire i microrganismi intrusi o le cellule morte, in maniera da facilitarne il riconoscimento da parte dei recettori presenti sulla membrana dei fagociti. Dove i fagociti sono varie tipologie di cellule deputate alla fagocitosi ossia a quel processo per cui una cellula mangia qualcosa che si trova al suo esterno (in questo caso il microorganismo intruso considerato nemico).
Quali sono le sue funzioni?
Per capire meglio cosa può indicare un innalzamento de valori di questa proteina può essere utile capire prima di tutto quali sono le sue funzioni fisiologiche. La proteina C reattiva, per le sue caratteristiche ha la capacità di attivare quella parte del sistema immunitario nota come complemento . Il complemento una volta attivato induce il rilascio di un gran numero di sostanze che svolgono ben precise attività biologiche e precisamente:
- Si legano alle membrane di alcuni microrganismi intrusi determinandone la lisi (dissoluzione per rottura delle membrane cellulari) diretta.
- Si legano alle membrane dei microrganismi considerati potenziali nemici ed a quelle di cellule morte per favorirne il riconoscimento da parte dei fagociti (opsonizzazione) onde attivare il processo di fagocitosi.
- Stimolano reazioni infiammatorie locali.
La proteina C reattiva viene prodotta dal fegato come tutte le proteine della fase acuta ossia di quelle proteine che sono secrete dalle cellule epatiche e che nella fase acuta dell’infiammazione aumentano considerevolmente i valori della loro concentrazione serica. Le cellule epatiche la secernono sotto stimolazione della interleuchina 6 o IL-6 prodotte dai macrofagi. Dove le interleuchine sono sostanze per la intercomunicazione tra cellule che nel caso specifico hanno il compito di stimolare la risposta immunitaria.
Valori di riferimento della proteina C reattiva: quando è alta e quando normale?
Come detto la proteina C reattiva è prodotta dal fegato e riversata nel sangue e qui è possibile misurarne la concentrazione con una semplice ed economica analisi ematochimica di tipo quantitativo. Le metodiche per condurre tali analisi sono svariate: ELISA, Immunoturbidimetria, etc. Negli individui sani i valori della concentrazione della proteina C reattiva sono molto bassi prossimi a zero, ma in particolari condizioni in un tempo relativamente breve dell’ordine delle 48 ore possono assumere valori che possono essere anche 50.000 volte quelli normali.
La concentrazioni di riferimento per la proteina C reattiva sono:
- 0/5/6 mg/litro di sangue nei soggetti in buona salute e quindi in assenza di processi infiammatori in atto.
- 6/10 mg/litro segno di un probabile processo infiammatorio in atto di tipo non acuto.
- 10/100 mg/litro segno di un processo infiammatorio acuto in atto di intensità lieve o moderata.
- Superiori a 100 mg/litro segno di un processo infiammatorio acuto di notevole portata.
Dunque si parla di proteina C reattiva alta quando la sua concentrazione supera i valore limite ritenuto normale di 6 mg/L.
Le cause patologiche che possono determinarne l’aumento dei valori.
Le cause che possono procurare aumenti anche considerevoli della concentrazione serica della proteina C reattiva sono molteplici ed eterogenee tra loro ma tutte connotate dalla condizione di stress a cui l’organismo è sottoposto. Esse sono:
Traumi. Possono essere di varia natura: interventi chirurgici, fratture ossee, ustioni, etc.
Infezioni virali. Le comuni infezioni virali come: le epatiti (infezione da Hepatovirus) , la varicella (infezione da varicella Zoster) la mononucleosi ( infezione da Epstein Barr) o la parotite (infezione da virus della famiglia dei Paramyxoviridae) innalzano di poco la proteina C reattiva mantenendola in un range che va dai 10 mg/L ai 40 mg/L. Solo le infezioni da Adenovirus che causano affezioni respiratorie abbastanza comuni nei bambini e rare negli adulti inducono valori di proteina C reattiva prossimi ai limiti massimi e perciò confrontabili con i valori riscontrabili nelle infezioni batteriche. Anche l’infezione del virus Di Epstein Barr ossia la mononucleosi induce valori elevati di PCR.
Infezioni batteriche. Le infezioni batteriche producono alterazioni nei valori della proteina C reattiva di maggior rilievo rispetto a quelle virali e comunemente spostano i valori in un range compreso tra i 40 mg/L e i 200 mg/L. Valori che comunque possono essere abbondantemente superati nelle infezioni severe. Le più comuni infezioni batteriche che inducono innalzamento della concentrazione della proteina C reattiva sono:
- Faringiti/tonsilliti. Infiammazione del cavo orofaringe per Infezione da batteri come lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A, la Chlamydophila pneumoniae, il Mycoplasma pneumoniae .
- Polmoniti. Infiammazione degli alveoli polmonari ad opera di infezione da Streptococco pneumoniae, Staphylococcus aureus o Legionella pneumophila.
- Meningite. Infiammazione delle membrane che ricoprono il Sistema nervoso centrale (cervello più midollo spinale) ad opera di Streptococco di gruppo B, Escherichia coli, Listeria monocytogenes.
- Scarlattina. Malattia esantematica ( che si presenta con sintomi cutanei noti come esantema) causata da infezione di Streptococcus pyogenus.
- Infezioni dell’apparato urinario (rene, vescica) come cistiti e pielonefriti. L’agente patogeno più comune è il batterio Escherechia Coli.
- Tubercolosi. Infezione dei polmoni ad opera del Mycobacterium tubercolosis.
- Ascessi. Raccolta in un tessuto corporeo di pus conseguente ad una infezione di batteri piogeni ossia streptococchi o stafilococchi.
Infezioni da parassiti. Le più comuni sono:
- Toxoplasmosi. Infezione causata da un protozoo (organismo unicellulare dotato di nucleo) che viene trasmesso dal gatto di cui è un parassita naturale. La malattia è spesso asintomatica ed è pericolosa per le gestanti perché può provocare aborti e malformazioni fetali.
- Pneumocistosi. Polmonite atipica per infezione di un fungo o protozoo denominato Pneumocystis carinii . E una malattia di scarso rilievo per individui normali ma che diviene funesta in coloro che hanno problemi di depressione del sistema immunitario come gli ammalati di AIDS o di Leucemia.
Malattie infiammatorie con componente autoimmune (l’infiammazione si scatena per una anomala ed esagerata reazione del sistema immunitario contro il self ovvero il proprio). Le più comuni sono:
- Artrite reumatoide. Processo infiammatorio cronico e progressivo scatenato dal sistema immunitario contro le articolazioni sinoviali ossia articolazioni: con capi ossei sono ricoperti da cartilagini, dotate di capsula articolare, dotate di cavità articolare con liquido sinoviale.
Potrebbe interessarti approfondire sintomi e cura dei "reumatismi"
- I tumori che generalmente determinano innalzamento della PRC sono i carcinomi di rene, vescica e prostata e i linfomi di Hodgkin. che si sviluppa dai linfociti, cellule del sistema immunitario, a partire da un singolo nodo linfatico.
- Processi di necrosi tissutale. I più comuni sono l’infarto del miocardio e l’ictus ischemico.
Va comunque detto che un riscontro di valori bassi di proteina C reattiva non garantisce in maniera assoluta l’assenza di processo infiammatorio o una patologia precedentemente descritta perché potrebbe essere in atto una insufficienza epatica. In tali condizioni gli epatociti seppur stimolati alla produzione di PRC sono impossibilitati alla secrezione.
Proteina C reattiva alta in gravidanza. Sovente durante la gestazione in special modo negli ultimi mesi la la proteina C reattiva tende ad innalzarsi per la presenza di svariati processi infiammatori comuni nella gestazione come ad esempio le cistiti ricorrenti |
Proteina C reattiva alta come test di diagnosi.
Da quanto fin qui detto appare chiaro che l’aumento della concentrazione di proteina C reattiva è legata ad un gran numero di situazioni che risultano anche estremamente eterogenee tra loro per cui la sua determinazione è utilizzabile con notevoli difficoltà a fini diagnostici se non si conosce la malattia di cui il paziente soffre. Nel senso che valori elevati sono predittivi di una malattia ma poco o nulla dicono sulla sua natura. Diverso invece è il discorso se la malattia si conosce. In tale situazione diviene un test preziosissimo ed affidabile in quanto consente di monitorare l’evoluzione di essa, l’efficacia della terapia e l’eventuale guarigione dato che la sua concentrazione varia in funzione delle cause che la inducono in tempi estremamente rapidi dell’ordine di ore.
Per poter utilizzare la proteina C reattiva come test diagnostico diagnostico è necessario valutare eventuali sintomi associati all’incremento della proteina ed eventualmente i risultati di test ulteriori.
Per esemplificare quanto detto riportiamo qualche situazione diagnostica tipica.
Mononucleosi. | Sintomi fisici | PCR | Altri parametri |
Il quadro clinico che induce il medico al sospetto di infezione da parte del virus di Epstein Barr è quello che segue. La certezza della diagnosi si ottiene ricercando nel siero la presenza di anticorpi specifici al virus. | Febbre Linfonodi ingrossati Faringite Astenia Problemi gastro addominali Cefalea Dolori diffusi |
Elevata | VES elevata Globuli bianchi alti Linfociti in aumento Neutrofili bassi Piastrine basse Transaminasi alte Bilirubina alta |
Artrite reumatoide. | Sintomi fisici | PCR | Altri parametri |
Il quadro clinico e l’analisi anamnesica di norma bastano a formulare la diagnosi. che può essere confermata dalle alte rilevano all’esame radiografico. |
Dolore Tumefazione Difficoltà di articolazione |
Elevata | Noduli reumatoidi Valori elevati di ferritrina Bssi valori di globuli rossi |
Linfomi | Sintomi fisici | PCR | Altri parametri |
ll test che conferma la diagnosi è la biopsia del linfonodo. |
Febbre Sudorazione notturna Calo ponderale immotivato Dolori addominali Debolezza |
Elevata | Ves alta Globuli bianchi alti |
La determinazione della proteina C reattiva come test di rischio cardiovascolare.
I danni provocati alle pareti dei vasi sanguigni dal processo aterosclerotico sono la diretta conseguenza di un processo infiammatorio causato da deposito ed infiltrazioni sulle pareti dei vasi di varie tipologie di cellule. Per questo motivo è possibile monitorare il rischio di malattie cardio vascolare servendosi della determinazione della concentrazione della proteina C reattiva. Studi condotti in tal senso hanno evidenziato che indipendentemente dai livelli di colesterolo e trigliceridi valori di proteina C reattiva superiori a 2,4 mg/L comportano un rischio di sviluppare patologie cardiache che è doppio rispetto a chi presenta livelli di PCR di 1 mg/L. Ovviamente per poter utilizzare detto tipo di screening si ha necessità di indagini ematochimiche più sensibili che consentono di rilevare anche basse concentrazioni di PCR. Infatti di norma i test sono messi a punto per determinare concentrazioni di proteina C reattiva dell’odine dei valori limiti fisiologici ossia 5-6 mg/L. Si parla allora di determinazione della proteina C reattiva ad elevata sensibilità.
Valori elevati di proteina C reattiva e tumori.
La relazione tra processo infiammatorio e rischio tumori è cosa nota. Ad avvalorare tale tesi ci sono anche studi recenti condotti su pazienti affetti da tumore all’intestino colon. Si è constatato che essi presentano valori di PCR che mediamente sono più elevati di coloro che non soffrono di tale patologia.