Puerperio cos'è? Sintomi, durata e precauzioni per la ripresa fisiologica

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Dottoressa Laura Lombardo (Ostetricia) Consulente Scientifico:
Dottoressa Laura Lombardo
(Specialista in ostetricia)

Il periodo dopo il parto, definito puerperio, è pieno di grandi cambiamenti fisici, psichici e familiari: finalmente il piccolo è nato e il corpo deve tornare allo stato pregravidico. Ma quali sono i sintomi che ci fanno capire che ciò sta accadendo? E quanto dura tutto questo periodo? Scopriamo tutte le modificazioni fisiologiche che avvengono dopo il parto e quando saremo in grado di riprendere tutte le normali attività. I consigli e le precauzioni da prendere saranno utili per vivere al meglio un periodo così ricco di avvenimenti.

Cos'è il puerperio?

Il puerperio è quel periodo che segue la gravidanza e il parto, durante il quale il fisico della neo mamma lentamente torna allo stadio pregravidico.

Come nelle settimane di gravidanza il corpo comincia a cambiare per far crescere una nuova vita, così durante il puerperio ritorna alle attività interrotte durante la gestazione.

Il puerperio è un periodo di grandi mutazioni anche dal punto di vista psicologico, perché la mamma si trova ad affrontare un nuovo inizio con il piccolo che ha continuamente necessità di attenzioni e questo si avverte maggiormente se la mamma ha già avuto una gravidanza e c’è un altro pargolo da accudire.

E’ importante quindi avere l’aiuto di qualcuno, in particolare del partner, che possa stare vicino alla mamma e che la aiuti in particolare nei primi momenti a casa, quando ancora non si è stabilizzato un vero e proprio equilibrio nella nuova famiglia.

Il puerperio,quindi, al pari della gravidanza, è una fase fondamentale e molto delicata.

Ma quanto dura?

Le prime due ore dopo il parto prendono il nome di post partum. Terminata questa finestra temporale, il puerperio ha inizio. Di norma dura sei/otto settimane, il tempo durante il quale riprende anche completamente la funzione ovarica e talvolta si ha il ritorno del flusso mestruale (specie se non si allatta).

I sintomi:le modificazioni fisiologiche nelle settimane dopo il parto.

Esistono dei sintomi che si presentano in puerperio che possono disturbare la neomamma e creare dei fastidi. E’ bene sapere che la maggior parte sono fisiologici e che sono l’indice del fatto che il corpo (in un tempo relativamente breve) sta tornando allo stato precedente la gravidanza. Ecco i principali:

Contrazioni uterine.

L’utero che si è ingrandito durante la gravidanza ora deve tornare alle sue dimensioni normali e quindi la muscolatura si contrae (involuzione uterina). Possono essere dolorose, tipo crampi, addirittura intensi ma transitori, e presenti soprattutto nei primi momenti dell’allattamento: questo, infatti, attiva la produzione di ossitocina che ha come organo bersaglio proprio l’utero che in risposta all'ormone si contrae. Per tale motivo si consiglia alla mamma di iniziare subito ad allattare, già dopo pochi minuti dal parto, così da accelerare il processo di attivazione della muscolatura uterina. In sei settimane circa l’utero torna nella sua sede naturale, ossia nella piccola pelvi.

Lochiazioni.

Le lochiazioni sono delle perdite fisiologiche che si hanno dopo il parto e che si modificano durante il periodo puerperale, fino a sparire del tutto entro un mese circa. I lochi sono i residui uterini della gravidanza, in pratica l’utero si pulisce di ciò che resta del parto e lo elimina sottoforma di perdite. Queste saranno ematiche nella prima settimana dopo il parto (quindi rosse perlopiù), meno sanguigne e più cremose nella seconda settimana, sierose nella terza settimana, fino alla cessazione. Hanno un odore caratteristico ed è necessario che la donna indossi degli assorbenti durante questo periodo per evitare di sporcarsi (preferibilmente anallergici per ridurre il rischio di infezioni o dermatiti da contatto).

L’igiene intima è particolarmente importante: usare detergenti delicati che non alterino il ph vaginale, lavare prima la zona vaginale e poi la zona anale per evitare contaminazioni (specie se ci sono lacerazioni che stanno guarendo), tamponare e asciugare bene con un asciugamano morbido e pulito la zona dell’eventuale sutura di lacerazioni, preferire la doccia al bagno se sono presenti lochi abbondanti ed ematici.

Alterazione della funzionalità vescicale.

E' possibile che alcuni giorni dopo il parto si avvertano dei fastidi nello svuotamento della vescica. Ciò è normale in quanto durante il parto la vescica viene sottoposta ad uno sforzo per il passaggio del feto attraverso il canale del parto oppure per piccole lesioni a livello dell’uretra verificatesi durante la fase espulsiva. Capita quindi di avere una riduzione della continenza urinaria o una difficoltà a svuotare completamente la vescica, sintomi in genere abbinati ad una aumentata frequenza della minzione, dovuta ai liquidi in eccesso che pian piano verranno eliminati. In genere i disturbi urinari persistono al massimo per 10-15 giorni dopo il parto.

Stitichezza.

Può capitare di soffrire di stipsi dopo il parto, specie se si soffre di emorroidi, che possono rendere difficile e dolorosa l’evacuazione. E’ bene quindi fare impacchi di acqua tiepida, con bicarbonato e usare creme specifiche, secondo consiglio del medico. Inoltre una sana alimentazione, ricca di fibre, frutta e verdura aiuta ulteriormente a riprendere la corretta attività intestinale anche dopo il parto.

Diastasi dei muscoli retti dell’addome.

I muscoli retti dell’addome fanno parte della possente muscolatura addominale che ha il compito di contenere gli organi nella cavità. Può capitare che questi vengano indeboliti dall'eccessivo aumento di peso in gravidanza e dal peso dell’utero, o dall'usura dei muscoli stessi, che talvolta sono poco allenati. In casi estremi si ha una diastasi, ossia una separazione dei due fasci verticali dei retti dell’addome che può portare alla formazione di ernie. Se la diagnosi è chiaramente una diastasi, si può intervenire con esercizi fisici mirati e nei casi più gravi con la chirurgia.

Perdita dei capelli.

In gravidanza gli alti livelli di estrogeni fanno si che la fase di crescita del capello sia più lunga e i capelli appaiono più folti e belli. Durante il puerperio, i valori di estrogeni calano e di conseguenza si allunga la fase di ricambio. L’effetto benefico della gravidanza sparisce nel giro di 3-4 mesi e i capelli riprendono ad avere il loro ciclo vitale. Queste variazioni determinano una perdita maggiore di capelli e in alcune donne il fenomeno si presenta in modo repentino e visibile. E’ un fenomeno assolutamente fisiologico e in genere rientra entro massimo sei mesi dal parto. Non è necessario applicare alcun tipo di prodotto ne interrompere l’allattamento al seno: anche le donne che allattano artificialmente avranno lo stesso problema, quindi è un fenomeno non legato in alcun modo alla produzione del latte.

Depressione/maternity blues.

La maggior parte delle puerpere, alcuni giorni dopo il parto, avverte un calo dell’umore, tristezza, malinconia, senso di depressione, pianto frequente, inadeguatezza: è un fenomeno frequente e prende il nome di maternity blues, dovuto al rapido abbassamento della produzione di ormoni come estrogeni e progesterone.Generalmente questa condizione, piuttosto comune tra le madri, dura pochi giorni e tende a diminuire spontaneamente. Questo fenomeno non va confuso con altri due disturbi, la depressione post partum e la psicosi post partum, che richiedono una attenzione maggiore verso la mamma.

Montata lattea.

Consiste in quella fase dell'allattamento in cui il colostro si trasforma in latte. Il seno aumenta di volume, diventa turgido e dolente, tutti sintomi che, in breve tempo si attenuano. Inizia allora l’allattamento durante il quale la produzione di latte si stabilizza.

Puerperio dopo parto naturale e dopo taglio cesareo: differenze.

Esistono delle differenze nella ripresa dopo un parto naturale rispetto ad un parto con taglio cesareo. Se la futura mamma ha avuto un parto spontaneo, la ripresa sarà certamente più veloce ed è possibile (se la struttura lo permette) richiedere la dimissione precoce di mamma e bimbo, se entrambi stanno bene, a patto di presentarsi ai controlli previsti nei giorni successivi (o con un’ostetrica a domicilio, ove previsto).

Nell’immediato dopo parto la ripresa dopo un cesareo è più lenta.

Il cesareo è, infatti, un intervento chirurgico eseguito in anestesia e come tale si avranno tutti i disturbi del post operatorio soprattutto se l’intervento è avvenuto in urgenza ed è stata eseguita una anestesia totale invece di quella spinale.

Con entrambe le anestesie:

La durata del ricovero può variare in base alle condizioni della mamma, ma di norma, la dimissione avviene verso il quinto giorno.

Una volta a casa gli altri sintomi a lungo termine fino alla fine del puerperio saranno gli stessi del parto naturale.

La ripresa delle attività fisiologiche durante il puerperio.

Come abbiamo detto, lentamente dopo il parto ripartono tutte le attività dell’organismo che si erano fermate o modificate per l’avvento della gravidanza.

Ovulazione.

L’ovulazione è il processo che porta alla crescita e alla maturazione dell’ovocita, che può essere fecondato una volta espulso dall'ovaio e captato dalle fimbrie delle tube uterine. In gravidanza il processo si arresta e le ovaie si “riposano” per l’effetto dei valori ormonali, che hanno la funzione di bloccare eventuali nuove gravidanze sin dal momento del concepimento. Dopo il parto, però, le ovaie riprendono lentamente a lavorare e a tornare alla loro funzione principale, in quanto anche gli ormoni tornano ai valori pre gravidici.

Le donne che allattano (specie di notte) hanno di solito un ritorno all'ovulazione più lento, in quanto gli alti valori di prolattina (l’ormone che, appunto, stimola la produzione del latte materno) bloccano momentaneamente la maturazione di nuovi follicoli.

Bisogna però fare attenzione, in quanto l’allattamento non può essere considerato un anticoncezionale!

Può capitare che un follicolo giunga a maturazione e che la donna resti nuovamente incinta, se in quel momento ha un rapporto a rischio. Non sono infrequenti, infatti, i casi di gravidanze capitate proprio durante l’allattamento.

Le donne che non allattano, invece, hanno un ritorno all'ovulazione più veloce, in genere entro 30/40 giorni le attività ovariche riprendono completamente.

In entrambi i casi, se non si desidera avere una nuova gravidanza in breve tempo, è consigliabile rivolgersi alla propria ostetrica o al medico di fiducia che può consigliare l’anticoncezionale migliore.

In particolare, le donne che allattano possono richiedere la prescrizione della pillola anticoncezionale a base solo progestinica, che può essere assunta senza causare danni al bimbo con il passaggio di sostanze pericolose nel latte materno. E’ infatti specifica per l’allattamento ed è sicura.

Capoparto.

La prima mestruazione dopo il parto viene definita capoparto. Anche in questo caso, la ripresa è legata all'allattamento. Le donne che allattano in genere hanno il capoparto più tardi, anche dopo sei mesi dal parto. Coloro che non allattano, invece, possono avere il ritorno del flusso mestruale anche 40 giorni dopo il parto.

E’ importante tener presente che l’assenza delle mestruazioni, in allattamento, non è legata all'assenza di ovulazione: può esserci ovulazione anche senza il flusso mestruale. Quindi la contraccezione è da tener presente se non si desidera una nuova gravidanza.

Sessualità.

Non esiste un tempo “preciso” per ricominciare ad avere rapporti sessuali.

Ad ogni modo è preferibile aspettare circa sei settimane, tempo durante il quale i lochi si esauriscono e l’utero ritorna nella sua sede fisiologica. Alla visita dei 40 giorni, il medico potrà controllare se procede tutto in maniera fisiologica: in questo caso non c’è motivo per continuare ad astenersi.

Dopo il parto possono però avvenire dei fenomeni che in parte contrastano con una rapida ripresa della sessualità. Le perdite, il nuovo equilibrio familiare, il senso di tristezza inspiegabile e i cambiamenti ormonali sono tutti fattori che incidono sui momenti di intimità di una coppia.

Dal punto di vista strettamente fisico, può essere presente un certo grado di secchezza vaginale, causato dai bassi livelli di estrogeni circolanti. Inoltre ci può essere dolore perineale se è stata necessaria la sutura di una lacerazione o se la ferita è infetta o se la sutura non è stata eseguita correttamente.

Talvolta le strutture muscolari vengono particolarmente stese dal passaggio di un bimbo di peso elevato e questo fa sì che il ritorno alla normalità avvenga più lentamente.

Benessere psichico.

Una volta che i valori ormonali si sono stabilizzati e finalmente si è creato un equilibrio all'interno della nuova famiglia, la neomamma si potrà riprendere anche dal punto di vista psichico.

E’ importante, in questo ambito, che il partner o familiari e amici appoggino la donna e la aiutino per quanto possibile a creare delle nuove abitudini incentrate sul piccolo.

Potrebbe essere utile anche avere la presenza di un professionista sanitario, come un’ostetrica a domicilio, che controlli che tutto procede nella giusta direzione e indichi alla mamma come risolvere i piccoli problemi che si presentano dopo il ritorno a casa.

Sport.

in caso di parto cesareo, dopo una decina di giorni è possibile cominciare con delle camminate a passo svelto, incrementando man mano la durata e l’intensità, senza però esagerare e ascoltando il proprio corpo; se ci dà segnali di allarme, è preferibile riposare o fare una sosta. Dopo sei settimane, è possibile ricominciare con esercizi soft di respirazione, yoga, stretching. Dopo due mesi, si può cominciare con una blanda attività di tonificazione, se il fisico lo permette e il medico conferma che tutto procede per il meglio. E’ preferibile aspettare ancora qualche settimana prima di procedere con esercizi più impegnativi che comprendano ad esempio l’uso di pesi.

In caso di parto spontaneo non sono necessarie tutte queste precauzioni, si può tornare gradualmente all'attività fisica, quando la donna lo desidera e quando si sentirà pronta.

Lavoro.

Secondo la legge, la mamma è in astensione obbligatoria dal lavoro per i primi tre mesi di vita del piccolo e ha un mese aggiuntivo se è andata in maternità un mese più tardi. Ha diritto alla retribuzione completa se è una dipendente pubblica, ha diritto all’80% del compenso se è una dipendente privata.

Piscina, mare e sole.

Come abbiamo detto, è possibile fare la doccia una volta tornate a casa, cercando eventualmente di tenere pulita e asciutta la ferita del cesareo. Per quanto riguarda le attività in piscina o a mare, sarebbe preferibile attendere che cessino le lochiazioni, quindi circa 40 giorni dal parto. Non c’è un vero e proprio periodo di attesa per tornare a prendere il sole, ma è preferibile evitare di esporre la ferita del cesareo almeno per i primi mesi. In questo caso sarà quindi necessario coprirla o proteggerla con una protezione totale. Inoltre se la donna ha avuto la comparsa di macchie scure in volto (cloasma gravidico) durante la gravidanza, è preferibile che non si esponga direttamente al sole per non peggiorare la situazione, attendendo quindi la scomparsa spontanea delle macchie, entro qualche mese dal parto.

L’allattamento: cardine del puerperio.

Come abbiamo visto, i cambiamenti che avvengono in puerperio sono tanti e uno dei cardini di questo periodo è rappresentato dall'allattamento al seno.

Il latte materno è quanto di più sano si possa offrire al proprio piccolo e l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno esclusivo almeno fino ai sei mesi di vita, senza ulteriori somministrazioni di acqua, tisane e altre sostanze.

Solo così sono garantiti i benefici a lungo termine, sia per la madre che per il piccolo, come ad esempio la riduzione del rischio di obesità infantile e la riduzione del rischio di tumore mammario.

Durante il puerperio possono insorgere complicanze legate all'allattamento: possono subentrare ingorghi mammari, ostruzione di dotti, fino alla mastite.

Nel caso di ingorghi o dotti ostruiti, non è necessario ricorrere ad alcun trattamento farmacologico, in quanto in genere si risolvono in 24/48 ore se:

In caso di dolore, si può usare un antidolorifico compatibile con l’allattamento, per alleviare la sintomatologia.

In caso di mastite invece il seno è dolente, arrossato, caldo e compaiono sintomi generali, come febbre, brividi, malessere diffuso. In questo caso il medico potrà consigliare un antibiotico compatibile con l’allattamento, che può e deve essere proseguito, in quanto aiuta la regressione del disturbo.

L’alimentazione subito dopo il parto.

Come abbiamo visto, i cambiamenti che avvengono in puerperio sono tanti e uno dei cardini di questo periodo è rappresentato dall'allattamento al seno.

Il latte materno è quanto di più sano si possa offrire al proprio piccolo. Inoltre allattare aumenta il dispendio calorico giornaliero e quindi la mamma consuma più energie: il risultato finale è un ritorno più veloce al peso pre gravidico.

Esistono molti luoghi comuni per quanto riguarda l’allattamento e i cibi che la mamma può mangiare o no. Ebbene: le mamme possono mangiare tutto ciò che desiderano, sempre nell'ambito di una dieta variata e sana, diminuendo o eliminando tutto ciò che potrebbe alla lunga far male alla sua salute o a quella del piccolo.

Tramite l’alimentazione si introducono numerosi nutrienti che sono necessari per la corretta crescita del piccolo, mentre altri vengono presi direttamente dalle riserve materne (come la vitamina D, la cui sintesi è favorita dall'esposizione alla luce solare).

Le sostanze più importanti da introdurre sono dunque:

In generale, ecco alcuni consigli dietetici da seguire in puerperio e (perché no!) anche dopo:

I cibi consigliati e sconsigliati in puerperio:

Le complicanze del puerperio.

Non sempre però il puerperio è fisiologico, talvolta è patologico,possono insorgere cioè problemi quali:

Infezione puerperale.

Trombosi delle vene degli arti inferiori con tromboflebite.

Puoi approfondire i sintomi e le possibili complicanze della flebite.

Tromboembolia.

La tromboembolia è un evento causato dall'entrata in circolo di materiale che non dovrebbe circolare (nel caso di puerpere, se l’embolo è di liquido amniotico si parla di embolia da liquido amniotico) che arriva ai polmoni, causando l’arresto del respiro, fino alla morte della paziente. E’ un evento raro che si presenta improvvisamente e i sintomi sono difficoltà respiratoria, dispnea, cianosi del volto e gonfiore delle vene del collo. La terapia tempestiva, a base di anticoagulanti in regime di terapia intensiva, è fondamentale per salvare la vita della neomamma.

Depressione e psicosi post partum.

La depressione ha una durata più lunga, presenta sintomi più preoccupanti, come indolenza, insonnia, sbalzi d’umore, confusione, disinteresse per il bimbo. La psicosi è una condizione ancora più grave, con allucinazioni, paranoie, fino a tendenze suicide o omicide rivolte verso il bambino. Non è del tutto chiaro il meccanismo che porta a questi disturbi, ma pare che un ruolo fondamentale lo abbia il rapido cambiamento degli ormoni dopo il parto, in particolar modo i valori di estrogeno e prolattina. Gli estrogeni sono alti in gravidanza e hanno tra gli effetti un miglioramento dell’umore. In puerperio invece, per il momentaneo blocco dell’ovulazione, scendono a livelli molto bassi e questo comporta un’influenza negativa anche sullo stato d’animo. Inoltre in allattamento ci sono alti valori di prolattina, che è anche un inibitore del desiderio sessuale. Altri fattori che contribuiscono sono: l’adeguarsi al nuovo stato di mamma, i nuovi equilibri familiari, il fisico che non torna immediatamente allo stato pre gravidico, la carenza di ferro che causa anemia, stanchezza, irritabilità, ecc.

Consigli e precauzioni per il post parto.

Ecco alcuni utili consigli per vivere al meglio il periodo post parto e risolvere i piccoli disturbi che si presentano:

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