Rene policistico: sintomi, diagnosi, cure ed alimentazione
Il rene policistico è una patologia di origine genetica in cui si ha la formazione di cisti a livello di uno o di entrambi i reni. La sintomatologia è legata alla presenza delle cisti, mentre la terapia attualmente è volta solo al controllo dei sintomi ed al rallentamento della progressione della patologia; quando insorge l'insufficienza renale le uniche terapie sono la dialisi o il trapianto. Vediamo qual è l’alimentazione da seguire per non affaticare ulteriormente i reni.
Che cos’è il rene policistico?
Il rene policistico è una patologia genetica a carico dei reni a livello dei quali si formano delle cisti, di dimensioni variabili (da qualche mm a 4 - 5 cm) e ripiene di liquido, che man mano che aumentano di numero, compromettono la funzionalità renale fino a provocare insufficienza renale cronica. È una patologia che colpisce sia gli uomini che le donne in uguale percentuale, e si stima che il 15% delle insufficienze renali croniche sia provocata da questa patologia. Essendo una malattia genetica la patologia è presente sin dalla nascita, ma può rimanere asintomatica per lungo tempo e manifestarsi solo in età adulta, oppure può essere sintomatica sin dall'età infantile, tanto che alcuni neonati presentano già numerose cisti renali. La prognosi della patologia è grave, ma l'evoluzione può essere rallentata e non sempre procede rapidamente.
Approfondisci le caratteristiche dell'insufficienza renale cronica.
Le diverse forme di questa patologia. Come precedentemente accennato la malattia del rene policistico può avere due diverse forme che variano per la modalità di trasmissione la quale non è legata ai cromosomi sessuali, ma agli autosomi (gli altri cromosomi presenti nelle cellule). Vediamo quali sono le due forme, che possono colpire un solo rene o, più frequentemente, essere bilaterali.
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Quali sono le cause di questa malattia genetica?
Essendo una patologia genetica la malattia del rene policistico è causata da mutazioni a livello di alcuni geni.
In particolare ad essere mutati sono i geni:
- PKD1, gene mutato nell'85% della forma autosomica dominante che si trova a livello del cromosoma 16.
- PKD2, gene mutato nel 15% della forma autosomica dominante, che si trova a livello del cromosoma 4.
- PKHD1, gene mutato nella forma autosomica recessiva, che si trova a livello del cromosoma 6.
Tutti questi geni codificano per particolari proteine che prendono il nome di policistine (policistina 1 e 2 in dettaglio) e che sono responsabili dell'ingresso del calcio all'interno della cellula e delle interazioni tra le cellule con la matrice cellulare. Quando si ha la mutazione a livello dei geni sopra citati, le policistine non funzionano in maniera adeguata con conseguente alterazione delle interazioni tra le cellule e dei canali per il calcio, e ciò si traduce in un'aumentata proliferazione cellulare ed in un'aumentata secrezione di liquido da parte delle cellule. Questo determina la formazione delle cisti a contenuto liquido, contenuto che risulta simile alla pre - urina e che contiene urea, diversi sali minerali (quali potassio, sodio e cloro) e creatinina.
I sintomi: come si avvertono le cisti.
I sintomi della forma dominante di rene policistico si manifestano di solito tardivamente in quanto la patologia decorre in modo asintomatico per un lungo periodo di tempo. Successivamente iniziano a comparire sintomi quali:
- dolore a livello addominale ed a livello lombare che può associarsi ad un rigonfiamento addominale. Il dolore, man mano che la patologia avanza, si sposta poi esclusivamente a livello lombare nella zona corrispondente ai reni ed è causato dall'aumento di volume del parenchima renale a causa delle numerose cisti.
- Perdita di proteine (proteinuria) e di globuli rossi (ematuria) con le urine, due parametri che indicano un malfunzionamento renale.
- Formazione di calcoli renali.
- Insorgenza di infezioni a livello renale ed a livello delle vie urinarie.
- Ipertensione arteriosa.
Gli stessi sintomi si manifestano nella forma recessiva, ma insorgono molto prima (sin dall'età infantile) e sono molto più gravi ed intensi.
Le conseguenze della PKD possono essere anche gravi! Se non trattata adeguatamente la malattia del rene policistico può portare a conseguenze anche gravi quali:
Le conseguenze sono relative alla progressiva perdita di funzione del rene che causa scompensi in tutto l’organismo. Possono verificarsi anche problemi in gravidanza, in particolare le donne affette da rene policistico possono andare incontro a gestosi, una sindrome che si verifica solo nelle donne gravide e che provoca ipertensione, formazione di edema e perdita di proteine con le urine. |
Come si effettua la diagnosi della PKD?
Essendo il rene policistico una patologia ereditaria, i soggetti che hanno almeno uno dei due genitori affetti dalla patologia si sottopongono a controlli periodici durante i quali può essere diagnosticata la malattia prima che questa determini la comparsa dei sintomi.
Tra le indagini con cui è possibile diagnosticare il rene policistico abbiamo:
- Esame obiettivo e palpazione dei reni, che possono risultare aumentati di volume e quindi essere maggiormente percepibili al tatto.
- Ecografia renale, con la quale è possibile sia constatare se i reni sono aumentati o meno di volume, sia identificare la presenza di cisti nei reni e dare un'idea sul numero di cisti presenti in ogni rene.
- Tac addome con e senza mezzo di contrasto, o risonanza magnetica, per avere immagini ancora più precise dei reni e determinare con certezza il numero e la grandezza delle cisti.
- Esame del sangue, per valutare i livelli di creatinina e azotemia che indicano la funzionalità renale.
- Esame delle urine, per valutare la presenza o l'assenza di proteinuria ed ematuria.
Se si soffre di rene policistico è possibile fare al feto un test genetico per comprendere se è affetto o meno dalla malattia in quanto la mutazione del gene è presente sin dal concepimento. |
Le cure per tenere sotto controllo la malattia.
Il rene policistico è una patologia genetica e pertanto i trattamenti possono essere volti soltanto a controllare la sintomatologia ed a rallentare il decorso e la progressione della malattia.
La sintomatologia può essere trattata con farmaci anti ipertensivi, per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, farmaci antibiotici, in caso di infezioni urinarie o renali, e con una dieta a scarso apporto proteico, per non sovraccaricare i reni ed evitare l'aumento di azotemia e creatinina.
Terapie medico - chirurgiche nei casi più gravi.
Talvolta la terapia della sintomatologia non basta a rallentare la progressione della malattia e quando si verifica la perdita totale della capacità filtrante e depurativa dei reni la conseguenza è l'insufficienza renale cronica. Tale condizione va trattata tempestivamente poiché potrebbe provocare la morte del paziente.
L'insufficienza renale cronica si tratta mediante:
- Dialisi, una procedura attraverso la quale il paziente viene attaccato ad una macchina che sostituisce i reni non funzionanti. La macchina svolge la funzione che dovrebbero svolgere fisiologicamente i reni, ovvero depurare il sangue. Una procedura di dialisi dura circa 4 ore e si esegue circa 3 volte a settimana a giorni alterni.
- Trapianto renale, ovvero attraverso un intervento chirurgico si toglie il rene malato e si sostituisce con uno sano. Il rene sano può provenire da donatore vivente o da cadavere. È una procedura ricca di controindicazioni e che non sempre da possibilità di successo.
In alcuni casi potrebbe essere necessario rimuovere o svuotare le cisti che si formano in altri organi attraverso un intervento chirurgico in laparoscopia. Questo serve a non compromettere la funzionalità degli altri organi.
Ultime novità per i pazienti colpiti dalla sindrome del rene policistico.Attualmente si compiono studi per tentare di capire quale sia l'esatto meccanismo che porta alla formazione delle cisti di modo da potere intervenire in maniera sempre più mirata e migliorare la qualità e la durata della vita delle persone colpite. Un aiuto sembra arrivare dalle cure naturali, in particolare dal pompelmo, (grazie ad una particolare sostanza chiamata narigenina che sarebbe in grado di interagire con il prodotto del gene PDK2), ma gli studi sono ancora in corso e i risultati non sono stati confermati. |
Vediamo ora qual è la dieta da seguire per salvaguardare i reni policistici.
Alimentazione per non affaticare i reni.
A coloro che soffrono di rene policistico i medici solitamente consigliano di seguire una dieta ipoproteica e a basso contenuto di sodio e di fosforo per non affaticare i reni già compromessi.
Gli alimenti da evitare sono:
- cibi in scatola,
- cibi precotti,
- bevande gassate,
- bevande a base di caffeina (caffè, tè, bevande fredde)
- fritture,
- cioccolato.
Gli alimenti da limitare sono:
- pasta,
- riso,
- legumi freschi,
- orzo,
- biscotti,
- carne,
- pesce,
- uova,
- salumi,
- latte,
- formaggi freschi (ricotta, mozzarella),
- yogurt,
- panna.
Gli alimenti consigliati sono:
- frutta e verdura fresche,
- patate,
- olio di semi di lino,
- noci.
E’ importante, inoltre, bere almeno due litri di acqua oligominerale al giorno per eliminare con più facilità le sostanze di scarto e per evitare la disidratazione.
L’articolo ha uno scopo esclusivamente informativobe non intende sostituirsi al parere del proprio medico di fiducia.