Ritardo mestruale: cause possibili
Il ritardo mestruale, a prescindere dalle cause che lo possono provocare, determina uno stato d?ansia nelle donne di tutto il mondo. Spesso le preoccupazioni sono inutili, ma il ritardo può anche essere un sintomo di una patologia più grave o di un?alterazione della normale fisiologia dell?organismo.Quando è il caso di preoccuparsi? Come fare a sapere se il ritardo è normale o c?è qualcosa che non va?
Cosa sono le mestruazioni e perché possono essere irregolari.
Per capire quali possono essere le possibili cause di un ritardo mestruale bisogna prima di tutto comprendere che le mestruazioni sono un processo biologico che può variare a qualsiasi età e in qualsiasi condizione.
Gli eventi che prendono parte al processo mestruale, e che possono portare ad un possibile ritardo, sono diretti da uno specifico controllo ormonale in cui sono coinvolte tre strutture fondamentali.
L’ipotalamo rilascia particolari sostanze dette fattori di rilascio delle gonadotropine (GnRH), che hanno il compito di stimolare l’ipofisi alla produzione di questi ormoni. Le gonadotropine sono sostanze chimiche (ormoni) che hanno il compito di influenzare l’attività delle ovaie. Fra le più importanti vi sono l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone follicolo-stimolante (FSH). Questi due ormoni influenzano le ovaie inducendo diversi processi, tra cui, la maturazione degli ovociti.
Ogni ovocita è contenuto in una particolare struttura detta follicolo; quando l’ovocita è maturo, il follicolo si rompe riversandolo all’esterno dell’ovaio. Questa fase è nota come ovulazione che avviene a circa 14 giorni dall’inizio del ciclo.
Il follicolo esaurito (dopo il rilascio dell’ovocita) prende il nome di corpo luteo e determina un’ulteriore produzione di progesterone al fine di preparare l’endometrio (il tessuto che avvolge l’interno dell’utero) all’accoglimento dell’ovulo fecondato. Al raggiungimento del ventiquattresimo giorno (circa) di ciclo, si verifica una brusca caduta dei livelli di progesterone dovuto all’esaurimento del corpo luteo. Questa diminuzione determina l’innescarsi di fenomeni che portano allo sfaldamento dell’endometrio e alla conseguente mestruazione che ha, quindi, il compito di eliminare il sangue e le mucose dall’aria vaginale.
Il ciclo mestruale non si presenta con pari lunghezza in tute le donne! Il ciclo, infatti, ha una variabilità di circa 10-11 giorni, ossia può durare dai 25 ai 36 giorni, con una media di 28 giorni. Quindi se le mestruazioni dovevano arrivarvi il giorno tot, dopo 26 giorni di ciclo, non allarmatevi se hanno qualche giorno di ritardo: è assolutamente normale!
In verità avere un ciclo regolare, indice di equilibrio perfetto tra corpo e mente, è una fortuna di pochissime. In particolare per le ragazze giovani, entro i due anni dal menarca (prima mestruazione) è assolutamente normale avere mestruazioni irregolari, sia nella durata che nella puntualità.
Le mestruazioni irregolari costituiscono la causa di preoccupazioni e stress delle donne.
Possibili cause di ritardo delle mestruazioni.
Se il ritardo è un avvenimento raro o anche sporadico può essere determinato da tantissime cause assolutamente non allarmanti: stress, traumi e ansia. Se invece il ritardo si verifica spesso allora è necessario andare ad analizzare i vari sintomi, poiché qualsiasi alterazione nelle nostre funzionalità può essere dovuto al fatto che il nostro organismo cerca di dirci qualcosa.
Cause fisiologiche.
Andiamo ora ad analizzare diverse cause che possono provocare ritardi:
Stress: qualunque tipo di stress, sia fisico che psichico può determinare un ritardo nelle mestruazioni poiché incide sul momento dell’ovulazione. Traumi forti o anche periodi particolarmente difficili (preparazione di esami, traslochi, lutti, viaggi, ecc) possono incidere sulla regolarità del ciclo. Alcuni esempi possono essere:
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Sottoporsi a un’operazione di qualunque genere (laparoscopia, appendicectomia, ecc);
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Essere affetti da patologie lievi e gravi (anche l’influenza) debilita l’organismo con un conseguente ritardo;
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Lo stesso ritardo può essere causa del ritardo (scusate il gioco di parole), di fatti più ci si preoccupa che il mestruo non arriva, più l’ansia e lo stress crescono e più il ciclo tarda ad arrivare!
Uso di particolari farmaci: l’uso di cortisonici e cortisone, alcuni farmaci antiulcera e farmaci per il sistema nervoso possono influenzare il regolare ritmo del ciclo., in quanto vanno ad alterare i livelli di prolattina nel sangue.
Sbalzi termici improvvisi: Un periodo particolarmente caldo (o freddo) improvviso può alterare il normale equilibrio ormonale e quindi provocare un ritardo mestruale.
Cambiamenti di peso: modificazioni alimentari che determinano brusche variazioni di peso possono incidere in maniera pesante sul ciclo mestruale. In particolare alcune patologie, come ad esempio l’anoressia e la bulimia, possono addirittura fa saltare il ciclo per alcuni mesi. Ciò è dovuto al fatto che lo squilibrio alimentare incide sul sistema ipotalamo-ipofisi-ovaie e sulla conseguente produzione degli ormoni che regolano la mestruazione.
Sospensione o assunzione della pillola anticoncezionale: L’assunzione della pillola può comportare in alcuni soggetti lievi ritardi, cosi come una brusca sospensione di questo farmaco porta a ritardi da considerarsi comunque pressoché normali.
Uso della pillola del giorno dopo: anche l’assunzione di questo farmaco può determinare squilibri nel ciclo, difatti questo anticoncezionale d’emergenza è un vero e proprio mix di ormoni che contiene al suo interno anche il progesterone, che va ad influenzarne i normali livelli. Ma considerando che l’efficacia di questa pillola è relativa al suo impiego (va assunta entro le 72 ore successive al rapporto) se si verificano ritardi lunghi è consigliabile fare un test di gravidanza.
Attività fisica irregolare: eseguire attività fisica in modo scarso o eccessivo può influire sul mestruo, dato che questa comporta effetti sulla secrezione degli ormoni sessuali.
Ovaio multifollicolare: è una condizione benigna che si presenta per lo più in ragazze giovani, ma può verificarsi anche in donne adulte. Determina la presenza di numerosi follicoli ovarici anziché uno soltanto e può manifestare irregolarità nel ciclo. Alle volte, il ginecologo può prescrivere l’uso della pillola anticoncezionale per qualche mese.
Dopo il parto: la prima mestruazione (definita “capo-parto”) generalmente si presenta dopo 40 giorni dal parto, ma il periodo può variare a seconda dei casi. Le alterazioni mestruali (durata, quantità e puntualità) dopo la gravidanza sono estremamente soggettive, variano da donna a donna. Tali modificazioni possono essere dovute a variazioni fisiche o psichiche introdotte durante la gestazione, ma generalmente scompaiono quando la donna ristabilisce il suo normale equilibrio.
Allattamento: Se la mamma allatta al seno, il capo-parto può comparire con un ritardo molto lungo che, di solito, coincide con le fasi finali dell’allattamento Questo perché, durante questo periodo, l’organismo produce alti livelli di prolattina, l’ormone che si occupa della produzione del latte, che inibiscono l’azione degli estrogeni.
Cause patologiche.
Tutte le cause che abbiamo elencato finora si possono definire fisiologiche. Ma se i ritardi sono continui è bene analizzare qualche altra causa:
Disturbi ormonali: si verificano, per lo più, nelle donne tra i 20 e i 40 anni. Sono dovute alla carenza di progesterone. Le principali cause per tale mancanza sono:
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Insufficienza tiroidea (o ipotiroidismo): disfunzione della tiroide che determina un rallentamento di tutti i processi metabolici;
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Iperprolattinemia: presenza patologica nel sangue di alti livelli di prolattina;
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Iperandroginia: eccessiva produzione di ormoni maschili (androgeni) che genera un’anomalia ovarica;
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Insufficienza ovarica: che si presenta come bassa stimolazione d’ipotalamo e ipofisi con conseguente produzione scarsa di ormoni;
Mancanza di ovulazione: il disturbo si associa a infertilità e a un’irregolarità mestruale;
Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): detta anche sindrome dell’ovaio micropolicistico è la causa più comune d’infertilità, legata all’assenza di ovulazione che comporta ritardi mestruali che arrivano anche a superare i tre mesi (amenorrea). Determina la presenza di molteplici cisti che crescono all’interno di una o entrambe le ovaie.
Utero fibromatoso: caratterizzato dalla presenza di fibromi (tumori benigni), può determinare squilibri del ciclo.
Fibroma uterino: Tumori benigni fra i più frequenti nelle donne fertili, si manifestano con ipermenorrea e perdite tra un mestruo e un altro.
Ritardo: sono incinta?
Il primo pensiero che assale le donne nel momento in cui si accorgono del ritardo mestruale è “Sono incinta?”. Indubbiamente, il ritardo mestruale può essere sintomo di gravidanza ma non necessariamente, infatti, parecchi sintomi che si possono verificare in gravidanza sono anche gli stessi della fase premestruale o ad altri motivi. Come capire quindi se si ha solamente un ritardo o si è gravide?
Sintomi comuni alla gravidanza ed ad altre situazioni fisiologiche.
Senso di stanchezza, nausee mattutine |
Si possono verificare anche per influenza intestinale, intossicazione alimentare, ecc. |
Aumento della frequenza nell’urinare. |
Può essere dovuto ad una infiammazione della vescica o ad una cistite. |
Dolore e/o gonfiore al seno e tensione delle mammelle; Cambiamenti improvvisi di umore; Dolore e gonfiore all’addome; Mal di testa e mal di schiena; |
Possono anche essere presenti nella fase premestruale |
Sintomi propri della gravidanza.
Cambiamento di colore delle areole che diventano più scure; |
l’apparizione di voglie inspiegabili. |
Le perdite di colore rosa e lo spotting da annidamento (perdita di gocce di sangue rosso vivo o scuro, dovute all’impianto dell’embrione). |
Ma se non avete questi sintomi non è detto che non siate comunque in dolce attesa. Se volete essere sicure al 100% dovete eseguire un test di gravidanza! Se avete questi sintomi ma comunque il test risulta negativo, provate a farne un altro ricordando che affinché questo sia affidabile è necessario farlo con la prima urina del mattino e a distanza di almeno 15-16 giorni dall’ultimo rapporto.
Ritardo: menopausa?
Dopo i 40 anni, una donna anziché preoccuparsi di essere incinta (fra l’altro plausibile) teme di avere la menopausa, ossia la fatidica soglia della fine del ciclo mestruale e della fertilità. Ma la menopausa è definita da eventi che la anticipano e ci danno avvertimenti sul suo arrivo definiti perimenopausa.
Questa è una fase ben distinta dalla premenopausa (caratterizzata da cicli regolari e nessun disturbo) e dalla postmenopausa (che ha inizio solo dopo 12 mesi dall’avvenuta menopausa). Si manifesta, in genere, tra i 45 e i 55 anni ed è caratterizzata da vari fattori:
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Instabilità riproduttiva ed endocrina delle ovaie, che si manifesta con l’irregolarità delle mestruazioni;
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Riduzione del potenziale di fertilità;
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Sintomatologia variabile;
Durante la perimenopausa si possono distinguere due fasi temporali distinte:
La fase iniziale è caratterizzata dapprima da una diminuzione nella durata del ciclo e in seguito dalla comparsa di ritardi mestruali che però non superano i due mesi. Si può presentare anche un’ipermenorrea (presenza di flussi abbondanti), dolore al seno, ritenzione idrica e aumento del peso.
La fase avanzata, invece, si manifesta con ritardi nella comparsa del mestruo superiori ai due mesi, vampate, palpitazioni e sudorazioni eccessive.
Indipendentemente dalla comparsa della perimenopausa o meno, nella donna a 50 anni, si verifica una diminuzione della produzione di progesterone e un aumento dei livelli di estrogeni che comportano l’insorgere di un ciclo mestruale imprevedibile.
Quando preoccuparsi e quando no.
Dato che i ritardi mestruali sono molto comuni in quasi tutte le donne, è inutile preoccuparsi ogni qualvolta si verificano. L’allarmismo, come abbiamo già visto, non fa altro che aumentare il ritardo.
Come regola generale possiamo dire che se il ritardo mestruale si manifesta in modo sporadico e non è accompagnato da particolari sintomi (esclusi quelli già visti) non c’è da preoccuparsi. Se, invece, il ritardo si presenta spesso e in concomitanza con condizioni particolari, allora è il caso di indagare per scoprire l’entità delle cause che l’hanno provocato.
Gli accertamenti che si possono fare in questi casi comprendono i dosaggi ormonali, l’analisi del sangue e l’ecografia pelvica. In tutti i casi, anche per un semplice dubbio è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia, a un ginecologo o se preferite anche a un consultorio familiare, per eliminare ogni dubbio e timore.
Possibili sintomi correlati al ritardo mestruale.
Ritardo mestruale e perdite marroni: Le perdite vaginali scure, tendenti al marroncino, sono perdite dovute al ritardo stesso. Difatti il sangue che si deposita tende a ossidarsi e ad assumere questa colorazione e una consistenza più solida. Anche in questo caso non preoccupiamoci: rientra nella norma.
Ritardo mestruale e perdite chiare: a volte può capitare di avere delle perdite di liquido bianco. Tutto normale! Le perdite chiare sono associate all’ovulazione che avviene a circa 14-15 giorni del ciclo.
Flusso scarso: l’ipomenorrea che si verifica dopo un ritardo può essere dovuto a situazioni stressanti, stanchezza fisica, debilitazione e carenza di ferro. Per cui anche qui rientriamo nei parametri di normalità.
Amenorrea (o oligomenorrea): l’assenza di mestruo per un periodo prolungato per più di tre mesi consecutivi può essere fisiologica se dovuta a gravidanza, allattamento o menopausa; e patologica se causata da disfunzioni ormonali o altre patologie. Si parla anche di amenorrea post pillola, che si verifica dopo aver cessato l’uso della pillola anticoncezionale, ma generalmente, questa è una condizione temporanea che con il tempo scompare.
Ritardi mestruali e falsi miti.
A chi non è capitato di incappare in informazioni assurde spacciate per vero?
Cominciamo con la correlazione fra i ritardi mestruali e l’insorgere di alcune infezioni genitali, come ad esempio la candida e la gardnerella. C’è qualcuno che asserisce che il ritardo mestruale possa essere dovuto a tali problemi latenti (poiché producono fastidiosi bruciori intimi e perdite di muco a volte maleodoranti), niente di più falso!
Un altro caso di correlazione è quello riferito alla cistite! La cistite è un’infiammazione della vescica non ha niente a che fare con gli organi genitali!
Un’altra casualità che si può riscontrare è la presenza di un herpes genitalis in prossimità delle labbra della vagina. Ancora una volta, questo non ha niente a che fare con il ritardo mestruale. Sono due fenomeni che hanno origini da cause completamente diverse e in nessun modo correlate fra loro!
>Curiosità: ritardare le mestruazioni.
Una percentuale sempre maggiore di donne è alla ricerca di un metodo per ritardare le mestruazioni. Le motivazioni sono legate alla coincidenza del ciclo con date particolari: vacanza, eventi importanti o viaggi.
Esistono due modi per ritardare le “rosse”:
Chi fa uso regolare della pillola anticoncezionale, può facilmente alterare il ciclo, assumendola in modo continuo, senza cioè sospenderla dopo la fine di una confezione. In questo caso il ciclo salta per un intero mese. Questo procedimento però potrebbe avere qualche effetto collaterale, come gonfiore del seno e dell’addome, dolori muscolari e ritenzione idrica.
Chi invece non utilizza questo tipo di anticoncezionale, può assumere il Noretisterone, un farmaco che consente di bloccare l’arrivo della mestruazione con un ritardo fino a due settimane. L’uso di questo farmaco non provoca squilibri ormonali, poiché non fa altro che aumentare i livelli di progesterone in modo naturale per un periodo di tempo abbastanza breve.
Rimedi naturali per un ciclo regolare.
Se i ritardi mestruali sono fisiologici e sono dovuti a cause quali stress, traumi, disturbi dell’alimentazione, ecc, possiamo intervenire con rimedi naturali per stimolare il nostro organismo a ritrovare l’equilibrio. Ecco a voi alcuni metodi:
- Ripristino dei minerali: L’uso di preparati a base di Manganese, Rame e Zinco possono aiutare a ristabilire il corretto equilibrio minerale. Anche l’uso di fitoestrogeni (utilizzati normalmente dopo la menopausa) che hanno effetti simili a quelli generati dagli ormoni femminili e sono presenti in numerose piante, può dare benefici.
- Ripristino vitaminico: Tra le sostanze che contribuiscono a ricostituire l’equilibrio vi sono la vitamina E e la vitamina B6. Reperibili, rispettivamente, nei cereali integrali, frutta, vegetali a foglia verde e pomodori la prima e carote, nocciole e frutti tropicali la seconda.
- Alimentazione corretta: Una dieta alimentare che tenga conto delle variazioni d’insulina (un eccesso di quest’ormone può infierire sulle ovaie e l’utero) può intervenire nel riequilibrio, non solo del ciclo mestruale, ma in molte alterazioni ormonali. A volte, la semplice scelta sulla distribuzione dei carboidrati e proteine nei pasti durante l’arco della giornata, può determinare un ritardo o meno. La condizione ideale si ottiene con una prima colazione abbondante e che comprenda sia proteine che carboidrati (meglio se integrali) e una cena leggera. Ci sono poi particolari alimenti che favoriscono l’equilibrio dell’organismo, fra questi vi sono: la verdura a foglia larga (tipo lattuga), lievito di birra, olio extravergine di oliva, finocchio e prezzemolo (attenzione qui, perché una dose eccessiva è l’ideale ma è anche tossica).
- Attività fisica: Una moderata ma costante attività fisica aiuta a mantenere stabile la produzione dell’insulina e quindi a favorire l’equilibrio naturale dell’organismo.
- Attenuazione dello stress: dopo periodi particolarmente difficili, stressanti e affaticanti, prendersi una pausa è la cosa migliore che possiamo fare per il nostro corpo. Oli essenziali e massaggi mirati possono aiutare a farci rilassare. Se poi vogliamo qualcosa di più casalingo, un bagno caldo con essenze di lavanda (nota per la sua proprietà distensiva) è l’ideale per allontanare lo stress e favorire la naturalità dei processi ormonali.