Schizofrenia: sintomi, cause, cure e tipi (paranoide, ebefrenica, catatonica..)

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Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

La schizofrenia è una patologia psichiatrica che presenta sintomi come allucinazioni e deliri, difficoltà mnemoniche e di concentrazione. Il manuale diagnostico dei disturbi mentali ne distingue diverse tipologie, ebefrenica, catatonica, paranoide, indifferenziata e residuale. Scopriamo quali sono le cause ipotizzate e quali le cure più efficaci.

Che cos'è la schizofrenia?

La schizofrenia è una patologia psichiatrica di tipo cronico - recidivante i cui sintomi hanno una durata superiore ai sei mesi e risultano essere estremamente invalidanti tanto che le normali attività quotidiane dell'individuo sono fortemente limitate. La schizofrenia viene osservata per la prima volta tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800 ed il termine deriva dall'unione di due parole greche schizein (dividere) e phrēn (mente), indicando con questi termini una "separazione della mente", intesa come separazione del soggetto dalla realtà (teoria sostenuta anche da Freud che la considerava come un'alterazione dell'Io rispetto al mondo esterno).

Quando insorge? A che età?

La patologia insorge prevalentemente tra l'adolescenza e l'età adulta, in particolare tra i 16 e i 25 anni nei maschi e tra i 25 e i 35 anni nelle femmine, mentre si manifesta raramente nei bambini e negli anziani. Colpisce una percentuale di soggetti compresa tra 0,3 e 0,7%, percentuali che, tradotte in cifre, attestano che nel mondo circa 24 milioni di persone soffrono di schizofrenia e che in Italia i soggetti affetti siano circa 245000.

Tipi: paranoide, residuale, ebefrenica, catatonica, indifferenziata.

La classificazione standard delle varie forme di schizofrenia viene riportata nel DSM (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). In questo manuale, che riprende una prima classificazione fatta dallo psichiatra Schneider agli inizi del ventesimo secolo, si distinguono cinque diverse forme di schizofrenia:

Disorganizzata o ebefrenica.

Questa forma di schizofrenia racchiude soggetti che manifestano disordini di tipo affettivo, come per esempio chiudersi in se stessi e disinteressarsi agli altri ed al mondo circostante, alterazioni del comportamento e fenomeni di dissociazione del pensiero.

Residuale.

In questa forma vi è la manifestazione di sintomi positivi di natura psicotica (con assenza di paranoie) che presentano intensità sfumata, e di sintomi negativi che presentano forte intensità. Sono presenti inoltre sintomi come ipoattività psicomotoria, passività, e una conversazione non verbale scarsa e priva di mimica facciale. Tale forma viene definita anche latente e può associarsi ad altre patologie psichiatriche come la depressione maggiore.

Paranoide.

Presenta sintomi di natura paranoica e maniacale come deliri (schizofrenia delirante), sintomi ossessivo - compulsivi, manie di persecuzione e allucinazioni, mentre mancano i sintomi di natura affettiva. Rientra in questa categoria anche la schizofrenia mistica o religiosa (in cui il soggetto afferma di aver visto figure religiose come apparizioni o come voci che gli hanno parlato).

Catatonica.

Il soggetto presenta alterazioni di tipo psicomotorio, non è comunicativo, presenta rigidità corporea, assume posture inappropriate o strane e alterna fasi di stupore a fasi di mutismo.

Indifferenziata.

Sono presenti dei sintomi psicotici oppure non vi sono sufficienti sintomi da classificare la tipologia di schizofrenia.

Al di fuori del manuale diagnostico è poi possibile suddividere le tipologie di schizofrenia in base ad alcune modalità di presentazione dei sintomi, come per esempio:

Lieve.

Nella forma lieve o leggera di schizofrenia i sintomi, negativi o positivi, sono appena accennati e spesso non fanno nemmeno pensare alla patologia vera e propria. Può essere definita come una fase prodromica della schizofrenia, quella fase cioè in cui i sintomi non sono ancora del tutto manifesti.

Precoce.

Viene così chiamata quella forma di schizofrenia i cui sintomi si manifestano precocemente, prima della fascia di età in cui sono soliti insorgere.

Violenta.

Il soggetto presenta alterazioni del comportamento di tipo violento, che possono scatenarsi senza alcun motivo apparente. È la forma più pericolosa di schizofrenia, e la pericolosità si ha sia per il soggetto stesso (fenomeni di autolesionismo) sia per le altre persone che hanno a che fare con il paziente.

Le cause: ad oggi possono essere solo ipotizzate.

La schizofrenia è una patologia multifattoriale, non riconosce cioè una singola causa ma un insieme di cause che possono concorrere allo sviluppo della malattia. Ad oggi vi sono soltanto delle ipotesi su ciò che possa portare un soggetto ad ammalarsi di schizofrenia, e tra le cause ipotizzate abbiamo:

Attualmente non vi è nessuna ipotesi patogenetica certa per lo sviluppo della schizofrenia ma sono state avanzate delle ipotesi, che devono però ancora essere verificate e confermate, come per esempio:

Come si manifesta?

I sintomi della schizofrenia sono molteplici ma in generale possono essere raggruppati in quattro categorie: sintomi cognitivi, sintomi negativi, sintomi positivi e sintomi affettivi.

I sintomi cognitivi.

Sono molto aspecifici ma estremamente invalidanti per la vita del soggetto, tra questi abbiamo:

I sintomi negativi.

Sono quei sintomi correlati alla mancanza di qualcosa, e sono spesso alterazioni comportamentali o emozionali. Tra questi abbiamo:

I sintomi positivi.

Sono legati ad alterazioni nelle normali funzioni comportamentali che non si manifestano nelle persone sane e che caratterizzano in genere i disturbi psichiatrici.

Tra questi abbiamo:

Approfondisci i vari tipi di allucinazioni.

Sintomi affettivi.

Infine i sintomi affettivi sono anch'essi aspecifici e sono correlati all'umore e alle emozioni e si manifestano con sbalzi di umore, pensieri suicidi, e depressione.

Le fasi con cui si evolve la malattia.

La schizofrenia passa attraverso varie fasi nelle quali la sintomatologia cambia e si evolve.

Come diagnosticare la schizofrenia?

La diagnosi di schizofrenia è abbastanza complessa poiché alcuni sintomi si sovrappongono a quelli di altre patologie psichiatriche.

Diagnosi differenziale per non confondere la schizofrenia con altre malattie psichiatriche.

Per tale motivo è fondamentale fare una diagnosi differenziale con altre patologie come per esempio:

Approfondisci cos'è e quali sono le cause della demenza senile.

Diagnosi in base ai sintomi.

Dopo un'accurata diagnosi differenziale il medico psichiatra procede nel diagnosticare la schizofrenia sia sulla base dei sintomi, della loro insorgenza e della loro durata, sia mediante l'ausilio di indagini strumentali e di test che vanno a confermare l'ipotesi iniziale.

Secondo il DSM 5 (quinta edizione) la diagnosi di schizofrenia si basa su tre criteri principali:

Gli esami di conferma.

Oltre all'osservazione dei sintomi, e quindi del paziente, è possibile eseguire indagini strumentali come una risonanza magnetica nucleare al fine di individuare alterazioni nel cervello che possano confermare la diagnosi. Su internet si trovano anche dei quiz che consentono di fare una sorta di "autodiagnosi" di schizofrenia, ma la loro attendibilità è molto scarsa ed è bene sempre rivolgersi al medico. Non esistono infatti dei test sicuri per la schizofrenia.

Biomarcatore della schizofrenia nei capelli.

Secondo uno studio effettuato da un team di ricercatori del Riken Center for Brain Science in Giappone, guidato da Takeo Toshikawa, e pubblicato sulla rivista Embo Molecular Medicine, che riporta gli esiti della ricerca in medicina molecolare, l'enzima Mpst permette di diagnosticare preventivamente la schizofrenia.

La presenza di livelli alti nei capelli di quest'enzima, che produce grandi quantità di idrogeno solforato (molecola antiossidante), rivela un’alterazione del cervello che sembra si manifesti nelle prime fasi dello sviluppo della malattia, permettendo, quindi una diagnosi precoce, prima che si manifestano le allucinazioni.

Lo studio non è ancora definitivo ma il team di ricercatori è impegnato a provare sui topi di laboratorio se la diminuzione di idrogeno solfuro, riduce effettivamente i sintomi della schizofrenia.

Quali terapie possono essere adottate per curare la patologia?

La schizofrenia viene trattata fondamentalmente con farmaci ma necessita anche di un supporto psicologico e riabilitativo.

Cure farmacologiche per stabilizzare il soggetto schizofrenico.

La terapia farmacologica della schizofrenia ha lo scopo di stabilizzare il paziente e far sì che possa vivere una vita normale e lunga (tenendo conto che l'aspettativa di vita di uno schizofrenico è di circa 12 - 15 anni). Tra i farmaci di maggiore utilizzo abbiamo gli antipsicotici che rappresentano il trattamento di prima linea e che possono essere distinti in:

Mediante il trattamento con antipsicotici, i quali possono essere somministrati sia per via orale, è possibile far regredire alcuni sintomi nell'arco di 1 - 2 settimane e si riduce notevolmente il rischio di ricaduta. Tuttavia spesso i sintomi negativi e cognitivi non riescono ad essere trattati in maniera esaustiva con questo tipo di farmaco, specialmente con quelli convenzionali o tipici.

Altre terapie associabili per il sostegno del paziente e della famiglia.

Nei casi più gravi è possibile che il medico psichiatra consigli il ricovero ospedaliero in modo da stabilizzare farmacologicamente il paziente e per educare correttamente i familiari a come gestirlo una volta dimesso. È possibile anche iniziare diverse opzioni terapeutiche non farmacologiche con l'aiuto di esperti come per esempio:

Prognosi.

La schizofrenia è una condizione che da diritto all'invalidità civile che è possibile richiedere anche la legge 104 per coloro che assistono il paziente.

La malattia ha un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quella dei soggetti normali di circa 10/15 anni.

Solo pochi soggetti schizofrenici riescono a guarire o ad integrarsi nella società, mentre circa il 20 % dei pazienti tenta il suicidio soprattutto tra i giovani.

E' possibile prevenire la schizofrenia?

La prevenzione della schizofrenia è difficile perché non vi sono prove certe sull'efficacia dei trattamenti effettuati su soggetti a rischio o nella fase prodromica della malattia.

Non solo, ma ad oggi, le conoscenze mediche, a causa dell’eterogeneità della malattia, non hanno sviluppato test validi per la diagnosi. Non è ancora possibile, infatti, identificare quali sono i soggetti a rischio o in fase prodromica che potranno sviluppare schizofrenia conclamata.

L’impiego dei trattamenti farmacologici nei soggetti a rischio o in fase prodromica è controverso, mentre è raccomandata la terapia cognitivo comportamentale per ridurre i sintomi in fase prodromica. Tuttavia non vi sono prove sufficienti che questa terapia possa essere efficace per prevenire l’insorgenza della malattia o rallentarne l’evoluzione.

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