Schizofrenia: sintomi, cause, cure e tipi (paranoide, ebefrenica, catatonica..)
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La schizofrenia è una patologia psichiatrica che presenta sintomi come allucinazioni e deliri, difficoltà mnemoniche e di concentrazione. Il manuale diagnostico dei disturbi mentali ne distingue diverse tipologie, ebefrenica, catatonica, paranoide, indifferenziata e residuale. Scopriamo quali sono le cause ipotizzate e quali le cure più efficaci.
Che cos'è la schizofrenia?
La schizofrenia è una patologia psichiatrica di tipo cronico - recidivante i cui sintomi hanno una durata superiore ai sei mesi e risultano essere estremamente invalidanti tanto che le normali attività quotidiane dell'individuo sono fortemente limitate. La schizofrenia viene osservata per la prima volta tra la fine del 1700 e l'inizio del 1800 ed il termine deriva dall'unione di due parole greche schizein (dividere) e phrēn (mente), indicando con questi termini una "separazione della mente", intesa come separazione del soggetto dalla realtà (teoria sostenuta anche da Freud che la considerava come un'alterazione dell'Io rispetto al mondo esterno).
Quando insorge? A che età ?
La patologia insorge prevalentemente tra l'adolescenza e l'età adulta, in particolare tra i 16 e i 25 anni nei maschi e tra i 25 e i 35 anni nelle femmine, mentre si manifesta raramente nei bambini e negli anziani. Colpisce una percentuale di soggetti compresa tra 0,3 e 0,7%, percentuali che, tradotte in cifre, attestano che nel mondo circa 24 milioni di persone soffrono di schizofrenia e che in Italia i soggetti affetti siano circa 245000.
Tipi: paranoide, residuale, ebefrenica, catatonica, indifferenziata.
La classificazione standard delle varie forme di schizofrenia viene riportata nel DSM (il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). In questo manuale, che riprende una prima classificazione fatta dallo psichiatra Schneider agli inizi del ventesimo secolo, si distinguono cinque diverse forme di schizofrenia:
Disorganizzata o ebefrenica.
Questa forma di schizofrenia racchiude soggetti che manifestano disordini di tipo affettivo, come per esempio chiudersi in se stessi e disinteressarsi agli altri ed al mondo circostante, alterazioni del comportamento e fenomeni di dissociazione del pensiero.
Residuale.
In questa forma vi è la manifestazione di sintomi positivi di natura psicotica (con assenza di paranoie) che presentano intensità sfumata, e di sintomi negativi che presentano forte intensità . Sono presenti inoltre sintomi come ipoattività psicomotoria, passività , e una conversazione non verbale scarsa e priva di mimica facciale. Tale forma viene definita anche latente e può associarsi ad altre patologie psichiatriche come la depressione maggiore.
Paranoide.
Presenta sintomi di natura paranoica e maniacale come deliri (schizofrenia delirante), sintomi ossessivo - compulsivi, manie di persecuzione e allucinazioni, mentre mancano i sintomi di natura affettiva. Rientra in questa categoria anche la schizofrenia mistica o religiosa (in cui il soggetto afferma di aver visto figure religiose come apparizioni o come voci che gli hanno parlato).
Catatonica.
Il soggetto presenta alterazioni di tipo psicomotorio, non è comunicativo, presenta rigidità corporea, assume posture inappropriate o strane e alterna fasi di stupore a fasi di mutismo.
Indifferenziata.
Sono presenti dei sintomi psicotici oppure non vi sono sufficienti sintomi da classificare la tipologia di schizofrenia.
Al di fuori del manuale diagnostico è poi possibile suddividere le tipologie di schizofrenia in base ad alcune modalità di presentazione dei sintomi, come per esempio:
Lieve.
Nella forma lieve o leggera di schizofrenia i sintomi, negativi o positivi, sono appena accennati e spesso non fanno nemmeno pensare alla patologia vera e propria. Può essere definita come una fase prodromica della schizofrenia, quella fase cioè in cui i sintomi non sono ancora del tutto manifesti.
Precoce.
Viene così chiamata quella forma di schizofrenia i cui sintomi si manifestano precocemente, prima della fascia di età in cui sono soliti insorgere.
Violenta.
Il soggetto presenta alterazioni del comportamento di tipo violento, che possono scatenarsi senza alcun motivo apparente. È la forma più pericolosa di schizofrenia, e la pericolosità si ha sia per il soggetto stesso (fenomeni di autolesionismo) sia per le altre persone che hanno a che fare con il paziente.
Le cause: ad oggi possono essere solo ipotizzate.
La schizofrenia è una patologia multifattoriale, non riconosce cioè una singola causa ma un insieme di cause che possono concorrere allo sviluppo della malattia. Ad oggi vi sono soltanto delle ipotesi su ciò che possa portare un soggetto ad ammalarsi di schizofrenia, e tra le cause ipotizzate abbiamo:
- Ereditarietà : la componente genetica gioca un ruolo molto importante nello sviluppo della schizofrenia. Difatti si stima che se si ha un parente di primo grado affetto da tale patologia vi è una probabilità superiore al 6% di sviluppare la malattia ed inoltre è stato dimostrato che se si ha un gemello che soffre di schizofrenia questa possibilità aumenta fino al 40%, dimostrando così la forte familiarità di questa patologia.
- Sostanze stupefacenti: sembra che coloro che fanno uso continuo di sostanze stupefacenti, come per esempio la cannabis, le anfetamine o la cocaina, abbiano un rischio maggiore di sviluppare schizofrenia. Non si conosce l'esatta correlazione ma si pensa che la correlazione possa essere basata sulle alterazioni fisiche e psichiche che queste sostanze provocano a livello cerebrale.
- Fattori ambientali: considerati non come causa scatenante di schizofrenia ma come concausa, i fattori ambientali come isolamento sociale, condizioni socio - economiche precarie, problemi di natura razziale e inadeguatezza dell'ambiente familiare, potrebbero contribuire all'insorgenza della patologia. L'esatta correlazione rimane ad oggi non conosciuta.
- Alterazioni neurologiche: sembra che una delle possibili cause di schizofrenia possa risiedere in anomalie strutturali del cervello. Indagini autoptiche (eseguite cioè mediante un’autopsia dopo la morte dei soggetti) hanno mostrato che chi soffre di schizofrenia ha un volume cerebrale minore, specialmente a livello della corteccia frontale, e che sono presenti alterazioni strutturali dei lobi frontali e temporali e dell'ipotalamo nel 40 - 50% dei casi. Vi sono inoltre alterazioni strutturali a carico dei ventricoli cerebrali (cavità poste all'interno del cervello dove circola il liquido cefalorachidiano) che risultano essere più grandi della norma.
- Problemi durante la gravidanza: è possibile che la schizofrenia si sviluppi a causa di problemi durante la gravidanza o il parto. In particolare, se nei primi tre mesi di gestazione, la madre si ammala di influenza, la reazione del sistema immunitario potrebbe danneggiare il cervello del feto e aumentare il rischio di schizofrenia fino a sette volte. Se invece si verificano fenomeni di ipossia neonatale durante il passaggio attraverso il canale del parto, la mancanza di ossigeno al cervello può portare ad un danno cerebrale che, ripercuotendosi sul corretto sviluppo del cervello, potrebbe causare schizofrenia.
Attualmente non vi è nessuna ipotesi patogenetica certa per lo sviluppo della schizofrenia ma sono state avanzate delle ipotesi, che devono però ancora essere verificate e confermate, come per esempio:
- Carenza di una particolare vitamina, la vitamina B3 o niacina.
- Aumento nella produzione di alcuni neurotrasmettitori, in particolare di dopamina, fenomeno noto con il nome di ipotesi dopaminergica.
- Alterata funzionalità dell'acido folico o carenza di acido folico.Ipotesi sostenuta da un gruppo di ricerca del Massachusetts General Hospital di Boston che mette in relazione la carenza di acido folico con un aumento di gravità dei sintomi negativi della schizofrenia.
- Mutazioni nei geni responsabili della trasmissione sinaptica (le sinapsi sono il modo con cui i neuroni "dialogano" tra loro).
Come si manifesta?
I sintomi della schizofrenia sono molteplici ma in generale possono essere raggruppati in quattro categorie: sintomi cognitivi, sintomi negativi, sintomi positivi e sintomi affettivi.
I sintomi cognitivi.
Sono molto aspecifici ma estremamente invalidanti per la vita del soggetto, tra questi abbiamo:
- Problemi di concentrazione e difficoltà di attenzione.
- Alterazioni del linguaggio legate a disorganizzazione del pensiero.
- Difficoltà mnemoniche, in particolare si hanno alterazioni della memoria a breve termine, il soggetto dimentica le informazioni subito dopo averle acquisite.
- Incapacità di prendere decisioni causata dal non comprendere correttamente le informazioni ricevute e dalla loro mancata elaborazione.
I sintomi negativi.
Sono quei sintomi correlati alla mancanza di qualcosa, e sono spesso alterazioni comportamentali o emozionali. Tra questi abbiamo:
- Disinteresse verso l'ambiente circostante e le persone.
- Ridotta o assente comunicazione verbale con altri soggetti.
- Mancanza di stimoli che portano a compiere attività piacevoli con evidente riduzione dell'entusiasmo nello svolgere qualsiasi attività .
- Apatia ed assenza di emozioni.
I sintomi positivi.
Sono legati ad alterazioni nelle normali funzioni comportamentali che non si manifestano nelle persone sane e che caratterizzano in genere i disturbi psichiatrici.
Tra questi abbiamo:
- Allucinazioni: rappresentano uno dei primi sintomi della schizofrenia (sebbene in alcuni casi è possibile che vi sia schizofrenia senza allucinazioni) e consistono nell'avere delle visioni, nel vedere cose che nella realtà non ci sono e nel sentire voci, specialmente all'interno della propria testa. Un esempio sono le apparizioni mistico - religiose o il sentire "voci di omini" all'interno della testa.
Approfondisci i vari tipi di allucinazioni.
- Disturbi del pensiero: il soggetto schizofrenico ha difficoltà ad organizzare i propri pensieri e tende ad avere un pensiero confuso, privo di struttura. Un esempio è quando il soggetto, mentre sta parlando, si interrompe di colpo per incapacità di elaborare la continuazione di ciò che stava dicendo.
- Deliri: il soggetto ha delle convinzioni proprie di cui è fermamente sicuro e che non cambia nemmeno in presenza di prove che attestano il contrario. Sono vere e proprie paranoie come per esempio le manie di persecuzione, l'idea che vi siano cospirazioni, le manie di grandezza, la convinzione che gli vengano dette bugie e la gelosia.
- Ipo o iper cinesia: il soggetto presenta alterazioni del movimento che possono tradursi in casi di iperattività (ipercinesia) o di stato catatonico (ipocinesia).
Sintomi affettivi.
Infine i sintomi affettivi sono anch'essi aspecifici e sono correlati all'umore e alle emozioni e si manifestano con sbalzi di umore, pensieri suicidi, e depressione.
Le fasi con cui si evolve la malattia.
La schizofrenia passa attraverso varie fasi nelle quali la sintomatologia cambia e si evolve.
- Nella fase prodromica i sintomi possono essere ancora assenti o presentarsi in modo lieve per poi emergere nella fase più avanzata. In tale fase possono manifestarsi isolamento, irritabilità pensieri distorti e ossessivi.
- Nella fase iniziale la sintomatologia esplode con deliri ed allucinazioni.
- La fase centrale della malattia è caratterizzata da sintomi acuti ma episodici che possono avere fasi acute e fasi di remissione.
- Nella fase tardiva la schizofrenia può stabilizzarsi, ma anche peggiorare.
Come diagnosticare la schizofrenia?
La diagnosi di schizofrenia è abbastanza complessa poiché alcuni sintomi si sovrappongono a quelli di altre patologie psichiatriche.
Diagnosi differenziale per non confondere la schizofrenia con altre malattie psichiatriche.
Per tale motivo è fondamentale fare una diagnosi differenziale con altre patologie come per esempio:
- Disturbo ossessivo - compulsivo: in questo disturbo il soggetto compie ripetutamente delle azioni senza riuscire a fermarsi e sentendosi quasi obbligato a compiere quell'azione.
- Disturbo borderline di personalità : è una patologia caratterizzata da improvvisi ed intensi sbalzi di umore, incapacità di essere stabile nei comportamenti e nelle relazioni interpersonali, ed impulsività .
- Nevrosi e psicosi: sono due aspetti di molte patologie psichiatriche, in particolare le psicosi causano un'alterata percezione della realtà , mentre le nevrosi causano instabilità emotiva con forti crisi di ansia e di nervi.
- Disturbo bipolare: è un insieme di disturbi di natura maniacale e depressiva che possono manifestarsi insieme oppure singolarmente.
- Disturbo narcisistico: il soggetto ha empatia solo per se stesso, non riesce ad entrare in contatto con le altre persone, e risulta essere concentrato solo su se stesso ed estremamente egoista.
- Demenza senile: la demenza senile viene talvolta definita impropriamente schizofrenia senile perchè si pensa che le alterazioni comportamentali che si manifestano in età avanzata possano avere origine psichiatrica. In realtà è più facile che siano legate ad alterazioni funzionali del cervello legate al deterioramento dei neuroni.
Approfondisci cos'è e quali sono le cause della demenza senile.
- Disturbo dissociativo dell'identità : meglio conosciuto come disturbo delle personalità multiple, è caratterizzato dalla convinzione del soggetto di avere più di una identità . Quando si manifesta una identità il soggetto non ha memoria di tutte le altre.
Diagnosi in base ai sintomi.
Dopo un'accurata diagnosi differenziale il medico psichiatra procede nel diagnosticare la schizofrenia sia sulla base dei sintomi, della loro insorgenza e della loro durata, sia mediante l'ausilio di indagini strumentali e di test che vanno a confermare l'ipotesi iniziale.
Secondo il DSM 5 (quinta edizione) la diagnosi di schizofrenia si basa su tre criteri principali:
- Sintomi caratteristici: devono essere presenti, per almeno un mese, almeno due sintomi o più che siano caratteristici della patologia come per esempio le allucinazioni, i deliri, e le alterazioni comportamentali gravi.
- Deficit di disfunzione sociale: il soggetto non è in grado di svolgere attività lavorativa o sociale, cioè non è in grado di svolgere in maniera adeguata il proprio lavoro, né di rapportarsi con le persone che lo circondano.
- Durata: è necessario che il deficit di disfunzione sociale duri per almeno sei mesi e in questi almeno un mese deve includere la presenza di sintomi caratteristici.
Gli esami di conferma.
Oltre all'osservazione dei sintomi, e quindi del paziente, è possibile eseguire indagini strumentali come una risonanza magnetica nucleare al fine di individuare alterazioni nel cervello che possano confermare la diagnosi. Su internet si trovano anche dei quiz che consentono di fare una sorta di "autodiagnosi" di schizofrenia, ma la loro attendibilità è molto scarsa ed è bene sempre rivolgersi al medico. Non esistono infatti dei test sicuri per la schizofrenia.
Biomarcatore della schizofrenia nei capelli.
Secondo uno studio effettuato da un team di ricercatori del Riken Center for Brain Science in Giappone, guidato da Takeo Toshikawa, e pubblicato sulla rivista Embo Molecular Medicine, che riporta gli esiti della ricerca in medicina molecolare, l'enzima Mpst permette di diagnosticare preventivamente la schizofrenia.
La presenza di livelli alti nei capelli di quest'enzima, che produce grandi quantità di idrogeno solforato (molecola antiossidante), rivela un’alterazione del cervello che sembra si manifesti nelle prime fasi dello sviluppo della malattia, permettendo, quindi una diagnosi precoce, prima che si manifestano le allucinazioni.
Lo studio non è ancora definitivo ma il team di ricercatori è impegnato a provare sui topi di laboratorio se la diminuzione di idrogeno solfuro, riduce effettivamente i sintomi della schizofrenia.
Quali terapie possono essere adottate per curare la patologia?
La schizofrenia viene trattata fondamentalmente con farmaci ma necessita anche di un supporto psicologico e riabilitativo.
Cure farmacologiche per stabilizzare il soggetto schizofrenico.
La terapia farmacologica della schizofrenia ha lo scopo di stabilizzare il paziente e far sì che possa vivere una vita normale e lunga (tenendo conto che l'aspettativa di vita di uno schizofrenico è di circa 12 - 15 anni). Tra i farmaci di maggiore utilizzo abbiamo gli antipsicotici che rappresentano il trattamento di prima linea e che possono essere distinti in:
- Tipici: sono definiti anche convenzionali poiché sono quelli in uso da più tempo, a partire dagli anni '50. Tra questi abbiamo flufenazina, aloperidolo, clorpromazina, perfenazina e trifluoperazina. Presentano effetti collaterali a livello del sistema extrapiramidale (una delle vie nervose dell'organismo umano) e la loro efficacia si esplica prevalentemente a livello dei sintomi positivi.
- Atipici: sono farmaci recenti, sviluppati a partire dagli anni 90, che presentano analoga efficacia a quelli tipici nei confronti dei sintomi positivi e una leggera maggiore efficacia per quanto riguarda quelli negativi. Tra questi abbiamo la clozapina (che può causare un grave effetto collaterale noto come agranulocitosi cioè una drastica riduzione dei globuli bianchi), la quetiapina, lo ziprasidone e il paliperidone. Tra gli effetti collaterali, oltre alla già citata agranulocitosi, possono esserci obesità e diabete.
Mediante il trattamento con antipsicotici, i quali possono essere somministrati sia per via orale, è possibile far regredire alcuni sintomi nell'arco di 1 - 2 settimane e si riduce notevolmente il rischio di ricaduta. Tuttavia spesso i sintomi negativi e cognitivi non riescono ad essere trattati in maniera esaustiva con questo tipo di farmaco, specialmente con quelli convenzionali o tipici.
Altre terapie associabili per il sostegno del paziente e della famiglia.
Nei casi più gravi è possibile che il medico psichiatra consigli il ricovero ospedaliero in modo da stabilizzare farmacologicamente il paziente e per educare correttamente i familiari a come gestirlo una volta dimesso. È possibile anche iniziare diverse opzioni terapeutiche non farmacologiche con l'aiuto di esperti come per esempio:
- Sedute di psicoterapia individuale al fine di comprendere la propria malattia, accettarla ed imparare a gestirla.
- Sedute di psicoterapia familiare al fine di istruire i parenti su come gestire il paziente, e di insegnare sia ai familiari che al paziente stesso a rapportarsi nel modo più corretto possibile.
- Terapia cognitivo - comportamentale, volta a correggere i sintomi cognitivi e negativi che rispondono poco al trattamento con i farmaci.
- Educazione alla terapia farmacologica, in cui si spiegherà in che modo i farmaci garantiranno il benessere del paziente e verrà sottolineata l'importanza di seguire la terapia e di non interromperla.
Prognosi.
La schizofrenia è una condizione che da diritto all'invalidità civile che è possibile richiedere anche la legge 104 per coloro che assistono il paziente.
La malattia ha un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quella dei soggetti normali di circa 10/15 anni.
Solo pochi soggetti schizofrenici riescono a guarire o ad integrarsi nella società , mentre circa il 20 % dei pazienti tenta il suicidio soprattutto tra i giovani.
E' possibile prevenire la schizofrenia?
La prevenzione della schizofrenia è difficile perché non vi sono prove certe sull'efficacia dei trattamenti effettuati su soggetti a rischio o nella fase prodromica della malattia.
Non solo, ma ad oggi, le conoscenze mediche, a causa dell’eterogeneità della malattia, non hanno sviluppato test validi per la diagnosi. Non è ancora possibile, infatti, identificare quali sono i soggetti a rischio o in fase prodromica che potranno sviluppare schizofrenia conclamata.
L’impiego dei trattamenti farmacologici nei soggetti a rischio o in fase prodromica è controverso, mentre è raccomandata la terapia cognitivo comportamentale per ridurre i sintomi in fase prodromica. Tuttavia non vi sono prove sufficienti che questa terapia possa essere efficace per prevenire l’insorgenza della malattia o rallentarne l’evoluzione.