Sideremia bassa
Per sideremia bassa si intende la riduzione della quantità di ferro libero nel plasma. La sideremia può abbassarsi per varie cause, e può essere il campanello d?allarme di una patologia che non mostra alcun sintomo. Vedremo quindi quali patologie possono nascondersi dietro la sideremia bassa e quali sono gli esami cui possiamo sottoporci per approfondirne le cause.
Quando la sideremia è bassa.
La sideremia è bassa quando i valori di ferro libero, cioè non legato all’emoglobina, del plasma scendono al di sotto della norma. Questa precisazione è importante perché anche l’emoglobina può contenere ferro allo stato libero. I valori di sideremia sono diversi a seconda di sesso, età, in gravidanza, ora della giornata, circostanze ambientali come per esempio il tipo di dieta, la disponibilità di ossigeno e il lavoro muscolare. I valori normali della sideremia per adulti e bambini sono:
- Uomo 75 – 160 mcg/dl
- Donna 60 – 150 mcg/dl
- Neonato 30 – 70 mcg/dl
- Bambino 53 – 119 mcg/dl
Al di sotto di questi valori, quindi si può parlare di sideremia bassa.
Le cause dell’abbassamento dei valori.
La sideremia bassa viene considerata dai medici come indicativa di uno stato di iposiderosi, cioè la diminuzione patologica delle riserve di ferro nell’organismo. Esaminiamo le diverse cause della sideremia bassa:
- Scarso apporto di ferro attraverso l’alimentazione. Non riescono a coprire il fabbisogno giornaliero di ferro per esempio i vegetariani, le persone malnutrite o chi segue una dieta molto ipocalorica per lungo tempo, in questo caso la cura principale è il cambiamento delle proprie abitudini alimentari, scegliendo meglio cosa mangiare;
- Difetto dell’assorbimento del ferro per diminuita disponibilità del ferro alimentare;
- Rapido transito intestinale che impedisce l’assorbimento del ferro come per esempio durante la diarrea profusa;
- Malattie che compromettono l’assorbimento dei nutrienti ovvero celiachia, malattia di Whipple, pancreatite, diabete, enteropatia autoimmune, enterite eosinofila, morbo di Crohn, cancro dell’intestino tenue, sindrome da intestino corto, parassitosi intestinale;
- Aumento dell’utilizzo del ferro da parte del midollo osseo. È il caso per esempio di chi pratica sport di sforzo come il body building. Durante l’allenamento l’organismo necessita di una grande quantità di ossigeno per brevi lassi di tempo che può essere assicurata solo con una maggiore produzione di globuli rossi;
- Aumento del fabbisogno come in gravidanza;
- Aumento delle perdite di ferro per esempio dopo il parto, interventi chirurgici, emorragie croniche, durante i quali le grandi perdite di sangue impoveriscono le riserve di ferro dell’organismo;
- Aumentata affinità dei tessuti nei confronti del ferro perché i macrofagi aumentano la captazione della transferrina nei tessuti. Questo particolare fenomeno può avvenire nel corso di infezioni batteriche come la mononucleosi o virali come l’hiv;
- Assunzione di farmaci come ACTH, colchicina, deferoxamina, meticillina e ormoni quali ACTH e testosterone che aumentano la captazione del ferro.
Potresti approfondire le cause della carenza di ferro dovute ad insufficiente apporto o malassorbimento del minerale.
Cosa comporta la sideremia bassa.
Le conseguenze della sideremia bassa sono tutte dovute a una insufficiente ossigenazione dei tessuti. Il ferro infatti, che sia legato all’emoglobina o libero, è in grado di catturare l’ossigeno e rilasciarlo ai tessuti. Vediamo quindi cosa comporta la sideremia bassa e quali disturbi potremo avere:
- Frequenza respiratoria aumentata e tachicardia perché cuore e polmoni tentano di compensare alla carenza di ossigeno mandando in circolo il sangue con maggiore frequenza;
- A carico del sistema nervoso mal di testa, vertigini, giramenti di testa, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, stanchezza, affaticabilità. La sideremia bassa ha anche ripercussioni sulla pressione, ci sarà ipotensione che causa svenimenti, perché il cervello non riceve ossigeno a sufficienza;
- Il deficit di ferro nel plasma compromette i processi di replicazione cellulare con implicazioni sui tessuti sottoposti a un rapido ricambio delle cellule. Questo determina pallore della pelle e delle mucose, lingua liscia e ulcerata, appiattimento della mucosa di stomaco e intestino, ragadi ai lati della bocca, unghie fragili e a forma di cucchiaio (coilonichia), caduta dei capelli;
- Picacismo: chi ha la sideremia bassa e soffre di anemia può avere la tendenza a mangiare ciò che non è commestibile come per esempio ghiaccio o monete o terra, probabilmente perché l’organismo cerca del tutto inconsciamente di aumentare l’apporto di ferro.
Possibili casi clinici.
Aggiungendo al dosaggio della sideremia quello della transferrina e della ferritina, è possibile delineare in modo più preciso la situazione del ferro nell’organismo, e quindi effettuare una diagnosi più precisa ed avere un quadro più chiaro delle possibili conseguenze.
In gravidanza e dopo la gravidanza possono manifestarsi transferrina alta e sideremia bassa. Possiamo avere sideremia e transferrina entrambe ridotte in corso di nefrosi, enteropatia essudativa, deficit congenito di transferrina.
Se si riscontrano sideremia e transferrina basse, ferritina alta e VES alta, magari accompagnate da febbre, molto probabilmente ci troviamo di fronte a infezioni e infiammazioni croniche. Solitamente quando abbiamo una riduzione di sideremia, transferrina e ferritina, quasi mai si riscontra emoglobina normale: se abbiamo sideremia e emoglobina al di sotto dei valori normali, microcitemia (riduzione del volume dei globuli rossi), ferritina bassa e transferrina alta, possiamo ipotizzare un’anemia sideropenica, cioè una riduzione del ferro nel plasma dovuta a un’insufficiente assunzione di questo minerale o ad aumentate perdite. Se invece l’iposiderosi è lieve e tutti gli altri esami sono nella norma, non è il caso di preoccuparsi perché forse si tratta solo di una diminuzione della sideremia del tutto transitoria.
I casi presentati sono solo ipotesi diagnostiche, perciò si raccomanda di affidarsi ad un medico ematologo per avere una diagnosi accurata e il trattamento più adeguato.
Terapia, alimentazione e rimedi naturali.
Quando la sideremia bassa è un sintomo di un disturbo grave come per esempio malassorbimento o infezioni o infiammazioni croniche, è necessario trattare la patologia di base con una cura che sarà diversa e specifica a seconda del problema.
In questo modo, una volta risolta la malattia, la sideremia ritornerà ai valori normali.
In tutti i casi di sideremia bassa, è comunque d’aiuto una dieta ricca di ferro (salvo parere medico contrario) che serve ad aumentare l’apporto giornaliero di ferro, soddisfarne il fabbisogno e rimpiazzarne le perdite. Cosa mangiare? È opportuno assumere alimenti ad elevato contenuto di ferro come carne, soprattutto rossa ma anche bianca e salumi, pesce e legumi.
Anche l’omeopatia può giovare in caso di sideremia bassa, saranno d’aiuto in particolare melissa, camomilla, iperico, tarassaco e acerola.
Altri esami per approfondire.
A causa della sua variabilità, la sideremia da sola non è considerata un indicatore attendibile del contenuto di ferro nel nostro organismo. Nel caso in cui dalle analisi del sangue risulti bassa sideremia, transferrina e ferritina sono esami molto consigliati per avere la descrizione completa del profilo parziale e istituire la terapia migliore. Naturalmente spetterà poi al medico capire perchè la sideremia sia bassa, se da uno scarso apporto alimentare di ferro come nell’anemia sideropenica o se i valori sono il sintomo di una malattia ben più grave. Chi ha per esempio la sideremia bassa con anemia, i sintomi del malassorbimento come diarrea e perdita di peso e una storia familiare di cancro del colon o poliposi intestinale, deve eseguire l’esame del sangue occulto nelle feci per verificare se ci sia un cancro dell’intestino. Molte persone affette da celiachia non diagnosticata soffrono di anemia e hanno la sideremia bassa: in questo caso e soprattutto se ci sono altri casi in famiglia di celiachia, sarà bene dosare nel sangue gli anticorpi antiendomisio e antigliadina.
Come prepararsi al prelievo.
La concentrazione ematica di ferro libero può risultare alterata quando si sono ingeriti alimenti ricchi di ferro uno o due giorni prima del prelievo di sangue, durante le mestruazioni e in concomitanza di una terapia con particolari farmaci e integratori. Il prelievo va quindi eseguito a digiuno da almeno 8 ore, senza aver assunto nelle 24 – 48 ore precedenti alimenti ricchi di ferro (in particolare carne e pesce) e farmaci o integratori che agiscono sul ferro. Le donne è opportuno che evitino di fare le analisi del sangue durante le mestruazioni.