Singhiozzo: cause, rimedi e terapie mediche per quello cronico
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Vediamo quali sono le cause del singhiozzo, i rimedi per risolvere il problema e quali terapie mediche si utilizzano quando il fastidio diventa cronico. Scopriremo quanti tipi di singhiozzo esistono, cosa può scatenarlo e quali sono i meccanismi fisiologici alla base dell’origine di questo sintomo.
Cos'è il singhiozzo?
Il singhiozzo è disturbo che può colpire tutti i soggetti, neonati, bambini, adulti e anziani, ed è dovuto a una contrazione muscolare involontaria del diaframma, che determina la chiusura della valvola glottide con il classico suono onomatopeico “hic”.
Generalmente il singhiozzo dura poco e si risolve spontaneamente, ma in alcuni casi può persistere per ore o diventare cronico ed allora è sintomo di qualche patologia.
Come viene?
Come precedentemente accennato il manifestarsi di questo fastidio è dovuto ad una contrazione muscolare. Dal punto di vista medico possiamo distinguere due diverse componenti che lo provocano:
- Componente muscolare: da questo punto di vista il singhiozzo è una contrazione muscolare involontaria del muscolo diaframma, il muscolo che separa la cavità toracica dalla cavità addominale, e dei muscoli intercostali respiratori. Il suono tipico del singhiozzo è causato dall'interruzione del flusso di aria dall'esterno verso i polmoni causato dalla chiusura repentina della glottide che segue allo spasmo dei muscoli diaframma e intercostali.
Approfondisci le cause fisiologiche e psicologiche che determinano gli spasmi muscolari.
- Componente neurologica: la componente neurologica del singhiozzo è un arco riflesso che è formato da una doppia componente, una componente periferica che coinvolge il nervo vago e il nervo frenico (che è il nervo che innerva il diaframma), e una componente centrale che coinvolge il centro del singhiozzo che troviamo in una zona intermedia del tratto cervicale tra il bulbo e il midollo spinale e a cui arrivano informazioni dall'ipotalamo e da diverse aree cerebrali.
Non è sempre uguale: scopriamone i vari tipi!
Sebbene il singhiozzo sia un fenomeno molto comune e diffuso tanto da non destare preoccupazioni, esistono diversi tipi di singhiozzo, alcuni dei quali richiedono l’intervento del medico. Possiamo distinguere essenzialmente tre tipi di singhiozzo:
Isolato.
E’ la tipologia di singhiozzo più comune, che tutti provano almeno una volta nel corso della propria vita, appare all'improvviso e ha una durata compresa tra qualche secondo e qualche minuto. Tende ad attenuarsi spontaneamente o con l’utilizzo dei classici “rimedi della nonna” a cui faremo cenno in seguito.
Acuto.
E’un tipo di singhiozzo che può durare fino a 48 ore e che è caratterizzato da contrazioni rapide e ripetitive. Non necessita di trattamento medico, scompare spontaneamente, ma va tuttavia tenuto sotto controllo poiché se vengono superate le 48 ore può essere necessario l’intervento del medico.
Cronico.
E’ un singhiozzo che ha una durata superiore a 48 ore, anch'esso caratterizzato da contrazioni frequenti e rapide. Questo tipo di singhiozzo è frequente e ricorrente, e si può manifestare per alcuni giorni al mese o addirittura per alcune settimane al mese, alternato a periodi in cui non si manifesta. In presenza di questa tipologia di singhiozzo è bene contattare il medico poiché potrebbe essere indice di una patologia. E’ comunque un fenomeno raro, si stima che ve ne sia un caso ogni 100.000 persone.
Quest’ultima tipologia è quella che richiede l’intervento del medico in quanto tra i pericoli della cronicizzazione abbiamo sonno disturbato, se per esempio si verifica anche durante la notte, difficoltà a nutrirsi e a parlare.
Perché viene il singhiozzo? Le cause di questo disturbo.
Le cause di questo disturbo sono per molti versi ancora sconosciute. Tuttavia è possibile ipotizzare alcune situazioni che determinano la comparsa del singhiozzo isolato o acuto. Per quanto riguarda invece quello cronico le cause possono essere di tipo neurologico o correlate a patologie.
Cause non patologiche del singhiozzo isolato o acuto
Abbiamo precedentemente descritto il singhiozzo isolato e acuto come una tipologia di singhiozzo transitorio.
Spesso le cause che danno origine a questo fenomeno sono sconosciute, ma è possibile tuttavia identificare alcune cause generiche:
Pasti veloci.
Quando si mangia di fretta o troppo si provoca una dilatazione dello stomaco a causa dell’ingestione di molta aria e questo può determinare la stimolazione del nervo frenico e la rapida contrazione del diaframma, dando origine al singhiozzo.
Ansia e stress.
Il singhiozzo può essere di tipo psicosomatico cioè determinato da condizioni di ansia o stress persistente. Quando si è ansiosi o stressati si tende a ingerire una grande quantità di aria in maniera inconscia, questo porterebbe alla dilatazione dello stomaco e alla stimolazione del nervo frenico che contrae il diaframma e da origine al singhiozzo.
Fumo e alcol.
Il fumo e l’alcol possono provocare la comparsa del singhiozzo perché hanno un’azione irritante in generale e quindi anche sul diaframma e sul nervo frenico. Inoltre l’alcol provoca la dilatazione dello stomaco che come abbiamo visto può essere causa di singhiozzo.
Sbalzi termici.
Bruschi passaggi da temperature fredde a temperature calde e viceversa o ingestione di cibi troppo caldi e di cibi troppo freddi possono provocare la comparsa del singhiozzo.
Farmaci.
In alcuni soggetti, per esempio negli anziani che assumono una grande quantità di medicinali per tenere sotto controllo le patologie legate all'età, i farmaci possono determinare la comparsa di singhiozzo. Tra i principali responsabili abbiamo le benzodiazepine, usate nel trattamento dell’ansia, i corticosteroidi, come il cortisone usati nel trattamento di varie patologie di natura infiammatoria, gli antibiotici e i farmaci utilizzati per la chemioterapia. Tuttavia i meccanismi con cui i farmaci determinano la comparsa di singhiozzo non sono ben chiari.
Interventi chirurgici.
Non è raro che dopo un’operazione chirurgica si manifesti un singhiozzo post intervento, determinato da vari fattori concomitanti come il manipolare gli organi interni stimolando involontariamente il nervo frenico o il diaframma, i farmaci utilizzati per l’anestesia generale, la distensione del collo provocata dalla manovra dell’intubazione e l’intubazione stessa e la distensione dell’addome causata dalle tecniche di endoscopia.
Le cause del singhiozzo cronico, quando il disturbo è una patologia.
Per quanto riguarda il singhiozzo cronico le cause primarie sono di tipo neurologico, coinvolgono cioè i nervi implicati nella genesi del singhiozzo. Queste possono riguardare:
Lesione o irritazione del nervo vago o del nervo frenico.
Una lesione o un’irritazione di queste vie può determinare la comparsa di singhiozzo irrefrenabile. Alcuni esempi di patologie che possono determinare lesioni o irritazioni sono un cancro localizzato a livello della gola, laringite acuta, faringite (il comune mal di gola), presenza di corpi estranei a livello dell’orecchio interno che arrivano a toccare il timpano stimolando i nervi, infiammazioni e infezioni localizzate a livello polmonare e pleurico.
Irritazioni o lesioni del tratto cervicale del midollo spinale.
Un problema legato a questi centri del singhiozzo possono portare ad un singhiozzo cronico. Tra le cause che determinano il coinvolgimento di questi centri abbiamo patologie neurologiche come la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson, infiammazioni all'encefalo e alle meningi, tumori a livello encefalico, trauma cranico.
Alcune patologie hanno come effetto secondario la stimolazione delle vie periferiche e centrali del singhiozzo. Tra le malattie che possono determinare il singhiozzo patologico abbiamo:
Infiammazioni.
Infiammazioni a livello mediastinico come per esempio a livello del pericardio o della pleura o del polmone possono stimolare il nervo frenico e causare il singhiozzo.
Reflusso gastroesofageo.
Il reflusso gastroesofageo, causato da una chiusura errata del cardias, è una delle cause più comuni di singhiozzo. Difatti il reflusso, che ha come sintomo principale la risalita del materiale dallo stomaco all'esofago, provoca spesso l’esofagite da reflusso, un’infiammazione dell’esofago che tra i sintomi include il singhiozzo. E’ facile che il singhiozzo si manifesti appena svegli, specialmente se si è dormito subito dopo mangiato poiché la sintomatologia del reflusso in questo caso tende ad aumentare (a chi soffre di reflusso infatti si consiglia di non coricarsi subito dopo i pasti).
Ulcera e gastrite.
L’ulcera gastrica, molto spesso causata da un batterio chiamato helicobacter pylori, e la gastrite hanno tra i sintomi caratteristici il bruciore allo stomaco, nausea e vomito ma anche un persistente singhiozzo.
Altre patologie che hanno il singhiozzo come sintomo sono i disordini metabolici come il diabete, squilibri elettrolitici come per esempio ipocalcemia e iponatriemia, insufficienza renale e morbo di Addison, ma non è stata accertata una correlazione diretta tra il singhiozzo e queste malattie.
Il singhiozzo nei neonati e nei bambini.
Nei bambini e nei neonati la causa più comune del singhiozzo è la velocità con cui si mangia. Per esempio un neonato durante l’allattamento può poppare molto velocemente e ingerire molta aria e non è raro che dopo la poppata compaia il singhiozzo, mentre un bambino magari molto affamato tende istintivamente a mangiare in modo veloce e in questo modo ingerisce molta aria che, dilatando lo stomaco, da origine al singhiozzo. I bambini e i neonati, come gli adulti, possono anche avere il singhiozzo a causa degli sbalzi di temperatura o dell’ingestione di alimenti troppo caldi o troppo freddi.
Donne in gravidanza.
Durante la gravidanza, oltre al famoso singhiozzo del feto che è causa di gioie e dolori per le donne in attesa, anche la futura mamma può avere il singhiozzo, causato probabilmente dalla compressione dovuta dall'aumento di volume dell’utero che stimola il nervo frenico.
Come far passare il singhiozzo.
Passiamo adesso a descrivere alcuni rimedi per il singhiozzo. Per quello transitorio, oltre ad un cambiamento dello stile di vita che prevede di mangiare più lentamente e in maniera meno abbondante, si può ricorrere ai rimedi della nonna, all'omeopatia o alla medicina alternativa.
I “sette sorsi d’acqua” e gli altri “rimedi della nonna”.
Tra i rimedi naturali per far passare il singhiozzo transitorio sicuramente occupano un posto di rilievo i cosiddetti rimedi della nonna, rimedi conosciuti dalla maggior parte della popolazione che sono sempre validi e che spesso rimangono i più utilizzati. Tra questi abbiamo:
- Succo di limone: grazie al fatto di essere molto aspro per la presenza di acido citrico, il succo del limone quando ingerito puro e non diluito provoca un momentaneo arresto del respiro che fa si che venga interrotta la contrazione involontaria del diaframma. Un paio di cucchiaini di succo di limone quindi potrebbero essere utili per far passare il singhiozzo.
- Aceto: l’aceto contiene acido acetico, ha quindi una componente acida che fa si che quando si assume si abbia una contrazione involontaria dell’esofago in risposta all'acidità. Se si ha il singhiozzo assumere un cucchiaino di aceto può essere utile perché la contrazione dell’esofago blocca la contrazione involontaria del diaframma facendo quindi passare il singhiozzo. Si consiglia però di non esagerare con l’uso dell’aceto poiché la stessa acidità che fa bene per il singhiozzo può provocare ulcerazioni alla mucosa gastrica.
- Acqua: per far passare il singhiozzo uno dei rimedi più conosciuti è bere acqua a piccoli sorsi, alcune persone sostengono che vi sia un numero ben definito di sorsi (per esempio si dice di bere 7 sorsi d’acqua, meglio se con il naso tappato) mentre per altre non vi è un’indicazione precisa sul numero di sorsi d’acqua da bere. Bere acqua a sorsi fa si che arrivi al cervello, ai centri del singhiozzo, un segnale proveniente dall'esofago che blocca la genesi del singhiozzo, ma il meccanismo non è ben chiaro.
- Zucchero: un cucchiaino di zucchero può fermare il singhiozzo grazie alla sua composizione in granuli. L’azione dei granuli sulla parete dell’esofago infatti provoca una stimolazione del diaframma e ferma la contrazione involontaria.
- Spaventarsi: uno spavento può far passare il singhiozzo, questo perché quando ci spaventiamo si ha un’improvvisa contrazione del diaframma, se questa contrazione avviene quando si ha il singhiozzo si bloccherà la contrazione involontaria che aveva originato il disturbo.
- Starnutire: quando si starnutisce sono coinvolti sia i muscoli intercostali che il diaframma. Di conseguenza quando si ha il singhiozzo si può cercare di provocare uno starnuto per far si che l’attivazione dei muscoli intercostali e diaframmatici ponga fine al singhiozzo.
- Trattenere il fiato: non respirare per una decina di secondi aiuta a far passare il singhiozzo perché viene bloccato il movimento del diaframma che quindi smette di contrarsi.
Rimedi naturali e medicina alternativa per far passare il singhiozzo.
Tra i metodi naturali per far passare il singhiozzo vi sono anche l’omeopatia e la medicina alternativa che rappresentano una valida terapia per il trattamento del singhiozzo transitorio o derivante da ansia o stress.
Tra i rimedi omeopatici abbiamo:
- Ignatia amara: è un rimedio che deriva dai semi della pianta Strychnos Ignatia, che contengono stricnina e brucina come principi attivi. Tali principi attivi hanno effetti sul sistema nervoso centrale e possono contribuire, mediante inibizione di alcuni segnali nervosi, a far passare il singhiozzo. Ne vanno assunti tre granuli da 3 a 6 volte al giorno.
- Nux moschata: è il nome omeopatico che indica la noce moscata, contiene principi attivi come miristicina ed elemicina che hanno azione a livello del sistema nervoso. Per combattere il singhiozzo si devono assumere 3 granuli da 3 a 6 volte al giorno.
- Nux vomica: è un frutto derivante dall'albero della stricnina, e ha come principi attivi stricnina, vomicina e brucina che hanno azione sul sistema nervoso centrale. Per il singhiozzo si consiglia di assumere 3 granuli ogni 3 ore.
La medicina alternativa offre validi rimedi contro il singhiozzo transitorio mediante le tecniche di digitopressione e agopuntura.
- La digitopressione sfrutta la pressione esercitata dalle dita su alcuni punti specifici che determina la scomparsa del disturbo. Per il singhiozzo uno dei punti più utilizzato è il cosiddetto triplo riscaldatore che si trova dietro il lobo delle orecchie e che va premuto per circa un minuto con l’indice e il medio. Un altro esercizio di digitopressione prevede di posizionare le mani sulla gabbia toracica all'altezza dei capezzoli, sul punto denominato punto milza, una volta posizionate le mani bisogna premere le costole e tirarle verso l’alto per un minuto circa. Un terzo esercizio prevede di porre un dito di una delle due mani, preferibilmente il medio, alla base del collo e posizionare l’altra mano nella parte corrispondente allo sterno, e mantenere questa posizione per un minuto.
- L’agopuntura prevede l’applicazione di aghi da parte di un professionista in alcuni punti che sono ben specifici per ogni disturbo. I punti dell’agopuntura per il singhiozzo si trovano sparsi su piedi, palmi delle mani, schiena, punta del naso e zigomi ma per essere certi di sapere quali punti vadano effettivamente stimolati è bene rivolgersi ad uno specialista.
- Alcuni ritengono che un’altra efficace medicina alternativa contro il singhiozzo sia rappresentata dall'ipnosi ma non vi sono molti dati a riguardo.
Quando il gioco si fa duro!Le terapie mediche.
Quando il singhiozzo non è un evento transitorio ma un disturbo cronico è possibile che il medico consigli una terapia farmacologica per cercare di attenuare il fastidio. Il meccanismo con cui i farmaci bloccano il singhiozzo non è stato ben chiarito e non è certa nemmeno l’efficacia terapeutica per cui sarà il medico a stabilire se è il caso di somministrare un farmaco oppure no e quale farmaco sia più adatto. I farmaci che si utilizzano di solito nella cura del singhiozzo cronico sono gli antidopaminergici, gli agonisti del calcio e del GABA e altri tipi di farmaci.
Tra gli antidopaminergici, farmaci che agiscono a livello del recettore della dopamina, i più usati sono:
- Metoclopramide (conosciuto con il nome commerciale di Plasil) che è principalmente un antiemetico ma che trova impiego anche nella cura del singhiozzo cronico secondo l’OMS. Ha dimostrato di alleviare il singhiozzo per circa 8 ore dalla somministrazione, con una dose somministrata di 5 - 10 mg per 3 – 4 volte nell'arco della giornata. Può provocare la comparsa di movimenti involontari come effetto collaterale. Può essere utilizzato in gravidanza.
- Clorpromazina: appartiene agli antipsicotici e ha una percentuale di successo nel trattamento del singhiozzo di circa l’80% con una dose somministrata di 25 – 50 mg ogni 2 – 4 ore per via parenterale o con una dose di 25 – 50 mg 2 – 3 volte al giorno per via orale. Si consiglia di non assumere questo farmaco per lunghi periodi di tempo poiché potrebbe provocare la comparsa di movimenti involontari. Non va usato in gravidanza poiché ha potenziali effetti teratogeni.
I farmaci calcio agonisti e GABA agonisti sono dei farmaci che hanno una grande affinità per il recettore del calcio e del GABA e che quindi si legano in maniera preferenziale a questi recettori rispetto alla molecola di origine, limitando quindi il legame del calcio o del GABA. Tra i calcio agonisti abbiamo:
- Nifedipina: si somministra per via orale o sublinguale in dosi che vanno da 10 a 20 mg per 3 volte al giorno circa. L’efficacia terapeutica è variabile ed è strettamente correlata con lo stato del paziente. Questo farmaco non va somministrato in gravidanza perché ritenuto non sicuro e gli effetti collaterali più comuni sono astenia, stipsi e palpitazioni o vasodilatazione.
- Nimodipina: può essere assunta sia per via endovenosa, con una dose di 10 mg al giorno, sia per via orale con una dose di 30 mg al giorno. Sebbene gli studi su questo farmaco siano molto pochi ha dimostrato una buona efficacia. E’ bene evitare di assumere questo farmaco in gravidanza e prestare particolare attenzione a non bere succo di pompelmo quando si assume il farmaco perché potrebbe determinare la comparsa di effetti collaterali.
Tra i GABA agonisti abbiamo:
- Acido valproico: si somministra con una dose di 15 mg al giorno per kg di peso corporeo, e ha una buona efficacia. Non va usato in gravidanza poiché teratogeno e tra gli effetti collaterali abbiamo trombocitopenia e leucopenia.
- Baclofene: è un miorilassante e viene somministrato con un dosaggio variabile tra un minimo di 5 mg e un massimo di 100 mg al giorno. Al momento è il farmaco che viene considerato più efficace per il singhiozzo cronico. Tra gli effetti collaterali possiamo avere ipotonia e sensazione di essere sotto sedativo. Non va usato in gravidanza perché è in grado di attraversare la placenta ma gli effetti sul feto non sono ben conosciuti.
- Gabapentina: ha una buona efficacia nel trattamento del singhiozzo e si somministra in dose di 400 mg per tre volte al giorno. Il farmaco non va somministrato durante la gravidanza o l’allattamento e non sono riportati effetti collaterali importanti.
Tra gli altri farmaci che possono essere impiegati per la terapia del singhiozzo cronico vi sono la lidocaina, un farmaco anestetico, e il nefopam, un farmaco analgesico, ma sono utilizzati più raramente rispetto agli altri farmaci sopra elencati.
Qualora l’impiego di terapia farmacologica non fosse sufficiente ad attenuare il singhiozzo è possibile ricorrere ad alcune terapie mediche di tipo invasivo come per esempio:
- Sondino naso gastrico: viene inserito attraverso le cavità nasali un sondino che arriva direttamente a livello dello stomaco. Questa terapia è utile qualora il singhiozzo cronico sia di origine gastrica e sembra che i benefici derivino dal solo inserimento del sondino.
- Anestesia del nervo frenico: è una terapia molto invasiva che si attua iniettando una sostanza anestetica a livello del nervo frenico il quale quindi perde la sua capacità di trasmettere impulsi nervosi e di conseguenza si arresta il singhiozzo.
- Stimolazione del nervo vago: si effettua impiantando nel torace un dispositivo funzionante a batteria che agisce a livello del nervo vago stimolandolo elettricamente e ferma il singhiozzo.
Curiosità: un singhiozzo da record!
Per alcune persone il singhiozzo cronico non è solo un fastidioso disturbo ma un vero e proprio record da registrare nel Guinness dei primati! Due sono i casi più eclatanti di singhiozzo cronico da Guinness:
Il primo caso si è verificato in America, negli Stati Uniti, nel 1922. Lo sfortunato signore rispondeva al nome di Charles Osborne il quale manifestò il primo singhiozzo in seguito ad uno sforzo e proseguì a singhiozzare per 68 anni, con intensità decrescente, fino al 1990, anno in cui il singhiozzo misteriosamente scomparve.
Il secondo caso si è verificato in Europa, a Londra, a discapito di Christopher Sands, un ragazzo di 24 anni. Christopher iniziò a singhiozzare nel 2006 e il suo singhiozzo si è protratto per oltre 15 mesi, comparendo e scomparendo alternativamente senza motivi apparenti. Il singhiozzo persistente ha condizionato molto la vita di questo ragazzo, poiché si manifestava in tutti i momenti, persino di notte. La soluzione ai suoi problemi fu data da un intervento chirurgico allo stomaco.