Sonnambulismo: cause e rimedi in adulti e bambini
Informazioni sul sonnambulismo: approfondimenti sulle cause che scatenano il disturbo del sonno nei bambini e negli adulti. Come bisogna comportarsi? E quali sono i rimedi efficaci per risolvere il problema?
Le caratteristiche principali del sonnambulismo
Il termine sonnambulismo deriva dal latino ed è il risultato delle parole “somnus”, sonno, e “ambulare”, camminare. Si tratta di un disturbo molto comune nei bambini ma anche negli adulti, che comporta lo svolgimento di attività motorie durante il sonno: dai semplici movimenti più comuni, come sedersi sul letto, fino ad alzarsi e camminare.
Tecnicamente questo tipo di disordine rientra nel gruppo delle parasonnie, cioè di fenomeni che si verificano durante il sonno senza interessare i processi che ne sono responsabili.
Come altre parasonnie, il sonnambulismo è la conseguenza di un’attivazione del sistema nervoso che porta a cambiamenti nell’attività muscolo-scheletrica. La fase in cui avviene il fenomeno è la fase ad onde lente del sonno non REM, per questo motivo è nel primo terzo della notte che, di solito, si vanno a collocare gli episodi.
La loro durata può andare da pochi minuti a mezz’ora ma, generalmente, è inferiore ai 15 minuti.
Altre caratteristiche sono gli occhi aperti, la difficoltà a risvegliare un sonnambulo e lo stato di confusione in cui viene a trovarsi quando ciò capita, in particolare è nelle prime ore del mattino che non viene ricordato nulla di quanto accaduto.
Bisogna quindi fare molta attenzione, al cosiddetto “sonnambulismo cosciente” perché potrebbe trattarsi di un altro tipo di disturbo, e soprattutto è importante escludere che sia una manifestazione di tipo epilettico.
Da non confondere con il sonnambulismo è invece un altro fenomeno molto simile: il sonniloquio, cioè il parlare ad alta voce nel sonno, un fenomeno molto comune che, oltre ad essere presente insieme ad altre parasonnie, si può ritrovare anche come sintomo isolato.
Oltre il sonnambulismo: i più comuni disturbi del sonno Oltre al camminare nel sonno, tipico del sonnambulismo, esistono anche altri disturbi molto comuni del sonno, tra questi in particolare possiamo ricordare: il bruxismo (digrignare i denti), il sonniloquio (parlare nel sonno), il pavor nocturnus (risvegli improvvisi con manifestazioni di terrore come grida, pianto, sudorazione profusa, tachicardia, tachipnea), l’enuresi (la cosiddetta “pipì a letto”), la “jactatio capitis” (violenti movimenti con la testa), e le scosse ipnagogiche. Puoi approfondire i sintomi e le cause del bruxismo. |
Ma quanto può essere frequente il problema?
A seconda degli studi e della popolazione considerata, l’incidenza varia tra l’1% ed il 15% e non sembra presentare preferenze di sesso.
In particolare è maggiore il fenomeno del sonnambulismo infantile, molti sono infatti i casi evidenziati nei bambini; si ritiene che quelli ad aver avuto almeno un episodio di sonnambulismo, anche occasionale, siano fino al 30% (mentre circa il 6% presenta episodi ricorrenti).
In particolare il fenomeno del sonnambulismo nei bambini, può insorgere a qualsiasi età, ma, generalmente, è tra i 4 e gli 8 anni che si verifica il primo episodio. E’ meno comune, invece, che compaia in soggetti già adolescenti, o negli adulti, solitamente infatti il fenomeno va attenuandosi o scomparendo con l’avanzare dell’età.
Le attività più frequenti del sonnambulo.
Generalmente le attività svolte dai sonnambuli durante il sonno consistono nel sedersi sul letto, alzarsi, aprire la porta ma si può arrivare anche ad operazioni più complesse, come lavarsi le mani, andare nel letto dei genitori o nella stanza dei fratelli nel caso dei bambini, vestirsi e spogliarsi, accendere e spegnere le luci, persino inviare mail o cucinare e mangiare cibi.
Sono stati riportati, nella letteratura scientifica, anche casi di persone con comportamenti aggressivi o violenti, che hanno portato a commettere reati, come nel caso giudiziario di un uomo che nel Galles ha ucciso la compagna durante un presunto episodio di sonnambulismo e che per questo è stato assolto o ancora di un uomo americano, affetto da sonnambulismo, che durante uno degli episodi avrebbe ucciso la moglie gettandola poi in piscina.
Si tratta ad ogni modo, di eventualità molto rare, mentre il rischio più concreto è sicuramente quello che un sonnambulo possa fare qualcosa che metta in pericolo la sua incolumità, come sporgersi dal balcone, uscire di casa, farsi male con oggetti taglienti, o infine ad un timore che, lo stesso se risvegliato improvvisamente, attraversando una fase di confusione possa reagire in modo brusco nei confronti di chi gli sta vicino.
Le cause più comuni del sonnambulismo in bambini ed adulti.
Una delle cause più comuni legate al fenomeno del sonnambulismo, va ricercata nei fattori genetici ,in particolare, è stato individuato un “locus genico”, cioè una regione del DNA, posto sul cromosoma 20 responsabile della trasmissione di questo carattere.
E’ più probabile, inoltre, andare incontro a tale problema se ci sono stati casi tra i familiari. Se uno dei genitori è sonnambulo, ad esempio, la probabilità che lo sia anche il figlio è del 45% mentre sale al 60% se lo sono entrambi i genitori.
A scatenare gli episodi possono inoltre contribuire, anche, stress emotivi, traumi o qualsiasi forma di disagio psicologico; ciò sembra accadere soprattutto nei bambini.
Il sonnambulismo negli adulti, invece, può anche essere legato, ad un’abuso di alcool o droghe e dalla restrizione di sonno, e può ritrovarsi negli anziani affetti da demenza, nel morbo di Parkinson e nell’ipertiroidismo, in quanto gli ormoni tiroidei svolgono un ruolo importante nella regolazione del ritmo sonno-veglia.
Possono, inoltre provocarlo condizioni mediche che aumentano la quantità di sonno profondo (in cui si verificano gli episodi) come le infezioni e la febbre oppure la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (dove curare le apnee è quasi sempre la soluzione al problema).
Altri fattori predisponenti sono l’utilizzo di alcuni farmaci impiegati per la cura di patologie psichiatriche, come il litio carbonato, uno stabilizzante del tono dell’umore, la desipramina cloridrato, un antidepressivo, la tioridariza, la perfenazina, l’olanzapina e la quetiapina, neurolettici usati nel trattamento della schizofrenia.
Diagnosi: come riconoscere questo “disturbo del sonno”.
Per individuare gli elementi del sonnambulismo, è importare concentrare l’attenzione su ogni dettaglio: dalle caratteristiche degli episodi raccontate dal paziente o da chi vi ha assistito, all’età di comparsa e alla presenza o meno di familiarità.
Il “disturbo da sonnambulismo”, infatti, si manifesta quando gli episodi sono ripetuti e ricorrenti, (sguardo fisso, occhi aperti, confusione e disorientamento nei momenti successivi ad un risveglio forzato, amnesia), con un impatto negativo sulla qualità della vita, in particolare sulle relazioni sociali e l’attività lavorativa, e non sono riconducibili a nessuna patologia medica o all’utilizzo di farmaci e droghe.
Il neurologo, lo specialista competente nei disturbi del sonno, può avvalersi, inoltre, di alcune indagini come la polisonnografia che, registrando parametri fisiologici quali frequenza cardiaca, respiro, movimenti del corpo, può dimostrare la fase in cui avviene l’episodio, o ancora può utilizzare una videoregistrazione per osservarne meglio le caratteristiche, come ad esempio con l’elettroencefalogramma, (che registra l’attività elettrica cerebrale), ed è utile anche per escludere i casi di crisi epilettiche.
I rimedi più utilizzati contro il sonnambulismo
Il sonnambulismo è un disturbo benigno che generalmente si risolve da solo, pertanto gli unici interventi necessari sono degli accorgimenti volti a tutelare la sicurezza di chi ne è affetto e quella di chi gli sta accanto: come ad esempio, cercare di riaccompagnarlo con dolcezza a letto, senza svegliarlo per evitargli la fase di disorientamento in cui potrebbe correre dei rischi, chiudere a chiave le porte, togliere dai paraggi gli oggetti pericolosi.
E’ importante anche stare attenti al ritmo sonno-veglia, fare in modo che il riposo sia quanto più possibile sereno, avere abitudini regolari, e non ridurre le ore di sonno.
Altri aiuti possono venire dall’utilizzo di farmaci ansiolitici come quelli contenenti diazepam o clonazepam, che agiscono riducendo la fase di sonno profondo, e utile nei casi di episodi frequenti (1-2 settimane) di apnee notturne, problemi emotivi con la psicoterapia e terapie comportamentali oppure di medicinali omeopatici, adatti anche ai bambini.
Qualsiasi terapia, comunque, va sempre iniziata e portata avanti sotto il controllo di un medico.
I fiori di Bach: una possibile alternativa naturale. I fiori di Bach sono 38 fiori con cui, secondo il medico britannico Edward Bach, è possibile agire sugli stati emotivi, incidendo su paure, aggressività, timidezza, rabbia e curando disturbi d’ansia e del sonno. E’ possibile che questo tipo di rimedio possa essere utile per attenuare o eliminare il sonnambulismo e, trattandosi di un’alternativa naturale, sarebbe possibile utilizzarla anche nei bambini, dove è controindicato l’utilizzo degli altri farmaci. Si tratta, comunque, di terapie non validate scientificamente. Gli ultimi studi portati avanti a riguardo, infatti, sembrano escludere una loro reale efficacia e propendere, invece, per un “effetto placebo”. |