Stress: sintomi, cause, conseguenze cure e rimedi naturali
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Lo stress è una reazione psicofisica ai compiti cognitivi, emotivi e sociali che il soggetto percepisce come eccessivi. Vediamo le caratteristiche di questo fenomeno nello specifico e le possibili cure farmacologiche e naturali.
Che cos’è lo stress?
Lo stress è una condizione psicofisica patologica caratterizzata da ansia e preoccupazione di non riuscire a svolgere un compito o affrontare una situazione.
W.B Cannon (1871-1945) fu il primo studioso ad occuparsi dello stress affermando che tutti gli esseri viventi (animali e umani) di fronte ad una situazione di pericolo reagiscono con un’alterazione di tipo prevalentemente fisiologico caratterizzata, per esempio, dall’aumento della pressione sanguigna e dalla dilatazione della pupilla. Queste reazioni, secondo l’autore, avrebbero lo scopo di ripristinare la condizione di equilibrio psicofisico alterata dalla situazione stressante.
Ma il primo a coniare il termine “stress” fu H. Seyle, nel 1936. Dopo Cannon, infatti, molti altri studiosi si occuparono di questo particolare fenomeno psicofisico ma solo Seyle riuscì a formulare una definizione ancora in uso oggi. Secondo Seyle, lo stress è la “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”.
Secondo Seyle, l’individuo sperimenta una condizione di stress quando ritiene di trovarsi a dover svolgere una quantità eccessiva di compiti.
Si può trattare di compiti:
- cognitivi (per esempio finire un lavoro o un compito scolastico),
- emotivi (per esempio affrontare una discussione importante, vivere un lutto o una separazione),
- sociali (per esempio parlare in pubblico).
In altre parole, si tratta di uno sbilanciamento tra energie/risorse percepite in proprio possesso e compiti da svolgere: se il soggetto ritiene di poter e saper svolgere i compiti che gli vengono richiesti, non si innesca alcuna reazione di stress; se invece il soggetto ritiene di non sapere e di non poter (perché, per esempio ha poco tempo a disposizione oppure gli mancano alcune risorse) svolgere tali compiti, ecco che insorge una condizione di stress.
Come agisce questo disturbo?
Lo stress agisce sul corpo attraverso due linee: uno chimico, l’altro elettrico.
Dal punto di vista chimico, in soggetti stressati si osserva una alterazione del funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Solitamente accade che l’ormone CRH, rilasciato dall’ipotalamo, stimola l’ipofisi a produrre l’ormone ACTH che, attraverso la circolazione sanguigna, raggiunge la corteccia cerebrale da cui viene rilasciato il cortisolo, l’ormone che regola il buon umore e lo stress. Nei soggetti stressati questo meccanismo è iperattivo e i livelli di cortisolo sono estremamente alti.
Dal punto di vista elettrico, invece, alcune zone dell’ipotalamo (il locus coeruleus) producono noradrenalina, un neurotrasmettitore implicato nella regolazione dell’umore, che se presente in quantità elevate si manifesta con una condizione stressante.
La particolarità dello stress è che il CRH ipotalamico e la noradrenalina prodotti dal locus coeruleus si stimolano reciprocamente.
Lo stress è solo negativo? Eustress e distress.
Come affermato sopra, lo stress è l’esito di una valutazione delle proprie possibilità e dei compiti da svolgere. In particolare, viene valutato che tra questi due aspetti ci sia una discrepanza nel senso che i compiti vengono valutati eccessivi rispetto alle risorse disponibili.
Ma quandoil compito da svolgere o la situazione da affrontare è veramente pericolosa o difficile, la reazione di stress non può essere considerata patologica o negativa dal momento che anzi essa ci permette di provare a gestire meglio la situazione. Facciamo un esempio: se ci troviamo di fronte ad un incendio e dobbiamo metterci in salvo, sicuramente avremo valutato tale situazione come pericolosa e minacciosa. Probabilmente ci sentiremo spaventati e preoccupati di non saper correre tanto veloce da sfuggire alla fiamme, ma sapere di trovarci in una situazione di pericolo (quindi aver fatto una giusta valutazione della situazione e delle nostre possibilità) ci permetterà di raccogliere e attivare tutte le energie in nostro possesso per salvarci.
In altre parole, valutare una situazione come più “forte” di noi, non è necessariamente una cosa negativa dal momento che solo in questo modo ci attiveremo nel migliore dei modi. Per questo motivo, gli psicologi parlano di eustress, cioè di stress positivo quando tale stress permette un buon adattamento alla situazione di pericolo; in contrapposizione ad uno stress negativo (distress) che è invece quello solitamente indicato come stress patologico.
Quali sono i sintomi dello stress patologico?
Lo stress è una reazione psicofisica e in quanto tale si manifesta in diversi modi e a diversi livelli. Possiamo quindi parlare di sintomi fisici, comportamentali, emotivi e cognitivi.
In base alla durata dello stress è possibile poi individuare altri sintomi caratteristici.
Infatti, è possibile distinguere uno stress acuto da uno cronico:
- lo stress acuto fa riferimento alla reazione immediata ad una situazione di pericolo improvvisa e inaspettata come per esempio un terremoto, una catastrofe naturale, una malattia, una scadenza lavorativa ecc.,
- lo stress cronico invece riguarda una condizione più duratura nel tempo, mesi o anni durante i quali il soggetto si sente continuamente sottoposto a delle pressioni.
Approfondisci i sintomi dello stress.
Sintomi fisici: prima fase dello stress.
I sintomi fisici possono cominciare con un costante sforzo ad alzarsi e con la necessità di caffeina durante tutta la giornata.
La stanchezza è sempre più frequente e, col passar del tempo, non si ha la forza di alzarsi dal letto.
A questo si aggiungono altri sintomi fisici comuni quali:
- mal di testa,
- nausea,
- dolori ai muscoli, agli arti e alla schiena,
- eccessiva sudorazione,
- tachicardia.
Sintomi comportamentali: seconda fase del distress.
Con la seconda fase del distress iniziano i problemi nei rapporti con gli altri. Si tende a ridurre gli incontri con le altre persone trascurando amicizie e familiari. Questa tendenza a rinchiudersi in se stessi diventa isolamento dalla vita sociale rapidamente.
Ad ciò si aggiungono:
- agitazione,
- tendenza a non ultimare i compiti iniziati,
- uso di alcool e/o di sostanze stupefacenti,
- ritardi a lavoro o a scuola,
- tendenza a criticare gli altri,
- insonnia,
- mancanza di appetito o eccessivo appetito con conseguente perdita o aumento di peso.
Sintomi emotivi: terza fase dello stress.
Nella terza fase l'irritabilità e l'aggressività aumentano verso gli altri e verso se stessi. L'incapacità di controllare le proprie emozioni porta ad un' alternanza di depressione ed esaltazione. Si riduce in tal modo l'efficienza nel lavoro ed anche gli affetti ne risentono il che aumenta il senso di insoddisfazione. Tutto ciò si manifesta con:
- frequenti pianti o desiderio di piangere frequentemente,
- nervosismo,
- sensazione di solitudine,
- sensazione di impotenza,
- rabbia,
- tristezza e infelicità.
Sintomi cognitivi: quarta fase del distress.
L'accumulo di stress causa infine disturbi molto difficili da gestire quali:
- difficoltà a concentrarsi,
- difficoltà di attenzione e memorizzazione,
- creatività povera o assente,
- pensieri negativi e pessimistici,
- paura di non farcela.
Le conseguenze nel tempo. Le patologie da distress.
Nella condizione di stress cronico possono insorgere anche altre condizioni patologiche, oltre ai normali sintomi. Quando la condizione di stress perdura nel tempo si possono avere delle conseguenze più importanti quali:
- disturbi del sistema immunitario come frequenti febbri o infezioni a causa delle modificazioni relativi al funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene;
- disturbi dermatologici come prurito, caduta dei capelli o comparsa prematura dei capelli bianchi, fragilità delle unghia legati all’indebolimento delle difese immunitarie;
- disturbi metabolici come colesterolo alto, glicemia alta, difficoltà digestive, problemi intestinali, gastrite, ulcera, alterazioni delle funzionalità epatiche, gonfiore addominale, causati dall’aumento dei radicali liberi;
- disturbi cardiovascolari come aumentato rischio di infarto a causa dell’ipertensione arteriosa associata ad un alterato funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene;
- altri disturbi come vertigini, irregolarità del ciclo mestruale nelle donne, impotenza o frigidità, difficoltà a concepire un bambino legati ad un abbassamento psicologico del desiderio sessuale e allo stravolgimento alimentare associato allo stress.
Queste conseguenze sono legate alle disfunzioni fisiche che uno stress prolungato può provocare. Il funzionamento del corpo, infatti, è strettamente associato al funzionamento della mente.
Le cause dello stress.
Sulla base della definizione di stress sopra fornita, è difficile dire con precisione quali sono le cause dello stress. Per alcuni soggetti può essere stressante svolgere le pulizie di casa, per altri affrontare una guerra in trincea.
Tuttavia, possiamo dire che esistono delle situazioni che più frequentemente vengono vissute come stressanti:
- condizioni lavorative (o scolastiche) particolarmente difficili perché caratterizzate, per esempio, da un ambiente di lavoro altamente competitivo, rigido e svalutante. In questi casi, vista la frequenza di queste situazioni, si è coniato una espressione apposita che è quella di “stress lavoro correlato”;
- Eventi di vita straordinariamente negativi come terremoti, crisi economiche gravi, inondazioni, attentati terroristici in cui lo stress ha una valenza post traumatica;
- Eventi di vita ordinari che però richiedono un certo impegno e costanza come per esempio la cura di una malattia, anche se non grave, conciliare vita familiare con vita lavorativa, preparare un esame, partecipare ad un concorso, etc.;
- Eventi di vita come la preparazione di un matrimonio, la nascita di un figlio, un’assunzione lavorativa, un cambiamento di residenza sono situazioni che, seppur positivi, possono comportare stress.
- Un’altra causa dello stress è di tipo biologico-ormonale: in particolare, è il funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi- surrene ad essere coinvolto nel meccanismo dello stress. Queste tre strutture (rispettivamente si tratta di un’area cerebrale e di due ghiandole) sono interessate nella produzione di cortisolo, un ormone che viene detto “dello stress” proprio perché in soggetti stressati esso si trova in livelli elevati, nettamente superiori rispetto ai soggetti sani.
Come capire quando lo stress è patologico? La diagnosi.
La diagnosi del livello di stress non è semplice, perché i soggetti reagiscono in modo diverso ai fattori di stress.
Il metodo più classico per misurare il livello di stress, è quello di compilare dei test raccomandati dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, che evidenziano la presenza di 9 sintomi in un periodo che va da 3 giorni fino a 1 mese.
Esistono poi degli esami clinici per valutare le alterazioni fisiologiche dello stress:
- microneurografia, una tecnica che registra il livello di attività di un nervo periferico mediante aghi di tungsteno inseriti nel fascicolo del nervo.
- Analisi del sangue per misurare il livello della neurotrasmettitore noradrenalina o il livello di cortisolo, un ormone che viene rilasciato in caso di stress.
- Elettrocardiogramma e holter pressorio per monitorare la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa.
Come combattere lo stress?
Non sempre è sempre possibile prevenire lo stress, perché alcuni eventi sono indipendenti dalla nostra volontà, ma è possibile imparare a gestirlo ed affrontarlo in molti modi.Curare lo stress è possibile e i metodi di cura a disposizione sono differenti.
Cure farmacologiche.
Per molto tempo, l’unica terapia possibile è stata quella di tipo farmacologico che è comunque ancora in uso. In particolare, di fronte a condizioni di stress acuto o cronico, psichiatri, medici e neurologi sono soliti prescrivere farmaci di tipo antidepressivo o di tipo ansiolitico. In effetti, come evidenziato sopra, i sintomi dello stress sono in qualche modo associati a quelli dell’ansia e della depressione ed è per questo, infatti, che gli antidepressivi e gli ansiolitici hanno un effetto significativo sulle situazioni di stress.
Questi farmaci, infatti, hanno la funzione di ripristinare i normali livelli di cortisolo e la normale funzionalità neuronale in quanto su essi agiscono. Tuttavia, assumere un farmaco significa intervenire sul disturbo solo a livello biologico- ormonale e ciò può risultare spesso riduttivo. Infatti, è evidente che se ci sentiamo stressati perché a lavoro viviamo una situazione di malessere, un farmaco ci può far stare meglio ma sicuramente non può cambiare la situazione lavorativa.
Altre terapie.
Un altro importante metodo di cura dello stress è la psicoterapia e il supporto psicologico: un ciclo di sedute con uno psicoterapeuta o uno psicologo ci potrebbe aiutare la causa vera e profonda del nostro stress e quindi aiutarci a risolvere il nostro disturbo.
Esistono diverse tipologie di psicoterapie, le più utilizzate per le condizioni di stress sono quelle:
- di tipo cognitivo- comportamentale. Queste terapie si focalizzano sui pensieri e sui comportamenti che il soggetto stressato solitamente vive e consistono nella eliminazione e/o riduzione di questi pensieri negativi;
- di tipo sistemico. Questo approccio prevede il coinvolgimento dei familiari del paziente stressato, in questo modo sarà possibile conoscere e intervenire sull’ambiente che alimenta il disturbo psicologico.
Nei casi più gravi il medico può decidere di associare entrambe le cure; in tutti gli altri casi, una terapia psicologica può essere sufficiente e risolutiva in misura migliore rispetto a quella farmacologica.
Altra pratica utile contro lo stress è quella della meditazione Yoga, una tecnica di rilassamento che in Occidente è un mix di attività fisica e tecniche di respirazione che aiutano a ritrovare maggiore consapevolezza del proprio io.
I rimedi naturali.
Secondo i naturopati la maggior parte dei disturbi psicologici può essere curata attraverso dei rimedi naturali; tra questi, ampio spazio è dedicato alla cura dello stress.
Adeguata alimentazione ed attività fisica.
Anche per gestire lo stress è fondamentale ricorrere ai cibi giusti evitando di abbuffarsi di dolci, cibo spazzatura, alcol e caffeina.
E’ invece opportuno scegliere alimenti ricchi di antiossidanti (vitamine del gruppo B, Omega 3 e acido Folico) come le verdure a foglia verde, o ricchi di minerali, come gli spinaci ricchi di magnesio. La sana alimentazione va inoltre completata con una costante attività sportiva praticata con piacere.
Fitoterapia e fiori di Bach.
I rimedi naturali solitamente consigliati riguardano l’assunzione di alcune erbe come per esempio:
- l’ignatia amara (efficace per lo stress da studio e l’ansia), il cui principio, la stricnina, agisce sul sistema nervoso regolando l’eccitabilità nervosa;
- la spigelia i cui principi attivi, spigelina e tannino, agiscono sul sistema nervoso placando il mal di testa tipico dello stress;
- sostanze che contengono l’acido fosforico, principio attivo molto utile che agendo sul metabolismo combatte la sensazione di debolezza e la eccessiva sudorazione tipici dello stress.
Solitamente, il naturopata consiglia di assumerli in granuli (a blocchi di 3 o 4) circa 2 volte al giorno.
Tra i fiori di Bach solitamente consigliati dagli esperti per lo stress ritroviamo invece:
- cherry plum (ricavato dal mirabolano) utile contro l’agitazione dello stress,
- oak (ricavato dalla quercia) utile per chi si sente sovraccaricato di mille impegni.
Secondo la medicina alternativa un altro valido rimedio naturale allo stress sono gli integratori, tra cui in particolare il magnesio, un sale minerale molto utile per combattere e prevenire nervosismo, sbalzi di umore e sensazione di stanchezza.