Utero ingrossato
L'utero ingrossato è un utero che presenta dimensioni che eccedono quelle massime fisiologiche. Quali sono le possibili cause? Vediamo le patologie che possono portare ad un ingrossamento dell'organo e come è possibile curarle.
Quando, nel linguaggio comune, si parla di utero ingrossato, significa che ad un esame ecografico l’utero presenta dimensioni che eccedono quelle massime fisiologiche.
L’utero è uno degli organi riproduttivi femminili è a forma di pera ed è collocato nell’addome al di sopra della vagina. La sua funzione è di accogliere e permettere lo sviluppo dell’uovo fecondato durante i nove mesi della gestazione.
Nella donna che non ha mai avuto figli, con termine tecnico nullipara, le dimensioni fisiologiche sono: 6 - 7 centimetri di lunghezza massima; 3,5 - 4 centimetri di larghezza massima; 2,5 centimetri di spessore. Le cause dell’ingrossamento dell’utero possono essere di natura patologica o fisiologica, analazziamole nel dettaglio.
Cause patologiche dell’utero ingrossato: sintomi e cure.
Un ingrossamento dell’utero può essere conseguente a varie condizioni di cui molte sono di natura patologica nel senso che l’aumento di volume dell’organo è il sintomo di una malattia in atto. Le principali sono:
Utero fibromatoso.
E' una malattia che si manifesta con una progressiva perdita dell’elasticità tipica dell’organo, un suo progressivo indurimento e un suo aumento di volume. A queste caratteristiche possono associarsi o meno ulteriori sintomi che se presenti sono:
- perdite sanguigne o mestruazioni abbondanti che durano più del normale,
- anemie correlate,
- dolori pelvici,
- problemi all’apparato urinario per compressione dei suoi organi,
- lombosciatalgia per compressione delle terminazioni nervose.
Il trattamento medico spesso non sortisce effetti e, se non si riesce a tenere sotto controllo la sintomatologia, occorre ricorrere alla chirurgia con asportazione dell’organo (isterectomia).
In gravidanza l’utero fibromatoso può arrecare notevoli problemi, tra cui anche l’aborto spontaneo. Le cause dell’utero fibroso sono l’età ma anche precedenti infiammazioni dell’endometrio.
Fibroma (mioma) uterino.
I fibromi sono tumori benigni della parete muscolare dell’utero (miometrio) ossia quella al di sotto dell’endometrio che la prima a partire dalla cavità. Possono essere di dimensioni contenute ma anche di diversi centimetri, singoli o multipli. Ovviamente la loro presenza in special modo se sono di dimensioni consistenti ha come diretta conseguenza un ingrossamento dell’utero.
Spesso sono asintomatici e come tali vengono rilevati casualmente. Se presentano altri sintomi questi sono:
- sanguinamenti o mestruazioni abbondanti e prolungate,
- compromissione per compressione degli organi urinari,
- algie causate da compressione di terminazioni nervose.
La cura del fibroma uterino non è univoca ed il trattamento varia da paziente a paziente. Se il tumore è asintomatico occorre un monitoraggio costante ma non viene praticata terapia alcuna.
Se esiste una sintomatologia si può provare a controllarla con farmaci che modulano gli ormoni che regolano il ciclo mestruale. Se la terapia farmacologica non funziona si ricorre a quella chirurgica. La terapia chirurgica può intervenire rimuovendo il fibroma (mioectomia) se questo è singolo e di dimensioni contenute o può asportare l’utero completamente (isterectomia). L’intervento di mioectomia può essere fatto per via endoscopica ossia introducendo nell’utero attraverso la vagina un endoscopio munito di telecamera che monta gli strumenti chirurgici manovrabili dall’esterno o in maniera tradizionale incidendo l’addome.
Polipi uterini.
Sono tumori benigni della strato più interno dell’utero cioè della mucosa. Possono essere di pochi millimetri ma anche raggiungere diversi centimetri possono essere singoli o multipli, adesi alle pareti ma anche penduli. Se hanno dimensioni consistenti determinano ovviamente ingrossamento dell’utero.
Sono molto spesso asintomatici ma possono accompagnarsi a mestruazioni dolorose, abbondanti, sanguinamenti attraverso il canale vaginale tra una mestruazione e la successiva ed in menopausa, coito doloroso.
Il trattamento se in numero ridotto e dimensione contenute è chirurgico per via endoscopica. Se sono numerosi o di dimensioni consistenti si ricorre all’isterectomia.
Cancro al corpo dell’utero.
E' una neoformazione maligna che si sviluppa sulla mucosa dell’utero.
I sintomi sono: in età fertile mestruazioni abbondanti e perdite tra due cicli consecutivi, in menopausa perdite di sangue, dolori pelvici, dimagrimento immotivato.
Il trattamento è l’isterectomia. Se esiste la possibilità ed il desiderio di tentare una gravidanza si possono studiare terapie alternative (irradiazioni) valutando attentamente i rischi.
Tumore alla cervice uterina.
Si origina nell’epitelio della cervice uterina ossia del collo dell’utero. Se diagnosticato in fase precoce il trattamento è chirurgico ma si opera eliminando la porzione di cervice interessata e non asportando l’intero utero.
Cicatrici ed aderenze conseguenti a parti cesarei precedenti.
Precedenti tagli cesarei possono provocare malformazioni per aderenze o per ferite mal cicatrizzate. Col tempo le aderenze possono ingrandirsi e determinare ingrossamento dell'utero.
Sebbene tali formazioni siano asintomatiche possono avere molteplici conseguenze: dolori addominali ed infertilità secondaria.
Polidramnios.
Il polidramnios è una sovrapproduzione di liquido amniotico durante la gravidanza tale che l’indice di liquido amniotico eccede i fisiologici 250mm e l’utero si presenta ingrossato.
Il polidramnios può verificarsi in caso di gestanti diabetiche o in caso di gravidanze multiple, in generale non arreca conseguenze al feto, ma può determinare un parto prematuro.
Diagnosi dell’utero ingrossato.
Le dimensioni dell’utero sono rilevabili dal ginecologo con palpazione attraverso la vagina o con una indagine clinica semplice e non invasiva ossia una ecografia pelvica, esame consiste nella scansione dell’organo con una speciale sonda, manovrata appoggiandola alla parete addominale, che emette ultrasuoni. Gli echi riflessi vengono poi raccolti ed opportunamente elaborati. Si ottiene così una vera e propria foto dell’organo da cui è possibile rilevare le dimensioni.
Un risultato con miglior risoluzione e nitidezza è ottenibile con l’ecografia trans vaginale in cui la sonda che emette gli ultrasuoni è introdotta direttamente nella vagina e quindi è prossima all’organo da esaminare.
La diagnosi consiste del determinare le cause che hanno provocato il problema. Lo specialista che è deputato a tale compito è il ginecologo. Per portare a termine tale compito si avvarrà di:
- Esame obbiettivo (visita ginecologica).
- Esame di eventuali sintomi e segni aggiuntivi.
- Analisi anamnestica.
- Test di gravidanza.
- Pap test. Per la diagnosi del cancro al collo dell’utero.
- Esame endoscopico. Consente di visualizzar l’interno della cavità uterina su un monitor e di effettuare prelievi bioptici dei tessuti.
- Risonanza magnetica Nucleare. Consente di fotografare con ricchezza di particolare l’intero organo.
Sintomi dell’ ingrossamento dell'utero.
Nella maggioranza dei casi l’utero ingrossato non dà sintomi diretti. Se questi sono presenti sono correlati ad alterazioni del ciclo mestruale o a sanguinamenti per via vaginale.
Approfondisci le altre possibili cause dell'ipermenorrea.
Trattamento.
Se l’ingrossamento è di natura non patologica non richiede trattamento alcuno. Se invece è conseguente ad una malattia richiede una corretta diagnosi e se possibile la sua cura.
In alcune condizioni patologiche che determinano ingrossamento dell’utero, particolarmente gravi, quali tumori, endometriosi o fibromi, si ricorre all’isterectomia, ovvero all’asportazione dell’utero.
Approfondimento: l’isterectomia.
In base alla gravità della patologia l’isterectomia può essere:L’intervento può essere effettuato con incisione nella parte bassa dell’addome o per via intravaginale ed avviene in anestesia generale.
- Totale che comporta l’asportazione totale dell’utero compreso la cervice:
- Subtotale che comporta asportazione della sola parte superiore dell’utero, ma non la cervice, mentre le tube di Falloppio e le ovaie possono essere asportato o no:
- Radicale che comporta l’asportazione dell’utero, dei tessuti circostanti, dei linfonodi, delle tube di Falloppio e delle ovaie.
L’intervento comporta sanguinamento e dolore vaginale e la completa guarigione avviene nell’arco di 1 mese.
L’intervento di isterectomia non induce in menopausa se non vengono asportate le ovaie.
Fattori fisiologici dell’aumento di volume.
Oltre alle cause determinate dalle patologie di fondo sopra elencate, vi sono cause assolutamente fisiologiche che determinano un ingrossamento dell’utero, ossia condizioni fisiche del tutto naturali che comportano una trofia temporanea ma anche definitiva dell’organo.
Le dimensioni a cui abbiamo fatto riferimento sono, infatti, quelle medie di una donna in età fertile che non ha ancora partorito figli, tali dimensioni possono variare da soggetto a soggetto in base ad una serie di fattori che possono essere così raggruppati:
- Genetici. Ognuno di noi alla nascita reca nei geni le informazione della nostra costituzione fisica futura. E tra tali informazioni son anche contenute le dimensioni degli organi e quindi dell’utero.
- Fisiologici. Le dimensioni dell’organo variano in maniera apprezzabile con l’età. In età prepuberale non è ancora completamente formato ed ha dimensioni inferiori alla norma. In età fertile raggiunge le dimensioni fisiologiche. In menopausa le dimensioni aumentano perchè le sue strutture muscolari perdono di elasticità e tendono a divenire fibrose aumentando di volume. Le dimensioni dell’utero in età fertile variano durante il ciclo mestruale: tra il 17 ed il 28 giorno (a partire dall’inizio delle mestruazioni) l’endometrio ossia la parete interna si inspessisce e quindi l’intero utero aumenta di volume. Le gravidanze ripetute tendono a sfiancare l’utero e ne determinano un aumento di volume.
- Ormonali. Le variazioni delle concentrazioni degli ormoni ne determino il volume. Così ad esempio al 28 giorno del ciclo il corpo luteo inizia a degenerare determinando un rapido deficit di estrogeni e progesterone causando lo sfaldamento dell’endometrio ingrossato e l’inizio delle mestruazioni con diminuzione del volume uterino.
- Iatrogeni. Interventi esterni che modificano il fisiologico funzionamento dell’organo come possono essere: esposizione a radiazioni ionizzanti, interventi chirurgici, etc.
- Gravidanza. E la principale causa di utero ingrossato. Inizia con l’impianto nella parete dell’endometrio dell’utero femminile dell’uovo fecondato e termina col parto. Durante la gestazione che dura 9 mesi l’utero può aumentare il volume della sua cavità di 500/1000 volte quello iniziale arrivando a una lunghezza di oltre 35 cm. Dopo la nascita del bambino, poichè le pareti le sue pareti hanno una forte componente muscolare detta miometrio che lo rendono particolarmente elastico, l’organo ritorna alle sue dimensioni originarie. Ovviamente la gravidanza si annuncia con l’amenorrea ossia assenza di mestruazioni.
- Gravidanze ripetute. Le gravidanze ripetute minano l’elasticità delle fasce muscolari e ne determinano un ingrossamento irreversibile.